11 results on '"Bertamino, A"'
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2. Imprenditorialità e sviluppo economico. Il ruolo delle politiche pubbliche
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Bertamino Federica., De Iudicibus Alessandro, De Maggio Marco, Bertamino F., De Iudicibus A., De Maggio M., Del Monte, Alfredo, Bertamino, Federica., DE IUDICIBUS, Alessandro, and De Maggio, Marco
- Published
- 2019
3. IMPATTO DELLA PANDEMIA COVID-19 SULLA PRODUZIONE OSPEDALIERA DI RIFIUTI A RISCHIO INFETTIVO
- Author
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Montesano, M., Stella, F., Donato, M. A., Forestiero, F. M., Lombardo, P., Mondera, F., Bianco, L., Bertamino, E., Napoli, C., and Orsi, G. B.
- Published
- 2021
4. Conoscenza sull’igiene delle mani tra personale e studenti di un grande policlinico di Roma
- Author
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Bertamino, Enrico, Eleuteri, Stefano, Elia, Matilde, Farulla, Carla, Montesano, Marzietta, Zerbetto, Alessandro, Iachini, Matteo, Napoli, Christian, Familiari, Giuseppe, DE BIASE, Luciano, and Orsi, Giovanni Battista
- Subjects
lavaggio mani ,didattica ,studenti universitari - Published
- 2019
5. Ombre sul Castello:dalle tende alle fronde
- Author
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Clelia Cirillo, Antonella Calligaris, Marina Bertamino, and Marina Russo
- Subjects
Napoli ,forestazione urbana ,castel sant'elmo ,paesaggio - Abstract
Oramai è acclarato che l'antropizzazione è la causa principale del riscaldamento globale, causa degli effetti disastrosi che si profilano per la vita del pianeta che minacciano forme di vita e assetti territoriali. Per rientrare da questo stato d'emergenza ambientale i governi devono poter mirare ad una politica comune per raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni capaci di garantire un percorso di rientro da questi pericoli. Tra i fattori che influiscono negativamente l'ambiente si colloca il settore delle costruzioni che influisce in maniera determinante nel generare gas serra che provocano il riscaldamento globale; è importante che per questo settore la ricerca scientifica si interessi di mettere a punto strategie di mitigazione ambientale da realizzare utilizzando le Nature based solutions. Queste strategie si riferiscono all'uso sostenibile della natura per mitigare non solo gli impatti ambientali causati dal cambiamento climatico ma anche gli impatti causati dal rischio idrico, l'inquinamento dell'acqua e la gestione del rischio e delle calamità ambientali. Tra i maggiori impatti negativi in atto sulle città ci sono la diminuzione di disponibilità di acqua, la sottrazione di acqua per le aree verdi e gli impatti diretti al patrimonio edilizio; in città interessate da importanti patrimoni culturali il miglioramento dell'efficienza energetica in edilizia va previsto non solo per le nuove costruzioni ma anche per il patrimonio edilizio esistente. Per migliorare la performance di complessi monumentali nel 1979 si tenne a Napoli presso il Forte Sant'Elmo la rassegna "La Settimana nel Castello" occasione per un dibattito aperto per l'uso sostenibile dei beni ambientali e culturali del cinquecentesco Forte e della collina di S. Martino. Il Forte di Sant'Elmo in parte ricavato dalla viva roccia costituita da tufo giallo napoletano è posizionato a 250 metri sul livello del mare e può considerarsi la corona della città, riflettendo quel concetto di Stadtkrone sostenuto fortemente da Bruno Taut architetto dell'espressionismo tedesco. La teoria della Stadtkrone consiste nella disposizione di un elemento forte, un edificio di particolare evidenza e pregio al centro della città, che sia caratterizzante della città stessa con la sua posizione e con la sua imponenza proprio come quella di Forte Sant'Elmo. In occasione della Rassegna "La Settimana nel Castello" tra le iniziative promosse fu proposta la costituzione di un Centro Regionale per lo Sviluppo delle Tecnologie Ambientali motivata da diverse considerazioni tra le quali affrontare le problematiche ambientali, nonostante non fossero ad un livello estremo come oggi si presentano. Tra le proposte progettuali, che potrebbe ritenersi una soluzione basata sulla natura per il riuso del Castel S. Elmo è da segnalare quella del prof. Riccardo Dalisi con il suo verde verticale che per quanto sia stato una provocazione alla rigidità di utilizzo previsto per i complessi monumentali, ha introdotto l'utilizzo del giardino nella dimensione verticale, anticipando l'idea realizzata poi nel 2014 a Milano con la costruzione del bosco verticale, il complesso dei due palazzi a torre progettato dal Boeri Studio, dove sono distribuiti per tutta l'altezza dei fabbricati più di duemila essenze arboree. Come per Milano, anche se in maniera provocatoria, in effetti nel 1979 fu proposta l'idea di un progetto di riforestazione metropolitana da applicare ad un monumento in grado, oggi capiamo, di contribuire alla mitigazione del microclima. La creazione di aree verdi in ambito urbano è tra le azioni da intraprendere per sostenere lo sviluppo sostenibile in ambito urbano e per mitigare gli effetti delle emergenze causate dai cambiamenti climatici. E' importante quindi promuovere studi e analisi del potenziale dei boschi urbani e periurbani per perseguire il miglioramento della qualità della vita delle città; analogamente alle pareti e ai tetti verdi in ambito urbano la Nature based solutions che può essere usata per mitigare gli effetti delle alte temperature è l'utilizzo dell'acqua piovana. Di questa strategia esiste a Napoli un modello utilizzato nel Settecento per assicurare acqua al Real Bosco di Capodimonte. La collina di Capodimonte, prima delle trasformazioni borboniche del XVIII secolo, era caratterizzata da numerosi insediamenti rurali di piccole dimensioni, da complessi monastici e, nelle zone più impervie, da piccole aree naturali. L'agricoltura praticata era di carattere estensivo ma non mancavano frutteti e vigneti caratterizzati da una discreta produzione, nonostante la limitatezza delle risorse idriche; con la realizzazione del Real Bosco voluta dai Borboni questa emergenza ambientale richiese una soluzione che fu trovata con la costruzione del Cisternone, inteso con altre piccole cisterne ad assicurare l'acqua alle fontane, agli edifici e alle parti irrigue del Bosco. Questo grande serbatoio di acqua piovana racchiuso da una corona di pini domestici, è costituito da ampio bacino circolare di tufo, con al centro la vera e propria cisterna e due vasche laterali di sedimentazione. La difficoltà di approvvigionamento idrico ha caratterizzato la storia del Bosco, condizionandone l'impianto architettonico e vegetale. Alla fine dell'Ottocento furono introdotti sistemi d'irrigazione riforniti dall'acquedotto del Serino e destinati inizialmente solo ai giardini attigui al Palazzo reale. Negli ultimi anni è stato definitivamente risolto il problema dell'enorme penuria di acqua con la realizzazione di un capillare impianto d'irrigazione, che utilizza anche la riserva idrica del Cisternone. Durante l'arco del tempo quindi furono realizzate strutture sotterranee costruite per lo stivaggio dell'acqua da utilizzare principalmente per uso irriguo a supporto della grossa vasca che raccoglieva le acque piovane nella gigantesca cavea circolare appositamente realizzata; la cisterna è ubicata lungo il confine ovest del parco nel tratto adiacente via Miano a circa un chilometro a nord di Porta Piccola. Altri due sistemi di piccole cisterne composte ognuna da due ambienti collegati tra loro e posti appena sotto la pavimentazione dei due cortili laterali della Reggia insieme ad una piccola cisterna ubicata lateralmente ad uno dei viali principali antistanti la Reggia completava questo ingegnoso sistema di approvvigionamento idrico. Certamente all'interno del parco del Bosco di Capodimonte saranno presenti altre cavità dei cui accessi però attualmente si è persa la memoria storica. Le Nature based solutions quindi sono state sempre alla portata delle attività antropiche basti pensare ai lunghi filari di alberi che hanno caratterizzato le strade della storia. La rigenerazione dei territori dovrebbe prevedere la realizzazione di quante più infrastrutture naturalistiche in base all'assunzione nella pianificazione territoriale di "un piano strategico di gestione degli ambienti naturali, come foreste e zone umide, zone rurali e di altri spazi aperti, che conserva e migliora le funzioni dell'ecosistema e fornisce benefici alla società". Invece per le infrastrutture verdi si dovrebbe fare riferimento a sistemi naturali o semi-naturali, come appunto le Nature based solutions in grado di gestire le risorse idriche, come realizzato nel Real Bosco di Capodimonte a Napoli, con vantaggi equivalenti o simili alle infrastrutture idriche convenzionali ripristinando le funzioni originariamente proprie dei sistemi naturali e perse con lo sviluppo del territorio. Nella maggioranza dei casi infrastrutture verdi e grigie possono essere utilizzate sinergicamente; infatti le applicazioni più efficaci delle Nature based solutions sono proprio quelle in cui queste migliorano le prestazioni delle infrastrutture convenzionali. Nelle città le infrastrutture verdi dovrebbero essere utilizzate con sempre maggiore frequenza per mitigare i deflussi e ridurre l'impatto ambientale causato dall'inquinamento dei deflussi urbani; come abbiamo esposto poc'anzi nella progettazione e nel recupero dei patrimoni edilizi andrebbero progettati e o utilizzati per quanto è possibile i giardini verticali, i tetti verdi e i bacini di infiltrazione o di ritenzione per la laminazione ed il trattamento delle acque di drenaggio. Una riflessione deve essere fatta a conclusione, in merito agli impatti sui sistemi insediativi; la maggior parte degli studi che mettono in relazione i cambiamenti climatici e i sistemi insediativi prendono in considerazione soprattutto gli impatti dei grandi agglomerati urbani considerando poco i centri abitati minori. Anche per questa tipologia di insediamento il settore delle costruzioni dovrà raggiungere obiettivi sempre più alti di efficienza energetica. Sia la proposta di verde verticale per il riuso del Forte Sant'Elmo che la cisterna borbonica per l'approvvigionamento di acqua sono la dimostrazione di come dalla natura e dal naturale ingegno umano possono essere realizzate soluzioni intese a risolvere i problemi ambientali e proteggere il patrimonio culturale dai grandi complessi monumentali e naturalistici e ai centri storici grandi e piccoli.
- Published
- 2019
6. Vaccinazione antinfluenzale per il personale sanitario in tre setting ospedalieri universitari: un progetto pilota del Gruppo di Lavoro 'Formazione Condivisa' dell'Accademia Romana di Sanità Pubblica
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A Tognetto, A Barbara, A Borghini, E Bertamino, S Cianfanelli, P De Soccio, L Paglione, M Ferraro, G Gervasi, R Bucci, C De Vito, G La Torre, G B Orsi, S Mancinelli, M Maurici, and P Laurenti
- Published
- 2018
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7. CaMKII protects MKP-1 from proteasome degradation in endothelial cells
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Maddalena Illario, Alessia Bertamino, Nicola De Luca, Maria Felicia Basilicata, Maria Rosaria Rusciano, Michele Ciccarelli, Bruno Trimarco, Pietro Campiglia, Guido Iaccarino, Gaetano Santulli, Daniela Sorriento, Ciccarelli, Michele, Rusciano, Maria Rosaria, Sorriento, Daniela, Basilicata, Maria Felicia, Santulli, Gaetano, Campiglia, Pietro, Bertamino, Alessia, De Luca, Nicola, Trimarco, Bruno, Iaccarino, Guido, and Illario, Maddalena
- Subjects
MAPK/ERK pathway ,Phosphorothioate Oligonucleotide ,Proteasome Endopeptidase Complex ,Leupeptins ,MAP Kinase Signaling System ,Cell ,Leupeptin ,Phosphorothioate Oligonucleotides ,Biology ,environment and public health ,Oxazole ,Ca2+/calmodulin-dependent protein kinase ,Phosphatase ,medicine ,Animals ,Enzyme Inhibitor ,Insulin ,Enzyme Inhibitors ,Phosphorylation ,Oxazoles ,Aorta ,Cells, Cultured ,Cell Proliferation ,Mitogen-Activated Protein Kinase 1 ,Endothelial Cell ,CaMKII ,Mitogen-Activated Protein Kinase 3 ,Cell growth ,Kinase ,Animal ,Endothelial Cells ,Dual Specificity Phosphatase 1 ,Cell Biology ,DNA ,Cell biology ,Rats ,Endothelial stem cell ,Proto-Oncogene Proteins c-raf ,enzymes and coenzymes (carbohydrates) ,medicine.anatomical_structure ,Proteasome ,Marine Toxins ,biological phenomena, cell phenomena, and immunity ,Calcium-Calmodulin-Dependent Protein Kinase Type 2 ,Protein Binding - Abstract
CaMKs are a widely distributed family of kinases with multiple and often cell specific effects on intracellular signal transduction pathway. In endothelial cells, it has been recognized a role for CamKII in several pathways such as eNOS activation and nitric oxide production. It is not clear though, whether CaMKII interfere with other endothelial cell functions such as ERK activation and cell proliferation. We explored this issue in primary cultured rat endothelial cells and we evaluated the effect on endothelial cell proliferation and DNA synthesis. CaMKII inhibition through Cantide, conducted into the cell through Antoennapedia (ANT-CN), showed positive effects on proliferation and H(3)-thimdine incorporation similar to insulin stimulation. Accordingly, both CaMKII pharmacological inhibition and silencing through shRNA produced activation of the p44/42 MAPK. These observations leaded to the hypothesis that CamKII could regulate p44/p42 by interfering with specific ERK phosphatases. Indeed, we found that CaMKII interacts and protect the dual specific phosphatase MKP-1 from proteasome mediated degradation while this complex is disrupted by CaMKII inhibitors. This study reveals that CaMKII, besides phosphorylation through the known ras-raf-mek pathway, can regulate also dephosphorylation of p44/p42 by modulation of MKP-1 level. This novel finding opens to a novel scenario in regulation of endothelial cell functions.
- Published
- 2014
8. I PROBLEMI IMMUNOLOGICI DELL' INFEZIONE HANSENIANA CON PARTICOLARE RIGUARDO ALL POSSIBILITÀ DELLA VACCINAZIONE CON IL BCG.
- Author
-
Baccaredda-Boy, A., Bertamino, R., and Farris, G.
- Abstract
Copyright of Dermatologia Internationalis is the property of Wiley-Blackwell and its content may not be copied or emailed to multiple sites or posted to a listserv without the copyright holder's express written permission. However, users may print, download, or email articles for individual use. This abstract may be abridged. No warranty is given about the accuracy of the copy. Users should refer to the original published version of the material for the full abstract. (Copyright applies to all Abstracts.)
- Published
- 1967
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9. Aspetti EEG di tipo epilettico senza epilessia in età pediatrica
- Author
-
Bertamino, F. and Veneselli, EDVIGE MARIA
- Published
- 1975
10. L'acido dipropilacetico e il clonazepam nel trattamento dell'epilessia infantile
- Author
-
Veneselli, EDVIGE MARIA and Bertamino, F.
- Published
- 1975
11. LA KELFIZINA NELLA TERAPIA DELLA LEPRA.
- Author
-
Baccaredda-Boy, A., Bertamino, R., and Farris, G.
- Abstract
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- Published
- 1967
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