13 results on '"Elena Lamberti"'
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2. Pearl Buck, a Nob(e)le Lady Speaking to/of the Masses in/from the Land of Logocracy
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Elena Lamberti
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pearl buck ,masscult ,literature and society storytelling ,anglo-american literature ,American literature ,PS1-3576 ,English literature ,PR1-9680 - Abstract
The paper proposes an analysis of Pearl Buck’s Nobel Prize for Literature (1938) in the light of the then forming transmedia storytelling and populism. It cross reads Buck’s literary productions in relation to the film adaptation of her masterpiece The Good Earth, as well as of the mass culture of her time; the goal is to show the appropriation of cultural production to facilitate public euphemism and mainstream ‘historical’ storytelling, as well as Buck’s counter-narratives and original poetics.
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- 2020
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3. Vortexes, Spirals, Tetrads: McLuhan’s Hyper-Language as a (Digital) Tool for (Old and New) Storytelling
- Author
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Elena Lamberti
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Marshall McLuhan ,Mosaico ,Modernismo ,Avanguardie Artistiche ,Iper-Linguaggio ,Geography. Anthropology. Recreation ,Language. Linguistic theory. Comparative grammar ,P101-410 ,Translating and interpreting ,P306-310 - Abstract
Marshall McLuhan è conosciuto soprattutto come studioso dei media, ora recuperato anche nell’ambito degli studi letterari che indagano il divenire di nuove forme di narrazione ‘digitale’. Questo contributo intende, però, recuperare Marshall McLuhan e la sua scrittura a mosaico come ‘soggetti letterari’, suggerendo come le radici della comunicazione del critico canadese (e, di conseguenza, di tutte le sue esplorazioni nel campo dei media e della tecnologia) risiedano nel suo essere stato, prima di tutto, Professore di Letteratura. La formazione umanistica tradizionale acquisita negli anni Trenta del secolo scorso durante il dottorato all’Università di Cambridge, UK, è il terreno sul quale McLuhan innesta le sperimentazioni degli autori modernisti a lui cari: Joyce, Pound, Lewis, Eliot, Ford suggeriranno a McLuhan nuove euristiche capaci anche di illuminare sui nuovi processi culturali a lui coevi. Il ‘mosaico’ di McLuhan si configura così come scrittura ‘digitale’ ante litteram, suscitando l’interesse di autori e artisti delle nuove avanguardie di metà secolo: da Harley Parker, a Wilfred Watson, a Sorel Etrog. La forma interattiva e performativa della scrittura mcluhaniana, sviluppata a partire da sonde verbali paratattiche, sollecita una partecipazione attiva del lettore attraverso dinamiche multisensoriali e sinestetiche. Recuperare McLuhan e il suo ‘mosaico’ quali soggetti letterari aiuta a cogliere il potenziale che la ricerca umanistica può e deve continuare ad avere in epoca di grandi trasformazioni tecnologiche e sociali.
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- 2014
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4. La zona desolata: La letteratura al confine tra cittadini e potere
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Janice Kulyk Keefer, Elena Lamberti
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- 2016
5. 'World Literature e le sfide etiche del mondo interconnesso'
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ELENA LAMBERTI, Silvia Albertazzi, and ELENA LAMBERTI
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Sfide etiche ,Tecnologia e Letteratura ,World Literature ,Letteratura Indigena - Abstract
Il termine World Literature è, di per sé, un algoritmo complesso. Nel ventunesimo secolo, infatti, tanto l’idea di mondo, che l’idea di letteratura non possono più essere letti in modo univoco o semplificato, né possono essere determinati solo da confini (nazionali, culturali, linguistici) imposti artificialmente ad una realtà che è ormai tecnologicamente ed economicamente interdipendente. Una realtà che, a partire dalla metà del Novecento e in modo iper-accelerato nel nuovo millennio, ha riconfigurato le forme e i modi della comunicazione (ogni forma di comunicazione, ivi inclusa quella “letteraria”) in una realtà ridefinita prima in termini di oralità secondaria o post-oralità, poi in termini di convergenza digitale. Il pianeta Terra è diventato così un artefatto sfuggente e in divenire, plasmato da nuove geopolitiche che si forgiano a partire da un dialogo spesso perturbante tra vecchi e nuovi soggetti di potere e su base sempre più transnazionale; soggetti che hanno gli strumenti per condizionare anche i modi e le forme con cui non solo si raccontano, ma anche si ascoltano (o no) le ‘storie’ di chi il potere, così come il mondo, lo osserva, lo narra o, peggio, lo subisce, a volte inconsciamente. Poiché l’idea di World Literature è ormai il paradigma, seppur mobile, col quale si indagano oggi le produzioni letterarie, non si può dunque non tenere conto di questi fattori ambientali nel momento in cui ci si interroga sul senso, sui limiti, sulle potenzialità che ha, in tale contesto, il segno letterario nelle sue diverse forme. Questo capitolo parte da questo assunto per pensare alla dimensione etica e performativa della World Literature, cercando di posizionarla rispetto a quelle che sono state definite come le grandi sfide del contemporaneo, che sono prima di tutto sociali e, poi, anche letterarie: neocolonialismi, omologazione culturale, migrazioni (forzate o meno), accessibilità alle risorse, sostenibilità (non solo ambientale), controllo e vulnerabilità, diversità, nuove identità transumane o postumane. La domanda di fondo che guida l’indagine è inevitabilmente politica: la World Literature può essere definita in termini di pratiche attive e partecipate di narrazione, capaci di dare non solo voce ma anche risposte e modelli per capire come abitare in modo solidale ed equo il pianeta terra?
- Published
- 2021
6. Ladri di canoe. Turismo, migrazione e identità indigena in Canada
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Elena Lamberti and Elena Lamberti
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Leanne Betasamosake Simpson ,Migrazione indigena ,Letteratura Canadese ,Canada postcoloniale ,Popolazioni Indigene - Abstract
Questo saggio indaga l’esperienza identitaria indigena nel Canada contemporaneo alla luce del rinnovato interesse turistico che, negli ultimi anni, ha portato molti indigeni ad inserirsi nel circuito di promozione di quella che, nell’immaginario occidentale, resta la terra dei grandi laghi, delle immense pianure e della natura “da cartolina”. Fondata nel 2015, la Indigenous Tourism Association of Canada vuole migliorare la condizione socioeconomica delle popolazioni indigene, fare rete per promuovere la rappresentatività locale e il dialogo tra le diverse comunità, i governi provinciali e quello federale. Riappropriarsi di una industria del turismo definita come “autenticamente indigena” vuol anche dire trasformare l’autorappresentazione identitaria in una agenzia utile alla rinascita socioeconomica di aree e comunità povere, tenute per lungo tempo ai margini del sistema industriale e culturale creato, nella sua ossatura, dai governi coloniali. Ai fini di queste prime riflessioni, diventa concettualmente stimolante rileggere l’interesse per il turismo indigeno anche alla luce di una idea complessa di “migrazione”, ovvero di un ripensamento dell’idea di “migrazione” che tenga conto della Storia delle popolazioni indigene per cogliere un’idea complessa di “mobilità culturale”; un’idea che è oggi al centro di percorsi di riappropriazioni identitarie postcoloniali che toccano la nazione canadese nel suo complesso e, in modo particolare, le comunità delle origini. Le nuove produzioni artistiche e letterarie indigene del ventunesimo secolo traducono, infatti, la resilienza culturale in discorsi tesi a immaginare un futuro diverso e inclusivo., Scritture migranti, N. 13 (2019): Turismo e migrazione
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- 2020
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7. 'Non è un complotto: è una PandeMedia'
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Elena Lamberti, AA.VV., and Elena Lamberti
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S. Lewis ,Letteratura ,PandeMedia ,Patriot Act ,Philip Roth - Abstract
Il saggio indaga l’idea di “libertà condizionata” legata alle narrazioni monodirette di un establishment (di volta in volta politico, religioso, culturale, ecc.) che affronta un “trauma”. Nella sua forma più visibile, il trauma è spesso percepito come frutto di una contingenza storicamente databile (le varie crisi economiche; le torri gemelle); nella sua forma più invisibile, però, è la conseguenza di una realtà molto più complessa che, negli Stati Uniti d’America (al centro del saggio) poggia su una ingiustizia di fondo, solitamente di natura socio-economica (ovvero è ‘sistemica’ e la crisi serve solo a renderla più evidente). Come ricostruire/come ricostruirsi dopo una “crisi” se la crisi è solo un momento (visibile) di un trauma che è, invece, sistemico? In particolare, per riflettere sulla premessa suddetta il saggio mette a confronto due testi letterari entrambi classificati come ucronie: It Can’t Happen Here di S. Lewis (1935) e The Plot Against America di P. Roth (2004). I due romanzi sono scritti dopo due crisi importanti (Wall Street) e 9/11. Sono entrambi ambientati nell’America degli Anni Trenta ed entrambi raccontano la costruzione di una nuova forma di potere totalitario in seno alla democrazia, alimentata proprio dalla situazione di crisi o post crisi. Una costruzione che passa anche dall’uso non etico delle nuove forme di comunicazione di massa, utilizzate per creare consenso senza consenso e manipolare l’opinione pubblica in modo pervasivo ma inconsapevole. Nell’uno come nell’altro caso, il dopo crisi deve affrontare un problema importante: ricostruire la fiducia dei cittadini e contrastare il senso di paura disseminato ‘ad arte’. Il dopo crisi deve così affrontare il problema del ritorno alla normalità, in contrasto allo ‘stato di eccezione’ che, invece, guida la gestione dell’emergenza, seppure in forme diverse. Uno stato d’eccezione che, se perdura al di là della crisi (è il caso, per esempio, del Patriot Act post 9/11, ancora attivo oggi), inficia ogni tentativo etico di ‘ricostruzione’ del tessuto sociale.
- Published
- 2019
8. '1937-2017: Ricordando The Spanish Earth'
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Elena Lamberti and Elena Lamberti
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Joris Iven ,John Dos Passo ,Ernest Hemingway ,American Literature ,Marta Gellhorn ,The Spanish Earth - Abstract
This essay traces the making of Joris Ivens’ documentary film The Spanish Earth (1937) in relation to the complex issues of memory and oblivion of traumatic events rendered in/through art forms. It was during the Spanish Civil War that people started to «see» reality in real time, through a «screen» (a documentary, a film, a photograph) and almost simultaneously on both sides of the ocean. It was during that war that a new perceptive schizophrenia started because, through new mediators of memory, people learnt to be simultaneously inside and outside the event, at once actors and spectators. Ivens, Hemingway, Gellhorn and Dos Passos are here discussed as questioning the ontological status of their diverse art forms, as well the ethical implications that the new scenarios of the time were posing to creative thinking. Hence, the making of The Spanish Earth becomes an interesting outpost to investigate the growing role of media in the construction of «historical accounts», as well as of shared or divided memories representing traumatic events. Similarly, it sheds lights on the thorny issue of USA neutrality at a time when opposing ideologies were fasting leading to a new, tragic World War.
- Published
- 2018
9. Controambienti letterari. Classici newyorkesi dell'era elettrica
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elena lamberti and elena lamberti
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Letteratura Anglo-Americana ,H. Roth ,Ecologia dei Media ,DeLillo ,Romanzo urbano ,Fitzgerald ,Dos Passo ,Salinger - Abstract
Partendo da assiomi e idee sviluppate nell’ambito dell’Ecologia dei Media, questo volume rilegge quattro romanzi, ormai veri e propri classici del canone modernista e tardo modernista statunitense (Il grande Gatsby; Manhattan Transfer; Chiamalo sonno; Il giovane Holden) per riflettere su come autori diversi per formazione ed esperienze di vita (Francis Scott Fitzgerald, John Dos Passos, Henry Roth, Jerome David Salinger) abbiano saputo captare le origini di un passaggio (non solo) culturale di fatto epocale, quello che ha portato a definire il Novecento come il secolo americano, il secolo inscritto nell’età elettrica o di Marconi. Cosmopolis di Don DeLillo è il romanzo che fissa il divenire di quel secolo attraverso uno specchietto retrovisore letterario che incornicia le intuizioni di quei classici. L’Ecologia dei Media è un campo di ricerca interdisciplinare dalle profonde radici letterarie e umanistiche che concepisce i media come ambienti e che indaga il ruolo primario che i media (intesi come forme della comunicazione letterata, orale o post-letterata), le tecnologie e le forme simboliche hanno nel divenire delle questioni umane. È, dunque, un campo di indagine in seno al quale la letteratura costituisce un territorio privilegiato per esplorare il farsi di un ambiente tecnologicamente complesso che porta a rivedere le definizioni di individuo, di società, di arte e, anche, di segno letterario.
- Published
- 2018
10. Leonard Cohen: Come un uccellino su fili di parole
- Author
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elena lamberti and elena lamberti
- Subjects
Leonard Cohen ,Musica ,Poesia ,Letteratura Canadese - Abstract
La Torà e il Talmud, il Buddismo Zen e l’Induismo Advaita Vedanta, i mistici persiani Farīd ad-dīn ‘Attār e Rūmī, Primo Levi, Alexander Trocchi, Constantino Kavafis, Dylan Thomas sono solo alcuni dei testi, dei mondi e degli autori che sottendono l’esplorazione artistica di Leonard Cohen, mentre sono stati Federico Garcia Lorca e Irving Layton a dare forma compiuta al bosco sacro di un autore che è rimasto per tutta la vita un “canadese in libero esilio”. F.R. Smith, A.M. Klein, Louis Dudek sono i maestri di Montreal che portano il giovane Cohen a diventare, con Margaret Atwood, Dennis Lee e molti altri ancora, una delle voci più importanti del Rinascimento Canadese. Una stagione letteraria che ha fatto emergere altre voci, come quelle di Alootook Ipellie e Louise Bernice Halfe, messe a tacere dalla storia coloniale di una nazione sottratta alle popolazioni indigene.
- Published
- 2018
11. 'TRA ZONE DESOLATE E SDRAIO MUSKOKA: LETTERATURA E DISOBBEDIENZA CIVILE'
- Author
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elena lamberti, Janice Kulyk Keefer, Elena Lamberti, and elena lamberti
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Letteratura canadese ,H.D. Thoreau ,storytelling ,T.S.Eliot ,impegno civico ,Janice Kulyk Keefer - Abstract
Non di rado, istituzioni governative nazionali o sovranazionali sembrano imporre alle comunità decisioni politiche ed economiche, escludendole di fatto da una riflessione partecipata, accessibile e condivisa. In questo contesto, anche la letteratura può giocare un ruolo importante nel preservare un approccio ecologicamente corretto al nostro essere cittadini del mondo. Wikileaks o gli archivi di Snowden hanno fatto scalpore per avere rivelato ciò che qualcuno voleva rimanesse segreto; ma quando la letteratura gioca un ruolo simile ci dà, oltre all’informazione, anche l’ispirazione per affermare la nostra differenza e originalità come cittadini capaci di pensiero indipendente. Con questo scopo, la scrittrice canadese di origine ucraina, Janice Kulyk Keefer ha riscritto un classico del Novecento (La terra desolata di T.S. Eliot) non solo per ricordare e rileggere gli scontri accaduti nella città di Québec in occasione del terzo Summit delle Americhe (aprile del 2001), ma anche per stimolarci come cittadinanza attiva. La sua Zona desolata, che molto deve anche alla Disobbedienza Civile di H.D. Thoreau, aiuta così, partendo dal particolare, a riflettere su questioni ecologicamente universali che riguardano con urgenza e da vicino tutti.
- Published
- 2016
12. 'Montréal e il Sessantotto canadese. Una storia da scoprire'
- Author
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Elena Lamberti and Elena Lamberti
- Subjects
Leonard Cohen ,Cultura Canadese ,Postmoderno ,Letteratura Canadese - Abstract
Le storie legate al 1968 canadese richiedono chiavi di lettura di quel momento storico-culturale un po’ diverse da quella che è diventata nel tempo – e in occidente – la narrazione dominante a livello transnazionale. Pur se inscritto nel ‘sistema mondo’, il 1968 a Nord degli USA segna un momento fondamentale più per la definizione dello stesso Canada che per la volontà di rinnovamento o di cambiamento di un dato ordine (politico, economico, culturale, sociale), che pure si registra. Toronto, Montreal o Vancouver non sono le prime città che ci vengono in mente quando si parla di quegli anni. Il Canada negli anni sessanta è, di fatto, una giovane nazione post-coloniale che sta ancora rivedendo la propria carta costituzionale, ovvero una nazione che si sta ridefinendo nel suo progetto politico, culturale e identitario. Ed è qui che diventa utile recuperare un paradigma letterario, che si configura come luogo simbolico per definire cosa sia stato soprattutto il 1968 (e tutto quel decennio) in Canada. Il decennio 1960-70, infatti, viene connotato nei manuali di letteratura canadese come “Rinascimento Letterario”, ovvero come il momento in cui il Canada inizia ad esprimere una letteratura davvero autonoma, capace di creare nuovi canoni e nuovi classici slegati dai modelli inglesi dominanti fino a quel momento. E’ una letteratura che segue perfettamente la storia del Canada, che si è trovato passare da una fase coloniale a una fase postcoloniale in un tempo piuttosto breve, passando, per dirla con il poeta Robert Kroetsch, da una fase di pre-nazione a una fase di post-nazione senza mai essere diventato veramente una nazione. E in effetti, il Rinascimento degli anni sessanta porta infine il Canada al centro dell’attenzione della comunità accademica quale nazione culturalmente contrapposta agli USA, capace di proporre progetti artistici in sintonia con il mondo libero e orientato a nuove forme di giustizia sociale, ecologica ed economica. Ovvero: romanzi e opere del postmoderno, che inglobano tutte le istanze di altri post dell’epoca, il post-coloniale in primis. Le rivoluzioni che hanno luogo in Canada in quel decennio sono così rivoluzioni un po’ diverse da quelle che hanno luogo nelle altre realtà occidentali, pur inscrivendosi in quel percorso di ribellione e protesta. Anche nella pacifica Toronto si trovano cartelli affissi nei negozi che pregano gli Hippies di entrare dalla porta sul retro. Ma la rivoluzione di cui ancora si parla in Canada quando si pensa al decennio 1960-70 non è tanto quella legata ai movimenti della protesta studentesca, quanto quella che ha avuto luogo in Québec, nel Canada francofono, e che è passata alla Storia come ‘rivoluzione tranquilla’, anche se in realtà ebbe onde di rimbalzo violente, sorprendenti per la nazione.
- Published
- 2017
13. Cercando Tom Joad. Una retorica per il 'possibile'
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Alberto Sebastiani, Silvia Albertazzi, Giuseppe Ciarallo, Alessandra Dal Lago, Alessandro Fiorillo, Luigi Franchi, Adalinda Gasparini, Luca Gavagna, Agostino Giordano, Elena Lamberti, Gianfranco Manfredi, Giovanni Gentile Marchetti, Carmine Mezzacappa, Antonio Moresco, Cristina Muccioli, Andrea Panìco, Angela Pesce, Sergio Rotino, Francesco Samarini, Gino Scatasta, Alberto Sebastiani, Paolo Vachino, Juan Villoro, and Alberto Sebastiani
- Subjects
Lavoro ,Letteratura contemporanea ,Retorica ,Linguistica - Abstract
Letteratura e mondo del lavoro sono un binomio poco frequentato nella letteratura italiana, se non in anni recenti, e per quanto con esempi anche illustri nella produzione novecentesca. L'intervento li ripercorre, affrontando però come nel 2020, all'interno della pandemia, i lavoratori, in particolare i braccianti migranti, siano stati raccontati ma soprattutto si siano raccontati, anche attraverso i social, usando una retorica che è riconducibile a una precisa tradizione letteraria e politica, e che presenta parole ricorrenti che esprimono un'idea di futuro e di riscatto legata a esperienze concrete di lotta sindacale e politica.
- Published
- 2020
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