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L'attivazione di partnership è da tempo riconosciuta come una componente centrale degli interventi di promozione della salute. Una questione ancora aperta riguarda come valutare la qualità del lavoro di partnership e i processi che lo rendono efficace. L'obiettivo di questo con-tributo consiste nell'esplorare se il tipo di ruolo e di contributo dato dai/alle partecipanti all'interno del programma "Guadagnare salute nei contesti di comunità" della regione Emilia Romagna (2014-2016) influisca sull'efficacia del lavoro di partnership. È stato somministrato un questionario a un campione di 238 persone (65,4% donne, età media = 51,13 anni). I risultati evidenziano che i ruoli assunti e le tipologie di contributo offerto dai/alle partecipanti influi-scono sull'efficacia della collaborazione; in particolare, sulla qualità percepita del lavoro di partnership, il senso di comunità e l'empowerment.

L’abuso di alcol espone i giovani a numerosi rischi di natura sociale e psicofisica. L’obiettivo della presente ricerca era approfondire le motivazioni alla base dell’assunzione di alcol e i profili di consumo in un gruppo di studenti universitari italiani. Sono state condotte trentaquattro interviste con studenti di sesso maschile e femminile, di età compresa tra i 19 e i 25 anni. Sul materiale testuale è stata effettuata l’analisi qualitativa ispirata alla grounded theory. I risultati evidenziano la presenza di molteplici motivazioni (gestire emozioni negative, ricercare sensazioni, motivazioni sociali, ricerca del gusto, richiamo culturale/ identitario, rimedio rispetto ad altre sostanze) e di diversi pattern di consumo che variano in funzione della condizione residenziale (fuorisede, residente, pendolare), dell’anno di corso, del genere, della rappresentazione del divertimento (convivialità, sregolatezza) costruita all’interno del gruppo di amici e del significato che l’alcol assume nel contesto specifico. Alla luce della letteratura psicosociale, questi risultati sottolineano il ruolo giocato dal contesto universitario nel modulare il consumo di alcolici fra gli studenti. Alcohol abuse determines many risks for young people, with serious consequences at social and psychophysical levels. The aim of this study was to investigate the motives for alcohol use and the patterns of consumption in a group of Italian university students. We conducted 34 face-to-face interviews with male and female students, aged among 19 and 25 years old. The contents of the transcripts were qualitatively analyzed through a method inspired by the grounded theory. Results show the presence of several motives for alcohol consumption (negative emotions, sensation seeking, social motives, the good taste, cultural/identity motives, mitigating the effects of other illicit drugs), which differ according to students' residential condition (living on campus vs. at home, commuter), year of enrolment, gender, representation of enjoyment activities (conviviality, intemperance) and meaning of alcohol within the specific context. In: The light of the psychosocial literature, these results emphasize the role played by the university context in moderating alcohol consumption among students.

La ricerca indaga, in un campione di studenti universitari, la relazione tra utilizzo di sostanze psicoattive e scopi di vita (, Emmons, 1986). L'ipotesi era che le sostanze siano considerate un fattore che facilita il raggiungimento di alcuni tipi di scopi, in particolare quelli relativi all'area delle relazioni sociali e del benessere. Il campione č costituito da 698 studenti universitari (di cui il 37.8% maschi) iscritti a diversi anni di corso. I risultati hanno evidenziato un maggiore consumo di sostanze da parte dei maschi, degli studenti fuori sede e un incremento del consumo durante gli anni universitari. Il consumo di alcolici č ritenuto facilitare il raggiungimento degli scopi di natura sociale (es. conoscere persone nuove, sentirsi adeguato nelle situazioni di gruppo), mentre l'utilizzo di hashish/ marijuana č associato al raggiungimento degli scopi di vita riferiti alla crescita personale e al benessere psicologico.

In questo capitolo analizzeremo in che modo le indicazioni curricolari per la promozione della cittadinanza dialogano con le rappresentazioni e le pratiche agite nella scuola, mettendo a confronto la prospettiva di insegnanti e studenti. L’obiettivo del lavoro è duplice: identificare e analizzare i discorsi e le rappresentazioni su cittadinanza attiva ed Europa di studenti e insegnanti. Si intende mettere in luce i punti di convergenza e di divergenza, sia delle prospettive dei diversi attori in campo, sia in relazione alle indicazioni curricolari. Per fare questo utilizzeremo i dati raccolti in due studi condotti nell’ambito del progetto catch-EyoU nel contesto italiano, che hanno esaminato, rispettivamente, le opinioni e le esperienze tanto degli insegnanti coinvolti nell’educazione alla cittadinanza quanto degli studenti.

Questo capitolo si propone di fornire una cornice normativa sulle politiche nazionali ed europee riguardo l’implementazione e il riconoscimento dell’educazione non formale a scuola e attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni del Terzo Settore. L’importanza di inquadrare le linee politiche riguardanti l’educazione non formale risiede nel progressivo e recente riconoscimento dell’integrazione di questa metodologia all’interno del processo educativo rivolto a giovani e adulti. Inoltre, il presente capitolo presenta la cornice teorica e i principi base dell’educazione non formale e le modalità con cui possono o devono essere integrate all’interno del sistema scolastico. Infine, viene presentato uno studio di caso svolto all’interno del progetto europeo CATCH-EyoU di un’organizzazione giovanile la cui metodologia si incentra sull’educazione non formale sia nei contesti scolastici che nei contesti extrascolastici per fornire un esempio di una “buona pratica” di applicazione di tale metodologia a questioni sociali e politiche.

I mass media sono uno strumento fondamentale per la diffusione di messaggi di prevenzione per il contagio da HIV. Il prodotto principale utilizzato nella campagna nazionale 2012-2013 per la lotta all’AIDS era costituito da uno spot centrato sul messaggio che l’AIDS è un problema che riguarda tutti ma è possibile proteggere se stessi e il proprio partner adottando comportamenti adeguati. Lo spot presentava una serie di personaggi di diversa età, genere, nazionalità e orientamento sessuale che sottolineavano l’importanza di fare il test HIV e usare il preservativo. Il target principale era costituito dalla popolazione generale e, in secondo luogo, da migranti, MSM (uomini che fanno sesso con uomini), giovani e donne. L’obiettivo generale di questo studio è quello di fornire una valutazione qualitativa dell’impatto della campagna. Sono stati realizzati un totale di 22 focus group in diverse parti d’Italia, coinvolgendo in totale 203 partecipanti. I risultati mostrano che la campagna è stata complessivamente apprezzata per la sua finalità, anche se alcuni limiti del video utilizzato – nella scelta e nelle caratteristiche dei protagonisti – hanno ostacolato una reale modifica dei comportamenti. I risultati vengono discussi con l’obiettivo di suggerire alcuni possibili miglioramenti per le future campagne sullo stesso tema. Mass media are the main instrument to disseminate messages to prevent the spread of HIV. The national campaign of 2012-2013 against AIDS was based on a video message focused on the idea that AIDS should concern everyone but, with adequate behaviors, it is possible to protect ourselves and our partners. The short video showed a series of characters of different age, sex, nationality and sexual orientation, emphasizing the importance of getting tested for HIV and using condoms. The main target was the general population, and secondary target groups were migrants, MSM (men who have sex with men), youth and women. The idea of this study is to provide a qualitative impact evaluation of the campaign. 22 focus groups were conducted with 203 participants. Results show that the purpose of the campaign was appreciated, even if some limitations of the video – in the choice and features of its protagonists – do not promote a concrete behavioral change. Results are discussed with the aim of suggesting some possible improvements for future campaigns on this topic.