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L’articolo discute di innovazione sociale sulla base dell’analisi di Polanyi e di Marshall e dei contributi successivi che si sono sviluppati a partire da quel quadro teorico. Le ragioni dell’innovazione sociale vengono interpretate alla luce della crisi del welfare capitalism e dei disequilibri che si sono manifestati nelle istituzioni fonti di integrazione e coesione sociale. Gli autori propongono una valutazione dei processi e delle esperienze di innovazione sociale che ne mette in luce la rilevanza, ma anche l’ambivalenza e i limiti nel rispondere alla crisi., This article discusses the concept of social innovation on the basis of Polanyi’s and Marshall’s analyses and of more recent contributions working within that theoretical framework. The authors propose an interpretation of social innovation on the basis of the crisis of welfare capitalism and of the instability of the institutional foundations of social cohesion and integration. The relevance but also the ambivalence and limits of the processes and practices of social innovation are discussed and evaluated as potential responses to this crisis.

Con “città umana”, si intende una città in grado di coniugare sviluppo e coesione sociale, attraverso la capacità di esprimere governance democratica. Le città si stanno misurando con la complessità di dover creare opportunità economiche in un clima di accesa competizione, di contrazione del mercato e di risorse ridotte. In questo quadro l’innovazione sociale può giocare un ruolo nell’aiutare a rinvigorire le economie locali e la coesione sociale. Ma innovazione sociale implica governance democratica, ovvero l’identificazione di nuove forme di partecipazione politica, capaci di tradurre i bisogni dei cittadini in politiche e azioni: rendendo quanto più inclusivo possibile il processo decisionale anche utilizzando le nuove tecnologie e non trascurando la sostanziale debolezza dei processi democratici e sulla deriva post-democratica, propria dei regimi oligarchici, che talvolta assumono le reti il cui processo decisionale passa esclusivamente, o pressoché esclusivamente con l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’ultima questione è quella relativa alla coesione sociale che inerisce al bisogno di neutralizzare gli elementi disgregativi emergenti dalla condizione post-moderna, quali la frammentazione l’individualizzazione e, in maniera ancora più significativa, la crescita delle ineguaglianze, la polarizzazione sociale, la marginalizzazione e l’esclusione. In contrasto con questi processi disgreganti, nel corso si esaminano quelle pratiche emergenti di innovazione sociale che mirano a ricreare relazioni socio-spaziali ricucendo un tessuto sociale, ad attivare e responsabilizzare gli individui e le comunità.

Il capitolo tratta delle diverse forme urbane e dei processi e degli attori responsabili dell'evoluzione e , in particolare, della forma urbana contemporanea.

La presenza della povertà appare un elemento caratteristico della città contemporanea. È anzi possibile sostenere che sono proprio alcune dinamiche urbane relative alle forme di insediamento della popolazione, agli assetti demografici e produttivi, alle modalità di governo della città che alimentano la povertà urbana. Nel capitolo si discute innanzitutto la riscoperta in Europa e USA della questione sociale della povertà negli anni ’80, e del suo carattere sempre più spiccatamente urbano. La povertà infatti, come viene rapidamente discusso nel secondo paragrafo, cessa di essere una condizione ineluttabile della condizione umana per diventare una questione politicamente rilevante con il processo di sviluppo delle città sostenuto dalla rivoluzione industriale: la povertà moderna diventa una questione urbana. Nel terzo paragrafo vengono discusse le principali interpretazioni della natura della povertà urbana, mentre nel quarto paragrafo vengono presentate alcune delle principali ricerche sulle caratteristiche della povertà urbana in Italia. Infine, l’ultimo paragrafo è dedicato alle politiche di contrasto della povertà urbana con particolare riferimento alla dimensione del quartiere.

The chapter provides a road map for the exploration of the ‘creative city’ as a conceptual construct, a normative ideal and a set of policy practices. It takes as a starting point the concept of city marketing and the economic and political changes that brought about the application to cities of marketing and branding theories. It discusses the concept of branding, in the corporate world and as applied to cities, showing the relation between branding and a new orientation in urban policy-making that serves as the framework within which branding activities take place. It is argued that branding activities are constructed on the basis of a selective interpretation of two different bodies of literature and are integrated into two different sets of urban policies, each with its own tensions and internal contradictions. In the final section a number of problems related to the evaluation of branding are presented.

Il capitolo definisce il quadro teorico e gli strumenti concettuali utilizzati nella ricerca. Il punto di partenza è costituito dai modelli di sviluppo prevalenti nelle società europee e dalla valutazione della loro efficacia. Dalla presa d’atto degli effetti di questi modelli nasce l’esigenza di un loro superamento e la ricerca di alternative efficaci in termini di giustizia sociale. Vengono quindi discussi modelli di sviluppo alternativi che mettono al centro della loro azione la soddisfazione dei bisogni fondamentali individuali e collettivi. All’interno del quadro generale dei modelli alternativi, si presenta il concetto di innovazione sociale, quale elemento centrale e strutturante di questi modelli; tramite il concetto di innovazione sociale si introduce la discussione sullo sviluppo territoriale integrato e quindi sullo specifico modello che mette in connessione sviluppo territoriale integrato e innovazione sociale.

Il capitolo analizza lo sviluppo delle politiche di rigenerazione urbana nei ultimi decenni, ricostruendo le più significative tipologie che si sono di volta in volta affermate come prevalenti. Ne valuta quindi l’efficacia rispetto ai due obiettivi generali della politica urbana, stimolare la crescita economica e raggiungere equità e integrazione sociale.

Il capitolo riporta e sistematizza i risultati di alcune ricerche empiriche che hanno analizzato le pratiche di innovazione sociale che producono servizi alle persone. La riflessione si articola su tre temi: in primo luogo guarda alla domanda di spazi si è sempre più andata connotando come domanda di luoghi, cioè di spazi in cui avvengono pratiche dense di significati per i partecipanti che riguardano gli scambi, i flussi e gli incontri; in secondo luogo discute dei soggetti che si sono attivate come portatori di nuove e diversificate domande. Infine espone alcune questioni problematiche che riguardano le possibili risposte istituzionali a questo complesso insieme di domande.

Il capitolo definisce e analizza le nuove politiche urbane a partire dalle domande emergenti nell’economia e nella politica delle aree metropolitane. Si sofferma poi sulle due maggiori tipologie di intervento: i grandi progetti di rinnovo urbano e i programmi di sviluppo integrato per mettere in luce punti di forza e di debolezza. Infine offre una riflessione critica sul discorso della partecipazione dei cittadini ai progetti di rigenerazione urbana.

Il libro espone una sintesi ragionata delle trasformazioni del sistema urbano europeo dalle origini all’epoca contemporanea; analizza inoltre i cambiamenti nella forma fisica della città europea contemporanea alla luce dei processi che hanno investito l’economia, la politica e la cultura.