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Il mattering può essere tradotto in italiano come "senso di contare" e può essere definito come la sensazione di sentirsi una persona importante, degna e apprezzata (Prilleltensky, 2020; Schlossberg, 1989). I primi ricercatori ad introdurre il concetto del mattering sono stati Rosenberg e McCollough (1981) che, studiando l’autostima, lo hanno definito come l’esperienza soggettiva di essere rilevante o insignificante. Dal loro punto di vista la persona che sente di contare vive il mattering in virtù dei legami significativi che ha con le altre persone. Questo capitolo esplora il mattering degli e delle adolescenti in Italia in diversi ambiti di vita (famiglia, amici e scuola), indagando le sue correlazioni con le 6C del Positive Youth Development.

Questo capitolo presenta una ricerca qualitativa svolta con adolescenti che vivono su tutto il territorio italiano, i/le quali hanno potuto esprimersi in maniera libera raccontando con le proprie parole cosa la pandemia e la guerra scoppiata in Europa hanno significato e significano per la loro crescita. Nasce dall’inquietudine di indagare in maniera approfondita i cambiamenti sia positivi sia negativi che la pandemia ha generato per gli/le adolescenti. In merito a questo abbiamo ritenuto che i due anni trascorsi dallo scoppio della emergenza sanitaria fossero anche un “buon” tempo per riflettere insieme agli/alle adolescenti sul suo significato e sui cambiamenti che questa ha portato nelle loro vite. Infatti, la crescita post-traumatica, per potersi sviluppare, potrebbe avere bisogno di un periodo di rielaborazione più lungo rispetto allo stress e al disagio, che emergono, invece, in maniera più veloce a seguito del trauma. Abbiamo inserito anche un approfondimento sull’impatto dello scoppio della guerra in Ucraina partendo da un assunto ecologico: quanto accade a livello comunitario ha sempre un qualche impatto sulle vite delle singole persone (Bronfenbrenner, 1992).

Questo capitolo presenta il resoconto – dati e processo, contenuti ed esperienza – di un’indagine che è stata realizzata nell’autunno del 2019 nella diocesi di Saluzzo (Cuneo). Si tratta di un’iniziativa di grande interesse, che ha dato risultati che vanno al di là di quelli immaginati e perseguiti. L’esito dell’indagine è da valutare non solo in termini di migliore conoscenza degli adolescenti del territorio, ma anche come occasione di dialogo e di alleanza tra la realtà ecclesiale, quella scolastica del territorio, quasi una prima messa in atto di quella strategia delle alleanze suggerita ed invocata da Papa Francesco nel Global Compact on Education. L’indagine è nata dalla volontà della diocesi – Vescovo e pastorale giovanile – di far precedere la Missione Giovani, programmata per la primavera del 2020, da una volontà di conoscenza degli adolescenti e dei giovani, destinatari della Missione stessa. Un gruppo di operatori della pastorale giovanile ha svolto un lavoro di preparazione attento e minuzioso, sia dal punto di vista organizzativo sia dal punto di vista dei contenuti, dando vita ad un équipe che si è coinvolta nel progetto, assumendone la responsabilità e acquisendo via via competenze: questo costituisce uno dei risultati dell’iniziativa, insieme all’attività di ricerca.

La transizione all’età adulta è da sempre caratterizzata dalla presenza di sfide e opportunità. Per i Millennials questa transizione è diventata ancora più complessa che in passato. Nel drammatico 2020, quali configurazioni ha assunto il benessere dei giovani? Giovani donne e giovani uomini mostrano livelli uguali o diversi di benessere? Già prima della pandemia erano le giovani donne a riscontrare maggiori fatiche: minor livelli di autostima, necessità di conciliazione famiglia-lavoro, e presenza dei due noti fenomeni come glass celiling (soffitto di cristallo) e sticky floor (pavimento di pece). I risultati emersi dalle analisi dei dati mostrano un quadro sorprendentemente chiaro: sulla gran parte delle variabili considerate come indicatori di benessere i giovani uomini riportano punteggi significativamente maggiori rispetto alle loro coetanee. Inoltre, sembra che la variabile genere riesca a sovrastare tutte le altre variabili strutturali, quali la collocazione geografica, la condizione lavorativa e il titolo di studio., The transition to adulthood has always been characterized by challenges and opportunities. For Millennials, this transition has become even more complex than in the past. In the dramatic 2020s, what configurations has the well-being of young people taken? What level of wellbeing do young women and young men have? Does it differ between the two? Young women were experiencing the greatest struggles even before of the pandemic, reporting less self-esteem, the need for family-work balance along with the two well-known phenomena of the glass ceiling and the sticky floor. The results that emerged from the analysis of the data show a surprisingly clear picture: on most of the variables considered as indicators of wellbeing, young men report significantly higher scores than young women. Moreover, it seems that the gender variable overcome all the other structural variables, such as geographical location, employment status and educational level.

Il capitolo presenta i risultati di una ricerca condotta nell'autunno del 2020 su un campione di 800 giovani adulti italiani. Gli autori provano ad allontanarsi dalla retorica della crisi lavorativa come panacea di tutte le difficoltà connesse al fare famiglia e cercano di estendere il punto di vista anche all'ambito relazionale. Essi pongono una speciale attenzione alle dimensioni comunitarie e contestuali. I risultati evidenziano che a maggiore stabilità lavorativa non corrisponde un maggior investimento in progetti familiari. Invece, l’intenzione di sposarsi è influenzata dal porre fiducia negli altri e dal provare un alto senso di responsabilità nei confronti della comunità in cui si vive. Inoltre, coloro che sentono di non essere soli nella gestione delle difficoltà ma si sentono in una relazione di interdipendenza con gli altri sono più propensi a desiderare di avere dei figli., The chapter presents the results of a survey conducted in the fall of 2020 on a sample of 800 young Italian adults. The authors attempt to move away from the rhetoric of the job crisis as a panacea for all the difficulties that are connected to family formation. They, indeed, apply a relational perspective paying special attention to community and contextual dimensions. The results show that greater job stability does not correspond to greater investment in family projects. Instead, intention to marry is influenced by trusting others and feeling a high sense of responsibility for the community in which one lives. In addition, those who feel that they are not alone in dealing with difficulties but are in a relationship of interdependence with others are more likely to desire to have children.

The aim of this paper is to give a comparative analysis of the way in which young people coming from different European Countries had been using the Internet during the “lockdown period” imposed by national Institutions between march and april 2020 to cope with Covid-19 Pandemia. In the first paragraph the focus is on the informative uses of the Internet. More in details, we observed how old and new media integrated in the “digital diets” of young people during the crisis period. In the second paragraph the attention shifts on social network uses; in particular we observed their impact on young people’s information search, on their emotional status and on their possibility to get in touch with other people, giving and receiving concrete – albeit online – support. In the third paragraph we analysed the relationship between young people and some services provided by the Internet had become pivotal during lockdown (e-commerce, food delivery, entertainment). Finally we examined the relationship between young people and the “digital translation” of some relevant dimensions in everyday life such as work, studying and religion/spirituality.

L'obiettivo dell'indagine è quello di effettuare una comparazione tra i giovani italiani e quelli residenti in alcuni grandi Paesi europei (Francia, Spagna, Germania, UK) in merito agli usi della rete di Internet durante il lockdown che le istituzioni nazionali hanno imposto durante i mesi di marzo-aprile 2020 per contrastare la pandemia di Coronavirus. Nel primo paragrafo si affronta il tema dell’uso informativo della rete, con particolare riferimento al modo in cui vecchi e nuovi media si integrano nella dieta informativa durante il periodo di crisi. Nel secondo paragrafo ci si concentra sui social network, “luogo” della rete in cui funzione informativa e pratiche partecipative si trovano a vivere a stretto contatto e in continua ibridazione. Mediante l'analisi dell'uso dei social network da parte dei giovani europei si è potuto così esplorare, oltre alle strategie di recupero delle informazioni, l'atteggiamento nei confronti della socialità e della partecipazione intesa come capacità di dare/ricevere supporto tramite il ricorso alla sfera online. Allo stesso tempo si è potuto anche osservare come l'uso dei social network durante il lockdown si colleghi al contenimento o all'innalzamento dei livelli di ansia e di panico da parte dei propri utenti. Infine si è osservato l’uso che i giovani hanno fatto delle piattaforme digitali legate in particolare ad alcuni servizi (spesa a domicilio, intrattenimento mediale, e-commerce) e si è analizzato il rapporto dei giovani con la “traduzione” digitale di alcune attività centrali nella vita quotidiana tout-court: lavoro, studio, vita spirituale.

La nuova crisi economica, nata in seguito alla pandemia di Covid-19, rischia di diventare una trappola in cui, ancora una volta (pochi anni dopo l’uscita da una grave recessione), i progetti di vita dei giovani rischiano nuovamente di venire travolti. Il capitolo si propone di dare un primo sguardo agli effetti della crisi sanitaria sulla progettualità familiare dei giovani in Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.

Il Positive Youth Development (PYD) sostiene che tutti gli adolescenti devono essere visti come portatori di risorse da sviluppare e invita a valorizzare i loro talenti e le loro capacità. Questa breve introduzione ripercorre le ipotesi alla base del PYD e illustra le 5C da promuovere: Competenza, Fiducia, Connessione, Rispetto e Responsabilità, Cura e Compassione. Inoltre, offre una breve sintesi di quanto emerso nel volume precedente (Generazione Z. Guardare il mondo con fiducia e speranza) e introduce il tema centrale del nuovo volume: i valori., Positive Youth Development (PYD) argues that all adolescents should be seen as having resources to develop and calls for valuing their talents and abilities. This brief introduction traces the assumptions behind PYD and outlines the 5Cs to be promoted: Competence, Trust, Connection, Respect and Accountability, Care, and Compassion. Moreover, it offers a brief summary of what emerged in the previous volume (Generation Z. Looking at the world with faith and hope) and introduces the central theme of the new volume: values.

Tra le numerose definizioni di "valore" presenti in letteratura, si assume la concettualizzazione secondo la quale i valori sono credenze che orientano il comportamento delle persone e che si rivelano soprattutto nel momento in cui queste si trovano di fronte a scelte importanti. Scopo di questo capitolo è restituire i principali risultati di una indagine qualitativa sugli adolescenti volta, in particolar modo, a esplorare il loro universo valoriale. Si sono svolti cinque focus group coinvolgendo complessivamente 41 adolescenti di due città della Provincia Autonoma trentina: il suo capoluogo, Trento, e Rovereto., Among the many definitions of "value" found in the literature, we assume the conceptualization according to which values are beliefs that guide people's behavior and that are most revealed when they are face with important choices. The purpose of this chapter is to report the main results of a qualitative research on adolescents which aimed at exploring their values. Five focus groups were held, involving a total of 41 adolescents from two cities in the Autonomous Province of Trento: its main city, Trento, and Rovereto.