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Dell’Ara Pacis Augustae, Altare della Pace Augusta a Roma, si conoscono sia la data della costituzione che quella della dedica. Se prendiamo la data della dedica, 30 Gennaio del 9 a.C., che è anche la data più nota, ci possiamo chiedere: ma che data è? Posta in tal maniera, la domanda sembra banale, quasi assurda. Non è così. Per rispondere, dobbiamo fare un esercizio di cronologia. Con questo esercizio possiamo vedere che la data 30 Gennaio 9 a.C. del calendario giuliano prolettico è diversa dalla data del calendario giuliano storico. E viceversa, la data del 30 Gennaio del calendario storico è diversa da quella del calendario prolettico. La differenza, senza importanza per la storia, diventa rilevante per qualsiasi analisi archeo-astronomica collegata all'Ara (a tal proposito si darà ampio spazio al lavoro di Frischer et al. 2017). Questo esercizio di cronologia sarà inserito in una discussione che riguarda sia la dedica che la costituzione dell’Altare, partendo dalle parole di Augusto nelle Res Gestae, che dice l’Ara venne decretata dal Senato, costituita il 4 Luglio 13 a.C., al suo ritorno dalle provincie di Spagna e Gallia. In precedenza, quando Augusto era tornato dall’Oriente (12 Ottobre 19 a.C.), il Senato aveva decretato la costruzione dell’Altare della Fortuna Redux. Gli altari alla Fortuna ed alla Pace costituivano quindi un’attenzione da parte dei Romani alla celebrazione del ritorno (reditus) imperiale. Per il reditus dalle terre d’oltremare, oltre all’altare della Fortuna Redux, il Senato aveva deciso le feste note come Augustalia, il primo giorno delle quali, il 12 Ottobre, era divenuto un giorno appellato del Calendario, aggiunto a quelli delle feste tradizionali romane. Quindi, tornando all’Altare della Pace Augusta, sappiamo per certo e proprio da Augusto, che l’altare è stato decretato per il reditus da Spagna e Gallia. Le date di costituzione e dedica vengono dai calendari antichi romani. Infine, si accenna anche, per completezza, al Trofeo delle Alpi (La Turbie), decretato dal Senato in onore di Augusto per la pacificazione dei popoli delle Alpi e ad altri monumenti. Contenuto: L'Ara Pacis – La cronologia del monumento - Un documento - Il Decreto del Senato - La Gallia e la Spagna - Profectio - Il reditus imperiale - La Fortuna Redux e la Pax Augusta - Costituzione di un tempio - Senatoconsulto, Età imperiale - Dal Dizionario epigrafico di antichità romane - Il Calendario Amiternino - Sancta vocant augusta patres - Le Idi di Gennaio - Jupiter auget - Pax Augusta non Augustea – Dal votante al dedicante – Consacrazione romana - Tutte Auguste - Cassio Dione, LIV 25 e 36, su reditus imperiale (in Inglese) – Pomerio - Altare della Vittoria - Anche al presente - Ancora sulle parole di Dione - Salute, Concordia e Pace (υγεία, ομόνοια και ειρήνη) – L’Ara Pacis sul Campidoglio - Cronologia del ritrovamento - Constitutio, inauguratio et dedicatio dell’Ara - Dove era in origine – Riassumendo - Magistrati cum imperio e magistrati sine imperio - La data della dedica - Archeoastronomia - 3D ed allineamenti - 21 Aprile – Niente solstizio d’inverno - Il concepimento di Augusto - Controllare il tempo - Ma sarà proprio il monumento in Figura 1? - Culto della Pace nel mondo Greco e Romano dal quarto secolo a.C. all’Età Flavia - L’Altare alla Gens Augusta - Versioni Wikipedia - Il grandioso Trofeo delle Alpi – La nuova via - Il cognome di Ottaviano, Thurino - Pacator e Vindex – Pace - Caduceatores - Due giorni da celebrare in egual misura - Il Genius politico e degli altari – Quando è morto Druso? Dedicata da Augusto in persona? - La processione – Il compleanno di Livia - Feriale Cumanum, Supplicationes ed Imperium - Orazio e l’opera d’Augusto - Il Senato e le Supplicationes - Glossario religione romana - Pratiche cultuali nel mondo romano – Il divin imperatore - Augusto e gli Augustalia – Pax Romana e Pax Augusta – La dinastia - La Chiesa e la costituzione degli altari - La dedicazione dell’altare - La dedicazione di una chiesa - Appendice A – Appendice B - Riferimenti&nbsp

La data 30 Gennaio del 9 a.C. è generalmente considerata come quella del giorno della dedica dell'Ara Pacis (Altare della Pace Augusta) a Roma da parte di Augusto. Ma che data è il 30 Gennaio 9 a.C.? Posta in tal maniera, la domanda sembra banale, quasi assurda. Non è così. Per rispondere dobbiamo fare un esercizio di cronologia. Con questo esercizio possiamo vedere che la data 30 Gennaio 9 a.C. del calendario giuliano prolettico è diversa dalla data del calendario giuliano storico. E viceversa, la data del 30 Gennaio del calendario storico è diversa da quella del calendario prolettico. La differenza, apparentemente senza importanza, diventa fondamentale per qualsiasi analisi archeo-astronomica collegata all'Ara. Come nota storica, si riportano le parole di Augusto, che dice dell’Ara che venne decretata dal Senato (4 Luglio del 13 a.C.) al suo ritorno dalle provincie di Spagna e Gallia. Quando Augusto era tornato dall’Oriente, il Senato aveva decretato la costruzione dell’Altare della Fortuna Redux. L’Ara Pacis costituiva quindi un’attenzione da parte dei Romani alla celebrazione del reditus imperiale. Dalle stesse parole di Augusto quindi, sappiamo per certo che l’altare della Pace Augusta è stato decretato per la “pacificazione” di Spagna e Gallia. Le date di costituzione e dedica vengono dai calendari antichi romani. Infine, si accenna anche, per completezza, al Trofeo delle Alpi (La Turbie), decretato dal Senato in onore di Augusto per la pacificazione dei popoli delle Alpi.&nbsp

Is there an ancient “ecological awareness” and is it conceivable to refer to it as a legacy that feeds contemporary efforts to innovate in environmental protection? Following an interdisciplinary approach, an innovative research project (ERA - Ecology of Ancient Rome) –whose promising scientific perspectives emerged during the I Colloquium ERA: The ecological awareness in Ancient Rome: origin and evolution (Florence, November 6-7, 2019)– tries to analyse different historical orientations in environmental matters from ancient Rome to Modern Age. Starting from the project’s theme, this paper focuses on the relationship between “gender question” and “environmental question” as well as on the historical reading of the relationship between woman and nature, in order to highlight the limits of the approach to environmental culture still based on categories inspired by discriminatory models., Storia delle Donne, Vol. 15 No. 15 (2019): Donne in rivista

The myth of the ancient Rome is an effective tool of propaganda, through which the Fascist regime justifies its political programs, especially the construction of the national identity and the colonial aspirations of the Italian Empire. The aim of this article is to demonstrate that the Fascist visual and linguistic rhetoric deforms the original meaning of the most popular symbols and rituals of the Roman world, such as the fasces, remodeled by the archaeologist Giacomo Boni, and the feast of Natalis Urbis. They are employed to ideologically legitimize its authority., Il mito di Roma antica costituisce un efficace strumento propagandistico attraverso il quale il regime fascista giustifica i suoi programmi politici, in particolare quelli riguardanti la costruzione dell’identità nazionale e le aspirazioni coloniali dell’Impero italiano. L’obiettivo di questo articolo è dimostrare come la retorica visuale e linguistica fascista deformi il significato originale dei più noti simboli e rituali del mondo romano, come i fasces, ricostruiti dall’archeologo Giacomo Boni, e la festa del Natalis Urbis, per legittimare ideologicamente la propria autorità.

International audience; Between the 1920s and the 1930s a complex water system, consisting of five elements, has been identified behind the temple B and in the area between temples B and C. Starting from the detailed but confused journal of excavation, verified in the field through a careful reexamination of archaeological data, we propose a new interpretation of these structures using archaeometrical analysis carried out on the mortars and coatings.; Entre 1920 et 1930 un complexe hydraulique, constitué d’au moins cinq éléments, a été identifié sur le flanc arrière du temple B de l’Area Sacra de Largo Argentina et dans le secteur entre le temple B et le temple C. En partant des journaux de fouille de ces années, détaillés mais touffus, et après des vérifications de terrain obtenues grâce à un réexamen des données archéologiques, nous proposons une nouvelle interprétation de ces structures en utilisant l’analyse archéométrique des mortiers et enduits.

I processi di ridefinizione del profilo dei viri militares, tradottisi in forme di rappresentazione e autorappresentazione, sono oggetto dei contributi confluiti in questo volume, che raccoglie gli atti del Convegno “Forme di rappresentazione e autorappresentazione dei Viri militares a Roma tra Repubblica e Principato: iconografia monetaria, epigrafia e storiografia”. Svoltasi a Venezia il 15 ottobre 2013, questa iniziativa è maturata sotto il patrocinio del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, delegazione di Venezia. Essa rientra nel novero delle attività del gruppo di ricerca “Fra repubblica e principato” coordinato da Francesca Rohr Vio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Alessandro Galimberti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Roberto Cristofoli dell’Università di Perugia e finalizzato a promuovere gli studi relativi alla tarda repubblica romana e al primo principato.

I processi di ridefinizione del profilo dei viri militares, tradottisi in forme di rappresentazione e autorappresentazione, sono oggetto dei contributi confluiti in questo volume, che raccoglie gli atti del Convegno “Forme di rappresentazione e autorappresentazione dei Viri militares a Roma tra Repubblica e Principato: iconografia monetaria, epigrafia e storiografia”. Svoltasi a Venezia il 15 ottobre 2013, questa iniziativa è maturata sotto il patrocinio del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, delegazione di Venezia. Essa rientra nel novero delle attività del gruppo di ricerca “Fra repubblica e principato” coordinato da Francesca Rohr Vio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Alessandro Galimberti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Roberto Cristofoli dell’Università di Perugia e finalizzato a promuovere gli studi relativi alla tarda repubblica romana e al primo principato.

In the twenty-eighth book of the Naturalis Historia Pliny the Elder claims that, if a chameleon’s left leg is roasted together with a herb bearing the same name, and everything is mixed with ointment, cut in lozenges, and stored in a wooden little box, this will bestow on those who own it a perfect camouflage. The ring of Gyges (Plato, etc.), that of Midas (Pliny), the heliotropium (Pliny), the dracontitis (Philostratus): ancient cultures abound with references to objects, recipes, and techniques able to bestow different kinds of invisibility, meant as a perfect resemblance with the environment. At the same time, these same cultures also teem with references to how to avert the perfect camouflage: for instance, by being endowed with a pupula duplex, a double pupil (Ovid). The paper explores such vast corpus of texts from the point of view of a semiotics of cultures, in order to track the roots of a conception of camouflage that, from these ancient cultures on, develops through intricate paths into the contemporary imaginaires (and practices) of invisibility. The paper’s more general goal is to understand the way in which cultures elaborate conceptions of invisibility meant as the perfect resemblance between humans and their environments, often on the basis of the observation of the same resemblance between other living beings and their habitat. Ancient texts are therefore focused on in order to decipher the passage from camouflage as an adaptive natural behaviour to camouflage as an effective combat strategy.

Il contributo analizza un importante rilievo proveniente da Roma di dubbia interpretazione e di cui si propone una nuova lettura iconografica.