De Liso, D, Merola, V, Millefiornini, F, Pierangeli, F, Bisi, Monica, Bisi Monica (ORCID:0000-0001-8743-5821), De Liso, D, Merola, V, Millefiornini, F, Pierangeli, F, Bisi, Monica, and Bisi Monica (ORCID:0000-0001-8743-5821)
In questo lungo racconto che segna una svolta anche nella sua stessa produzione Calvino mette a tema non tanto la disabilità in sé, quanto il rapporto nel quale essa inevitabilmente coinvolge l’altro da sé, quell’‘altro’ dalla cui straniata prospettiva si leggono i fatti del racconto. L’autore guida, così, il lettore a una meditazione sull’inalienabilità, sulla tenuta dell’essenza umana, sulla natura umana come fatto che, nelle sue molteplici forme, si impone, oltre che all’esperienza, alle considerazioni dell’intelletto ma soprattutto alle risposte della volontà. I confini dell’umano, che fino a un certo punto, nel racconto, sembrano oggetto di discernimento razionale, si rivelano nella loro problematicità ineludibile, che esige continui riorientamenti, correzioni di rotta da parte di una volontà chiamata allora non più a delimitare, ma ad allargare tali confini, anche oltre lo spazio di manovra dell’intelletto e in sofferta dialettica rispetto alla prospettiva culturale marxista. Si tratta di una volontà da trasfigurare, che sia espressione non solo del sé, ma anche, e soprattutto, della rinuncia all’affermazione di sé di fronte all’intuizione di vedersi altro rispetto a qualcuno che si fa presente e interpella. Lo stile interrogativo, l’attitudine al progressivo approssimarsi al cuore delle questioni, le forme espressive attraverso le quali l’autore sospinge il lettore ad un capovolgimento di sguardo sui confini dell’idea di disabilità sono oggetto privilegiato di queste analisi, in quanto strumenti performativi di una poetica tesa a far maturare nei lettori coscienza delle cose del mondo, a far esplodere, come diceva Calvino, la «carica morale dei fatti»., In this long story that marks a turning point also in his own production, Calvino focuses not so much on disability in itself, but on the relationship in which it inevitably involves the other from himself, that other from whose alienated perspective we read the facts of the tale. Thus, the author guides the reader to a meditation on inalienability, on the sealing of human essence, on human nature as a fact that, in its many forms, imposes itself on the considerations of the intellect but especially to the responses of the will. It is a will that must transfigured, which is an expression not only of the self, but also, and above all, of the renunciation of self-affirmation. The interrogative style, the attitude to progressively approach the heart of the issues, the expressive forms through which the author pushes the reader to a reversal of the gaze on the boundaries of the idea of disability are the privileged object of these analyzes