9 results on '"Marchetti, Veronica"'
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2. Choledocholithiasis in a dog coledocolitiasi in un cane
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Marchetti, Veronica, Modenato, Mario, Citi, Simonetta, Guidi, Grazia, Marchetti, Veronica, Modenato, Mario, Citi, Simonetta, and Guidi, Grazia
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SUMMARY A 14-year-old, intact male Siberian Husky was examined because of recurrence of inappetence, weakness and vomiting. Results of a CBC showed mild normocytic normocromic anaemia, hypereosinophilia with activated monocytes. Increase of ALT, AST, ALP, GGT, cholesterol and bilirubin supported a diagnosis of hepatobiliary disease. Abdominal ultrasound evaluation showed an incomplete extrahepatic biliary tract obstruction (EHBO), with suspected cholelithiasis and cholecystitis. Any evidence of radiopaque stone was showed at abdominal radiography. A cause to the incomplete response to medical treatment with amoxicilline and clavulanic acid, ursodeoxycholic acid, vitamin E and silymarin, biliary surgery was performed, showing a hugely dilated biliary tree and several stones in the common bile duct. The choleliths were removed, using a combined approach through common bile duct, gallbladder and duodenum. During surgery a biopsy sample was collected, and histologically a diagnosis of chronic cholangitis with diffuse cholestasis and periportal fibrosis was formulated. The bacterbilia was not demonstrate to cultural and cytologic exam. Any complication was revealed in postoperative time; the clinical condition, CBC and serum biochemical profile were normal during the 8- month follow-up period. Stones usually form in the gallbladder, but sometimes they can form directly in the common bile duct or move here from the biliary tree. Multiple small stones, causing incomplete obstruction, with a major one of 1,5x7mm, were removed from the final tract of the common bile duct in this dog. RIASSUNTO Un Siberian Husky, maschio intero di 14 anni, è stato portato alla nostra attenzione per episodi ricorrenti di disappetenza, abbattimento e vomito. L’emogramma rivelava la presenza di una lieve anemia normocitica normocromica, accompagnata da eosinofilia e monociti attivati. L’incremento di ALT, AST, ALP, GGT, colesterolo e bilirubina, evidenziabili nel profilo biochimico, supportavano
- Published
- 2007
3. Valutazione degli isoenzimi della fosfatasi alcalina nel cane tramite precipitazione con lectina di germe di grano ed inibizione con tetramisolo: risultati preliminari
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Marchetti, Veronica, Luchetti, Elena, Cardini, Giovanni, Podestà, Adriano, Fantei, Nicole, Marchetti, Veronica, Luchetti, Elena, Cardini, Giovanni, Podestà, Adriano, and Fantei, Nicole
- Abstract
RIASSUNTO Nel siero di cane è possibile valutare l’attività di 3 isoenzimi della fosfatasi alcalina (ALP): l’isoenzima epatico (LALP), l’isoenzima osseo (BALP) e l’isoenzima glicocorticoide- indotto (CALP) che si trova solo in questa specie. Poiché nel cane la misurazione dell’ALP totale (TALP) nel siero risulta un test poco specifico, lo studio delle forme isoenzimatiche può aiutare nell’interpretazione di un suo incremento, in particolare in corso di iperadrenocorticismo, patologie neoplastiche e croniche in genere. La quantificazione degli isoenzimi è stata eseguita su 19 campioni di plasma di cani con livelli di TALP superiori a 200 U/L (valori di riferimento 50-130 U/L) applicando la metodica che combina la precipitazione selettiva con WGL (Wheat Germ Lectin) all’inibizione chimica con tetramisolo 4,2 mM. Nel 100% dei cani con morbo di Cushing la CALP rappresentava l’isoenzima predominante, mostrando quindi una buona accuratezza (89%) e specificità (85%) diagnostiche, ed un ottima sensibilità (100%). Tra i valori di TALP e CALP non è stata evidenziata però alcuna correlazione significativa (p<0,05), così come non correlati significativamente risultano gli incrementi di LALP e CALP, riscontrati rispettivamente nell’88,9% e 11,1% dei pazienti con patologia cronica. Tale dato può essere messo in relazione ad una possibile induzione degli isoenzimi in diversi tessuti o l’induzione di enzimi a loro volta responsabili del rilascio degli isoenzimi dell’ALP dalle membrane cellulari. Nel gruppo dei pazienti neoplastici è stata evidenziata una correlazione statisticamente significativa (p<0,05) fra il valori di TALP e di LALP, che risulta l’enzima prevalente nell’80% dei soggetti. Tale risultato suggerisce la possibilità di una patologia epatica subclinica nel paziente oncologico, o un aumento del cortisolo endogeno, che induce inizialmente un incremento della LALP e successivamente della CALP. La valutazione degli isoenzimi dell’ALP attraverso questa metodica, che risul
- Published
- 2005
4. Studio retrospettivo sulle affezioni orbitali associate a esoftalmo nel cane
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Barsotti, Giovanni, Di Gregoli, Enza, Marchetti, Veronica, Citi, Simonetta, Barsotti, Giovanni, Di Gregoli, Enza, Marchetti, Veronica, and Citi, Simonetta
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RIASSUNTO L’esoftalmo, caratterizzato dalla protrusione di un globo oculare di dimensioni normali, è un segno clinico di frequente riscontro in molte malattie orbitali. La protrusione del bulbo oculare è causata principalmente da affezioni neoplastiche, infiammatorie, cistiche e traumatiche. All’esoftalmo possono essere associati alcuni segni clinici di malattia oculare quali alterazione della visione e dei movimenti oculari, iperemia congiuntivale, chemosi, procidenza della terza palpebra, cheratite da esposizione, dolore all’apertura della bocca, abbattimento e febbre. Nel presente lavoro sono stati esaminati in maniera retrospettiva i casi di esoftalmo valutati clinicamente tra il 2000 e il 2004. Dei 15 cani compresi nello studio, solo uno manifestava la patologia in forma bilaterale. L’iter clinico intrapreso è stato il seguente: valutazione dell’anamnesi, esame clinico generale, visita oculistica e test diagnostici ausiliari. Questi ultimi comprendevano: l’esame ecografico orbitale, associato o meno a biopsia ad ago sottile eco-guidata della massa, l’esame radiografico del cranio e del torace, in alcuni casi la TC della cavità orbitale, l’esame istologico dei campioni prelevati tramite biopsia, escissione chirurgica o post-mortem. Dai risultati ottenuti è emerso che la patologia orbitale causa d’esoftalmo è stata in 5 casi di tipo flogistico, in 9 di tipo neoplastico mentre in un solo soggetto non è stata definita. Quest’ultimo, nel quale peraltro l’esoftalmo si manifestava bilateralmente, presentava un’iperplasia generalizzata di tutte le ghiandole salivari, compresa la zigomatica. In 4 dei soggetti colpiti da forme neoplastiche, è stata diagnosticata una neoplasia orbitale primaria (2 casi di adenocarcinoma della ghiandola zigomatica, 1 emangiosarcoma e 1 neoplasia mesenchimale maligna); in 4 cani la neoplasia orbitale rappresentava l’estensione di una forma a partenza da strutture anatomiche adiacenti (adenocarcinoma nasale, linfoma intraoculare, schwannoma
- Published
- 2005
5. Valutazione degli isoenzimi della fosfatasi alcalina nel cane tramite precipitazione con lectina di germe di grano ed inibizione con tetramisolo: risultati preliminari
- Author
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Marchetti, Veronica, Luchetti, Elena, Cardini, Giovanni, Podestà, Adriano, Fantei, Nicole, Marchetti, Veronica, Luchetti, Elena, Cardini, Giovanni, Podestà, Adriano, and Fantei, Nicole
- Abstract
RIASSUNTO Nel siero di cane è possibile valutare l’attività di 3 isoenzimi della fosfatasi alcalina (ALP): l’isoenzima epatico (LALP), l’isoenzima osseo (BALP) e l’isoenzima glicocorticoide- indotto (CALP) che si trova solo in questa specie. Poiché nel cane la misurazione dell’ALP totale (TALP) nel siero risulta un test poco specifico, lo studio delle forme isoenzimatiche può aiutare nell’interpretazione di un suo incremento, in particolare in corso di iperadrenocorticismo, patologie neoplastiche e croniche in genere. La quantificazione degli isoenzimi è stata eseguita su 19 campioni di plasma di cani con livelli di TALP superiori a 200 U/L (valori di riferimento 50-130 U/L) applicando la metodica che combina la precipitazione selettiva con WGL (Wheat Germ Lectin) all’inibizione chimica con tetramisolo 4,2 mM. Nel 100% dei cani con morbo di Cushing la CALP rappresentava l’isoenzima predominante, mostrando quindi una buona accuratezza (89%) e specificità (85%) diagnostiche, ed un ottima sensibilità (100%). Tra i valori di TALP e CALP non è stata evidenziata però alcuna correlazione significativa (p<0,05), così come non correlati significativamente risultano gli incrementi di LALP e CALP, riscontrati rispettivamente nell’88,9% e 11,1% dei pazienti con patologia cronica. Tale dato può essere messo in relazione ad una possibile induzione degli isoenzimi in diversi tessuti o l’induzione di enzimi a loro volta responsabili del rilascio degli isoenzimi dell’ALP dalle membrane cellulari. Nel gruppo dei pazienti neoplastici è stata evidenziata una correlazione statisticamente significativa (p<0,05) fra il valori di TALP e di LALP, che risulta l’enzima prevalente nell’80% dei soggetti. Tale risultato suggerisce la possibilità di una patologia epatica subclinica nel paziente oncologico, o un aumento del cortisolo endogeno, che induce inizialmente un incremento della LALP e successivamente della CALP. La valutazione degli isoenzimi dell’ALP attraverso questa metodica, che risul
- Published
- 2005
6. Tecnica e prospettive di utilizzo della citometria a flusso per la tipizzazione linfocitaria del liquido sinoviale di cane
- Author
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Marchetti, Veronica, Sbrana, Silvia, Modenato, Mario, Isola, Patrizia, Pistello, Mauro, Luchetti, Elena, Cardini, Giovanni, Marchetti, Veronica, Sbrana, Silvia, Modenato, Mario, Isola, Patrizia, Pistello, Mauro, Luchetti, Elena, and Cardini, Giovanni
- Abstract
RIASSUNTO L’utilizzo della citometria a flusso, o fluorimetria, per l’immunofenotipizzazione linfocitaria è una metodica in uso in medicina umana soprattutto nel settore reumatologico, dove riveste un’importanza notevole nella comprensione dei meccanismi degenerativi cartilaginei in corso di artrite reumatoide, mentre è poco utilizzata nella più comune artrosi. In medicina veterinaria la tecnica non è a tutt’oggi utilizzata nella diagnostica collaterale dei problemi ortopedici e reumatologici. Sono disponibili solo due segnalazioni di lavori sperimentali in argomento. Sono state fatte numerose prove su campioni di liquido sinoviale di cane, prelevato sia durante la visita clinica che in sede intraoperatoria, in corso di patologie articolari diverse. Il liquido è stato sottoposto a conta cellulare con contaglobuli elettronico; per essere processato a tal fine e per l’analisi citofluorimetrica, è stato sottoposto a pretrattamento con jaluronidasi. La componente cellulare mononucleata è stata quindi separata e concentrata mediante centrifugazione in gradiente di densità su LymphoprepTM (Ficoll-Isopaque) e studiata con citofluorimetro. Contemporaneamente l’immunofenotipizzazione linfocitaria è stata condotta anche su un campione di sangue periferico. Prove successive finalizzate a rendere il campione un fluido acquoso hanno permesso di evidenziare l’assoluta necessità di pretrattare il campione con 2 gocce di jaluronidasi alla concentrazione di 150UI/ml per 0,25 cc di liquido sinoviale. La quantità di liquido prelevabile è in generale scarsa nei fatti degenerativi cronici, più abbondante nei fenomeni infiammatori acuti, e questo può rappresentare un limite nell’applicazione di questa metodica nella pratica clinica. Per ottenere una buona lettura è necessario avere infatti almeno 1cc di liquido articolare e/o almeno 1000 cellule/μl. La distribuzione delle sottopopolazioni linfocitarie CD3+ e CD21+, ed in particolare del rapporto fra i linfociti CD4+ e CD8+ nel liquido si
- Published
- 2004
7. Epifisiodesi temporanea anteriore del plateau tibiale: una possibile soluzione nella rottura del legamento crociato anteriore in cani in accrescimento
- Author
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Ballatori, Consuelo, Modenato, Mario, Romeo, Teresa, Marchetti, Veronica, Citi, Simonetta, Ballatori, Consuelo, Modenato, Mario, Romeo, Teresa, Marchetti, Veronica, and Citi, Simonetta
- Abstract
RIASSUNTO Le lesioni del legamento crociato anteriore rappresentano una delle patologie ortopediche più comuni nel cane adulto. L’eziopatogenesi è sempre traumatica, essendo non spesso riferibile a processi degenerativi a carico del legamento, esito di stress cronici conseguenti all’azione della spinta craniale della tibia per effetto del carico ponderale. Nel cucciolo questa patologia è segnalata con minor frequenza, presentandosi tipicamente in forma di avulsione del legamento a livello della sua inserzione tibiale. A differenza del cane adulto, inoltre, questa affezione legamentosa è generalmente di natura traumatica e monolaterale. Qualunque sia l’eziopatogenesi delle lesioni del legamento crociato anteriore, l’intervento chirurgico di stabilizzazione dell’articolazione deve essere effettuato il prima possibile, proponendosi il rallentamento dell’insorgenza e dell’eventuale progressione dei fenomeni osteoartrosici, in particolare nei soggetti in accrescimento. Gli Autori descrivono l’esperienza personale in due cuccioli, di 6 e 5 mesi di età, affetti da rottura traumatica del legamento crociato anteriore e trattati con epifisiodesi anteriore del plateau tibiale. Un soggetto, a seguito della stabilizzazione chirurgica ha presentato un recupero funzionale completo dell’arto operato, come dimostrato dal follow up a distanza di 8 mesi dalla chirurgia. Il secondo cucciolo è stato ripresentato alla visita clinica a distanza di due mesi dall’epifisiodesi, quando ormai il plateau tibiale aveva raggiunto un’inclinazione di 4°, con deviazione in valgo dell’arto. Si è quindi proceduto alla rimozione della vite, con buona ripresa postoperatoria del soggetto, nonostante la persistenza di una saltuaria zoppia di 1° grado. La tecnica decritta ha offerto risultati interessanti, ed ha messo in luce alcune problematiche rappresentate da tempi ridotti di applicabilità della procedura chirurgica e dalla necessità di rimuovere tempestivamente l’interferenza, dovendo intervenire su s
- Published
- 2004
8. Epifisiodesi temporanea anteriore del plateau tibiale: una possibile soluzione nella rottura del legamento crociato anteriore in cani in accrescimento
- Author
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Ballatori, Consuelo, Modenato, Mario, Romeo, Teresa, Marchetti, Veronica, Citi, Simonetta, Ballatori, Consuelo, Modenato, Mario, Romeo, Teresa, Marchetti, Veronica, and Citi, Simonetta
- Abstract
RIASSUNTO Le lesioni del legamento crociato anteriore rappresentano una delle patologie ortopediche più comuni nel cane adulto. L’eziopatogenesi è sempre traumatica, essendo non spesso riferibile a processi degenerativi a carico del legamento, esito di stress cronici conseguenti all’azione della spinta craniale della tibia per effetto del carico ponderale. Nel cucciolo questa patologia è segnalata con minor frequenza, presentandosi tipicamente in forma di avulsione del legamento a livello della sua inserzione tibiale. A differenza del cane adulto, inoltre, questa affezione legamentosa è generalmente di natura traumatica e monolaterale. Qualunque sia l’eziopatogenesi delle lesioni del legamento crociato anteriore, l’intervento chirurgico di stabilizzazione dell’articolazione deve essere effettuato il prima possibile, proponendosi il rallentamento dell’insorgenza e dell’eventuale progressione dei fenomeni osteoartrosici, in particolare nei soggetti in accrescimento. Gli Autori descrivono l’esperienza personale in due cuccioli, di 6 e 5 mesi di età, affetti da rottura traumatica del legamento crociato anteriore e trattati con epifisiodesi anteriore del plateau tibiale. Un soggetto, a seguito della stabilizzazione chirurgica ha presentato un recupero funzionale completo dell’arto operato, come dimostrato dal follow up a distanza di 8 mesi dalla chirurgia. Il secondo cucciolo è stato ripresentato alla visita clinica a distanza di due mesi dall’epifisiodesi, quando ormai il plateau tibiale aveva raggiunto un’inclinazione di 4°, con deviazione in valgo dell’arto. Si è quindi proceduto alla rimozione della vite, con buona ripresa postoperatoria del soggetto, nonostante la persistenza di una saltuaria zoppia di 1° grado. La tecnica decritta ha offerto risultati interessanti, ed ha messo in luce alcune problematiche rappresentate da tempi ridotti di applicabilità della procedura chirurgica e dalla necessità di rimuovere tempestivamente l’interferenza, dovendo intervenire su s
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- 2004
9. Management nutrizionale e farmacologico di un caso di megacolon nel cane
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Marchetti, Veronica, Giacomelli, Valentina, Modenato, Mario, Marchetti, Veronica, Giacomelli, Valentina, and Modenato, Mario
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RIASSUNTO Viene descritto un caso di megacolon in un cane Pastore Tedesco maschio intero di circa 6 anni. Il paziente è stato presentato per costipazione ed incontinenza urinaria. Gli esami clinico e radiografico hanno permesso di emettere diagnosi di megacolon ad eziologia ignota, e verificata l’inapplicabilità della terapia chirurgica, si è optato per quella farmaco-nutrizionale. Il paziente è stato sottoposto alla somministrazione di neostigmina metilsolfato (Prostigmina®) in un’unica dose endovenosa, seguita da una terapia di mantenimento orale a base di piridostigmina bromuro (Mestinon®) associato ad una dieta a base di mangime secco commerciale (Purina® PVD EN-formula). Attualmente il paziente defeca giornalmente, anche se spesso con frequenza superiore alla norma. Nella ristretta rosa di possibilità terapeutiche per il trattamento del megacolon nel cane, l’associazione citata precedentemente potrebbe risultare particolarmente vantaggiosa. SUMMARY A case of megacolon in a 6 year-old German Shepherd is described. The dog was presented with constipation and urinary retention. Clinical and radiographic examination revealed the presence of a megacolon of uncertain aetiology, and because of the inapplicability of surgical therapy, we choose the pharmacological-nutritional approach. We administer a single intravenous injection of neostigmine metilsolphate (Prostigmina®), followed by a maintenance therapy with piridostigmine bromuro (Mestinon®) and a specific commercial diet (Purina® PVD EN-formula). Actually the patient evacuates daily, although the frequency of defecation is increased compared with normal dog. In the narrow list of available therapies for the treatment of canine megacolon, the previous quoted association seems to be especially encouraging.
- Published
- 2001
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