LA FRANCA, Luigi, CASTELLUCCIO, Francesco, FICHERA, Davide, La Franca, L, Castelluccio, F, and Fichera, D
La sicurezza stradale in Europa è un argomento che riguarda in maniera peculiare l’intero territorio dell’Unione. Nell’Europa dei Quindici (EU-15), sono 375 milioni gli utenti della strada, di cui 200 milioni in possesso di patente di guida, che utilizzano veicoli su un totale di 4 milioni di km di strade. Gli incidenti automobilistici sono oggi causa di più di 40.000 morti e 1.700.000 feriti all’anno sul territorio continentale. Il costo, diretto o indiretto di questa ecatombe, stima la Commissione Europea, è di circa 160 miliardi di Euro, ovvero il 2% del PIL. In Italia a causa di incidenti stradali si registrano circa 8.000 morti all’anno. Il 50% di questi incidenti ha come vittime persone aventi età inferiore ai 41 anni ed il 25% età inferiore ai 23 anni. Negli ultimi 30 anni tuttavia (1970 – 2000) il volume di traffico stradale in Europa si è triplicato, comunque il trend di vittime di incidenti stradali si è dimezzato. Per grandi linee questi numeri ci illustrano quanto il fenomeno dei trasporti su gomma sia enorme, quante persone coinvolga direttamente e quale sia il costo generato in termini di sicurezza. Il «Libro Bianco sulla Politica Europea dei Trasporti» cita come obiettivo l’ulteriore dimezzamento del numero di perdite entro il 2010. Vari sono gli interventi che potrebbero contribuire a migliorare la sicurezza sulla strada, sia a livello infrastrutturale che normativo: l’armonizzazione del tasso di alcolemia massimo, del regime sanzionatorio alle contravvenzioni, l’uniformazione dei pannelli a messaggio variabile, etc. Ci si è chiesti in particolare se tale miglioramento potesse prescindere da un intervento di armonizzazione dei sistemi segnaletici nazionali. Da due inchieste condotte tra l’Ottobre 2004 e il Gennaio 2005 dall’ADAC (Automobile Club tedesco), in collaborazione con ACI e altri Automobile Club europei è emerso un dato rilevante: il 91% degli automobilisti UE intervistati reclama un minor numero di cartelli, una maggiore razionalizzazione ed uniformazione degli stessi, una maggiore visibilità. Il Libro Bianco mette in evidenza come questi fattori siano di fondamentale importanza per la sicurezza dei traffici transfrontalieri su gomma, specialmente sui grandi assi autostradali europei: un esempio sono gli autotrasportatori, che, conducendo mezzi pesanti per lunghi periodi di tempo, costituiscono un rischio molto alto per gli altri utenti della strada. Una maggiore uniformità della segnaletica stradale permetterebbe ai conducenti di dover recepire un minor carico di informazioni visive, facendo riferimento ad un numero minore di segnali stradali, in quanto armonizzati con quelli dei loro paesi di provenienza. Nonostante ad oggi la segnaletica europea non sia ancora del tutto unificata, si possono comunque notare delle somiglianze abbastanza palesi tra i segnali stradali delle diverse Nazioni europee. Queste affinità sono un riflesso delle convenzioni internazionali che i Paesi hanno voluto adottare per favorire gli scambi commerciali tra loro. Questi accordi andarono a disciplinare la materia e sono le convenzioni di Parigi (24 aprile 1926), Ginevra (19 settembre 1949) e Vienna (8 novembre 1968).