Search

A quasi vent’anni dalla pubblicazione del manuale Indagare col questionario (Vita e Pensiero, 2005), si è reso necessario aggiornarne in maniera significativa il contenuto attraverso la pubblicazione di questo volume, che ne rappresenta una nuova edizione ampiamente rivista. Aggiornamento necessario alla luce di molteplici fattori, tra cui la maggiore esperienza sia di ricerca sia didattica dell’autore – soprattutto in riferimento all’uso del manuale stesso nei corsi universitari – ma anche alcuni significativi mutamenti intercorsi nel modo di fare ricerca e, in particolare, di fare ricerca col questionario. Tra questi mutamenti, il più rilevante è senz’altro la grande espansione dell’utilizzo delle tecnologie online a supporto sia della costruzione sia della somministrazione del questionario. L’esperienza didattica dell’autore ha portato a concepire un testo che, pensato esplicitamente come strumento per gli studenti di un corso universitario di base di metodologia e tecnica della ricerca sociale, nelle intenzioni fosse accessibile a tutti e non richiedesse per essere compreso un particolare bagaglio di conoscenze pregresse. Questo, tuttavia, senza rinunciare allo sforzo di un’esposizione comunque corretta nei contenuti e rigorosa da un punto di vista scientifico.

La spiritualità ricopre un ruolo importante nel modellare la salute delle persone. Credenze ed atteggiamenti in tema di benessere, stili di vita e comportamenti, decisioni terapeutiche e adesione alle cure sono difatti influenzati dalle convinzioni spirituali e dalla fede religiosa. Inoltre, la spiritualità rappresenta una risorsa essenziale per fronteggiare la malattia, la disabilità, i traumi e la perdita di autonomia nei processi di invecchiamento. Malgrado ciò, l’identificazione dei bisogni spirituali è sottovalutata in ambito sanitario e l'assistenza spirituale non viene ancora sufficientemente presa in considerazione nei contesti di cura. Attraverso l’analisi degli studi più recenti, il volume offre una ricognizione delle evidenze di letteratura, delle strategie operative e degli strumenti metodologici, proponendo spunti e riflessioni per tutti gli studiosi e addetti ai lavori, al fine di promuovere una medicina centrata sulla persona.

Siamo tanti, viviamo meglio e più a lungo. Ma la vorticosa crescita economica dell’ultimo secolo si sta ora scontrando con le sue contraddizioni – cambiamento climatico, migrazioni, squilibri demografici, disuguaglianze – minacciando la vita stessa del pianeta e ponendo con urgenza il problema della sostenibilità. La risposta non può essere però solo tecnoeconomica: occorre piuttosto mettere in discussione le premesse su cui la crescita si basa, colmando un ritardo culturale nella consapevolezza che non esiste forma vivente che non sia in relazione. Lo dice la scienza e lo dicono da sempre le religioni: solo in rapporto con gli altri diventiamo noi stessi ed esercitiamo la vera libertà, in modo transitivo e generativo e non estrattivo e predatorio. È questa la logica che presiede la vita umana, personale e collettiva, e che può riaprire la strada verso una società libera, giusta e sostenibile.

Il volume parte dal presupposto che la famiglia sia il fulcro del benessere delle persone e delle comunità ed è quindi necessario nel policymaking, nei servizi e nelle prati che d’intervento, assumerla come punto di vista strategico, abbandonando la visione individual-based e settoriale. Infatti, tutto ciò che viene deciso nelle politiche pubbli che, spesso focalizzate sull’individuo, ha un impatto sulle sue relazioni familiari. Da qui la necessità di dotarsi di strumenti idonei ad analizzare l’impatto familiare di politiche e pratiche, come il FamILens. Versione autoctona dello statunitense Family Impact Lens, il FamILens® è un modello finalizzato ad analizzare le ricadute di politiche e pratiche sulle relazioni familiari, a partire da sei principi: responsabilizzare le famiglie, sostenere la loro stabilità, promuovere le relazioni familiari, riconoscere la diversità delle famiglie, coinvolgerle attivamente, promuovere le reti familiari. È stato sviluppato da un gruppo di sociologi del Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che nel 2020 hanno depositato il marchio. Il libro presenta anche gli sviluppi più recenti del modello originale: il FamILens.COM e la Family Relational Agency, offrendo uno strumento completo per chi vuole avvicinarsi all’analisi dell’impatto familiare, conoscerne le basi teoriche, le possibili applicazioni, e appropriarsi delle competenze essenziali per avviare percorsi di valutazione partecipata con attenzione alle ricadute sulle famiglie., The volume starts from the assumption that the family is the fulcrum of the well-being of people and communities and it is therefore necessary in policymaking, services and intervention practices to take it as a strategic point of view, abandoning the individual-based and sectoral vision . In fact, everything that is decided in public policies, often focused on the individual, has an impact on their family relationships. Hence the need to equip ourselves with suitable tools to analyze the family impact of policies and practices, such as FamILens. An indigenous version of the American Family Impact Lens, the FamILens® is a model aimed at analyzing the effects of policies and practices on family relationships, starting from six principles: empowering families, supporting their stability, promoting family relationships, recognizing diversity of families, actively involve them, promote family networks. It was developed by a group of sociologists from the University Center for Studies and Research on the Family of the Catholic University of the Sacred Heart, who registered the trademark in 2020. The book also presents the most recent developments of the original model: the FamILens.COM and the Family Relational Agency, offering a complete tool for those who want to approach the analysis of family impact and learn about it theoretical bases, possible applications, and acquire the essential skills to start participatory evaluation paths with attention to the impact on families.

Mentre prosegue l’esodo di giovani che si allontanano dal credo cristiano cattolico, in particolare dalla pratica religiosa e dalla Chiesa, in cerca di nuove modalità di rapporto con il sacro, un forte e significativo segnale in controtendenza proviene dalla Giornata Mondiale della Gioventù. Dopo quasi quarant’anni di storia, questo evento continua a catalizzare l’attenzione e la partecipazione di giovani da tutto il mondo. Eppure, la GMG rappresenta un appuntamento nel quale la presenza della Chiesa gioca un ruolo tutt’altro che marginale: sia come organizzatrice sia come comunità che si offre e si presenta all’incontro con ragazze e ragazzi. Approfondire le motivazioni che portano le nuove generazioni a esserci, scoprire le diverse sfumature di significato con cui vivono questa esperienza, comprendere come essa si intrecci con le molteplici sfumature della spiritualità giovanile costituisce un’importante occasione di ricerca per provare a gettare nuova luce sul futuro della Chiesa e della fede. Questo è, in sintesi, l’obiettivo dell’indagine condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, che restituisce quanto emerso dai racconti dei giovani italiani partecipanti alla GMG di Lisbona.

In questo capitolo si approfondiranno gli aspetti legati al monitoraggio digitale del benessere dei genitori svolto dopo le dimissioni del proprio bambino pretermine. Il monitoraggio nasce con lo scopo di valutare il benessere dei genitori dimessi dalla TIN nell’arco di un anno con l’idea, come sottolineato nel Cap. 4, sia le condizioni di salute anche di lungo termine del bambino, lo stress, l’ansia e i sentimenti negativi dei genitori siano indissolubilmente legati e capaci di influenzarsi reciprocamente: la richiesta di rispondere mensilmente alla web-app ha definito gli intervalli di riferimento del monitoraggio. Il contributo intende offrire uno sguardo critico di valutazione dell’esperienza di follow-up declinato per caratteristiche dei rispondenti, modalità di risposta/non risposta, aspetti emersi di problematicità ed eventuali punti di forza dell’esperienza. A partire dalla definizione di “monitoraggio digitale” all’interno del più ampio campo disciplinare della e-healthcare, si andrà a presentare l’esperienza di utilizzo dell’web-app all’interno del progetto ParWelB. Nello specifico, si presenteranno i principali dati sulla partecipazione in termini di risposta mensile al questionario proposto dalla web-app declinati per genere, istruzione, permanenza in TIN e/o sub-TIN. Si offriranno, poi, alcune riflessioni sui punti di forza e di debolezza dell’esperienza con indicazioni e suggerimenti rispetto a un’eventuale implementazione di questo tipo di strumenti nell’accompagnamento dei genitori pretermine e nell’analisi delle loro condizioni di benessere/malessere psico-sociale. L’approccio interdisciplinare adottato dal nostro progetto nel promuovere l’utilizzo della e-health da parte dei genitori di bambini prematuri punta a valorizzare il dialogo tra scienza (sanità e conoscenze mediche) e società (prospettive delle famiglie) sul tema della nascita pretermine, attraverso l’ausilio della tecnologia digitale (Berg et al., 2003).

This book analyses the impact of the coronavirus pandemic on three ethnic minorities in three European cities: Bangladeshi in London, Turks in Stuttgart and Peruvians in Milan. Considerable debate has emerged during the pandemic concerning its impact on minorities, and although considerable quantitative data has been generated by epidemiologists, qualitative studies also have great relevance, socially and culturally as well as institutionally. While in normal circumstances the position of migrant communities is associated with unequal access to scarce resources such as wealth, power and social prestige, the coronavirus pandemic shifted the focus to more specific variables: living in segmented or overcrowded conditions, working in jobs with higher risk exposure, difficulties with online schooling, and lack of access to health care and information. The book will therefore be of interest to researchers and students of sociology, anthropology, global studies, migration and urban studies.

The chapter discusses a model of social work with unaccompanied migrant children, that emerged from the “Cantiere Futuro” project, aimed at improving the UAM system of reception and integration in Italy by developing the skills and capacities of the professionals involved in this field. The theoretical background of the project is community work. The main idea is that the inclusion of UAMs in the local community requires working not only with young migrants but also with the different actors of the community, linking them, empowering and connecting the different resources. The model is based on personalization, active listening from a cross-cultural perspective, capacity building, participation, networking, and reflective evaluation; each of these must be translated into action in the three levels of social work: with UMCs, within organizations, and with the local community.

Breve presentazione del volume, incentrato sui temi della cooperazione allo sviluppo

Questa breve introduzione presenta gli obiettivi e l'approccio metodologico che hanno guidato la ricerca esplorativa condotta nella città di Milano tra il 2022 e il 2023 intitolata "#EducAzione! Una mappatura e analisi delle proposte educativo-ricreative per adolescenti a Milano". La ricerca ha inteso ricostruire le proposte educative e ricreative offerte nella città di Milano da diversi enti e organizzazioni (oratori, centri sportivi, centri di aggregazione giovanile di comuni o associazioni, gruppi scout). La ricerca ha inteso altresì approfondire i bisogni e le necessità degli adolescenti/giovani (11-19 anni) per come si riflettono e trovano risposta negli oratori dei territori studiati, anche con l’intento di offrire elementi utili alla progettazione educativa.

Il contributo presenta diversi metodi e strumenti per studiare le relazioni familiari, che sono oggetti complessi con cui il ricercatore sociale deve fare i conti. Sono presentati alcuni strumenti finalizzati alla comprensione di alcune qualità /dimensioni che possono emergere dalle relazioni tra i membri di una famiglia: la solidarietà tra le generazioni, la relazione di cura, la riflessività nella relazione di coppia, la relazione tra i pari., The chapter presents different methods and tools for studying family relationships, which are complex objects that the social researcher must deal with. Some tools are presented aimed at understanding some qualities/dimensions that can emerge from the relationships between members of a family: solidarity between generations, the caring relationship, relational reflexivity in the couple's relationship, the relationship between peers.

Dopo aver sinteticamente illustrato le trasformazioni verificatesi, nella società contemporanea, nel rapporto tra i giovani e la sfera religiosa, individuando come cornice teorica il passaggio dal concetto di religiosità a quello di spiritualità, il contributo offre una ricostruzione dell'impianto metodologico della ricerca restituita dall'intero volume. Si tratta di una indagine qualitativa svolta in Italia a livello nazionale con l'obiettivo di approfondire il rapporto con la fede dei giovani che, nel corso delle loro biografie, si sono allontanati dalla Chiesa e in alcuni casi anche dalla religione cristiano-cattolica. Il contributo pertanto ricostruisce il disegno e ilcampione di ricerca, illustra in maniera ragionata gli strumenti di rilevazione mostrandone la peculiare congruenza con gli obiettivi stessi dell'indagine, After synthetically illustrating the transformations occurred in contemporary society regarding the relationship between young people and the religious sphere, framing it inside the transition from the concept of religiosity to that of spirituality, the contribution offers a reconstruction of the methodology of the research presented in the entire volume, that is a qualitative investigation carried out in Italy at a national level with the aim of deepening the understanding of the faith among young people who, during their biographies, have distanced themselves from the Church and in some cases also from the Christian-Catholic religion. Therefore, the contribution reconstructs the research design, the research sample, illustrates the techniques used to collect data, demonstrating their peculiar congruence with the main objectives of the investigation.

Il contributo propone una riflessione sulla disparità di potere come dimensione intrinseca alla relazione di aiuto tra professionisti e persone con disabilità. Le persone con disabilità, in particolare se intellettiva, sono soggette ad un processo sociale di marginalizzazione che le pone in una condizione di disparità di relazione che spesso tocca anche gli altri ambiti della loro esistenza, non solo la relazione con gli operatori. La dinamica oppressiva cui sono sottoposte su più livelli impedisce loro di accedere ai contenuti del ruolo adulto così come è pensato nelle nostre rappresentazioni e nel nostro immaginario, collocandole quindi in schemi relazionali che non appartengono all’adultità. Questo può dar luogo ad espressioni di potere negative, che non intenzionalmente gli operatori possono agire e non riconoscere, ma che condizionano la relazione di aiuto e caricano di vissuti negativi le persone con disabilità. La logica dell’empowerment in chiave relazionale richiede agli operatori non tanto di abdicare al proprio potere, quanto di saperlo finalizzare per poterlo, da un lato, cedere, lasciando margine alle persone per esprimere la propria capacità di azione e, dall’altro, usare a loro favore, a sostegno della loro intenzionalità, senza cadere nella propria deresponsabilizzazione.

Contrary to analyses that emphasise discriminatory attitudes towards migrants and asylum seekers — or alternatively, the laxity in managing entries and identity requests of minority groups — the depiction of a “Janus-faced” Europe better captures the dual nature of policies and attitudes towards them. The article discusses in this light the European approach to immigration

The chapter describes in detail and with concrete examples steps and methodological indications for the implementation of foster care placements with the participation of children, birth families and foster families. According to Relational Social Work method, the author illustrates the stages necessary to plan family foster care: the construction of the project with the birth family, mutual knowledge between the foster family and the birth family, the involvement of the fostered children , the monitoring and support of the ongoing foster care placement, up to the desired family reunification.

Il contributo presenta anzitutto alcuni dati sul passaggio alla maggiore età dei msna in Italia, sottolineando la mancanza di statistiche chiare e ufficiali sul fenomeno. Mentre vi sono dati chiari e precisi sul processo di presa in carico finché sono minorenni, mancano statistiche che diano conto del follow up. Nella seconda parte del contributo viene invece analizzata la letteratura internazionale per mettere in luce i fattori di rischio e di resilienza che accompagnano questa cruciale transizione biografica.

Il contributo presenta la transizione dei giovani adulti verso la vita di coppia, considerando che i marcatori del passaggio sono sempre meno univoci e più differenziati. Sono considerati il ruolo dei legami familiari nello sviluppo della relazione sentimentale, le differenze tra matrimonio e convivenza, la costruzione del noi, i cambiamenti del rito del matrimonio, la digitalizzazione dei legami, le separazioni e i divorzi e le famiglie ricostituite., The chapter presents the transition of young adults towards life as a couple, considering that the markers of the transition are increasingly less univocal and more differentiated. The role of family ties in the development of romantic relationships, the differences between marriage and cohabitation, the construction of the "weness", changes in the marriage rite, the digitalisation of ties, separations, divorces and reconstituted families are considered.

Il contributo si focalizza sulla figura e sul lavoro sociale di Armida Barelli nell'Italia del primo Novecento

Il contributo restituisce i risultati di una indagine qualitativa realizzata dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo su un campione di cento giovani donne che si sono allontanate dalla Chiesa e dalla fede cattolica. Dal 2013 al 2023 abbiamo assistito a un esodo silenzioso delle giovani donne, che per anni hanno rappresentato invece lo zoccolo duro. Che cosa è cambiato rispetto al passato? Le donne possono fare a meno della Chiesa? La Chiesa può fare a meno delle donne? Le storie raccolte restituiscono la complessità del fenomeno e consentono di tracciare alcune linee interpretative.

The application of artificial intelligence (AI) in medical practice is spreading, especially in technologically dense fields such as radiology, which could consequently undergo profound transformations in the near future. This article aims to qualitatively explore the potential influence of AI technologies on the professional identity of radiologists. Drawing on 12 in-depth interviews with a subgroup of radiologists who participated in a larger study, this article investigated (1) whether radiologists perceived AI as a threat to their decision-making autonomy; and (2) how radiologists perceived the future of their profession compared to other health-care professions. The findings revealed that while AI did not generally affect radiologists' decision-making autonomy, it threatened their professional and epistemic authority. Two discursive strategies were identified to explain these findings. The first strategy emphasised radiologists' specific expertise and knowledge that extends beyond interpreting images, a task performed with high accuracy by AI machines. The second strategy underscored the fostering of radiologists' professional prestige through developing expertise in using AI technologies, a skill that would distinguish them from other clinicians who did not pose this knowledge. This study identifies AI machines as status objects and useful tools in performing boundary work in and around the radiological profession.

La ricerca intende studiare il «Servizio Informa Lavoro», servizio appartenente a un ambito territoriale sociale della regione Friuli Venezia Giulia. Questo servizio ha la finalità di aiutare e accompagnare le persone, che si trovano in situazione di povertà, nella co-costruzione di percorsi di reintegrazione relazionale, sociale e lavorativa. La ricerca si propone come finalità generale quella di contribuire a dare delle indicazioni su che cosa può aiutare le persone a uscire da una condizione di povertà e in che modo gli operatori, attraverso atteggiamenti e conoscenze, possono aiutare le persone a migliorare la loro situazione di vita. Nello specifico la ricerca vuole comprendere come lavori l’operatrice del Servizio Informa Lavoro con le persone, quali siano le modalità costruite nel tempo per accompagnare le persone nel loro percorso di uscita da una condizione di povertà e/o esclusione sociale, quali fattori abbiano permesso a un percorso di potersi definire di «successo» e quali invece siano stati motivo insuccesso attraverso le domande che vedete riportate nella slide. Lo studio si basa sul framework metodologico del Relational Social Work (Folgheraiter, 2011) e del Poverty Aware Paradigm Social Work (Krumer-Nevo 2010). La ricerca ha un impianto metodologico che prevede una prima parte preliminare quantitativa, che serve a fornire una descrizione del contesto della ricerca e una seconda parte di tipo qualitativa che serve ad analizzare, a partire dalla voce dei protagonisti, i fattori trasversali a un numero di interventi «riusciti» (Raineri e Calcaterra, 2016) e non riusciti. I risultati della ricerca mettono in luce gli elementi trasversali dei progetti di aiuto, raccolti attraverso il punto di vista dei protagonisti (persone, operatori professionisti e non), elementi che costituiscono la base per cercare di modellizzare un intervento di lavoro che, sperimentato nella pratica, sembra mostrare efficacia. La modellizzazione delle buone prassi caratter

La costruzione di efficaci strategie di welfare urbano si confronta, in questa fase storica, con la crescente complessità dei bisogni di assistenza, cura e intervento e con le trasformazioni sul piano fisico, economico e socioculturale delle città contemporanee. La transizione dall’assetto urbano “fordista” (nel quale ha preso forma il welfare d’impronta keynesiana) a quello “post-fordista” sta ridisegnando in senso “glocale” la città, con importanti ricadute sull’organizzazione e sulla logica di funzionamento dei servizi orientati al benessere della persona. Dopo aver illustrato alcune chiavi interpretative del rapporto tra i più recenti processi di urbanizzazione e le trasformazioni del welfare, il volume si sofferma su alcune questioni centrali che sollecitano il welfare urbano: dal deficit demografico all’ampliamento delle distanze sociali, dagli effetti della crisi ecologica alla domanda di salute, dal disagio abitativo alle nuove povertà. Le sfide emergenti richiedono un ripensamento del welfare urbano di tipo “top down”, assistenzialistico o meramente competitivo e di andare nella direzione di una corresponsabilizzazione degli enti pubblici, delle realtà di privato sociale e dei cittadini nel fornire risposte ai diversi bisogni delle comunità. Una coerente declinazione teorica e operativa di tale orientamento è offerta dalla prospettiva del Welfare Responsabile che pone al centro la reticolarità, la co-progettazione, l’attivazione capacitante, la personalizzazione, l’inclusività e la riflessività. Il volume illustra alcune concrete esperienze e progettualità attive in diverse città italiane (Brescia, Pavia, Roma, Verona) nelle quali enti e reti territoriali orientano il proprio sforzo di rinnovamento del welfare urbano promuovendo “filiere della responsabilità”., The construction of effective urban welfare strategies is confronted, at this historical stage, with the increasing complexity of care, treatment and intervention needs and the transformations on the physical, economic and sociocultural levels of contemporary cities. The transition from the “Fordist” urban structure (in which Keynesian-style welfare took shape) to the “post-Fordist” one is redesigning the city in a “glocal” sense, with important repercussions on the organization and logic of operation of services oriented to the welfare of the person. After outlining some interpretive keys to the relationship between the most recent urbanization processes and welfare transformations, the volume focuses on a number of central issues urging urban welfare: from the demographic deficit to the widening of social distances, from the effects of the ecological crisis to the demand for health, from housing distress to new poverty. The emerging challenges call for a rethinking of top-down, welfarist or merely competitive urban welfare and to move in the direction of co-responsibility of public agencies, private social realities and citizens in providing responses to the diverse needs of communities. A coherent theoretical and operational declination of this orientation is offered by the perspective of Responsible Welfare, which focuses on networkedness, co-design, capacitating activation, personalization, inclusiveness and reflexivity. The volume illustrates some concrete experiences and projects active in several Italian cities (Brescia, Pavia, Rome, Verona) in which entities and territorial networks direct their efforts to renew urban welfare by promoting “chains of responsibility.”

We begin this introductory chapter by setting out the book’s core question—where do people with a migration background look for help and orientation in times of a societal crisis? We explore this question through our project that examined the relationship between the state and minorities through a qualitative research among particular minorities in Stuttgart, Milan and London. We introduce the concept of layered resilience and the issue of social cohesion during a pandemic before describing our methodology and the book’s contents.

Il contributo restituisce i risultati di una indagine qualitativa nazionale realizzata in collaborazione con la testata giornalistica online La Repubblica degli Stagisti. Sono stati intervistati giovani stagisti curricolari e extracurricolari sulla loro esperienza di stage. I risultati raccolti mettono in evidenza la conoscenza che hanno della normativa sugli stage, le aspettative e i vissuti, le conoscenze acquisite, tra cui le soft skills.

Il progetto Curopoli nasce come un cantiere aperto, a partire dal 2007, con l’obiettivo di promuovere la cura delle/dei caregiver, la longevità consapevole e il contrasto all’etaismo e nel 2021 ha avviato un percorso che ha portato alla definizione di sperimentazioni nel contesto di un bando europeo. L’approccio, che si rivolge agli oltre 8 milioni di caregiver in Italia, in particolare donne, con un forte carico di cura nelle famiglie multigenerazionali, offre uno spazio identitario, culturale e sociale affinché i caregiver possano “cambiare aria”, ritrovare se stessi e acquisire soft skills per essere maggiormente consapevoli, attrezzati e saper riconoscere i segnali di rischio. Il progetto si basa sull’offerta di informazione/formazione, spazi di supervisione e di socializzazione, una piattaforma di Care Community a contrasto dell’isolamento di chi cura, promuovendo una “sana” relazione d’aiuto, costruendo nuovi equilibri a tutela della salute, integrità e del progetto di vita della/l caregiver., The Curopoli project was born as an open construction site, starting in 2007, with the aim of promoting the care of caregivers, conscious longevity and the fight against etaism and in 2021 it began a path that led to the definition of experiments in the context of a European tender. The approach, which is aimed at the over 8 million caregivers in Italy, especially women, with a heavy care load in multigenerational families, offers an identity, cultural and social space for caregivers to "change the air", find themselves and acquire soft skills to be more aware, equipped and able to recognize risk signals. The project is based on the offer of information/training, supervision and socialization spaces, a Care Community platform to contrast the isolation of caregivers, promoting a "healthy" helping relationship, building new balances to protect health, integrity and life plan of the caregiver.

The chapter shows that among Peruvians in Milan the key distinction was between regular and irregular migrants. While the experience of the pandemic for regular Peruvian citizens was substantially similar to that recorded for Italians, the situation of undocumented Peruvians was decidedly more difficult. Furthermore, for both migrants and member of the Italian majority a particularly important role was played by civil society, since the latter frequently supported the state or compensated for the state’s shortcomings.

Le proposte educative e ricreative promosse da diversi attori presenti nel territorio milanese necessitano di essere lette e interpretate alla luce dello specifico contesto locale nel quale sono inserite. Le caratteristiche socio-demografiche della popolazione, quali per esempio l’incidenza dei minorenni sull’intera popolazione, le composizioni familiari e la quota di cittadini con background straniero, solo per citarne alcuni, sono elementi che distinguono i territori fra di loro, generando bisogni e proposte educative differenti. Per tale ragione, il presente capitolo offre una accurata ricostruzione del contesto socio-demografico della citta di Milano. Tale analisi socio-demografica - basata su dati provenienti da fonti statistiche ufficiali - ha messo in luce una grande eterogeneità con riferimento alla popolazione residente nella città di Milano, in termini di fasce di età, composizione familiare e presenza di cittadini stranieri. A tale proposito, Milano si conferma una città multietnica e multiculturale, con più di 1 cittadino su 5 residente straniero, dato che peraltro non comprende coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana ma hanno un background straniero.

Il contributo offre una prima ricostruzione delle attività e delle proposte educative rivolte ai più giovani nel contesto ampio ed eterogeneo di Milano, tenendo conto al tempo stesso delle caratteristiche dei diversi quartieri della città e della composizione demografica della popolazione. Nello specifico, per ricostruire il quadro delle proposte educative e ricreative tenendo conto al tempo stesso della complessità dello scenario e delle peculiarità dei contesti, ci si è avvalsi dello strumento delle mappe urbane. Le mappe - costruite per la città di Milano - sono state arricchite di informazioni relative allo spazio urbano, alle caratteristiche della popolazione residente in quel territorio e alle offerte educative e ricreative provenienti dal settore pubblico, dagli oratori, dagli scout, dal privato profit e non profit.

This chapter supports the claim that the interplay between ‘state capacity’ and the ‘capacity to aspire’ finds its Archimedean Point in the fuzzy field of ‘layered resilience’. The conclusion also provides suggestions for future research within the matrix of migrant population/local state/pandemic/integration. After outlining some insights from our research, that might contribute to a sociological understanding of the concept of ‘layered resilience’, this chapter concludes with a brief view about continuity and difference between COVID-19 and previous pandemics that shaped world history.

Il contributo mette in luce la figura e il lavoro di Elisa Salerno nell'Italia della prima metà del '900.

Come nelle precedenti edizioni, anche questo Rapporto intende illustrare i molti aspetti da considerare per poter comprendere e gestire efficacemente il fenomeno migratorio. Con l’intento di coglierlo nella sua complessità, i numerosi progetti di ricerca e interventi di ISMU, da ormai un decennio, prendono in esame le diverse fasi in cui si sviluppano i flussi migratori, indagandone le cause che li provocano nei Paesi di origine, per passare a ricostruire le rotte migratorie, le eventuali tappe nei territori di transito, i processi e le politiche di accoglienza e integrazione nelle località di approdo, fino a monitorare gli eventuali processi di rientro e reintegrazione nei Paesi di origine. Rivolgere l’attenzione all’intero percorso migratorio costituisce ormai un consolidato e impegnativo approccio adottato dalla nostra Fondazione. Nell’editoriale di questa ventinovesima edizione si ricostruisce brevemente lo scenario globale, per meglio mettere in evidenza alcuni significativi eventi che hanno contraddistinto l’anno 2023 e che vengono approfonditi nei capitoli seguenti.

Is it actually possible to facilitate the promotion of Emotional Intelligence (EI) and its components among social work students? Encouraging this skill in SW students may lead them to important improvements, learning to strengthen self and clients' motivation, to maintain a focused approach, to perform well without being upset by emotions and to develop effective strategies to deal with times of crisis (Grant et al., 2013; Kotsou et al., 2019; Stanley & G., 2021). Deciding to engage in a helping profession is a considerable demanding choice, but the path that follows is often focused more on technical and theoretical knowledge, omitting to deepen the emotional motions that encountering people’s fragility arouses in each one. As Educators we can promote EI inside classrooms through specific trainings aimed towards developing a greater knowledge of self and of personal emotional dynamics and experiential learning appears to be the most effective method with adult learners. An experiment with students enrolled in the first year of the Bachelor's Degree in Social Work of the University of Bologna (2021/2022 academic year) based on experiential learning and PBL method is here described. Inviting students to question not only about procedures but to promote awareness on emotions seemed to facilitate them to enter the world of professional SW better equipped to face complex, contradictory and challenging contexts. Finally, some operational indications are provided for Educators and Trainers for handling these issues with care.

Il contributo presenta una ricerca azione (2020-22) realizzata dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università cattolica di Milano e commissionata dalla Direzione Generale Famiglia della Regione Lombardia, in coerenza con il Programma “Inclusione” FSE 2014-2020 e con il PNRR che prevede la diffusione di Case della Comunità e compiuti Sistemi Territoriali Integrati. Dopo un’analisi critica dei punti di forza e debolezza delle politiche familiari lombarde, alla luce del FamILens.COM (un modello per l’analisi dell’impatto familiare e comunitario di politiche e pratiche [1,2,3], aggiornato proprio ai fini di questo progetto) sono state identificate alcune traiettorie di riforma della legge 23/99. E’ stato utilizzato il metodo Delphi che ha stimolato una riflessione critica e analitica sulla qualità dell’offerta e sulla ricaduta che le diverse politiche hanno sulla vita quotidiana delle famiglie. Hanno partecipato 50 soggetti del pubblico, dell’associazionismo e del mondo aziendale e sindacale, attraverso 3 questionari online. Nella seconda fase del progetto, sono stati avviati due percorsi paralleli di cambiamento organizzativo: 1) uno relativo all’elaborazione delle Linee guida per i Centri per le famiglie, in un processo di co-progettazione volto all’identificazione di indicatori condivisi per la valutazione; 2) un secondo percorso relativo alla definizione congiunta di protocolli di rete per l’accompagnamento e inclusione delle famiglie con persone disabili beneficiarie dei DAMA (Disabled Advanced Mediacal Assistance). Questa progettazione bottom up ha orientato i processi di cambiamento nell’ottica di una maggiore integrazione, identificando nuove modalità di networking per rispondere a bisogni interconnessi, stimolando la governance a superare le settorializzazioni e a ridefinire le competenze dei diversi attori locali.

The paper, starting from a general framework on the theme of Community as it is interpreted by sociology and as it finds explicitness in public policies, illustrates the results of empirical research carried out through a structured questionnaire with open-ended questions administered to about 50 public, private and Third sector's organizations at the national level to investigate the five areas referable to the core principles of Responsible Welfare's proposal: personalization, activation, inclusiveness, territoriality, and reflexivity. Although the theme of community was not the core of the research, it emerged as a central element in respondents' answers. This made it possible to identify the constituent elements of the community from the witnesses' lived experiences of local welfare production: space, tools, and relationships.

Il saggio, a partire da un’analisi dei gap organizzativi e partecipativi che si frappongono alla promozione di un welfare comunitario, si propone di il-lustrare alcuni criteri orientativi alla sua qualità, sottolineando l’importanza di un’adeguata definizione collegiale di strategie di riflessività, di empower-ment, di condivisione tra operatori dei sistemi esperti, dei volontari e dei cit-tadini. Il tentativo del presente contributo è pertanto quello di provare a iden-tificare alcuni elementi trasversali che possano contribuire alla sostenibilità del nuovo welfare comunitario, che per sua natura necessita di nuove strate-gie di integrazione e di rete, in grado di mettere in atto quanto più possibile processi partecipativi e di rendere concrete prospettive di capacitazione per i soggetti coinvolti

The chapter focuses on the key role played by the so-called migrant mediators during the pandemic. These are people who are committed to promoting mutual learning processes in London, Milan and Stuttgart and are able to encourage forms of social cohesion. They generally demonstrate a strong sense of belonging to their country of origin and, at the same time, are well integrated into their country of residence. In particular, they demonstrate good familiarity in the use of both the language of the national community of reference and that of the country in which they reside. Not infrequently, they also have roles of responsibility at a social, cultural and political level in the context of reception. After a brief insight into the impact of the health emergency on migrants and a brief description of how the concept of mutual learning can be defned with respect to the relationship between migrants and nonmigrants, the value of these migrant mediators is highlighted during the crisis in the three cities, focusing on such key facilitators of mutual learning as the Covid champions in London, Peruvian migrants working on the front lines in Milanese hospitals and the German Turkish Forum in Stuttgart.

Il contribuito descrive le caratteristiche delle proposte educative e ricreative offerte dagli oratori di Milano per gli 11-19enni e le legge in relazione ai bisogni espressi dai ragazzi e dalle ragazze che ne fruiscono. Evidenzia gli impatti della pandemia sulle proposte e ed esplora gli apprendimenti che ne sono derivati

Il libro "il mondo in un quartiere" presenta la ricerca di dottorato dell'autrice. La tesi sostenuta è che le donne migranti all'interno dei quartieri periferici multietnici, una realtà sempre più diffusa nel contesto italiano, possono essere accompagnate a diventare "un ponte" tra le culture, promuovendo l'integrazione e avviando una rigenerazione relazionale della comunità. Tale tesi è stata dimostrata attraverso lo studio di caso del progetto promosso dall'APS Relazioni all'interno del quartiere Satellite di Piotello, un contesto emblematico in quanto convivono circa 100 differenti nazionalità. Tale esperienza, nata nel 2012 dallo stage dell'autrice durante il corso di laurea in scienze del servizio sociale dell'Università Cattolica, è diventato un servizio innovativo e riconosciuto su tutto il territorio.

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità sostiene che queste hanno gli stessi diritti e possibilità delle altre persone, pertanto devono ricevere i giusti sostegni per vivere come vogliono ed essere incluse nella società. L’operatore e l’operatrice sociale, dunque, sono una figura fondamentale per realizzare un progetto di vita coerente con i desideri e le esigenze della persona con disabilità. Facendo riferimento all’approccio relazionale al lavoro sociale, il volume offre interessanti spunti di riflessione metodologici e operativi agli operatori e alle operatrici che accompagnano le persone con disabilità nella costruzione del progetto di vita. L’opera è strutturata in 4 passi, spiegati anche attraverso alcuni box che esprimono il punto di vista delle persone con disabilità, perché non si può parlare della vita di qualcun altro senza chiedere il suo parere: La valutazione; La progettazione partecipata; La scrittura del progetto; La realizzazione (o riprogettazione).

La partecipazione delle ragazze e dei ragazzi ai contesti di vita scolastica è una condizione necessaria affinché la scuola possa svolgere appieno la sua funzione di accompagnamento alla crescita. Studenti e studentesse chiedono maggiori spazi di partecipazione e dialogo con i loro docenti per la costruzione del loro percorso scolastico, tuttavia nel sistema scolastico vi sono diverse difficoltà che molto spesso ostacolano la possibilità di vivere un’esperienza positiva di partecipazione. Il testo presenta gli esiti di una ricerca che ha accompagnato la realizzazione del progetto «Il Colloquio Partecipato a scuola», finalizzato a sperimentare una modalità innovativa di colloquio tra alunni e insegnanti con l’obiettivo promuovere una maggiore partecipazione dei ragazzi alla vita scolastica in un dialogo aperto con i loro insegnanti. Nel testo si dà conto dell’esperienza delle ragazze e dei ragazzi, degli insegnanti, dei genitori coinvolti e dei portavoce professionali che hanno lavorato con le classi per la preparazione al momento del colloquio. Gli esiti della ricerca permettono di individuare importanti indicazioni operative per la diffusione dell’esperienza in altri contesti scolastici interessati a sperimentare pratiche partecipative.

Questo volume costituisce l’esito di uno studio sociologico realizzato dal CIRMiB nell’ambito del progetto di cooperazione allo sviluppo Vivre et reussir chez moi tra il 2019 e il 2022 in Italia e Senegal. Il contesto senegalese viene affrontato attraverso un’analisi della situazione economica e sociodemografica del Paese e delle politiche socio-economiche, di sviluppo e di istruzione, con approfondimenti specifici che riguardano le regioni di Kaolack e Tambacounda e il sistema delle imprese locali. Il rapporto tra i senegalesi e la migrazione viene studiato a partire dalle cause e dalle diverse forme che la migrazione assume (interna, internazionale, circolare, di ritorno). Il materiale di ricerca raccolto attraverso le interviste a senegalesi che vivono in Italia ha consentito di osservare il ruolo che la diaspora senegalese gioca rispetto alle ingenti rimesse costantemente inviate ai familiari rimasti in Patria secondo un modello di welfare sostitutivo. Una parte specifica è dedicata alla relazione che esiste tra formazione professionale e migrazione, attraverso un’approfondita indagine quantitativa condotta nelle regioni di Kaolack e Tambacounda su giovani senegalesi che frequentano la formazione professionale in Senegal, le loro aspettative per il futuro e gli eventuali progetti migratori. Il volume, dopo aver mostrato come vi sia una spinta migratoria forte e diffusa in tutti gli strati sociali, a prescindere dalle competenze professionali apprese, si chiude con una serie di indicazioni per le politiche di sviluppo in Senegal., This book is the outcome of a sociological study conducted by CIRMiB as part of the development cooperation project Vivre et reussir chez moi in Italy and Senegal between 2019 and 2022. The context of Senegal is addressed through an analysis of the country’s economic and socio-demographic situation as well as the socio-economic, development and education policies, with specific insights on the regions of Kaolack and Tambacounda and their local business systems. The Senegalese migration is presented through its causes and different forms (internal, international, circular, return). The role that the Senegalese diaspora plays through remittance flows replacing the welfare state is outlined by the evidence collected through interviews with Senegalese people living in Italy. A specific section is dedicated to the relationship between professional training and migration, that is explored through a quantitative survey conducted in the Kaolack and Tambacounda regions on young Senegalese people attending professional training in Senegal, their expectations for the future and possible plans to migrate. After highlighting a strong and widespread push to migrate in all social strata regardless of the professional skills acquired, the book provides a final set of recommendations for development policies in Senegal., Ce volume est le résultat d'une étude sociologique réalisée par le CIRMiB dans le cadre du projet de coopération au développement Vivre et reussir chez moi en Italie et au Sénégal entre 2019 et 2022. Le contexte sénégalais est étudié à travers une analyse de la situation économique et sociodémographique du pays ainsi que des politiques socio-économiques, de développement et d'éducation, avec des approfondissements spécifiques sur les régions de Kaolack et Tambacounda et leur système d'affaires local. La relation entre les Sénégalais et la migration est étudiée à partir de ses causes et ses différentes formes (interne, internationale, circulaire, de retour). Les données collectées à travers des entretiens avec les Sénégalais vivant en Italie ont permis d'observer le rôle que la diaspora sénégalaise joue par rapport aux énormes transferts de fonds régulièrement envoyés aux familles dans leur pays selon en remplacement des systèmes publics de protection sociale. Une section spécifique est consacrée à la relation qui existe entre la formation professionnelle et la migration, qui est explorée à travers une enquête quantitative menée auprès des jeunes Sénégalais suivant une formation professionnelle au Sénégal dans les régions de Kaolack and Tambacounda, leurs attentes pour l'avenir et leurs éventuels projets migratoires. L'ouvrage, après avoir montré qu’il existe une dynamique migratoire forte et généralisée dans toutes les couches sociales quelles que soient les compétences professionnelles acquises, se termine avec une série de préconisations pour les politiques de développement au Sénégal.

Per contenere i flussi migratori irregolari ed evitare tragedie personali, le politiche devono essere in grado di fronteggiare il senso di urgenza che invade i giovani, offrendo loro alternative concrete. La ricerca condotta suggerisce che offrire lavoro e finanziamenti per l’avvio di attività può essere una buona strategia per ridurre la migrazione. A questo tipo di supporto immediato, vanno accompagnati interventi a lungo termine di ampio raggio sia a livello centrale sia a livello territoriale.

Il volume ospita la prima traduzione in italiano delle ‘parole potenti’ di Anna Julia Cooper, presentando i due celebri saggi Woman versus the Indian e The higher education of women, pubblicati nel 1892 nella raccolta A Voice from the South: By a Black Woman of the South. I testi, in cui si discutono le discriminazioni subite dalle donne nere nel Sud degli Stati Uniti e il loro limitato accesso all’istruzione universitaria, rappresentano un contributo importante alla teoria femminista nera e alla Black Sociology, di cui l’autrice è fra le iniziatrici. Con un’appassionante argomentazione, Cooper rielabora testimonianze vissute, episodi osservati, esperienze di viaggio, dati raccolti di prima mano, esplicitando il proprio posizionamento di studiosa ‘donna, nera, del Sud’ e rivendicando il ruolo cruciale delle donne nere alla guida della battaglia per la libertà, a favore di tutti coloro ai quali sono negati i diritti civili: le persone nere, le donne, i nativi americani, i poveri. A distanza di oltre un secolo, i saggi di Cooper risultano di preoccupante attualità.

Quali sono e come sono distribuite le proposte educative e ricreative rivolte a preadolescenti, adolescenti e giovani nella città di Milano? Quali bisogni educativi esprimono i ragazzi e le ragazze 11-19enni e come sono cambiati in questo periodo di crisi permanente? Qual è il posto degli oratori in uno spazio metropolitano complesso come quello milanese? A questi e altri interrogativi risponde la ricerca presentata in questo volume, grazie al proficuo dialogo tra diverse discipline – sociologia, pedagogia, demografia e urbanistica – e differenti tecniche di indagine. Il libro ricostruisce – anche attraverso l’utilizzo di mappe urbane – la distribuzione delle proposte educative e ricreative e dei centri di aggregazione dedicati ai più giovani, con un focus sugli oratori, nei 12 decanati della città di Milano, approfondendo inoltre i bisogni educativi espressi e accolti nei contesti oratoriani. Ne scaturisce un ricco patrimonio informativo, utile a una progettazione educativa e pastorale situata nel tempo e nello spazio, capace di abitare nel vivo dei territori.

Transitions in gerontological social work are poorly theorised and underresearched. Although social workers are routinely involved in transitions of older people into care homes, they tend to be treated as a functional transition from one place to another rather than as a social, emotional and psychological process for the older person and their family. Evidence suggests that a healthy transition is more likely if the older person has exerted some influence over the ‘when’, ‘where’ and ‘how’ of the decision, continuity between the ‘old life’ and the ‘new’ is maintained, and their concerns are acknowledged. Drawing on a of transition developed by Melies et al. (2000), this paper argues that social workers have the relational, communication and advocacy skills, as well as legal literacy and a rights-based perspective, to help to promote healthy transitions. There is considerable potential to develop, and evidence the value of, social work’s contribution to this often marginalised area of practice.

The proposed paper critically explores the implications of digital educational tools on teaching processes rather than on learning processes by analysing interviews with teachers who have used the NAO robot in three schools near Bologna, within the European project EDUROB (2016-2018). The use of this instrument is considered to be affected by the whole socio-technical milieu (the “classrooms”), which includes cultural assumptions about digital artefacts. Hence, our hypothesis is that teachers play a key role in transmitting pre-assumed beliefs and concerns about technology to students, especially if training courses for all the teacher-users are not guaranteed. As an example of possible critical consequences from a lack of training, the authors underline “non-expert” teachers’ tendency to use the NAO robot as an assistant in doing their job. In these cases, teachers unintentionally convey to students interpretations of this technology that are likely to be far from the expected ones. Here, the role of the robot ranges from a tool for enhancing education to an “entertainer”.

The study of organizational effectiveness (OE) within nonprofit organizations is a well-established area of inquiry in international scholarly literature. This focus is particularly crucial in organizations where internal relational dynamics may sometimes be overshadowed by a strong mission- and values-driven identity. This article proposes a relational analysis of OE, employing this interpretive framework to examine the specific organizational context of food banks, complex entities operating at multiple levels with a specialized role in food recovery for charities addressing food poverty. Drawing on evidence from a dialogic-participatory action research conducted within an Italian regional food bank, the study pursued a dual objective. Firstly, it aimed to facilitate the collective construction of knowledge, promoting a cohesive environment for sharing and integrating knowledge to address real-world challenges effectively. Secondly, it sought to empower participants by providing them with opportunities for active engagement in effecting changes and improvements through participatory reflection, thus devising actionable strategies to enhance organizational effectiveness.

This article presents the main findings of a research study aimed at investigating the effectiveness of pathways to reintegration for citizens repatriated from Italy to Senegal and Nigeria through Assisted Voluntary Return and Reintegration (AVRR) programmes. Based on the scientific debate on the subject, the article begins by offering an in-depth exploration of the issue of whether or not AVRR is truly voluntary, as well as the meaning of the term ‘reintegration’. It then illustrates the Italian AVRR system before presenting the methodology and results of the research carried out. In particular, the aim is to identify and analyse the main factors upon which the result of the reintegration of citizens who have used AVRR programmes depends, perhaps most notably the type of reception given to the returnee by friends and relatives who remained in their home country.

This study aims to explore the relationship between relational reflexivity and the well-being of young couples with children. The research involved 154 individuals belonging to 77 young couples with children, and we used a dyadic approach (Actor-Partner interdependence Model) to explore the association between the two dimensions of relational reflexivity (self-detachment and relational agency) and the well-being of parents. To study relational reflexivity, we collected data on self-detachment and we validated a measure to approach relational commitment and functioning within the couple (family relational agency). Then, we explored differences in couple’s well-being (relationship satisfaction and generativity). Results showed that the two dimensions of reflexivity are differently associated with the well-being of the couple. Important differences emerged between actor and partner effects, suggesting that couple generativity and quality of marriage outcomes are differently related to relational reflexivity, wich are linked to gender differences.

In order to promote community wellbeing that is capable of addressing social problems by valuing the actions of community members, it is important for practitioners to develop interventions in a participatory way. Community Network Dialogues are a structured decision-making process that supports the equal participation of service users, family members, citizens, social workers and policy makers. The paper presents the results of action research carried out in Lombardy with the aim of experimenting and exploring Community Network Dialogues in the planning of communi- ty-based interventions. It presents the design results of 10 dialogue sessions involving 126 people, including families and individual citizens, volunteers from non-profit organisations, policy makers and professionals. The study, conducted through analysis of the drafts written at the end of each dialogue and the questionnaires completed by the participants, highlights the concerns as well as the coping strategies shared. The data also show that the level of concern about the social problem decreases significantly at the end of the dialogue session. The research highlights the potential of Community Network Dialogues as a structured method for participatory planning of community care interventions.