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L'articolo si propone di inserire il pensiero schopenhaueriano all'interno di una precisa tradizione, quella della filosofia come stile di vita che deve la sua importanza nel panorama contemporaneo in primis a Pierre Hadot, ma anche a Rabbow e all'ultimo Foucault. Naturalmente il terreno interpretativo privilegiato da questi autori è l'antichità e tuttavia è possibile rintracciare anche nella filosofia moderna questa prospettiva. In questo senso Schopenhauer costituisce un exemplum di prima importanza, in particolare nell'opera "Aforismi sulla saggezza della vita".

Questo lavoro suggerisce d'inserire Arthur Schopenhauer nella tradizione della filosofia come stile di vita. Sulla scia dei lavori di Paul Rabbow, Michel Foucault e Pierre Hadot, si argomenta come anche nei lavori di Schopenhauer questa tradizione sia viva. In particolare, è negli "Aforismi sulla saggezza della vita" che è possibile trovare traccia di quelle pratiche che Hadot ha proposto di chiamare "esercizi spirituali". Cio' che ne emerge è un "altro" Schopenhauer. Non tanto, non solo il campione del pessimismo o il filosofo della noia e del dolore. Ma un prezioso suggeritore su come sia possibile vivere una vita se non proprio più felice, certamente il meno infelice possibile.

In questo articolo si sostiene una cosa nota e un'altra che così evidente forse non è. La cosa nota: nella filosofia contemporanea si è assistito alla rinascita della tradizione che interpreta la filosofia come stile di vita. In quest'ambito, i lavori che hanno fatto la differenza sono stati quelli di Pierre Hadot e Michel Foucault, che hanno adottato questa prospettiva partendo dai concetti, rispettivamente, di esercizi spirituali e tecniche del sé. Alle loro spalle si staglia però, e questa è la cosa forse meno nota, l‘ombra dei lavori di Paul Rabbow, un uomo che in vita ha pubblicato due soli libri, "Die Therapie des Zorns" e "Seelenführung. Methodik der Exerzitien in der Antike". Quest‘ultimo è da considerarsi come il punto di inizio della riscoperta della filosofia intesa come stile di vita

Questo articolo declina la scrittura di sé, intesa come pratica filosofica dotata di una sua tradizione, come una delle strategie principali attraverso cui si manifesta il desiderio di riconoscimento degli esseri umani. Il cuore dell'articolo è costituito dalla scrittura autobiografica di Luigi Lucheni, anarchico italiano noto alle cronache per essere stato l'omicida di Elisabetta d'Austria-Ungheria, nota come "Sissi"

Questo libro indaga la nozione di filosofia come stile di vita. la ricerca muove attorno alle pratiche che nelle scuole filosofiche antiche erano ritenute indispensabili per la costituzione del soggetto morale. Pratiche in cui l'elemento del portamento, della tenuta del soggetto era risultato di un riflessivo autoposizinamento. Centrale, in queste pratiche, è l'esercizio, le tecniche che garantivano la continuità del soggetto proprio perchè inteso come una sorta di imprescindibile momento che assicurava la continuità tra i diversi principi delle scuole e la vita quotidiana. Discutendo i risultati di Michel Foucault e Pierre Hadot, viene mostrato come la pratica degli esercizi porti, come risultato ideale, a un quotidiano trasfigurato, arricchito dall'allenamento ad inserire gli eventi della vita in un preciso sfondo di senso.

Questo lavoro si propone di indagare le modalità con le quali nella società contemporanea il "rischio", soprattutto ambientale, viene percepito. Le informazioni concernenti rischi, difatti, sono speciali perchè ci riguardano tutti, nel senso che contengono messaggi importanti sulla nostra salute, sul nostro stile di vita, sulla flora e la fauna che ci sono care. Messaggi globali, poichè il campo d'azione è il mondo intero. I destinatari, dal canto loro, formano una sfera pubblica mediata, anch'essa globale. Discutendo celebri casi come gli incidenti di Seveso o di Chernobyl, vengono messi in luce alcune delle modalità con cui si risponde a questi tipi di messaggi, connotati da una forte carica emotiva e pienamente inseriti in una ben delineabile logica comunicativa che, naturalmente, non può prescindere nè dalla natura dei mezzi di comunicazione nè dal tipo di organizzione in cui essi sono inseriti.