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La definizione di neoplasia follicolare della tiroide non invasiva con caratteristiche nucleari di tipo papillare (NIFTP), oltre al cambio di denominazione, ha implicato la declassificazione di tali lesioni da maligne a benigne. NIFTP appare ecograficamente simile alle lesioni benigne o a basso rischio di malignità e presenta spesso citologia indeterminata. Per definizione, il NIFTP non può essere BRAFV600E mutato, per cui la ricerca delle mutazioni di BRAF è necessaria per escluderne la diagnosi. Il rigoroso rispetto dei criteri diagnostici (assenza di infiltrazione della capsula tumorale, assenza di mutazioni di BRAF, assenza di strutture papillari) è fondamentale per evitare errori diagnostici e il riscontro inatteso di metastasi. Una volta certi che si tratta di un NIFTP, la gestione postoperatoria deve essere analoga a quelle delle lesioni benigne.

Purpose: Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-Cov-2) is challenging health systems all over the world. Cancer patients have a higher risk of being infected by SARS-Cov-2 and higher coronavirus disease 2019 (COVID-19) severity and mortality. Up to date, there were no data about COVID-19 in patients with thyroid cancer (TCs). The aim of the study was to describe the prevalence of COVID-19 in a well-characterized series of TC patients evaluated for the persistence of the neoplastic disease from March to September 2020; as secondary objective, we looked for the COVID-19 disease severity in a subgroup of multimetastatic TC patients. Methods: We evaluated 1464 patients affected by persistent TC: 67 patients who were taking multikinase inhibitors (MKIs) and 1397 under active surveillance for a persistent but stable disease. During the clinical evaluation, all patients were specifically investigated about a positive history of Sars-Cov-2 infection. Results: SARS-Cov-2 infection was identified in 4/1464 (0.3%) cases of patients affected by TC. We identified three cases among patients under active surveillance (0.2%), and one case among patients treated with MKI systemic therapy (1/67, 1.5%). This patient was taking vandetanib for metastatic medullary thyroid cancer (MTC), when he came to our attention referring severe fatigue, dyspnea for light physical activities. He presented a mild COVID-19 and he received exclusively supportive care. After a multidisciplinary consultation, we decided against the discontinuation of vandetanib. After 2 months from the infection, he did not present any signs of active infection, and the MTC metastatic disease was stable. Conclusions: We showed that COVID-19 is not more frequent in TC patients than in general population, although a relatively higher prevalence in the group of TC patients treated with MKIs. A single patient with advanced TC and SARS-Cov-2 infection during MKIs treatment had a mild COVID-19 and did not require the discontinuation of MKI therapy. In cases of more severe COVID-19, an accurate evaluation from a multidisciplinary team would consider risks and benefits in taking the decision to continue or stop MKI treatment.

La sopravvivenza del paziente con carcinoma tiroideo peggiora in presenza di metastasi a distanza. L’osso, dopo il polmone, rappresenta la sede di metastatizzazione più frequente e il suo interessamento può incidere negativamente anche sulla qualità di vita del paziente, causando dolore, fratture e/o compressione del midollo spinale. La gestione dei pazienti con metastasi ossee deve essere discussa in ambito multidisciplinare per garantire una diagnosi precoce, una precisa definizione dell’estensione di malattia e il miglior trattamento possibile. La fattibilità di terapie locali (chirurgia, radioterapia esterna, terapie percutanee) va sempre verificata con i rispettivi specialisti di riferimento. Le terapie farmacologiche con agenti anti-riassorbitivi possono essere utilizzate allo scopo di stabilizzare le lesioni e prevenire gli eventi correlati alla presenza delle lesioni come il dolore osseo e le fratture patologiche. Infine, ove indicato, occorre identificare il trattamento sistemico più indicato (terapia radiometabolica con 131I o inibitori delle tirosin-chinasi). La discussione del singolo caso nell’ambito di un gruppo multidisciplinare oncologico risulta imprescindibile per l’ottimale gestione del paziente con metastasi ossee.