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[Italiano]: Il volume raccoglie le conclusioni di un lavoro di ricerca che costituisce il naturale quanto autonomo sviluppo dei risultati del progetto MOBILAGE – Mobility and ageing: daily life and welfare supportive networks at the neighborhood level, finanziato nel biennio 2018-2020 da Fondazione Cariplo (Gant N° 2017-0942) e concluso nel giugno 2020. La questione ageing cities negli ultimi tempi ha assunto la connotazione di vera e propria emergenza soprattutto in ragione dei trend di crescita della popolazione anziana nelle città industrializzate. Il tema, di estrema rilevanza sia nel dibattito scientifico che nella prassi operativa nazionale e internazionale, si configura come una delle sfide/opportunità per ripensare/ridisegnare le città migliorando la qualità di vita degli anziani. Il gruppo di ricerca impegnato in questo lavoro, sotto la guida di Carmela Gargiulo, è costituito da giovani ricercatori che afferiscono al laboratorio TeMALab del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA) dell’Università di Napoli Federico II ./[English]: The volume gathers the conclusions of a research work that constitutes the natural as well as autonomous development of the project MOBILAGE - Mobility and ageing: daily life and welfare supportive networks at the neighborhood level, funded by Fondazione Cariplo in the biennium 2018-2020 (Gant N° 2017-0942) and finished in June 2020. The ageing cities have recently taken on the connotation of an absolute emergency due to the upward trends in the elderly population in industrialized cities. The issue, extremely significant both in the scientific debate and in national and international operational practice, is one of the challenges/opportunities to rethink/redesign cities, with a view to improving the quality of life of the elderly. The research group consists of young researchers, under the guidance of Carmela Gargiulo, who belong to the TemaLab Laboratory of the Department of Civil, Building and Environmental Engineering (DICEA) of the University of Naples Federico II.

Alle aree dismesse si riconosce una specifica identità e un pregio che travalica il fenomeno dismissione e che è legato a valori di tipo storico, economico, sociale, culturale e ambientale. Coerenti con tale ottica sono gli esempi in cui, almeno nelle dichiarazioni di intento, il recupero ed il riuso delle aree dismesse diventa un tema centrale per la definizione, a livello urbano, di nuovi Prg, come quelli di La Spezia, Torino, Bologna e Napoli. Nelle previsioni di questi Piani, le aree interessate dal fenomeno dismissione sono state integrate nel sistema urbano, da cui per anni erano state escluse, valorizzandone le potenzialità ambientali e economiche, e relazionandole tra loro nella direzione di una distribuzione equa dei carichi insediativi e delle nuove opportunità di riqualificazione della città. Napoli ha scelto di cogliere l’opportunità offerta dall’occasione della dismissione delle aree produttive attraverso la definizione di un nuovo strumento urbanistico organico che include le due grandi aree dismesse da attività produttive: una ad occidente, nel comprensorio di Coroglio-Bagnoli, l’altra ad oriente della città. L’articolo propone una lettura del ruolo affidato alle aree dismesse nel riqualificare territori urbani più ampi dei singoli lotti dismessi dalle attività produttive, attraverso la realizzazione di attrezzature di interesse generale, parchi pubblici, strutture turistiche e nuove residenze. Tali attività, una volta superati i pur rilevanti aspetti di compatibilità economico-finanziaria, potrebbero consentire anche una efficace reintegrazione delle aree dismesse nell’organizzazione funzionale urbana fino a renderle nodi centrali nel processo di trasformazione di tutta la città. Le strategie di trasformazione perseguite per le aree dismesse industriali a Napoli sono da leggersi nel quadro più ampio delle scelte delineate dall’Amministrazione Comunale per i quartieri periferici. L’ipotesi di fondo che guida gli interventi nei quartieri della periferia è costruita sulla ricerca di integrare gli elementi strutturanti di tipo storico e gli insediamenti di edilizia popolare; integrazione tra frammenti di diversa qualità e dimensione, che costituisce l’elemento motore della riqualificazione dei contesti marginali e degradati.

Il capitolo ha l'obiettivo di fornire un contributo utile all'aggiornamento "dei ferri del mestiere", alla definizione di nuovi metodi e tecniche per la conoscenza ed il governo delle trasformazioni della città che l'adozione di tale paradigma sembra garantire. Dopo una sintesi sulle definizioni di base del paradigma prestazionale derivate dalla disciplina economica, si cerca di applicare i concetti al governo delle trasformazioni urbane specificando gli adattamenti che tale operazione comporta e ricercando nuove modalità operative nelle attività del processo di governo delle trasformazioni urbane e territoriali.

L'articolo, dopo la descrizione di alcuni approcci conoscitivi che nel tempo hanno guidato la lettura ed il governo della città e del territorio, nella prima parte descrive approcci e teorie che attualmente risultano quelli più efficaci e quelli su cui converge la comunità scientifica (approccio sistemico, paradigma della complessità e teoria del caos). Sulla base di tali approcci l'articolo propone un'interpretazione del sistema urbano individuandone invarianti, componenti e relazioni tra queste.

Il presente contributo sintetizza un lavoro di ricerca che affronta ed approfondisce il tema relativo alla misura della variazione dei valori immobiliari per effetto delle trasformazioni urbane, con particolare attenzione alle trasformazioni che riguardano il sistema della mobilità. Da diversi anni, nell’ambito degli studi urbanistici, grande attenzione è posta agli effetti socio-economici e territoriali degli interventi di trasformazione urbana (Mollica, 2004) ed un particolare filone d’indagine ha riguardato gli effetti degli interventi di realizzazione/potenziamento di infrastrutture di trasporto pubblico. I primi studi sugli impatti socioeconomici e territoriali delle infrastrutture di trasporto pubblico (in particolare, della rete su ferro) sono stati condotti negli Stati Uniti, verso la metà degli anni ’60. Oltre agli effetti sul reddito e sulla distribuzione dello stesso, particolare attenzione è stata posta agli effetti di rilocalizzazione delle attività intorno ai nodi della rete del trasporto su ferro. La riduzione del costo generalizzato dello spostamento e l’aumento dell’accessibilità, che derivano dalla vicinanza ad una stazione, in alcuni casi hanno aumentato la domanda di spazi intorno a questi nodi da parte di cittadini, aziende, utenti dei servizi sul territorio, generando spesso una ridistribuzione delle attività. L’aumento della domanda, in linea con le leggi di mercato, ha determinato sovente un incremento di valori immobiliari nelle aree intorno a tali nodi, superiore rispetto alle altre aree cittadine. In altri termini, numerosi studi e osservazioni supportano l’idea che se l’aumento di accessibilità di un’area offre un beneficio in termini di sviluppo sociale ed economico e di miglioramento della qualità urbana, il valore di quel beneficio può essere capitalizzato nel prezzo delle proprietà immobiliari vicine (Bowes, Ihlanfeldt, 2001). “L’immobile, infatti, è un bene complesso il cui valore di mercato dipende da numerosi fattori, tra i quali occupano un posto primario la qualità dell’habitat e dei servizi presenti nelle vicinanze e l’accessibilità. L’immobilità, infatti, rende il valore degli edifici sensibile alle modifiche dell’ambiente urbano circostante (Curto, 1993; Rosato et al., 2002) e l’analisi del valore immobiliare può essere utile per valutare l’apprezzamento sociale di un intervento (Garrod et al., 1992)” (Rosato, Breil, Dallavalle, Giupponi, 2006). Per questo motivo, i valori immobiliari possono essere assunti come indicatori sintetici degli effetti di un intervento di trasformazione urbana ed, in particolare, di un intervento sul sistema della mobilità. Alla luce del breve inquadramento tracciato, il lavoro di ricerca presentato si è posto come finalità la messa a punto di un metodo per la misura della variazione dei valori immobiliari per effetto delle trasformazioni urbane, con particolare attenzione alle trasformazioni che riguardano il sistema della mobilità. Tale finalità è perseguita attraverso quattro obiettivi principali: l’approfondimento del dibattito disciplinare; la costruzione di un quadro delle esperienze più significative in ambito nazionale ed internazionale al fine di comprendere gli effetti che gli interventi sul sistema della mobilità hanno indotto sulla variazione dei valori immobiliari; la costruzione del metodo per misurare degli effetti prodotti da interventi di trasformazione del sistema della mobilità sui valori immobiliari e, infine, la verifica sperimentale del metodo su un’area campione. Nel presente contributo, in particolare, si propongono i risultati di tale lavoro costituiti dal quadro conoscitivo delle esperienze più significative degli ultimi anni in Italia e all’estero, e dal metodo messo a punto

Il contributo illustra una proposta progettuale per la riqualificazione di un’area del centro storico di Napoli attraverso la realizzazione di una rete di percorsi a prevalente fruizione pedonale. L’area di studio, il nucleo di Montesanto, è attualmente sede di rilevanti attrezzature urbane e si caratterizza quale nodo primario del trasporto urbano su ferro, punto di smistamento di rilevanti flussi di utenza sia verso il nucleo della città greco-romana sia verso l’area direzionale e il centro monumentale. La proposta progettuale – che si inquadra in un più ampio Piano per la Mobilità Pedonale Protetta nella città storica di Napoli - è volta a favorire la coesistenza, in condizioni di sicurezza, tra flussi pedonali ad elevata intensità e flussi automobilistici (utenza locale e accessibilità di emergenza), oltre che garantire l’innesco di un processo di riqualificazione che, a partire dagli archi e dai nodi della rete pedonale, investa l’area nel suo complesso. Più specificamente, a partire da una approfondita analisi delle caratteristiche di contesto e delle peculiarità dei singoli assi e nodi della rete viaria, la proposta fornisce indirizzi progettuali per la riorganizzazione delle attività e dei flussi lungo la rete viaria e per la conseguente ridefinizione delle caratteristiche spaziali degli elementi inclusi nella rete a prevalente fruizione pedonale., Tema. Journal of Land Use, Mobility and Environment, Vol 1, N° 3 (2008): Soft Mobility

L’articolo ha l’obiettivo di leggere e interpretare le esternalità positive, soprattutto in termini di riqualificazione urbana, connesse alla realizzazione di nodi/stazione delle reti ferroviarie ad alta velocità. La misura delle variazioni dei valori immobiliari, condotta attraverso l’analisi di numerose esperienze europee e italiane, viene considerata come un indicatore sintetico di qualità urbana conseguente all’apertura di una nuova stazione A.V. Tra i risultati del lavoro vi è l’individuazione delle relazioni tra nodo dell’alta velocità, variazioni immobiliari e tipologie di città e di contesto urbano in cui queste sono localizzate., Tema. Journal of Land Use, Mobility and Environment, Vol 1, N° 1 (2008): High Speed Cities

Il contributo riporta il lavoro di conoscenza e lettura del sistema insediativo della provincia di Avellino. In considerazione anche delle indicazioni elaborate dall'Unione Europea, il lavoro è stato aricolato in ragione dei seguenti obiettivi: individuazione delle caratteristiche insediative, anche in riferimento alle caratteristiche demografiche; definizione dei sistemi insediativi omogenei rispetto a caratteristiche formali, funzionali e ambientali; identificazione delle opportunità/potenzialità e delle carenze relative ai sistemi omogenei identificati; definizione di strategie di recupero, valorizzaizone e riorganizzazione dei sistemi omogenei.

L'articolo, attraverso la descrizione delle previsioni e degli interventi sulle principali componenti del sistema urbano napoletano, mette in luce punti di forza e punti di debolezza delle politiche di governo delle trasformazioni urbane e di governo della mobilità intraprese a partire dagli anni Novanta e ne individua le ricadute sul sistema ambientale.

Il contributo approfondisce le opportunità di pianificazione alla scala vasta attribuite alle Province dalla legge 142/90 e i recenti approcci innovativi che portano a redigere quadri territoriali di riferimento più che veri e propri piani, connotando gli strumenti alla scala vasta come piani di "indirizzi" più che piani di "norme".

Nell’attuale contesto le province sono chiamate a scegliere fra un ruolo di semplice soggetto notarile che, prendendo atto delle decisioni locali, ne propone, a posteriori, improbabili forme di integrazione e un ruolo di indirizzo strategico che, a valle della programmazione regionale, definisce idee forza, strategie e vincoli che siano in grado di guidare le trasformazioni delle singole realtà locali in un contesto di decisioni strategiche condivise e, quindi, di consenso partecipato e diffuso. A questa seconda visione dei compiti e dei ruoli della pianificazione provinciale si ispira il preliminare di Ptc della Provincia di Avellino.

L'articolo, a partire dall'individuazione delle cause della dismissione e dallo studio degli esempi internazionali più rilevanti, definisce un metodo di supporto alle decisioni per l'individuazione dei fattori ricorrenti che conducono al successo della trasformazione di un'area dismessa e che garantiscono qualità urbanistica, edilizia e sociale.

Il contributo è orientato alla messa in luce del ruolo strategico che, all'interno del processo di governo delle trasformazioni urbane, le aree industriali dismesse possono assumere nell'assetto e nell'organizzazione della città e del territorio, soprattutto quando queste risultano per estensione, qualità ambientale e localizzazione, di elevato valore strategico, sociale, economico ed urbanistico, e sono destinabili a nuove attività.

Questa parte del lavoro ha due obiettivi strettamente interrelati: il primo, di tipo metodologico, è la messa a punto di uno strumento di supporto alle decisioni utile sia ad decisore pubblico, per la scelta localizzativa delle aree da destinare alla sosta, che al privato, per la scelta tipologica più appropriata nella realizzazione dei manufatti per parcheggio in area urbana; il secondo, di tipo applicativo, è la individuazione degli spazi da destinare alla sosta all'interno del territorio urbano di Napoli. Il lavoro si articola in tre fasi. La prima fase, definiti vincoli, limiti e condizioni relativi all'area su cui realizzare un parcheggio, è stata dedicata alla costruzione puntuale dell'algoritmo e quindi alle possibili e compatibili alternative progettuali. Nella seconda fase, che rende possibile l'applicazione dell'algoritmo ad un caso specifico, la città di Napoli, si definiscono quegli ulteriori criteri di compatibilità che vanno di volta in volta definiti in relazione al contesto urbano di riferimento e che è opportuno adottare per la localizzazione delle aree da destinare alla sosta; tali criteri, tra l'altro, fanno riferimento alle indicazioni contenute nel Piano Comunale dei Trasporti e nel Piano Generale del traffico urbano e, in generale, alla compatibilità ambientale. Nalla terza parte, infine, si passa all'individuazione degli spazi da destinare alla sosta per tipologia di intervento all'interno del perimetro urbano di Napoli.

L'evoluzione della società dell'informazione, coinvolgendo l'insieme dei livelli sociali e dei rapporti tra soggetti, sopratutto tra partner economici, impone di utilizzare al meglio le opportunità offerte dallo spazio comune di informazione, anche per incentivare lo sviluppo turistico. Nell'attuale contesto concorrenziale, l'accesso alle informazioni e sopratutto la capacità di comunicare con i nuovi strumenti informativi diventano elementi essenziali di produttività e competitività. La globalizzazione dei mercati e l'affermarsi della società dell'informazione hanno come conseguenza, infatti, la dipendenza diretta della produttività e della competitività dall'accesso alla conoscenza e dalla possibilità di elaborare e scambiare informazioni. Per questo motivo il contributo è orientato a descrivere le potenzialità offerte dai nuovi strumenti di comunicazione che posseggono una elevata capacità ed una straordinaria efficacia di comunicazione e diffusione del messaggio, anche nel campo delle discipline afferenti al governo delle trasformazioni urbane e territoriali. A tal fine il contributo illustra alcuni esempi significativi.

Il contributo è incentrato sull'analisi delle strategie di intervento per il miglioramento dell'accessibilità sia alla scala urbana che alla scala edilizia. Si sostiene che affrontare il tema dell'accessibilità in maniera puntuale e non alla scala urbana può compromettere l'accessibilità funzionale ai servizi urbani nel loro complesso.

Il principio più volte ripreso in questo contributo: le comunicazioni sono il necessario prodotto delle attività localizzate nello spazio e da esse dipendono per quantità, qualità, distribuzione e intensità. Da questa premessa discende che per avviare a soluzione il problema dei trasporti è necessario affrontare, prioritariamente, un altro e più vasto problema: la distribuzione e la razionalizzazione delle attività sul territorio. In tale contesto la domanda di trasporto deve essere analizzata sia come prodotto delle caratteristiche strutturali del sistema insediativo che come risultato di meccanismi motivazionali che si spiegano nell'evoluzione dei modi di essere e di pensare della società post-industriale. Il contributo si articola nelle seguenti parti: aspetti urbanistici della domanda di mobilità, la mobilità urbana e metropolitana, la ricerca sui trasporti, il governo della domanda di mobilità per la città storica.

L'adozione dell'approccio sistemico e del paradigma della complessità è il presupposto per la messa a punto di una metodologia per l'individuazione degli indotti della diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione sul sistema dei trasporti e per la definizione di strumenti e procedure per il governo della mobilità, con particolare riferimento all'evoluzione della domanda di spostamento. I risultati conseguiti: individuazione delle dotazioni fisiche e delle condizioni funzionali che definiscono la propensione di un territorio all'innovazione; individuazione degli indotti della diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione sul sistema della mobilità e, in particolare, sull'evoluzione delle forme della domanda di spostamento; messa a punto di una metodologia di lettura e di interpretazione delle trasformazioni territoriali indotte dalle nuove tecnologie.

La relazione sostiene che la difesa e la prevenzione delle aree a rischio devono essere accompagnate dalla prevenzione e dalla difesa dai "rischi della ricostruzione". Il caso di studio rappresenta l'esempio delle difficoltà di tradurre in azioni di governo dell'emergenza le indicazioni, se pur vaghe, contenute nei progetti e nei piani redatti e approvati per guidare la ricostruzione fisica del territorio

Il contributo, nell'affrontare il tema dell'evoluzione del piano negli ultimi cinquanta anni in Italia per tracciare possibili evoluzioni compatibili con le richieste sociali, ambientale, economiche e competitive, si articolato nei seguenti paragrafi: nuovo significato e nuovi contenuti della pianificazione; dicotomia tra piano e progetto; evoluzione del piano e ragioni del suo fallimento; la città verso il XXI secolo; per una nuova forma-piano della città; forma-piano e nuovi modelli interpretativi; forma-piano e nuovi riferimenti metodologici

L'articolo descrive l'approccio scientifico utilizzato dal gruppo di ricerca impegnato nel Progetto Strategico "Aree Metropolitane e innovazione" nello svolgimento del lavoro dell'unità operativa. Inoltre, l'articolo in sintesi individua le cause dei più rilevanti e contradditori fenomeni che caratterizzano le grandi città occidentali.

L'articolo descrive lo scopo del lavoro di ricerca del gruppo di lavoro di Napoli, e soprattutto l'approccio e la metodologia. Partendo da un approccio di tipo sistemico si mettono in relazione gli elementi del sistema funzionale con quelli del sistema fisico al fine di individuare i nodi e le aree di maggiore problematicità e poter su di essi intervenire. Le fasi principali della metodologia sono: individuazione degli elementi che costituiscono la struttura della città; la ricomposizione delle interazioni degli elementi; la costruzione dell'abaco di relazione; la definizione delle matrici di interazione per individuare gli ambiti di intervento; la ridefinizione del sistema funzionale.

This book collects the papers presented at INPUT aCAdemy 2019, a special edition of the INPUT Conference hosted by the Department of Civil and Environmental Engineering, and Architecture (DICAAR) of the University of Cagliari. INPUT aCAdemy Conference will focus on contemporary planning issues with particular attention to ecosystem services, green and blue infrastructure and governance and management of Natura 2000 sites and coastal marine areas. INPUT aCAdemy 2019 is organized within the GIREPAM Project (Integrated Management of Ecological Networks through Parks and Marine Areas), co-funded by the European Regional Development Fund (ERDF) in relation to the 2014-2020 Interreg Italy – France (Maritime) Programme. INPUT aCAdemy 2019 is supported by Società Italiana degli Urbanisti (SIU, the Italian Society of Spatial Planners), Istituto Nazionale di Urbanistica (INU, the Italian National Institute of Urban Planning), UrbIng Ricerca Scientifica (the Association of Spatial Planning Scholars of the Italian Schools of Engineering) and Ordine degli Ingegneri di Cagliari (OIC, Professional Association of Engineers of Cagliari).

The state of abandonment which historical districts have experienced from the second post-war period is rooted in the inadequacy of urban services, the lower level of accessibility, the lack of green urban areas and the shift of economic activities in the suburbs. Urban regeneration, since the mid-1990s, has been promoted to enhance and improve these areas by considering their vocations and opportunities. It has the aim to protect and renew existing heritage, as well as intervene in multiple dimensions of urban systems. Given this multidimensional nature, we considered walkability as a driver of the quality and attractiveness of urban areas. Throughout the redevelopment of pedestrian paths, it is possible to enhance the connectivity among houses, services, public facilities and green spaces, valuing built heritage and promoting active and sustainable mobility, synonymous with wellbeing and social inclusion. Numerous studies demonstrated how active mobility measures improve health conditions, citizens’ and city users’ opportunities, and even safety perception and attractiveness of historic city centers. This study aims to deepen the role of active mobility measures in the definition of accessibility and the redevelopment of historical districts characterized by economic and social marginality, furthermore analyzing the competitive spill-over. To this end, we identified and classified in a matrix active mobility measures, resulting from the study and comparison of the latest strategies and best practices, related to physical, economic, social and functional features of historic districts. Finally, the study proposes the application to a material case, Pizzofalcone, a significant area of the city of Naples, due to the lack of integration with the rest of the historic city center, despite its centrality, and the economic and social marginality despite the historical and architectural value of urban fabric, landscape and cultural heritage.

The 15-minute city seems to represent a new way of looking at the city and responding to many current challenges, including climate change, aging population, and most recently Covid-19. However, if the 15-minute city idea is useful to guarantee an adequate supply of basic services, its basic principles cannot be adaptable to what we consider a city, especially to the big city. To this end, the paper considers the 15-minute city idea as an approach to be applied to the neighbourhood scale, in which the suitable supply of basic services and pedestrian paths and spaces allows to increase accessibility to places and the quality of life of the inhabitants. In this perspective, the work provides a methodology, based mainly on spatial analysis, aimed at defining 15-minute neighbourhoods by adopting a systemic approach. The methodology is tested on some suburbs located in the cities of Naples and London, whose different morphological, settlement and functional characteristics make them a significant experimentation test.

This latest TeMA Journal Special Issue ‘Mobile phone data to explore spatio-temporal transformations in contemporary territories’ takes up the focus of the journal in a stringent logical-temporal sequence. The volume, in fact, offers the scientific community an in-depth study on the increasingly relevant relationship between new communication technologies and the governance of urban and territorial transformations, and aims to develop a cognitive framework on the evolution of digital communications in the urban and territorial sphere and on their use for the knowledge of settlement phenomena.

Urbancompetitiveness,thestudyofwhichhasbroadenedsignificantly in recent decades, is the ability of a city to attract investments, people and new activities. It depends on a multitude of closely interrelated factors that characterise urban areas. The multidimensional approach, which is typical of urban compet- itiveness studies, allows the attitude to sustainability to be considered as one of the possible measures of competitiveness. This work aims to evaluate, at the local level, the relationship between urban competitiveness and the achievement of the Sustainable Development Goals adopted with Agenda 2030. The paper proposes a composite index structured in several dimensions that are useful to compare the competitive performance of cities’ districts in relation to social, economic and environmental sustainability features, providing a multidimensional ranking. The application phase focuses on the municipality of Naples, in Italy, chosen for the heterogeneity of its districts. The overall competitive performance of the city’s districts is highlighted, and their strengths and shortcomings in the different dimensions are considered. The results aim to emphasise the main components of competitiveness of the Neapolitan districts and support decision-makers in improving competitiveness in line with the Sustainable Development Goals.

This paper aims at proposing a possible alternative point of view to investigate the vulnerability of urban systems. The basic ideal refers to the possibility of thinking about vulnerability as deriving by the interactions of several risks that can affect the urban system and by the interactions among them. In this sense, it is possible to refer to an “integrated territorial risk”. Considering the city as a complex and dynamic system that while evolving produce entropy is the main theoretical reference supporting this study. The loss of energy during the evolution of the system corresponds to some conditions of inefficiency that involve the whole system and, as such, this lost energy can be assumed as a “systemic entropy”. Is it possible to measure the levels of this vulnerability of the urban system when it stays in ordinary conditions, namely not during stress states that modify the state of equilibrium of the system itself? It is possible to assess the production of this “internal entropy”? In order to answer to these questions in mind, this study aims at analyzing dyscrasias that can occur within the main components of the urban system in order to individuate possible strategies able both to mitigate the fragility of the urban system and to improve its resilience., Highlights • The city has to be considered as complex and dynamic systems. • Entropy can be assumed as resulting from dyscrasias within the urban system. • Urban risks and entropy are connected each other. • Resilience is an internal force shifting the system towards an equilibrium. • The assessment of dyscrasias represents a tool for managing urban transformations.

A growing body of international researchers has been studying the complex relationship between cities and energy consumption so to support local policy makers’ decisions and foster the transition towards a low-carbon future. However, despite the great interest of the literature for this topic, a consistent number of interactions between urban features and energy use at urban scale still lacks consensus. Therefore, this research aims to identify the urban factors that significantly affect a city’s energy and carbon footprint, thus supporting policy-makers in the definition of effective strategies and policies that can be implemented on an urban scale to reduce energy consumption and resulting CO2 emissions. Using a holistic approach rather than a sectorial one, we consider together a comprehensive set of urban factors – physical, functional, geographical, and socio-economic – describing the complexity and multidimensionality of cities for measuring their impacts on CO2 emissions. The results of the statistical analyses show that the two main categories of urban factors directly affecting CO2 emissions per capita are the geographical and physical features, whereas the functional and socio-economic characteristics of urban areas have an indirect effect on CO2 emissions. In other words, the climate condition of a city and its physical structure (both in terms of urban density and buildings characteristics) are in large part responsible for the use of energy and the resulting CO2 emissions within the urban perimeter. Given that the geographical factors of cities cannot be changed by human intervention, the key role of urban policies and spatial planning in addressing energy and environmental issues becomes of strategic importance for addressing climate change.

In the framework of the Smart Energy Master (SEM) project, carried out by the Department of Civil, Construction and Environmental Engineering (DICEA) in collaboration with four partners from industry, guidelines were drawn up "to promote behaviour and lifestyles aiming to reduce energy consumption in the urban environment". Such guidelines provide general orientation for improving energy efficiency and reducing resource consumption in urban contexts. The study, carried out in a context of networking and sharing research processes, specifically aims to give useful indications for a psycho-social change in local communities with the ultimate objective of the system's environmental health. The purpose is to offer a theoretical and methodological frame of reference to promote ecologically sustainable behaviour and lifestyles of citizens in Europe's smart cities of the future.

Smart is an expression used in recent years in science, and it refers to someone or something that shows a lively intelligence, with a quick learning curve and a fast response to external stimuli. The present scenario is dominated by the accelerated technological development that involves every aspect of life, enhancing the everyday tools through the use of information and digital processing: everything is smart, even cities. But when you pair the term smart to a complex organism such as the city the significance of the two together is open to a variety of interpretations, as shown by the vast and varied landscape of definitions that have occurred in recent years. Our contribution presents the results of research aimed at analyzing and interpreting this fragmented scene mainly, but not exclusively, through lexical analysis, applied to a textual corpus of 156 definitions of smart city. In particular, the study identified the main groups of stakeholders that have taken part in the debate, and investigated the differences and convergences that can be detected: Academic, Institutional, and Business worlds. It is undeniable that the term smart has been a veritable media vehicle that, on the one hand brought to the center of the discussion the issue of the city, of increasing strategic importance for the major challenges that humanity is going to face, and on the other has been a fertile ground on which to pour the interests of different groups and individuals. In a nutshell we can say that from the analysis the different approaches that each group has used and supported emerge clearly and another, alarming, consideration occurs: of the smart part of “Smart City” we clearly grasp the tools useful to the each group of stakeholders, and of the city part, as a collective aspiration, there is often little or nothing., Tema. Journal of Land Use, Mobility and Environment, Vol 8, N° 2 (2015): Cities, Energy and Built Environment