Search

Alla vigilia della partenza per il tour nelle capitali del Nord, Paul Clerget aveva bussato alla porta dell’Œuvre assieme a «une petite jeune femme» che domandava a Lugné di poterle concedere un’audizione. La ragazza non aveva un fisico «à tout bouleverser», ma risultava nel complesso piacevole, «solide», dall’espressione del volto «assez fermée». Dopo averla sentita recitare – pur se frettolosamente – Lugné non poté fare a meno di notare la sua particolare sensibilità e il fuoco che brillava...

Quinto e sesto spettacolo della stagione videro in scena due opere dello stesso autore, Romain Rolland, del quale Lugné-Poe avrebbe messo in scena una terza pièce l’anno successivo. Possiamo affermare che si sia trattato del drammaturgo più vicino al direttore in quest’ultima fase dell’Œuvre prima della svolta novecentesca, nonostante le divergenze caratteriali e la netta lontananza di Rolland da tutto ciò che il teatro di Lugné-Poe aveva rappresentato fino al giugno precedente e, in parte, a...

Ad aprire la nuova stagione il 12 novembre al Théâtre Nouveau vi fu, com’era stato promesso alla fine della precedente, il Peer Gynt di Ibsen. Si trattava di un’impresa non da poco, se non addirittura – come l’avrebbe definita Prozor due anni dopo nella prefazione dell’edizione francese da lui curata - «la tentative la plus héroïque de l’intrépide Lugné-Poe». Il poema drammatico del 1867 infatti – materialmente arduo da mettere in scena per la lunghezza, la difficoltà del testo, la varietà qu...

Il primo spettacolo della stagione – si è già detto – fu il tanto desiderato da Lugné-Poe John Gabriel Borkman, concessogli infine da Ibsen a un anno dalla sua composizione. Il dramma era quindi sufficientemente noto: la stampa ne aveva già abbondantemente discusso e soprattutto ne era già stata allestita da Kéraval, nel salotto di Madame Aubernon, una prima francese che – seppure di carattere privato e montata senza il consenso di Prozor – aveva riscosso un certo successo e interesse della c...

Il volume, nato dall’esigenza di rivalutare l’esperienza teatrale simbolista affrancandola dall’annoso pregiudizio sulla sua anti-teatralità, propone una ricostruzione storico-biografica della figura di Lugné-Poe – attore, regista, direttore, nonché principale animatore del teatro simbolista francese – e del suo teatro, l’Œuvre, per riconoscerne i tentativi di sperimentazione scenica. Ripercorrendo la prima parte della vita del protagonista di questa affascinante stagione, lo studio traccia – con un criterio rigorosamente cronologico – un capitolo fondamentale della storia del teatro, affrontato finora quasi unicamente dal punto di vista della teoria, della poetica e dell’analisi testuale. Partendo da un attento studio del contesto della nascita del teatro simbolista, la ricostruzione delle fortune alterne dell’Œuvre si sofferma, stagione per stagione, sui singoli spettacoli e sulla loro fortuna critica, oltre che sulle vicende interne delle relazioni umane e professionali intrattenute con artisti, scrittori, poeti, attori che per una ragione o per l’altra sfiorarono le vicende del teatro. Il volume, frutto di un ampio lavoro di documentazione, ricontestualizza l’esperienza dell’Œuvre alla luce della consapevolezza contemporanea, rilevandone l’importanza per gli sviluppi delle avanguardie e dando inoltre maggiore spessore alla personalità di Lugné-Poe, da cui la scelta di un taglio biografico che, attraverso la ricostruzione di una vicenda professionale tanto ricca, arrivi a descrivere l’uomo, testimone e attore di un momento epocale di trasformazione.

Subito dopo la dichiarazione del proprio divorzio dai Simbolisti, Lugné-Poe – come anticipato – aveva ricevuto diverse manifestazioni di sostegno da parte degli esponenti del Naturisme, primo fra tutti il loro caposcuola Saint-Georges de Bouhélier, che gli aveva teso la mano nel già citato articolo La Révolution au Théâtre. Lugné, alla ricerca di nuovi autori e nuove direzioni, gli domandò subito una pièce che lo scrittore gli promise tempestivamente e la cui offerta considerava già implicita...

«Fidèle à son programme d’exploration dramatique», l’Œuvre porta in scena il 22 gennaio 1895 Le Chariot de terre cuite, pièce indiana attribuita al leggendario Re Soudraka, ma tradotta e decisamente riadattata da Victor Barrucand: «L’épreuve était piquante de soumettre à un auditoire de novateurs résolus, esthètes, modernistes ou symbolistes, un ouvrage âge de long siècles et né dans un monde lointain». La pièce era già stata annunciata fra le novità della seconda stagione nell’ottobre preced...

La Lysistrata andò in scena quattro giorni dopo La Dame de la mer. Se Lugné-Poe all’inizio dell’autunno si dimostrava già del tutto intenzionato a riprendere in mano l’opera di Ibsen, Natanson non aveva fatto alcun passo avanti nella sua traduzione. Scrive Bourdon al giovane directeur de scène i primi di settembre: «Ecris-moi donc longuement sur Ibsen. […] Si nous voulons passer dans sept semaines, vous avez tout juste le temps de répéter. Faut-il faire décidément notre deuil de Thadée? Si no...

La fine dell’Œuvre era ormai imminente. La stampa cominciava a disinteressarsi ai suoi spettacoli, la mancanza di fondi non permetteva più di fittare il Nouveau Théâtre se non occasionalmente, obbligando la troupe a spostarsi da una sala all’altra, sfruttando inviti com’era accaduto – abbiamo visto – per il Cirque d’Été e la Renaissance e portando Lugné a mettere in scena opere i cui autori avrebbero potuto contribuire alle spese. Lugné-Poe tentava tutto quanto gli era possibile per salvare i...

Dopo il fallimento del dramma di Bataille, Lugné-Poe decise di seguire il consiglio di Rachilde riguardo l’ultimo spettacolo, risolvendo di rappresentare il 21 giugno – fra i due atti unici di Bang e Strindberg, Frères e Créanciers – il poema drammatico di Henri de Régnier, La Gardienne, che – nonostante gli esiti discutibili – rappresentò uno dei tentativi di sperimentazione scenica più interessanti e significativi dell’Œuvre. La pièce, scritta in versi liberi e alessandrini, è il racconto d...

La settimana successiva allo spettacolo di Hauptmann, la troupe dell’Œuvre partì per una tournée nel sud della Francia, portando Au-delà des forces humaines a Bordeaux il 12 e 13 marzo, Un Ennemi du Peuple ad Angoulême il 14 marzo, a Toulouse il 15, a Marseille il 16 (seguito dalla seconda parte di Au-delà des forces il 17), a Nizza il 19 marzo. Gli spettacoli di Bordeaux ottennero un certo successo, mentre quello di Angoulême fu un fiasco, nonostante quanto affermino gli articoli apparsi su ...

Il 15 e il 17 febbraio, la troupe dell’Œuvre recitò al Théâtre des Arts di Bordeaux Un Ennemi du Peuple, riscuotendo un «très grand succès». Lo spettacolo venne anticipato da una conferenza introduttiva del poeta Jean Carrère, che suscitò in sala un certo scalpore, che seppe tuttavia dominare con la sua «forte voix» e «attitude virile, au point que la salle l’a acclamé à la fin». Sfortunatamente non ebbero lo stesso esito le serate che Lugné-Poe volle offrire al pubblico di Amsterdam a titolo...

Se l’Anneau de Sakountala segnò un temporaneo successo dell’impresa di Lugné, le tournées invernali, come anticipato, furono tutt’altro che felici. Dopo la tappa ad Amsterdam del 17 dicembre, la troupe si esibì a Bruxelles la sera successiva, recitando alla Maison d’Art di Picard Le Petit Eyolf e Les Flaireurs. L’interpretazione venne definita «détestable». Si trattò dunque dell’ennesimo fallimento in terra belga. Il 7 gennaio, alla Comédie Parisienne, venne offerto il primo spettacolo del 18...

Il periodo successivo alla rappresentazione del Chariot non fu affatto facile per Lugné. Prima di tutto fu costretto materialmente all’immobilità per qualche giorno a causa di un incidente avvenuto durante lo spettacolo, un peso cadutogli sulla gamba dietro le quinte. Non cessavano inoltre le proteste per lo scandalo suscitato dal dramma indiano: il 24 gennaio Lugné ricevette addirittura una vera e propria «excommunication» da Erik Satie, che lo accusava di essere niente meno che una delle ca...

Conscio ormai della propria vocazione teatrale, Lugné decide di tentare l’ammissione al Conservatorio alla fine dell’estate e scrive a Kéraval, attore dell’Odéon, per chiedergli di prepararlo all’esame. Costretto a vivere lontano dai genitori che non approvavano la sua scelta professionale, per riuscire ad andare a teatro à bon marché, aveva cominciato a prender parte alla claque dell’Odéon e qui aveva potuto ammirare Kéraval in scena, in particolare come Scapin al fianco di un Matrat-Sganare...

Le vicissitudini dell’Ubu non trattennero Lugné-Poe dall’inaugurare il 1897 assumendosi un rischio ulteriore, seppure in linea con la programmazione dell’Œuvre, ossia la rappresentazione della seconda parte di Au-delà des forces humaines, mai stata portata in scena nemmeno in Norvegia. Lugné-Poe avrebbe manifestato già nel giugno precedente l’intenzione di rappresentare in una stessa serata le due parti dell’opera di Björnson, ma dovette rinunciarvi nel constatare la lunghezza complessiva del...

Lugné-Poe si trovò a dover abbandonare la capitale in un momento particolarmente rilevante per le sorti del simbolismo teatrale di cui era destinato a prendere le redini. Prima della sua partenza tuttavia, aveva potuto assistere ad alcuni eventi significativi che testimoniavano il fermento di questo movimento estetico in ambito spettacolare. Il 5 aprile 1890 era comparso su «Art et Critique» un articolo di Louis Germain che annunciava l’intenzione di fondare un Théâtre Idéaliste, il cui progr...

Il 20 maggio Lugné-Poe mise in scena le uniche due opere latine che – sottolineerà lui stesso – figureranno nel programma internazionale dell’Œuvre, Le Grand Galeoto dello spagnolo Echegaray e l’atto unico del portoghese Ennès, Un Divorce. In realtà però, sebbene lo spettacolo fosse stato allestito e interpretato da Lugné e dalla sua troupe, non faceva parte della stagione dell’Œuvre, bensì risultava offerto – nella sala del Nouveau Théâtre – dal Théâtre International fondato appositamente pe...

Il 19 ottobre 1888, qualche settimana prima di essere ammesso al Conservatorio, Lugné debuttava sulla scena del Théâtre Libre nel ruolo di bordier ne Les Bouchers di Icres e di figurante sia nella Cavalleria rusticana di Verga che ne L’Amante du Christ di Darzens. Antoine rappresentò dunque il suo primo patron effettivo. Era stato Kéraval ad introdurlo a lui: nella Parade scrive che il maestro aveva da poco interpretato Matapan di Moreau al Libre e, avendolo visto particolarmente colpito dagl...

Terminata la stagione teatrale nel clamore, Lugné-Poe trascorse l’estate del 1894 a preparare la prima tournée scandinava dell’Œuvre, che si sarebbe svolta fra fine settembre e ottobre, prima dell’inizio della stagione successiva. L’importanza che questa tournée ebbe per Lugné risulta evidente nell’enfasi e nell’abbondanza di dettagli con cui la ricorda tanto in Acrobaties quanto nel suo Ibsen: essa culminò infatti nell’incontro col tanto stimato drammaturgo norvegese – incontro che, per quan...

Per chiudere il terzo anno di vita dell’Œuvre all’insegna della tradizione, Lugné-Poe decise di tornare a Ibsen, che in quella stagione non era ancora stato rappresentato. Les Soutiens de la Société venne in realtà scelto nemmeno un mese prima in sostituzione del Peer Gynt, che era inizialmente stato annunciato come ultimo spettacolo, ma che dovette essere rimandato alla stagione successiva per questioni di tempistica legate alla non facile preparazione, che prevedeva l’utilizzo delle musiche...

In chiusura del suo già citato articolo riguardo la ripresa di Rosmersholm, Lugné-Poe è lieto di annunciare che l’Œuvre, «invitée par différentes sociétés scandinaves, ira fin février apporter par réciprocité la bonne parole de certaines grandes œuvres françaises dans les pays du Nord». Su invito ancora una volta dell’Alliance française, Lugné preparava una nuova tournèe scandinava con partenza fissata per il 19 febbraio e rientro dopo un mese – riunendo una troupe di una decina di elementi, ...

Nell’ottobre di quell’anno Lugné-Poe si era riavvicinato agli Escholiers dopo la rottura del 1887. Nella sua autobiografia afferma di aver accettato di rientrare nel circolo di Bourdon dopo essere stato «beaucoup poussé, pressé» dall’amico e dal vicepresidente Lucien Klotz. Bourdon trascrive invece nel Livre d’Or una lettera di Lugné indirizzata a un membro del comitato, il cui nome non è riportato, in cui gli domanda d’intercedere per lui presso Klotz nella speranza che il suo «concours arti...

Il 28 e il 30 marzo ebbe luogo al Théâtre d’Application – «Fort avait trouvé très amusant de réunir 800 personnes dans une salle costruite pour contenir au plus 100 spectateurs» – l’ultimo spettacolo del Théâtre d’Art che, se da un lato segnò il crollo definitivo dell’impresa di Fort, dall’altro significò un importante successo personale per Lugné. Il programma prevedeva il drame ésotérique di Jules Bois, Les Noces de Sathan, con Lugné-Poe nel ruolo del protagonista; due scene estratte dal dr...

Prima di debuttare l’8 gennaio col secondo spettacolo, la compagnia dell’Œuvre si spostò a Montecarlo per aprire la nuova campagna artistica del teatro monegasco con un’«excellente» rappresentazione dell’ormai collaudato Père strindberghiano, riproponendo gli stessi interpreti della prima parigina e ottenendo ottimi risultati di pubblico e critica. Su consiglio di Bauër, Lugné-Poe scelse di aprire l’anno 1898 con uno spettacolo del tutto inaspettato sulla scena del Nouveau Théâtre – il Revizo...

La rappresentazione dell’Ubu Roi sarebbe dovuta essere accompagnata dal poema di Francis Jammes Un Jour, o almeno così era stato annunciato sull’«Écho de Paris» il 27 settembre – in cui era scritto fra l’altro che sarebbe stato introdotto da una conferenza di Bataille. La pièce però non venne mai messa in scena all’Œuvre, né allora né in seguito ai tentativi dell’anno successivo, proprio a causa delle macchinazioni – cui abbiamo visto non essere nuovo – dell’autore della Belle au bois dormant...

Georges Henry Lugné – padre di Lugné-Poe – nacque a Carouge, nei pressi di Ginevra, il 13 giugno 1839, da Jean Lugné e Magdeleine, Gladys Philippon, cognome quest’ultimo che Aurélien avrebbe utilizzato spesso come pseudonimo. La famiglia di Georges era tuttavia originaria di Champoly, nella Loira (arrondissement di Roanne), dove il cognome Lugné risulta tuttora abbastanza diffuso. Georges emigrò a New York, dove ebbe inizio la sua carriera come impiegato in banca. Qui conobbe Claudine, Céline...

Jarry, col suo rivoluzionario progetto dell’Ubu roi, spinse all’estremo l’audacia di cui più volte aveva dato dimostrazione il direttore dell’Œuvre, vincendo la sua – a ben vedere, fondata – esitazione iniziale e rendendolo coprotagonista di una svolta fondamentale per la storia dello spettacolo, segnando di fatto la nascita del teatro moderno. Ciò che ci preme sottolineare – dal momento che una vasta bibliografia è già stata dedicata all’analisi dell’opera di Jarry, sulla quale sarà il caso ...

L’infelice stagione del 1897 terminò con la rappresentazione, altrettanto fallimentare nel complesso, della Comédie de l’Amour di Ibsen, il 23 giugno: due giorni prima – come vedremo – Lugné-Poe aveva dato alle stampe un duro manifesto che metteva sotto accusa i suoi autori simbolisti, i quali – all’indomani dello spettacolo – gli avrebbero risposto in coro sancendo la definitiva rottura con l’Œuvre. «Je crois bien que le jour de la générale fut un des plus tristes de nos annales», scriverà a...

Qualche giorno prima della rappresentazione della Comédie de l’Amour, Lugné-Poe aveva divulgato fra i suoi abbonati una circolare che, in forma di dichiarazione programmatica per la stagione successiva, sanciva di fatto il suo allontanamento dal movimento simbolista. Il 21 giugno – il giorno prima della generale – la circolare venne riprodotta sul «Figaro»: Durant cette saison, sur huit spectacles, cinq furent composés de pièces étrangères et trois de pièces françaises. Les cinq traductions f...

Il mese di novembre trascorse senza che l’Œuvre avesse ancora inaugurato la sua sesta stagione. Il 4 novembre il «Figaro» aveva annunciato una serie di repliche del John-Gabriel Borkman di Lugné-Poe a Bruxelles, in seguito alle quali il direttore si sarebbe recato a Londra per documentarsi «sur les détails exacts de la mise en scène de Mesure pour mesure, la comédie de Shakespeare dont les répétitions vont être activement poussées», in vista del primo spettacolo di cui però non era ancora seg...

Procedendo con ordine, Lugné-Poe passò al solito l’estate impegnato nella preparazione della stagione successiva. La pièce che avrebbe aperto questa terza stagione di pretesa internazionalità e trasversalità cronologica, l’8 novembre 1895, sarebbe stata la Venise Sauvée dell’elisabettiano Otway. L’opera venne presentata in prima pagina sull’«Écho» del 28 ottobre da Bauër, che l’avrebbe in prima persona suggerita a Lugné. «Dès longtemps», – scrive Bauër, introducendo questo «chef-d’œuvre peu c...

Per poter realizzare il suo ultimo spettacolo, Lugné-Poe – ormai allo stremo – dovette appellarsi ai suoi abbonati, domandando un ultimo sforzo economico con una circolare che recitava: «À causes de ses vertus l’Œuvre est devenue fort pauvre. Nous voulons donner cependant encore une soirée puissante par la passion et par les idées; nous réclamons énergiquement votre souscription pour nous aider à parfaire nos ressources en vue du spectacle du 15 juin qui sera composé de A. Le Dialogue avec la...

Prima ancora che la seconda stagione si chiudesse, Lugné-Poe era già proiettato sulla successiva, spinto costantemente da quel desiderio di «produire» che – nonostante tutte le difficoltà, in primo luogo economiche – lo muoveva verso progetti sempre più ambiziosi, se non utopistici: «Confusément, je pressentais déjà que le théâtre était malade, et que, puisque je l’aimais, je devais le servir usque ad finem». Un avviso apparso il 19 giugno sul «Figaro» annunciava sin d’allora, per l’anno succ...

Il 13 febbraio 1894 l’Œuvre inaugurò il nuovo anno con la rappresentazione della prima pièce francese, L’Araignée de Cristal di Rachilde – apparsa sul «Mercure de France» nel giugno 1892 –, e la prima parte di Au-dessus des forces humaines, tradotta da Prozor. Era stato proprio quest’ultimo a consigliare a Lugné-Poe il dramma di Björnstjerne Björnson definendolo un capolavoro, mentre la maggior parte dei suoi collaboratori tentarono di dissuaderlo. Decise allora di rivolgersi a Marcel Schwob,...

Tornato nella capitale, Lugné-Poe si trasferì con i tre amici pittori Maurice Denis, Édouard Vuillard e Pierre Bonnard, al 28 di Rue Pigalle, in un piccolo atelier dove si sarebbe cementata «une fraternité qui ne se sépara pas quinze ans durant». Lugné aveva conosciuto Denis al Condorcet e dal primo momento li aveva uniti una profonda complicità. Parrebbe sia stato il pieds-de-nez fatto dalla pecora nera Lugné a un professore ad attirare l’attenzione di Denis che, ridendo stupidamente, avrebb...

Nell’estate del ’96 Alfred Jarry entrò a far parte dell’Œuvre. Van Bever si era ormai del tutto allontanato dal teatro di Lugné, fondamentalmente per ragioni economiche, e non senza malumore da parte di entrambi. Lugné-Poe necessitava di un nuovo volenteroso e ardito segretario che potesse aiutarlo, in un momento così finanziariamente difficile, ad organizzare la quarta stagione. Il suo pensiero andò allora a quel giovane, appena ventitreenne – molto legato a Rachilde, all’ambiente bohémien d...

Paul Fort souffrait d’une maladie intense de théâtre, maladie que j’eus soignée s’il eût été fichu d’en faire sortir quelque chose, mais il voulait faire beau, coûteux, et comme il était nu tel un petit saint Jean il construisait en imagination, et comme il était poète son théâtre restait irréalisable. Lugné riconobbe da subito le scarse qualità organizzative di Fort, così come lo stesso Fort apprezzò dal primo momento lo spirito pratico di Lugné al punto da passargli consapevolmente il testi...

La seconda stagione dell’Œuvre si sarebbe chiusa il 22 giugno con la rappresentazione del Brand di Ibsen. Mentre fervevano i preparativi, la troupe di Lugné acconsentì a mettere in scena il 10 giugno, su invito del Ministro del Commercio André Lebon, la Carmosine di Alfred de Musset, pièce che, aspramente criticata all’epoca, non veniva rappresentata a Parigi dalla prima all’Odéon del novembre 1865. Lo spettacolo – replicato anche il 12 – si sarebbe tenuto in occasione di un elegante ricevime...

Il 16 maggio, ancora una volta al Nouveau Théâtre, Lugné-Poe portò in scena Fausta di Paul Sonniès, pièce in versi ambientata a Salerno nell’XI secolo – «œuvre un peu trop classique, mais qu’imposa Mme Cora Laparcerie». In effetti il dramma – basato sulla liaison di un giovane marito con la matrigna – sarebbe passato quasi inosservato (per di più nel clima d’indifferenza che circondava l’Œuvre) se non fosse stato per il successo personale della prima attrice, nel ruolo della sensuale Fausta. ...

Il 27 novembre andò in scena al Nouveau Théâtre uno spettacolo molto atteso: La Vie muette di Beaubourg. Dopo il successo dell’Image l’anno precedente, il pubblico dell’Œuvre era in fermento per quello che avrebbe dovuto essere il nuovo capolavoro del teatro idealista, con conseguente consacrazione del suo giovane autore. Lugné-Poe aveva acconsentito a rappresentarlo principalmente – e ancora una volta – su consiglio appassionato di Rachilde, che n’era parsa entusiasta. Sfortunatamente però, ...

Quattro giorni dopo Lugné tornò a Bruxelles per partecipare al Salon de la Libre Esthétique con una conferenza titolata Pour être un acteur aujourd’hui. Picard ne aveva anticipato la venuta pubblicando su «La Libre Critique» del 10 marzo un articolo più che elogiativo che lo celebrava in qualità di «homme de théâtre, Acteur-Directeur comme Molière, Rossi, Irving, Antoine». Sull’«Art Moderne» del 24 marzo troviamo un resoconto della conferenza. Si trattò di un incontro intimo svoltosi davanti ...

A chiudere la stagione ’97-’98 fu un’altra ripresa ibseniana: 24 e 25 giugno, sempre sul palco dei Bouffes-Parisiens, andò in scena il Solness di Ibsen. La Desprès, dopo il successo londinese, si era meritata addirittura un’ovazione nel ruolo di Hilde: «Il est difficile d’imaginer une composition plus ingénieusement développée. L’artiste l’a vivifiée de sa flamme intérieure». Lo spettacolo fu un successo e Lugné-Poe poté così concludere «en beauté» un’annata certamente difficoltosa. Solness i...

Parallelamente al Conservatorio e agli impegni col Libre, Lugné si esibiva di frequente al Théâtre d’Application che Bodinier, segretario generale del Théâtre-Français, aveva fondato nel 1888 appositamente per dare occasione agli allievi del Conservatorio di rappresentare due volte alla settimana le pièces che studiavano a lezione. Lugné scrive di avervi recitato opere classiche, qualcuna moderna «d’une écriture soignée». Aveva inoltre occasione di esibirsi in qualche monologo nei salons per ...

Lo spettacolo dell’11 febbraio alla Comédie Parisienne attirò indubbiamente l’attenzione della stampa e del mondo letterario europeo, dal momento che Lugné-Poe decise – forse con un po’ di furbizia – di mettere in scena la Salomé di Wilde mentre lo scrittore si trovava nella prigione di Reading costretto ai lavori forzati, in Inghilterra e in Francia circolavano petizioni a suo favore e non v’era intellettuale parigino che non condannasse l’ipocrisia del governo britannico. Fra di essi, Bauër...

L’intenzione di Lugné-Poe sarebbe stata quella di rappresentare, come spettacolo successivo, il Lorenzaccio di Alfred de Musset, opera inedita sulla scena che gli sarebbe stata affidata personalmente dalla sorella dell’autore scomparso, Mme Lardin de Musset. Lo scrittore e abbonato dell’Œuvre Georges Ohnet gli aveva inoltre promesso di coprire le spese della rappresentazione grazie al finanziamento del circolo privato cui apparteneva. Incoraggiato da simili circostanze ad affrontare l’impresa...

All’inizio dell’anno scolastico 1886-87, quando Lugné entrò in prima, fondò assieme al compagno di classe Georges Bourdon il Cercle des Escholiers. Era certo un momento particolarmente attivo per i circoli teatrali non professionali: le Cercle Pigalle, il Gaulois, les Joyeux, les Estourneaux, le Théâtre des Jeunes, le Théâtre Indépendant, le Cercle des Mathurins – per stare a quelli citati da Bourdon nelle sue memorie sugli Escholiers. L’idea – racconta Lugné – sarebbe nata proprio fra i banc...

Il racconto di Mauclair sulla fondazione dell’Œuvre ha quasi certamente dell’aneddotico, così come ancora più aneddotica appare la testimonianza di Lugné che, nel Sot du tremplin, spiega la scelta del nome come una pura fortuità: sarebbe stato Vuillard – co-fondatore assieme a lui e a Mauclair – dopo la serata del 17 maggio, a cena da Marie Aubry, ad aver aperto un libro a caso e indicato una parola altrettanto casualmente – œuvre, per l’appunto. È di fatto poco credibile che Lugné abbia scel...

La fine della stagione 1891-’92 risultò particolarmente impegnativa per Lugné-Poe che, oltre a dover preparare il Concorso finale al Conservatorio, fu – come sempre – il motore principale degli ultimi due spettacoli organizzati il 20 e 22 maggio e il 18 giugno dagli Escholiers, esibendosi inoltre il 17 giugno nel ruolo principale nella seconda parte della trilogia di Antonia di Dujardin. Come già detto precedentemente, l’ammirazione che Lugné aveva riscosso da parte dell’autore di Antonia, no...

Il secondo spettacolo dell’Œuvre segnò inoltre l’abbandono dell’impresa da parte di Mauclair. Si trattò certo di un abbandono relativo: come avremo modo di vedere, il poeta avrebbe continuato a sostenere l’operato di Lugné tanto come critico sulla «Revue Encyclopédique», quanto in veste di conferenziere, aiutandolo inoltre saltuariamente nelle pubbliche relazioni. «À la fin, comme ce métier gratuit prenait tout mon temps et comme Lugné-Poe se suffisait parfaitement, je résignai mes pompeuses ...