Search

L’articolo indaga le ragioni del profondo impatto che le “rivoluzioni colorate” dei primi anni Duemila hanno avuto sulle percezioni politico-strategiche della Russia. Lo scopo del lavoro è quello di mettere in evidenza alcuni aspetti delle “rivoluzioni colorate” suscettibili di rafforzare la tendenza della Russia ad attribuire alle potenze occidentali intenzioni ostili nei suoi confronti, in particolare l’attivismo in Georgia e Ucraina di ONG occidentali già coinvolte nel political warfare condotto dagli Stati Uniti in Polonia negli anni di Reagan (sostegno a Solidarnošc) e ancora in Serbia nel dopo-Guerra fredda (aiuti alle opposizioni attive nel rovesciamento di Slobodan Miloševic nel 2000). L’articolo mostra come le locuzioni “rivoluzione colorata” e “guerra ibrida” siano diventate sinonimi nel recente discorso strategico russo, e come il political warfare statunitense in Polonia e il rovesciamento di Miloševic in Serbia vengano considerati dai russi come dei precedenti delle “rivoluzioni colorate”.

The globalization process, even more obvious after the end of Cold War, offers the conditions to define human security, focusing on the normative priority of the impact of policies on the individual. The international space, transformed under the pressure of globalization, becomes relevant in the extent that an alternative discourse that encompasses all these transformations comes out. This new narrative transforms the individual in the referent object of security. The study stresses the main theoretical transformations appeared within the post-positivist framework of analysis in order to identify the central components of the new understanding of security – human security.