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Le conoscenze sulla sindrome di Klinefelter (KS) sono aumentate notevolmente dalla sua prima descrizione circa 80 anni fa. Tuttavia, il tasso diagnostico e ancora basso in relazione alla prevalenza. L’obiettivo di questa rassegna e quello di fornire gli strumenti diagnostici e terapeutici per la gestione dei pazienti con KS. Le caratteristiche cliniche sono molto variabili tra i soggetti con KS, sebbene le piu comuni siano la grave compromissione della spermatogenesi e l’ipofunzione delle cellule di Leydig, con conseguente azoospermia e ipogonadismo ipergonadotropo. Inoltre, sono stati descritti diversi fenotipi neurocognitivi e psicosociali, cosi come una maggiore prevalenza di eventi avversi cardiovascolari, metabolici e correlati alla salute dell’osso che potrebbero spiegare l’incremento della mortalita osservato nella KS. Un’adeguata conoscenza e la corretta gestione clinico-diagnostica e terapeutica puo incidere positivamente sulla qualita di vita dei pazienti KS.

La cromatografia liquida—spettrometria di massa tandem permette un dosaggio steroideo altamente accurato e sensibile, proponendosi di immediata applicabilita al laboratorio clinico. La capacita di determinare ampi pannelli steroidei sta aprendo scenari importanti per il miglioramento di paradigmi diagnostici, e per la definizione di approcci terapeutici avanzati per disturbi quali l’iperandrogenismo femminile, l’ipogonadismo maschile e le neoplasie surrenaliche.

La leptina ha un ruolo fondamentale nell’integrazione tra le riserve energetiche (il tessuto adiposo) e la funzione riproduttiva. I circuiti neuroendocrini ipotalamici sono la struttura deputata a tale integrazione. La leptina ha anche un ruolo fondamentale nell’innesco dello sviluppo puberale. Alterazioni in eccesso e in difetto del bilancio energetico alterano le concentrazioni ematiche di leptina. In alcune patologie, la somministrazione di leptina ha risultati terapeutici molto interessanti. Nella sindrome dell’ovaio policistico, esistono ancora aspetti oscuri sul possibile ruolo di leptina in relazione alla frequente presenza di obesita, soprattutto addomino-viscerale, e i disordini metabolici associati alla sindrome stessa.

L’infertilita rappresenta una possibile complicanza dell’obesita. Nell’uomo, essa favorisce una riduzione del testosterone e alterazioni degli speramatozoi, oltre che la disfunzione erettile. Nella donna, l’infertilita dovuta all’obesita e solitamente di tipo anovulatorio. Anche l’efficacia attuale delle tecniche di fertilizzazione assistita puo essere ridotta. La sindrome dell’ovaio policistico, frequentemente associata a obesita, rappresenta la condizione piu comune di infertilita anovulatoria.

La crescita esponenziale dell’obesita se da un lato ha prodotto un vistoso allarme socio-sanitario, dall’altro, ha dato un vigoroso impulso allo studio dei meccanismi patogenetici che portano al suo sviluppo e mantenimento. Dal 1994, anno della scoperta di leptina, una straordinaria serie di acquisizioni ha cominciato a far luce sui meccanismi che controllano l’introito alimentare e l’omeostasi energetica. Si e cosi evidenziato come l’ipotalamo elabori i segnali riguardo lo stato nutritivo come percepito dalla periferia e come da quest’area cerebrale vengano a loro volta dirottati agli organi periferici impulsi volti ad orientare il comportamento alimentare. Tra gli attori di tale comunicazione centro-periferia il sistema cannabinoide endogeno si e posto recentemente alla ribalta per la capacita inusuale di agire ad entrambi i livelli, sia centralmente che in periferia. In questo articolo descriveremo il ruolo del sistema endocannabinoide nel controllo del bilancio energetico, valutando le sue implicazioni nella regolazione delle proprieta gratificanti del cibo, nella modulazione dei circuiti ipotalamici coinvolti nell’assunzione di cibo e nel controllo di importanti steps del metabolismo periferico. Inoltre, cercheremo di fornire solidita scientifica alla teoria che propone tra le cause predisponenti dell’obesita la sovrastimolazione patologica del sistema endocannabinoide. Infine, commenteremo le recenti sperimentazioni nell’uomo per il trattamento dell’obesita e delle sue complicanze metaboliche di una nuova classe di farmaci ad azione bloccante il recettore di tipo 1 dei cannabinoidi, una nuova frontiera nel trattamento di questa temibile patologia.

Un possibile declino della spermatogenesi correlato al tempo nelle popolazioni occidentali era stato prospettato gia negli anni’ 70 ed e stato evidenziato in una serie di studi pubblicati negli anni’ 90, tuttavia, non mancano lavori che mostrano una stabilita o addirittura un incremento della concentrazione spermatica (CS) negli ultimi decenni. Il dibattito sul continuo declino della CS rimane aperto per le evidenze contraddittorie degli studi, per le difficolta di utilizzare i dati storici e per l’impossibilita di eliminare tutti i possibili fattori di confusione legati alla campionatura della popolazione, alla metodologia di valutazione del liquido seminale e all’analisi statistica applicata ai dati. La riduzione della CS trova un importante punto di forza nelle evidenze di altri trend secolari, come l’aumento di incidenza del cancro testicolare e delle malformazioni del tratto genitale maschile, che depongono per un declino generale della salute riproduttiva maschile nelle popolazioni occidentali. Sia il declino della CS che l’incidenza del cancro testicolare presentano differenze tra popolazioni di aree geografiche diverse o fra zone rurali ed urbane. Questi fenomeni sono stati correlati all’influenza dei fattori ambientali e dello stile di vita sulla riproduzione maschile. Infatti, dati sperimentali in vitro e nell’animale ed alcune evidenze epidemiologiche hanno sostanziato la convinzione che i fattori legati all’ambiente di vita e di lavoro, lo stile di vita e le abitudini alimentari possano influenzare la funzione riproduttiva maschile. Per alcuni di questi fattori, come il calore, vi sono sufficienti prove di un’ azione negativa sulla qualita della spermatogenesi e sulla fertilita maschile; per altri, come gli inquinanti chimici, non vi sono ancora prove definitive. Anche se sono necessari ulteriori studi per comprendere i possibili meccanismi attraverso i quali questi agenti possano influire sulla salute riproduttiva dell’individuo, nella pratica clinica e opportuno tenere conto dei loro potenziali effetti dannosi.