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If there is to be a ‘new urbanism’ – Koolhaas wrote in 1995, after declaring its death – it will be the staging of uncertainty. Mutation, unpredictability and indeterminacy characterise the contemporary urban question and are generating, after the initial bewilderment, disciplinary developments that proceed in search of hybrid forms of Planning, less and less conformative and prescriptive. This contribution – placed inside this process, which calls for a redefinition of the tools and categories of reading, design, and management of transformations – proposes the construction of a theoretical-methodological framework based on the actualisation of the concepts of Typology, Topography and Tectonics and advances concrete operational hypotheses for the regulation, prefiguration and activation of transformations from an inclusive transdisciplinary perspective.   Article info Received: 11/09/2023; Revised: 12/10/2023; Accepted: 26/10/2023, Se una ‘nuova urbanistica’ esiterà – scriveva Koolhaas nel 1995, dopo averne dichiarato la morte – consisterà in uno scenario di incertezza. Mutazione, imprevedibilità e indeterminatezza caratterizzano la questione urbana contemporanea e vanno generando, superato lo spaesamento iniziale, sviluppi disciplinari che procedono alla ricerca di forme ibride di pianificazione, sempre meno conformative e prescrittive. Inserendosi in questo processo, che richiede una ridefinizione degli strumenti e delle categorie di lettura, progetto e gestione delle trasformazioni, il contributo propone la costruzione di un quadro teorico-metodologico fondato sull’attualizzazione dei concetti di Tipologia, Topografia e Tettonica, avanzando ipotesi operative concrete per la regolamentazione prefigurazione e attivazione delle trasformazioni in un’ottica inclusiva transdisciplinare.   Info sull'articolo Ricevuto: 11/09/2023; Revisionato: 12/10/2023; Accettato: 26/10/2023

If there is to be a ‘new urbanism’ – Koolhaas wrote in 1995, after declaring its death – it will be the staging of uncertainty. Mutation, unpredictability and indeterminacy characterise the contemporary urban question and are generating, after the initial bewilderment, disciplinary developments that proceed in search of hybrid forms of Planning, less and less conformative and prescriptive. This contribution – placed inside this process, which calls for a redefinition of the tools and categories of reading, design, and management of transformations – proposes the construction of a theoretical-methodological framework based on the actualisation of the concepts of Typology, Topography and Tectonics and advances concrete operational hypotheses for the regulation, prefiguration and activation of transformations from an inclusive transdisciplinary perspective.   Article info Received: 11/09/2023; Revised: 12/10/2023; Accepted: 26/10/2023, Se una ‘nuova urbanistica’ esiterà – scriveva Koolhaas nel 1995, dopo averne dichiarato la morte – consisterà in uno scenario di incertezza. Mutazione, imprevedibilità e indeterminatezza caratterizzano la questione urbana contemporanea e vanno generando, superato lo spaesamento iniziale, sviluppi disciplinari che procedono alla ricerca di forme ibride di pianificazione, sempre meno conformative e prescrittive. Inserendosi in questo processo, che richiede una ridefinizione degli strumenti e delle categorie di lettura, progetto e gestione delle trasformazioni, il contributo propone la costruzione di un quadro teorico-metodologico fondato sull’attualizzazione dei concetti di Tipologia, Topografia e Tettonica, avanzando ipotesi operative concrete per la regolamentazione prefigurazione e attivazione delle trasformazioni in un’ottica inclusiva transdisciplinare.   Info sull'articolo Ricevuto: 11/09/2023; Revisionato: 12/10/2023; Accettato: 26/10/2023

The quality of public space requires new study paradigms: interconnected pieces of a broader urban green system can guarantee ecosystem services and liveability to spaces full of cultural meaning and social attraction. In particular, green roof gardens, by guaranteeing new connections with the context, prove to be a new strategic possibility to give value and space to nature, looking at the built city as a living system. An increasingly frequent, sometimes generative element of the language of the ‘third digital green industrial revolution’, green roof gardens have provided a compositional, formal and ornamental response to the need to save energy and reduce the consumption of materials and natural resources on a city-wide scale, as well as that of architecture, in different climatic and socio-technical contexts. This contribution intends to analyse green roof gardens as a strategic element for the overall regeneration of the urban system and as an architectural element identifying the design culture of our time., La qualità dello spazio pubblico richiede nuovi paradigmi di studio: tasselli interconnessi di un più ampio sistema di verde urbano possono garantire servizi ecosistemici e vivibilità a spazi densi di significato culturale e attrattiva sociale. In particolare il verde pensile, garantendo nuove connessioni con il contesto, si dimostra nuova possibilità strategica per dare valore e spazio di natura, guardando alla città costruita come a un sistema vivente. Elemento sempre più frequente, talora generativo, del linguaggio della ‘terza rivoluzione industriale digitale verde’, il verde pensile ha fornito una risposta in chiave compositiva, formale e ornamentale alle esigenze di risparmio energetico e di minor consumo delle risorse materiali e naturali alla scala della città, come a quella dell’architettura, in contesti climatici e socio-tecnici differenti. Il contributo intende analizzare il verde pensile nel suo ruolo di elemento strategico per la rigenerazione complessiva del sistema urbano e di elemento architettonico identificativo della cultura del progetto del nostro tempo.

The quality of public space requires new study paradigms: interconnected pieces of a broader urban green system can guarantee ecosystem services and liveability to spaces full of cultural meaning and social attraction. In particular, green roof gardens, by guaranteeing new connections with the context, prove to be a new strategic possibility to give value and space to nature, looking at the built city as a living system. An increasingly frequent, sometimes generative element of the language of the ‘third digital green industrial revolution’, green roof gardens have provided a compositional, formal and ornamental response to the need to save energy and reduce the consumption of materials and natural resources on a city-wide scale, as well as that of architecture, in different climatic and socio-technical contexts. This contribution intends to analyse green roof gardens as a strategic element for the overall regeneration of the urban system and as an architectural element identifying the design culture of our time., La qualità dello spazio pubblico richiede nuovi paradigmi di studio: tasselli interconnessi di un più ampio sistema di verde urbano possono garantire servizi ecosistemici e vivibilità a spazi densi di significato culturale e attrattiva sociale. In particolare il verde pensile, garantendo nuove connessioni con il contesto, si dimostra nuova possibilità strategica per dare valore e spazio di natura, guardando alla città costruita come a un sistema vivente. Elemento sempre più frequente, talora generativo, del linguaggio della ‘terza rivoluzione industriale digitale verde’, il verde pensile ha fornito una risposta in chiave compositiva, formale e ornamentale alle esigenze di risparmio energetico e di minor consumo delle risorse materiali e naturali alla scala della città, come a quella dell’architettura, in contesti climatici e socio-tecnici differenti. Il contributo intende analizzare il verde pensile nel suo ruolo di elemento strategico per la rigenerazione complessiva del sistema urbano e di elemento architettonico identificativo della cultura del progetto del nostro tempo.