Search

L’intento di questo articolo è di porre in luce come, all’interno della Critica della ragione dialettica (primo e secondo volume) temi quali Prassi, Materia e Destino siano in un necessario ed essenziale rapporto. Per fare emergere tale cooriginarietà, ci siamo serviti della parola “costituzione”, intendendo con questa non una qualche descrizione statica, quanto piuttosto il senso dinamico della Storia secondo una motilità particolare, l’errare., Nóema, N. 10 (2019): L’agire della storia. Ripensare il materialismo a partire da Sartre

The problem of the subject’s matter is a difficult and controversial topic, already tackled at the origin of Western thought: Plato and Aristotle drew its essential boundaries. Democritus, Epicurus and the Stoics marked a kind of countermelody of this theme. Together with modern science on the one hand and Hegelian-Marxist historicism on the other, new horizons and new boundaries, new ways to consider and theorize the notions of subject and matter were added to the issue. Today, a new reset of the whole problem concerning the matter of subjectivityseems to be necessary: this new approach cannot ignore the concrete practice of pre-categorial discourses and the materiality of the supports and of the socio-economic and technological connections through which these discourses occur and are made possible. Hence, a new «materialistic» posture seems to delineate together with a new view of subjectivity., Già alle origini del pensiero occidentale la questione della materia del soggetto è tema problematico e controverso: Platone e Aristotele ne tracciarono i confini essenziali. Democrito, Epicuro e gli Stoici ne segnarono una specie di controcanto. Con la scienza moderna da un lato e lo storicismo hegelo-marxista dall’altro si aggiunsero al tema nuovi orizzonti e nuovi confini, nuove maniere di considerare il soggetto e di teorizzare la materia. Oggi sembra necessaria una reimpostazione inedita dell’intera questione relativa alla materia della soggettività: essa non può prescindere dalla pratica concreta dei discorsi precategoriali e dalla materialità dei supporti e delle connessioni socioeconomiche e tecnologiche grazie a cui tali discorsi si manifestano e si rendono possibili. Una nuova postura «materialistica» sembra allora delinearsi e con essa una nuova visione della soggettività.

Le pagine che seguono riproducono un lavoro di annotazione e rielaborazione condotto su estratti delle Tesi su Feuerbach di Marx e della Settima riscrittura, apparsa su «Nóema» 5-1 (2014). Viene tracciata una sorta di mappa il cui intento principale è di rendere esplicite, mostrandole graficamente, le decisioni silenziose che hanno guidato la riscrittura., Nóema, No 6-1 (2015): La materia

In queste note parto dal commento di alcuni passaggi dell'ultimo Foucault per proporre un'interpretazione della vita come materia di lavoro, in base alla quale costruire il proprio ethos, nella doppia valenza di daimon singolare e di condotta condivisa. Ciò può condurre a tornare all'idea antica del bios philosophikos, rivista alla luce di un materialismo dell'incorporeo., Nóema, No 6-1 (2015): La materia

Il testo che qui presentiamo riproduce un articolo tratto dal volume miscellaneo Il transindividuale. Soggetti, relazioni, mutazioni, a cura di E. Balibar e V. Morfino, Mimesis, Milano 2014, (pp. 147-178)., Nóema, No 6-1 (2015): La materia

La prima parte di questo saggio offre un’analisi del testo “La legge della mente”, in cui Peirce teorizza il potere di crescita e diffusione delle idee e formula la sua risposta alla classica domanda riguardo al modo in cui la mente possa influenzare la materia. A partire da un’analisi centrata sul duplice significato semantico della parola "affetto", il lavoro intende mostrare come la rottura da parte di Peirce con il dualismo cartesiano di mente e materia conduca a una sostanziale identità tra idealità e realtà per mezzo di una fusione metafisica di realismo e idealismo, in cui la materia viene considerata esclusivamente come un caso particolare della mente. La seconda parte mostra come le diverse forme di evoluzionismo discendano dalle tre categorie, ponendo in evidenza il concetto di agapismo, la dottrina dell’amore cosmico e creativo. Nella parte finale viene mostrato come il legame tra realismo e idealismo, così come le considerazioni di Peirce sull'evoluzionismo, costituiscano aspetti essenziali in vista di una giustificazione del successo storico della nostra capacità umana di elaborare congetture, ovvero di proporre ipotesi di successo per spiegare i fatti., The first part of this essay provides an analysis of the text “The Law of Mind”, in which Peirce theorizes about the power of growth and spreading of ideas and also presents his response to the classic question about how mind can influence matter. We intended to show, from an analysis focused on the dual semantic meaning of the word “affect”, how the author’s rupture with the Cartesian dualism between mind and matter implies in a substantial identity between ideality and reality by means of a metaphysical merging of realism and idealism, where matter is taken to be only a special case of mind. The second part shows how the forms of evolutionism are drawn from the three categories, highlighting the agapism, the doctrine of cosmic and creative love. Finally, we shall argue on how the association between realism and idealism, as well as the considerations of the author’s evolutionism, constitute vital aspects for the justification of the historical success of our human capacity for conjecturing, viz., for proposing successful hypothesis to explain the facts.

The fundamental structure of occidental metaphysics must be identified in the form of repetition of the act of negation: that’s what we try to demonstrate facing some cruxes of Aristotelian thought, since it is the main paradigm, next to the Platonic one, of the form of occidental metaphysical and scientific thinking. In this sense this research takes in turn for us a paradigmatic relation to the whole metaphysical scientific and occidental tradition., La struttura fondamentale della metafisica occidentale va individuata nella forma della ripetizione dell’atto della negazione: questo cerchiamo di dimostrare affrontando alcuni nodi del pensiero aristotelico, perché si tratta del grande paradigma, accanto a quello platonico, della forma del pensare metafisico e scientifico occidentale. In tal senso la presente ricerca assume a sua volta per noi un valore paradigmatico rispetto a tutta la tradizione metafisica e scientifica occidentale.