Il saggio propone di considerare gli Studia medievali come spazi di comunicazione politica, e quindi di esaminare se e come in essi si parlasse di impero nella prima metà del Quattrocento. Si presentano pertanto alcuni punti cruciali dell’insegnamento di tre docenti di diritto civile e canonico presso lo Studium di Padova, Raffaele Fulgosio, Francesco Zabarella e Antonio Roselli, impegnati non solo sulla cattedra, ma anche nella vita pubblica e in particolare ai concili di Costanza e Basilea. Sulla base di scritti tipologicamente diversi – commentari, consilia e recollecta universitari – vengono enucleate informazioni e interpretazioni relative ai poteri dell’imperatore eletto ma non ancora incoronato, al sovrano come dominus mundi e all’universalità delle sue leggi, all’obbligo per i pontefici di rispettarne i diritti temporali. I recollecta di uno studente di Roselli, Johannes Hinderbach, e una collettanea del suo collega di studi Johannes Heller permettono di cogliere l’interesse che tali questioni poterono suscitare fra studenti destinati a svolgere ruoli di rilievo alla corte imperiale e nelle chiese. La ricchezza dei dati raccolti e la vivacità dell’interesse riscosso fra il pubblico studentesco porta a concludere che il “discorso sull’impero”, se considerato in una prospettiva più ampia rispetto alla tradizionale storia delle idee, mantenne intatta la sua vitalità e attualità nel milieu universitario dell’Italia quattrocentesca. This essay considers the medieval Studia as spaces of political communication and examines whether and how empire was thematized there during the first half of the fifteenth century. It presents some crucial aspects from the teaching of three professors of civil and canon law at the Studium of Padua: Raffaele Fulgosio, Francesco Zabarella and Antonio Roselli. They were not only active as teachers, but also engaged in public life more broadly, particularly at the Councils of Constance and Basel. It is shown that different types of texts – comments, consilia and recollecta – dealt with the powers of the elected but not yet crowned emperor, his sovereignty as dominus mundi, the universality of his laws, and the obligation for popes to respect his temporal rights. The recollecta of one of Roselli’s students, Johannes Hinderbach, allow us to grasp the interest that these questions could arouse among students destined to play important roles at the imperial court and in ecclesiastical offices. The richness of the materials and the vivacity of the interest among the students leads to the conclusion that the “discourse on the empire”, if considered in a broader perspective compared to the traditional history of ideas, maintained its vitality and relevance in the academic milieu of fifteenth-century Italy.