L’ articolo da un lato evidenzia come i processi che legano il suono all’immagine nell’audiovisivo siano frutto di un sistema convenzionale in continua evoluzione, che in parte è basato sulla rinegoziazione del continuum che articola la somiglianza iconica tra suono e immagine; dall’altro evidenzia, a partire da casi concreti del cinema contemporaneo, come la dimensione sonora nell’audiovisivo risulti territorio di una sperimentazione che si articola attraverso la ricerca di intrinseche proprietà figurative del suono, nonché luogo di una parziale messa in crisi delle convenzioni standard che correlano banda sonora e banda visiva. Questioni che conducono ad una più generale riflessione sulle procedure di costruzione della realtà attraverso la dimensione sonora. Se è plausibile affermare che nell’audiovisivo i suoni non si limitano a rafforzare l’immagine visiva ma sono del tutto in grado di esprimere senso indipendentemente, ecco che in questo modo essi affermano la loro piena potenzialità iconica. Si può dire altrimenti che i suoni producono «effetti percettivi» per certi aspetti «similari all’oggetto» che li ha prodotti. L’osservazione del funzionamento della figuratività sonora conduce ad alcune considerazioni aggiuntive: le potenzialità espressive del suono all’interno del linguaggio audiovisivo rappresentano un terreno che possiede ancora margini da esplorare, sul piano ontologico e semiotico, su quello estetico e a favore di una più generale riflessione nel campo dei sound studies. Se da un lato le capacità del sound design tendono a ricercare la massima efficacia realistica, nello stesso tempo l’evoluzione del linguaggio audiovisivo sta ulteriormente ampliando e ristrutturando il proprio apparato convenzionale. Il suono diventa un territorio grazie al quale sviluppare forme di costruzione peculiari: spazi narrativi, stati mentali soggettivi, ri-articolazioni della linearità narrativa, messa in discussione dello status di pura referenzialità di un suono live. Inoltre gli apparati tecnologici impiegati dal sound design rendono sempre più esplicite le potenzialità iconiche del suono. L’idea che le «figure sonore» possano fungere da veicolo di significati e forme ad essi correlati può fornire un contributo alla riflessione e assieme stimolare l’elaborazione di strumenti metodologici e categoriali più raffinati e appropriati.