22 results on '"Alessandro Ragazzoni"'
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2. Il futuro ruolo dell’agricoltore nella produzione di energia: prospettive e rischi nella costruzione della filiera
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Alessandra Castellini, Carlo Pirazzoli, and Alessandro Ragazzoni
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Industries. Land use. Labor ,HD28-9999 - Published
- 2009
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3. Le determinanti del prezzo di mercato dei cereali
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alessandro ragazzoni and alessandro ragazzoni
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Mercato Cereali Prezzi - Abstract
Non sempre è chiaro quali siano le dinamiche che portano a stabilire che un dato prodotto alimentare vale un certo quantitativo di denaro. Anzi, leggendo i report sulle quotazioni spesso si rimane disorientati. Si cerca in questo contributo di proporre alcuni elementi per fare chiarezza. Una cosa è certa, per l'agricoltura capire perché i prezzi dei prodotti agricoli salgono o scendono è sempre più difficile
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- 2020
4. L'azienda zootecnica circolare
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alessandro ragazzoni and alessandro ragazzoni
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Sostenibilità ambientale Zootecnia Reddito - Abstract
In Italia, nel settore agro-zootecnico si incontrano grandi difficoltà nell’adozione di soluzioni efficienti da un punto di vista energetico, convenienti economicamente e compatibili con l’ambiente, in particolare nel caso delle tecniche produttive agro-zootecniche.
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- 2020
5. Introduzione all'economia circolare: evoluzione storica e pensiero scientifico
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Economia circolare Pensiero storico Fondamenti teorici - Abstract
Sviluppo sostenibile ed economia circolare, pur essendo due termini relativamente nuovi, come tutti i paradigmi economici, basano i loro principi su fondamenti teorici che hanno origini anche molto antiche
- Published
- 2020
6. OVERSHOOT DAY: definizioni, basi teoriche e valori
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alessandro ragazzoni and alessandro ragazzoni
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Ambiente Sostenibilità Risorse - Abstract
Dallo scorso 22 agosto 2020, abbiamo utilizzato più risorse naturali di quelle che la natura può rigenerare, perché abbiamo immesso più anidride carbonica nell'atmosfera di quanto gli oceani e le foreste siano in grado di assorbire; abbiamo sfruttato le zone di pesca e foreste più velocemente di quanto possano riprodursi e ricostituirsi; abbiamo raccolto più in fretta di quanto gli ecosistemi siano in grado di riprodursi e continuare a crescere; abbiamo, in certe zone, usato più acqua dolce di quella disponibile globalmente.
- Published
- 2020
7. Economia circolare e il dilemma per la zootecnia
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alessandro ragazzoni and alessandro ragazzoni
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Economia circolare Zootecnia Sostenibilità - Abstract
Ad oggi l’agricoltura occupa una notevole percentuale della superficie terrestre (circa il 40% della superficie delle terre emerse libere da ghiacci) e sta modificando habitat e biodiversità, consumando risorse idriche (l’irrigazione per le colture è responsabile del 70% del consumo totale di acqua dolce), inquinando fiumi e mari, oltre ad emettere, attraverso la zootecnia, una quantità di gas serra assai elevata.
- Published
- 2020
8. Perchè la stima del valore di mercato di un terreno agricolo assume sempre più importanza?
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Esproprio Valore di mercato Terreni Agricoli - Abstract
L’idea di proporre alcuni approfondimenti sull’importanza della stima del valore di mercato di un bene immobiliare in ambito rurale e, in particolare, dei terreni agricoli nasce da una esigenza sorta per una importante novità normativa: dal 2011, per la stima delle indennità di esproprio, non è più possibile fare riferimento ai Valori Agricoli Medi (VAM)
- Published
- 2020
9. I 'fallimenti del mercato' nell’economia ambientale: produzione, consumo e spreco delle risorse
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alessandro ragazzoni and alessandro ragazzoni
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Ambiente Fallimento del mercato Sostenibilità - Abstract
Nel corso degli ultimi decenni, lo studio delle relazioni tra agricoltura e ambiente ha ricevuto un grande interesse da parte di molti studiosi, dando vita ad un’ampia produzione della letteratura sia tecnica, sia economica. Storicamente, l’ambiente rappresenta la fonte primaria di risorse da utilizzare e gestire con attenzione, al fine di garantire una produzione agricola continuativa e integrata nel territorio. Questa affermazione ha trovato un effettivo riscontro nella realtà agricola fino all’introduzione della tecnologia, che ha radicalmente trasformato le interdipendenze tra agricoltura e ambiente.
- Published
- 2020
10. Quando l'azienda sa investire la redditività cresce e migliora
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Biogas Zootecnia Redditività Sostenibilità - Abstract
Sostenibilità ed economia circolare devono essere alla base delle scelte di ogni allevatore. Uno studio condotto di recente, che ha messo a confronto i conti economici di un’azienda prima e dopo aver affrontato determinati investimenti, ha stabilito che nel «dopo» il profitto annuale dell’allevamento ha determinato un incremento del 37,66%
- Published
- 2018
11. Impianti a biogas, piccolo è bello
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Energia rinnovabile ,Stalle ,Bioga - Abstract
Sono convenienti anche impianti a biogas di piccole dimensioni realizzati in aziende zootecniche
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- 2017
12. Così l'economia circolare diventa una risorsa aziendale
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Sostenibilità ,Economia circolare ,Latte - Abstract
Il settore lattiero-caseario biologico in Italia è in espansione e copre una quota vicina all'11% del totale delle referenze bio. Nell'ultimo anno la produzione di latte ha superato i 300 milioni di litri, per un valore pari a 158 milioni di euro.
- Published
- 2017
13. Così l'economia circolare diventa una risorsa
- Author
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Zootecnia Latte Economia circolare - Abstract
Il settore lattiero-caseario biologico in Italia è in espansione e copre una quota vicina all’11% del totale delle referenze bio. Nell’ultimo anno la produzione di latte ha superato i 300 milioni di litri, per un valore pari a 158 milioni di euro
- Published
- 2017
14. L'allevamento è sostenibile quando chiude la filiera del latte
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Alessandro Ragazzoni and Alessandro Ragazzoni
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Allevamento zootecnico Energia rinnovabile Sostenibilità - Abstract
Sono numerosi gli aspetti da considerare quando si parla di innovazione aziendale. La cosiddetta «fattoria circolare» è ormai una realtà che dall’automazione della stalla alla produzione di energia rinnovabile, passando per un impiego più razionale dell’acqua irrigua e a una riduzione dei fertilizzanti, coniuga sostenibilità ambientale e redditività
- Published
- 2017
15. Produrre energia rinnovabile nelle aziende agro-zootecniche. Effetti economici dalle novità introdotte nella normativa del 2012
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Biagio Pecorino, Alessandro Ragazzoni, Anna Gaviglio, Anna Gaviglio, Biagio Pecorino, and Alessandro Ragazzoni
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Decree ,Economics and Econometrics ,Engineering ,business.industry ,filiera integrata ,Legislature ,conto economico ,Agricultural and Biological Sciences (miscellaneous) ,Renewable energy ,energie rinnovabili ,Agricultural science ,Incentive ,Biogas ,Order (exchange) ,comparto zootecnico ,Production (economics) ,Operations management ,Electricity ,business ,Agronomy and Crop Science ,bioga - Abstract
This study proposes an analysis to evaluate the effects on the future choices of the zootechnical entrepreneur in light of the new indications in the Ministerial Decree of the July 6, 2012 "Execution of Art. 24 of the legislative decree 3 March 2011, no. 28 establishing incentives for the production of electricity from plants of renewable sources other than photovoltaic". Specifically, we will investigate the productive chain of biogas from anaerobic digestion and, in particular, the synergies that can be realized with the swine sector. The main objective is to assess what are the critical and the strength moments for the zootechnical entrepreneur in each stage of the chain, analyzing the opportunities of integration in order to gain an economic advantage in introducing innovative activities of process and transformation of livestock effluents; an economic profit can afford to enable virtuous practices on the part of the entrepreneur, also environmentally correct and able to make more sustainable the activities in the medium-long term.
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- 2014
16. Strumenti per valorizzare la filiera 'carne' in un’ottica di sostenibilità ambientale: produrre energia e limitare l’impatto dei nitrati
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Alessandro Ragazzoni, Alessandra Castellini, A. Castellini, and A. Ragazzoni
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Economics and Econometrics ,Engineering ,Resource (biology) ,nitrate directive ,Sewage ,business.industry ,ENERGY PRODUCTION ,Environmental engineering ,firm accounting ,Directive ,Agricultural and Biological Sciences (miscellaneous) ,Agricultural science ,Agriculture ,Obstacle ,Pork meat ,Business sector ,Production (economics) ,Livestock ,business ,Agronomy and Crop Science - Abstract
In 1991 the eu implemented the Nitrates Directive (Council Directive 91/676/eec) concerning the protection of waters against pollution caused by nitrates from agricultural sources. The compliance to its requirements represent today a critical step for the Italian farms, particularly those involved in the livestock business sector which suffers also the burden of a worrying market crisis. Difficulties for the farms involve economic and technical aspects. First are linked to the added costs deriving from the respect of the rules in terms of nitrogen burden per area and the sewages disposal. The technical problems are mainly represented by the new classification of the areas in vulnerable (vzs) and non vulnerable zones (nvzs). This facts have represented an important obstacle for farms’ management, particularly if they are located in vzs because it has became necessary find new solutions to spread the farm sewages. The paper offers an empirical analysis aimed at trying to optimize the compliance procedures to this directive for a livestock farm, trough the predisposition of an economic account for two typical chains: the red (bovine) and pork meat production. The calculation comprehends all the phases from the meat production to the sewages handling and management after a denitrification and the nitrogen storage. The evaluation consider different alternative systems. Through this process it could be possible obtain the commutation of the bovine and swine sewages, representing an expensive burden, in a new resource for the farm. This fact permits to achieve also an environmental result in terms of a pollution restraint and an economic advantage as raw material for energetic transformation. Finally the Authors complete the paper with some reflections.
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- 2011
17. La determinazione dell’indennità di asservimento di terreni a fini di regimazione idrica
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CASTELLINI, ALESSANDRA, DEVENUTO, LUCIA, RAGAZZONI, ALESSANDRO, Anna Formigoni, Alessandra Castellini, Lucia Devenuto, Anna Formigoni, and Alessandro Ragazzoni
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compensation ,agricultural value ,expropriation ,Flood easement ,damage - Abstract
In recent years, Italy has been seriously affected by meteorological events characterised by intense precipitations in a short period, causing significant damages (such as landslide, erosion and so on) especially where the territory management has been neglected for a long time; it must be considered that with climatic change these events will worsen over time. Given this situation the Public Administration should pursue the urgent goals of reducing risk and ensuring water safety, studying and executing appropriate solutions and measures to contain surface water such as detention basins and similar. These structures should ideally be located in extensive level agricultural areas (cultivated or not), choosing strategic sites along the rivers’ or streams’ bedwaters in order to manage the water runoff and control extreme floods. An event of flooding shows irregular frequency and it cannot be forecast certainly. Regarding the land involved by flooding prevention measures, a part of it may host permanent structures and/or tools for water detention, the other surface will contain waters which permanency on this land limits the landowner’s property right and firm’s economic activity, also damaging sometimes current and future crops. Acquiring suitable areas through an expropriation act is often a difficult burden to sustain for the Public Administration also because of their expensive management and maintenance costs. In this case flood easement may be a good balance between the exploitation of areas located in a strategic position for flooding detention and the usual agricultural activities carried out on that land. Most importantly, easement is only a right to use the land leaving the property right to the owner of that land. In Italy, easement is regulated by law (the Italian Civil Code considers different types of easement) and widely dealt with in the literature but there are still no national regulations about the particular type of agreement surveyed in this paper (flood easement); As yet, we still have no calculation criteria for the landowner’s compensation. In this work, which is still at a preliminary stage, the Authors analyse the legislation and the available literature and propose a methodology of calculation in case of flood easement compensation, viable in different areas and situations
- Published
- 2015
18. Valutazione economico-estimativa dei danni da calamità
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CASTELLINI, ALESSANDRA, RAGAZZONI, ALESSANDRO, GianPietro Venturi, Alessandra, Castellini, and Alessandro, Ragazzoni
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calamità naturali ,approccio di ricerca ,valutazione economica - Abstract
A tutt’oggi non esiste ancora un quadro completo sulle valutazioni economiche-estimative nel caso di calamità naturali, è un campo di studio e di ricerca che, da pochi anni, si va sviluppando in modo condiviso e partecipato. Ciò sembra incredibile se si pensa che, una delle caratteristiche basiche delle calamità naturali è il fatto di interessare vaste aree su scala mondiale, in tutti i continenti. Eppure, gli approcci e le metodologie di valutazione sono ancora in fase di discussione e di sviluppo, con rilevanti differenze tra loro e nella maggior parte dei casi generano risultati diversi rendendo difficoltosa l’emissione di dati e informazioni di stima corretti, precisi e soprattutto condivisi. In tal modo viene meno anche la possibilità di comparazioni tra indagini compiute in paesi diversi ovvero seguendo differenti metodi; allo stesso modo la mancanza di serie storiche e banche dati complete sul tema ostacola la conduzione di studi atti a rilevare aspetti comuni o di periodicità su tali eventi, utili poi per studiare eventuali piani di prevenzione. A rendere difficile lo studio di questo tema è anche la sua vastità: spesso le ricerche compiute fanno riferimento all’analisi economica solo di un singolo tipo di evento ovvero di una specifica area, tralasciando considerazioni di carattere più generale o trasversale. Da un punto di vista prettamente economico, la bibliografia a disposizione non è vastissima e spesso di carattere settoriale nell’affrontare la tematica, focalizzandosi di preferenza su di un evento in particolare e sugli aspetti ad esso relativi ovvero su di un territorio circoscritto e ben delineato. Difficile dunque rinvenire un quadro teorico e metodologico generale a cui fare riferimento nel momento in cui si decide di avviare una trattazione dell’argomento. Le metodologie e gli approcci di valutazione sono differenti tra loro, molti di essi suscitano ancora incertezze e perplessità e spesso danno risultati diversi rendendo difficile l’emissione di dati e informazioni di stima corretti e precisi. Peraltro, i risultati ottenuti in genere non sono tra loro comparabili. Il testo di riferimento da cui molte considerazioni riportate in questo scritto sono tratte, è un working paper del dicembre 2010, promosso dal World Bank Sustainable Development Network: S. Hallegatte e V. Przyluski (2010) “The economics of natural disasters. Concepts and methods”, Policy Research Working Paper 5507. Tale scritto, pur essendo sostanzialmente breve, ha il pregio di riprendere in mano la materia relativa all’analisi economica di una calamità con l’obiettivo di darne un quadro complessivo e trasversale, non focalizzato su un certo tipo di evento ovvero su di una specifica area geografica. Uno degli obiettivi è anzi quello di tracciare un sentiero comune da seguire per le analisi dei costi derivanti da large scale disasters. Tra l’altro, esso suggerisce ambiti di approfondimento e di studio piuttosto vasti su cui a tutt’oggi è sempre più importante lavorare: per esempio la ricerca, l’individuazione e l’applicazione di appropriati metodi e modelli valutativi. Attraverso l’analisi bibliografica compiuta, che non vuole certo vantare meriti di completezza, si nota una certa eterogeneità nel condurre studi e valutazioni in questo campo e la mancanza, evidenziata poi dallo stesso report della World Bank nonché da alcuni articoli internazionali in merito (Costanza, 2007; Okuyama, 2003), di una base teorica comune di partenza. Sono soprattutto gli aspetti economici quelli considerati dalla bibliografia, poiché l’estimo, ancora considerata da molti pratica esclusivamente professionale, presenta un supporto di studi e articoli accademici piuttosto povero. Da non sottovalutare il fatto che dati utili a condurre valutazioni possono essere desunti da riviste del settore immobiliare e assicurativo. Si cita il rapporto CRESME che a tutt’oggi rappresenta una fonte ufficiale abbastanza completa e aggiornata di informazioni in merito allo stato del territorio italiano, riportando anche dati economici relativi a tali eventi. Per tale motivo, in questo lavoro si è fatto abbondantemente ricorso a questa fonte e ai suoi contenuti. Il titolo del lavoro mette in evidenza la duplice natura della valutazione: si ritiene, infatti, che esaminando la questione relativa ai danni da calamità, contemporaneamente da un punto di vista economico e da uno estimativo si possano osservare e rilevare aspetti differenti, strettamente integrati tra loro, utili a tale proposito. Lo studio può essere condotto a livello micro (per es. danno e costi per la singola azienda) ma anche macro considerando il sistema economico nel suo insieme (per es. interruzione nella produzione di PIL, impatto su di un intero sistema economico in un’area/regione...). I due elementi sono strettamente collegati perché, quando un disastro naturale colpisce un’area, l’insieme delle unità colpite va a creare un vulnus nel flusso economico complessivo della regione nonché, in considerazione del fatto che non si tratta di sistemi isolati, ne risentono tutti i circuiti relazionali presenti in cui l’elemento colpito è coinvolto. Nell’analisi economica si dovrebbe concentrare sulla considerazione non solo delle rilevazioni legate ai costi (attenzione alla natura degli stessi, diretti e indiretti) ma anche sugli aspetti sociali coinvolti, le ripercussioni sul benessere della popolazione colpita. Naturalmente secondo un’ottica economica. Se si considera poi quanto sostiene Costanza «an economic system should allocate available resources in a way that equitably and efficiently provides for the sustainable well-being of people by protecting and investing in all four types of capital (built, natural, social and human capital)» (Costanza, 2007) si coglie il legame forte tra economia come allocazione di risorse e conseguente benessere sostenibile per la popolazione e la multidimensionalità del capitale, non solo in termini meramente produttivi. Per ciò che concerne l’estimo, esso è ormai riconosciuto come una disciplina di natura economica e non più solamente di carattere metodologico. Sosteneva Forte che «È proprio il trasporre le leggi economiche nel campo della logica estimativa a determinare una serie di principi e norme che possono non limitare l’estimo a sola metodologia, consentendo quindi di ammettere l’esistenza di una autonoma disciplina estimativa nella scienza economica» (Forte 1968). La bibliografia in merito si compone di numerosi manuali di teoria estimativa e documenti applicativi. È ancora abbastanza ridotto, invece, il numero di articoli e contributi scientifici in merito lasciando uno spazio decisamente più ampio a documentazione di tipo professionale. Peraltro risulta difficile una consultazione di fonti internazionali per le peculiarità che legano le pratiche estimative al territorio di riferimento. Oggetto del lavoro sono le valutazioni di danni da calamità naturali. La calamità (large scale disasters o disastri su larga scala) rappresentano un insieme di eventi molto differenti tra loro per modalità di manifestazione, effetti, periodicità, durata, la cui definizione si presenta alquanto complessa poiché coinvolge aspetti di natura estremamente eterogenea. Esso si declina in una serie estremamente differenziata e articolata di eventi, ciascuno portatore di proprie caratteristiche nell’origine, sviluppo e effetti finali che avranno ripercussione anche sull’analisi economica; tra questi: i terremoti, le alluvioni, le tempeste, gli uragani, i fenomeni di precipitazioni intense, la siccità e così via. Secondo Ball (1979) si definisce estremo l’evento a carico del sistema geofisico che manifesta valori che deviano significativamente dalla media a lungo termine. Il disastro naturale, invece, si può individuare come un rapido impatto dell’ambiente naturale sul sistema socio-economico umano che, a sua volta, non ha la capacità di rifletterlo, assorbirlo o respingerlo (White, 1974). Un tentativo di classificare tali eventi li divide in disastri a impatto brusco e a impatto lento (Alexander, 2008). I primi avvengono in un intervallo che può andare da pochi secondi a poche ore (un terremoto, una tromba d’aria), mentre i secondi hanno una durata prolungata nel tempo (mesi, anni e financo secoli come i fenomeni di erosione del suolo). Si sottolinea il fatto che la definizione di tali eventi si lega difficilmente ad una classe di magnitudo poiché anche un brevissimo evento potrebbe comportare un danno molto elevato se colpisce un’area particolarmente sensibile (Alexander, 2008). La collocazione geografica delle popolazioni umane e gli eventi geofisici determinano il rischio da calamità naturale (White, 1974). Le calamità naturali colpiscono, con frequenza difforme, aree estremamente diverse, in termini geografici e per caratteristiche ambientali ma anche in termini di livello di sviluppo sociale ed economico (elementi fondamentali in termini di capacità di recupero dopo un disastro naturale). Ne consegue che le ripercussioni generate a seguito dell’evento saranno estremamente differenziate da un territorio all’altro ma ciò non toglie che, per quanto un sistema sia in grado di assorbire o respingere l’impatto, subirà dei danni. Tra i paesi più colpiti, anche se i dati non sono recenti, si ricordano Cina, Indonesia, Bangladesh, Filippine, Perù (Alexander, 2008). L’impatto che i disastri su larga scala hanno sui paesi si differenzia decisamente sulla base del livello di sviluppo degli stessi. Secondo i dati della Banca Mondiale, a partire dal 1980 solo il 9% degli accadimenti calamitosi hanno riguardato paesi in via di sviluppo ma hanno fatto registrare quasi la metà (48%) delle perdite umane complessive per morti e dispersi (http://www.worldbank.org/). Anche in termini economici, l’effetto nei PVS è amplificato rispetto a quello dei paesi industrializzati: si è calcolato che l’impatto negativo sul GDPsia circa venti volte superiore nei primi rispetto a questi ultimi (http://www.worldbank.org/). Riconoscendo, dunque, il grave impatto che le calamità naturali hanno sui paesi in via di sviluppo (e quindi particolarmente vulnerabili con minore capacità di ripresa e ricostruzione), la Banca mondiale ha avviato una rete mondiale di supporto per fornire loro assistenza tecnica e finanziaria per la ripresa post-disastro ma anche per avviare politiche locali di prevenzione (The Global Facility for Disaster Reduction and Recovery o GFDRR). Secondo l’ONU, attualmente, ancora 1 miliardo di persone vive in zone ad alto rischio di alluvioni e si ipotizza che tale numero potrebbe raddoppiare entro il 2050. Nel 2013 i disastri naturali hanno provocato 22 mila vittime (di cui oltre un terzo nelle Filippine per un tifone) e danni alle cose per 119 miliardi di dollari (www.meteoweb.eu). Se confrontato, però, con la media del decennio precedente 93mila morti per disastri naturali quali alluvioni e siccità), l’anno 2013 registra un miglioramento (meno danni a persone e cose). Ciò non deve far pensare che tali eventi si possano classificare secondo un gradiente di periodicità poiché la loro distribuzione nel tempo è casuale. Anche nell’UE la situazione è ancora critica e preoccupante per l’entità delle perdite registrate: i morti dovuti a calamità naturali negli ultimi dieci anni sono stati circa 80 mila, con un danno alle cose stimato intorno ai 95 miliardi di euro (www.ansa.it riportando i dati della Conferenza sui cambiamenti climatici e la qualità dell’aria che il Comitato delle Regioni dell’UE ha tenuto a Bologna nel 2014).
- Published
- 2015
19. Impianti di Biogas
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Donato Rotundo, Pierluigi Navarotto, Donatella Banzato, RAGAZZONI, ALESSANDRO, A. Ragazzoni, D. Banzato, P. Navarotto, D. Rotundo, Regione Calabria, Donato Rotundo, Pierluigi Navarotto, Donatella Banzato, and Alessandro Ragazzoni
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INCENTIVI ,ANALISI ECONOMICA ,BIOGAS DA DIGESTIONE ANAEROBICA ,BIOGAS ,decreto ministeriale 6 luglio 2012 - Abstract
Le indicazioni contenute nel DM 6 luglio 2012 rappresentano un fattore di cambiamento per il futuro dei diversi sistemi di risorse rinnovabili in energia. I riferimenti per le tariffe incentivanti propongono un nuovo approccio classificatorio distinguendo gli impianti per tipologia di substrato utilizzato e per potenza installata. Il contributo illustra le tariffe di incentivazione per gli impianti a biogas.
- Published
- 2013
20. Zootecnia e biogas Incentivi 2013 100 pagine per capire
- Author
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Anna Gaviglio, PIRAZZOLI, CARLO, RAGAZZONI, ALESSANDRO, a. Ragazzoni, a. gaviglio, c.pirazzoli, Anna Gaviglio, Carlo Pirazzoli, and Alessandro Ragazzoni
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filiera integrata ,ANALISI ECONOMICA ,FILIERA AGROENERGETICA ,BIOGAS DA DIGESTIONE ANAEROBICA ,BIOGAS ,decreto ministeriale 6 luglio 2012 - Abstract
Il ruolo della produzione di energia rinnovabile attraverso la digestione anaerobica può essere decisivo per aumentare la redditività degli allevamenti e coadiuvare alla ricerca di soluzioni al problema della gestione degli effluenti. Il nuovo periodo di incentivazione finanziaria per la produzione di energia prodotta e ceduta al gestore di rete è partito dal 1° gennaio 2013. Le indicazioni del DM 6 luglio 2012 rappresentano un fondamentale fattore di cambiamento per il futuro dei diversi sistemi di trasformazione di risorse rinnovabili in energia, con significative differenze rispetto al passato. Infatti, i riferimenti per le tariffe incentivanti di durata ventennale propongono una nuovo approccio classificatorio distinguendo sia la tipologia di substrato utilizzato, sia la potenza installata nell’impianto. Per quanto riguarda la biomassa utilizzata, le classi degli incentivi evidenziano la volontà di premiare i progetti che utilizzano, soprattutto, sottoprodotti agro-zootecnici e agro-alimentari. Un altro elemento di differenziazione è la taglia dell’impianto, intesa come potenza elettrica installata; le classi di maggiore rilevanza per il settore agricolo riguardano impianti di potenza inclusi nella categoria 1 < 300 kW, quelli compresi nella forbice 300 < 600 kW e 600 < 1.000, con tariffe incentivanti decrescenti all’aumentare della potenza installata per i singoli scaglioni. Il presente studio vuole proporre un percorso di analisi che, partendo dalla formulazione di un conto economico e seguendo l’intero processo di gestione del refluo zootecnico dalla stalla ai terreni, possa arrivare a presentare soluzioni alternative al solo costo di adeguamento alla normativa per una migliore effi cienza nel contenimento dell’azoto in esubero. La valutazione economica si sviluppa definendo l’utile conseguibile dalla gestione del processo, parametrizzato secondo una scala monetaria comune: euro/capo, euro/kg carne, euro/kg latte ed euro/m3 di refluo.
- Published
- 2013
21. Agro energia Valutare il potenziale delle aree rurali per la sostenibilità degli impianti per la produzione di energia rinnovabile
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RAGAZZONI, ALESSANDRO, Marco Aruzza, Alessandro Ragazzoni, and Marco Aruzza
- Subjects
BIOGAS DA DIGESTIONE ANAEROBICA ,FILIERA AGROENERGETICA - Abstract
L’evoluzione del comparto della produzione di energia rinnovabile offre un’interessante opportunità per il mondo agricolo, soprattutto dopo il recepimento della Direttiva 2009/28/CE attraverso il d.lgs. 28 del 3 marzo 2011. Le linee di indirizzo verso la promozione dell’energia rinnovabile rientrano negli strumenti attuativi degli obiettivi promossi a Kyoto l’11 dicembre 1997. Il protocollo di Kyoto è uno dei più importanti strumenti giuridici internazionali volti a combattere i cambiamenti climatici. Esso contiene gli impegni dei paesi industrializzati, necessari per ridurre le emissioni di alcuni gas ad effetto serra responsabili del riscaldamento del pianeta. Il recente “Piano d’azione dell’Ue per l’efficienza energetica (2007-2012)” ha fissato alcuni obiettivi in materia, tra cui quello di ridurre entro il 2020 il consumo energetico del 20%, di raggiungere una quota pari al 20% di energia da FER (Fonti di Energia Rinnovabile) sul consumo totale e un ulteriore contenimento delle emissioni in atmosfera del 20% (il cosiddetto principio 20-20-20 entro il 2020). Il settore agricolo in tale contesto può ricoprire un ruolo sicuramente importante e decisivo per il raggiungimento degli obiettivi, ma è necessaria una programmazione di strategie idonee per la valorizzazione della biomassa ed il corretto utilizzo per la trasformazione in energia rinnovabile.
- Published
- 2012
22. Applicazioni agronomiche del digestato
- Author
-
BARBANTI, LORENZO, CAPPONI, SIMONE, ALESSANDRO RAGAZZONI, Lorenzo Barbanti, and Simone Capponi
- Subjects
APPLICAZIONI AGRONOMICHE ,AZOTO ,DIGESTATO ,BIOGAS ,EFFETTI AMBIENTALI - Abstract
Il digestato è il residuo della digestione anaerobica di biomasse vegetali e animali. Si tratta di un prodotto di composizione e consistenza variabili, prevalentemente fluido. Al pari dei liquami zootecnici, non rientra in nessuna delle categorie previste dalla norma che regola la disciplina dei fertilizzanti (D.Lgs. 217/96), il che non ne vincola la possibilità di collocazione attraverso spandimento. Il suo utilizzo è regolato da una complessa legislazione a livello nazionale e regionale, progressivamente apertasi alla possibilità di impiego agronomico. Le potenzialità agronomico-ambientali derivanti dall’uso del prodotto sono avvalorate da una serie di esperienze sperimentali effettuate in Italia e all’estero. Dal punto di vista agronomico, il digestato ha offerto performance in linea con le caratteristiche del refluo e con i dosaggi saggiati. Ciò è emerso da una rete di prove sperimentali e dimostrative attualmente in corso in Emilia-Romagna, che prevedono il confronto fra digestato e azoto minerale su diverse colture energetiche. Anche all’estero il prodotto si è dimostrato analogo negli effetti fertilizzanti ai liquami, con i vantaggi conseguenti alla produzione di energia, all’eliminazione di odori, ecc.. Dal punto di vista ambientale, ci si è focalizzati sulle emissioni in atmosfera di ammoniaca (NH3), sostanza corresponsabile dei fenomeni di acidificazione ed eutrofizzazione, e sul rilascio di protossido d’azoto (N2O) e metano (CH4), due potenti gas a “effetto serra”. In base alla bibliografia, la somministrazione del digestato aumenta le perdite per volatilizzazione di ammoniaca rispetto ai liquami pre-digestione, mentre contiene l’emissione di N2O dal terreno. Poche sono, invece, le notizie riguardanti le perdite di metano in atmosfera, che sembrano comunque più legate alla fase di stoccaggio che di utilizzo agronomico. L’effetto della digestione dei residui colturali in alternativa al loro interramento si è tradotto anche in una riduzione del contenuto di azoto nitrico del terreno, da cui deriva un più ridotto rischio di lisciviazione, che rappresenta un beneficio aggiuntivo. Prove in corso da parte di chi scrive testimoniano che, con un tempestivo interramento superficiale, anche la volatilizzazione dell’ammoniaca può essere contenuta a pochi punti percentuali. In conclusione, l’effluente della digestione anaerobica possiede un potere nutritivo non inferiore alle matrici di origine. Il prodotto si presta, inoltre, ad azioni migliorative, come la separazione solido/liquido e l’eventuale compostaggio della prima frazione. A ciò si aggiunge che l’attuale normativa permette un interessante distinguo per l’utilizzo in zone vulnerabili ai nitrati: il limite di 170 kg/ha di N distribuito vale, infatti, solo per la frazione dell’azoto di origine zootecnica, consentendo per la frazione di origine vegetale un dosaggio meno restrittivo.
- Published
- 2010
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