481 results on '"La Mantia T."'
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52. House martin Delichon urbicum
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La Mantia T. and La Mantia T.
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birds - Abstract
unusual breeding location
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- 2018
53. Brichetti P. & Fracasso G., 2018. The birds of Italy. 1. Anatidae-Alcidae. Ed. Belvedere, Latina, Historia naturae (6)
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La Mantia T. and La Mantia T.
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Birds, Italy, Dynamics - Published
- 2018
54. Foreste e sistemi agroforestali siciliani
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Badalamenti E., Sala G., La Mantia T., Lo Papa, G, Benedetti, A, Corti, G, and Badalamenti E., Sala G., La Mantia T.
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Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Boschi, Mediterraneo, Biodiversità, Specie alloctone invasive, Flora, Tipi forestali - Abstract
Le foreste e i sistemi agroforestali siciliani mostrano caratteri di assoluta peculiarità ed originalità, che sono il frutto della combinazione unica tra le millenarie attività umane, che hanno largamente e profondamente modificato i caratteri della vegetazione originaria, e la straordinaria eterogeneità ambientale del territorio regionale. L’interazione nel tempo tra queste due grandi forze motrici è alla base del rilevante patrimonio di diversità vegetale e animale che caratterizza la Sicilia. La naturale varietà di habitat disponibili e di conseguenti nicchie ecologiche presenti nell’intero territorio regionale ha favorito la diversificazione delle forme di vita e la speciazione, e quindi la diversità. L’intervento antropico, al contrario, non ha avuto un effetto univoco sulla diversità. Moltissime attività antropiche hanno avuto un evidente effetto negativo sulla biodiversità e sugli ecosistemi naturali. Tuttavia, varie forme di gestione sostenibile delle risorse naturali, e l’adozione di modelli colturali estensivi, hanno avuto un ruolo positivo per la diversificazione delle forme viventi, ovvero hanno incrementato la biodiversità.
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- 2018
55. Quali sono le specie arboree a rapido accrescimento per la Sicilia?
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Badalamenti E., La Mantia T., La Mela Veca D. S., Maetzke F., Sala G., Sferlazza S., Badalamenti E., La Mantia T., La Mela Veca D.S., Maetzke F., Sala G., and Sferlazza S.
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produttività ,productivity ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Sicily ,Sicilia ,eucalyptu ,woody bioma ,biomassa legnosa ,eucalipti - Abstract
A dispetto dell’uso diffuso massiccio della locuzione “specie a rapido accrescimento”, riferita a specie utilizzate per la produzione di biomassa, mancano ad oggi riferimenti certi che servano a definire le suddette specie. Si consideri, inoltre, che la locuzione è utilizzata, oltre che in articoli e testi tecnici, anche in testi che hanno carattere applicativo e/o costituiscono norme di riferimento come, ad esempio, le misure dei Piani di Sviluppo Rurale. Una definizione ormai datata della FAO (1967), riferita ai paesi in via di sviluppo, riporta: “Fast-growing species are considered as those capable of a mean annual increment of at least 10 cubic meters per hectare”. Nel frattempo, da quando è stata pubblicata questa definizione, molte altre definizioni sono sorte tra cui “fast growing high yelding” (FGHY), “Short Rotation Forestry” (SRF), “Short Rotation Coppice” (SRC). Naturalmente, le specie a rapido accrescimento indicate per grandi aree del pianeta, ad esempio i paesi in via di sviluppo, che comprendono vaste aree deserte e aree tropicali e subtropicali dove la scelta e la risposta delle specie utilizzabili è necessariamente diversa, si traducono in indicazioni generiche e fuorvianti. Anche per l’Italia, che presenta una notevole eterogeneità ambientale, l’indicazione di specie a rapido accrescimento risulta generica, se non è precisata almeno l’area di utilizzo. Gli Autori hanno innanzitutto compiuto una valutazione delle definizioni e dei significati sino ad oggi utilizzati a livello mondiale per indicare le specie arboree a rapido accrescimento. È stata poi compiuta una valutazione di dettaglio a livello nazionale dei lavori che fanno riferimento a specie a rapido accrescimento per individuarne, se indicate, le soglie di produttività. È stata infine eseguita una valutazione di dettaglio per il territorio siciliano, compiendo un’analisi dei dati di letteratura e inediti sulla produttività delle diverse specie arboree, individuando quelle che possono rientrare tra le specie forestali a rapido accrescimento. Tra le specie analizzate, gli eucalipti rimangono quelle più promettenti per il contesto regionale, ma emergono numerose criticità dipendenti da errori compiuti spesso nel passato. Emerge altresì una mancanza di sperimentazione condotta con criteri moderni, e con questa la necessità di rivisitare profondamente, per la realizzazione di nuovi impianti, le tecniche di impianto, la scelta delle specie/cloni, etc. adottate negli impianti del passato, che erano stati realizzati per aumentare le superfici forestali dell’Isola. In spite of the widespread use of the term “fast-growing species” referred to forest tree species used for biomass production, there are currently no definite references for defining the aforementioned species. It should be also considered that the term is used not only in articles and technical papers, but also in texts that are applicative and/or represent reference standards such as, for example, the measures of Rural Development Plans. A long-established definition by FAO (1967), but with reference to the developing countries, reports: “Fast growing species are considered as those capable of a mean annual increment of at least 10 cubic meters per hectare”. In the meantime, since this definition was published, many other definitions have emerged including “fast growing high yelding” (FGHY), “Short Rotation Forestry” (SRF), “Short Rotation Coppice” (SRC). Naturally, fast growing species indicated for large areas of the planet, for example developing countries, that include wide desert areas and tropical and subtropical areas where the choice and response of usable species is clearly different, resulting in generic and misleading indications. Even for Italy, which has a considerable environmental heterogeneity, the indication of fast growing species is generic, if at least the area of use is not specified. First of all, the Authors made an assessment of the definitions and meanings used up to now in the world to indicate the fast growing species. A nationwide detailed assessment of the works referring to fastgrowing species was then carried out to identify, if indicated, the productivity thresholds. Finally, a detailed assessment was carried out for the Sicilian territory, making an analysis of the literature and unpublished data on the productivity of the different tree species, identifying those that can be considered among the “fast growing species”. Among the investigated species, eucalypts have confirmed to be the most promising trees for the regional context, but there are a number of critical issues that emerged from mistakes often made in the past. There is also the lack of experimentation conducted with modern criteria, and with this the need to deeply revise, in order to establish new afforestation plantings, the planting techniques, the choice of species/clones, etc., adopted in the past afforestations, which had been establish to increase the forest cover of the island.
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- 2018
56. L'espansione delle specie legnose esotiche negli habitat naturali e seminaturali: un problema di gestione forestale attuale
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Sitzia T., Campagnaro T., Badalamenti E., Sala G., La Mantia T., Sitzia T., Campagnaro T., Badalamenti E., Sala G., and La Mantia T.
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robinia ,impatti ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Ailanthu ,ailanto ,specie alloctone ,non-native specie ,impacts - Abstract
Le specie esotiche invasive si diffondono soprattutto in aree antropizzate, dove riescono ad occupare spazi lasciati liberi dalle specie autoctone e dalle comunità da esse edificate. In questi ultimi anni, tuttavia, numerose specie arboree ed arbustive esotiche si stanno diffondendo in Italia, oltre che in ambienti disturbati, anche in aree naturali e semi-naturali. È questo il caso dell’ailanto (Ailanthus altissima (Mill.) Swingle), una delle specie arboree esotiche invasive più diffuse e dannose negli ecosistemi forestali temperati e mediterranei di tutto il mondo. Dal punto di vista ecologico, l’ailanto mostra tutti i caratteri tipici delle specie pioniere arboree: rapido accrescimento iniziale, precoce raggiungimento della maturità sessuale, abbondante produzione di seme a facile dispersione anemocora. La sua straordinaria capacità di sopportare condizioni ambientali di intenso e frequente disturbo antropico, e di elevato stress abiotico, hanno reso l’ailanto una pianta simbolo di aree fortemente antropizzate e degradate (ambienti urbani e sub-urbani, aree estrattive, discariche, ecc.), dalla ristretta variabilità di condizioni stazionali e dal basso interesse naturalistico. Questa innegabile peculiarità ha probabilmente contribuito a sottostimare e trascurare la sua altrettanto elevata abilità di diffondersi e insediarsi in ecosistemi forestali naturali, dove altera significativamente le dinamiche del soprassuolo forestale, ne rende più difficile e onerosa la gestione, e minaccia direttamente anche specie e habitat meritevoli di essere conservati. Pur mostrando una certa difficoltà di ingresso all’interno di ecosistemi forestali poco disturbati e con limitata disponibilità di luce, l’ailanto possiede un’eccellente capacità di attendere, in condizioni sub-ottimali, il realizzarsi di condizioni favorevoli al suo progressivo e definitivo insediamento. L’improvvisa riduzione della copertura arborea dominante a seguito della caduta di alberi senescenti, o l’apertura di gap o buche, o incendi, sono situazioni in cui l’ailanto è generalmente molto competitivo rispetto a specie arboree eliofile quali aceri e frassini. Dopo essersi affermato nel sottobosco, l’ailanto può rapidamente raggiungere il piano dominante e innescare un progressivo ed inesorabile processo invasivo, rendendo molto difficile il ripristino delle condizioni che precedevano l'invasione e delle dinamiche evolutive naturali. In effetti, l’elemento distintivo più caratteristico dell’ailanto è la sua amplissima valenza ecologica, che gli ha consentito di invadere una vasta gamma di habitat, probabilmente superiore a qualsiasi altra specie legnosa esotica. Invasive alien species mainly spread in landscapes with strong human influence, where they are able to outcompete native species over open areas. In recent years, however, a number of exotic tree and shrub species are spreading over Italy in disturbed environments, as well as in natural and semi-natural areas. Ailanthus altissima (Mill.) Swingle (tree of heaven) is one example of invasive alien tree species widespread and harmful of temperate and Mediterranean forest ecosystems worldwide. From an ecological point of view, Ailanthus shows all the typical traits of pioneer woody species: rapid initial growth, early sexual maturity and abundant seed production with anemocorous seed dispersal. Ailanthus has an extraordinary ability to adapt to environmental conditions of intense and frequent human disturbance, and of high abiotic stress, making it a symbolic plants of highly impacted and degraded areas (urban and sub-urban sites, extractive areas, landfills, etc.), with a restricted variability of environmental conditions and a low nature value. This undeniable peculiarity has probably contributed to underestimate and neglect the high ability that Ailanthus has to spread and establish in natural forest ecosystems, where it alters the forest stand dynamics, making costly and difficult its management, and it also directly threatens species and habitats of conservation interest. Even though Ailanthus seems to be capable of invading forest ecosystems with low disturbance, especially those with limited light availability, it is an opportunistic species and therefore, under sub-optimal conditions, can progressively invade and establish areas in which favorable conditions are created. The reduction of the dominant tree cover due to gap formation, or wildfires, are ecological situations in which Ailanthus is very competitive compared to light-demanding tree species such as maples and ash trees. After the establishment in the understory, Ailanthus may quickly reach the dominant tree layer, thus triggering a progressive and inexorable invasive process, making it very difficult to restore pre-invasion conditions, as well as natural successional dynamics. The most distinctive feature of Ailanthus is its large ecological plasticity, which has allowed it to invade a wide range of habitats, probably higher than any other exotic woody species.
- Published
- 2018
57. Nuovi dati biologici e geonemici su Lehmannia melitensis (Lessona & Pollonera, 1882) e Ambigolimax valentianus (A. Férussac, 1823) (Gastropoda: Limacidae) in Sardegna, Sicilia (Italia) e Gozo (Isole Maltesi)
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Sparacio I., La Mantia T., Reitano A., Colomba M. S., Liberto F., Sparacio I., La Mantia T., Reitano A., Colomba M.S., and Liberto F.
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Slugs, Central Mediterranean, new records, genitalia ,Limacce, Mediterraneo centrale, nuove segnalazioni, organi genitali - Abstract
Nuovi dati biologici e geonemici sono riportati per Lehmannia melitensis (Lessona & Pollonera, 1882) e Ambigolimax valentianus (A. Férussac, 1823). In particolare, vengono fornite nuove località siciliane di L. melitensis mentre A. valentianus viene segnalato per la prima volta nelle isole italiane di Sardegna, Sicilia e Pantelleria e nell’isola maltese di Gozo. Le due specie, a volte simili nella morfologia esterna, si distinguono con certezza solo attraverso l’esame degli organi genitali. New records from Sicily are provided for Lehmannia melitensis (Lessona & Pollonera, 1882). Ambigolimax valentianus (A. Férussac, 1823) is recorded for the first time from the italian islands of Sardinia, Sicily, and Pantelleria and from the maltese island of Gozo. These species are sometimes externally very similar and they are distinguishable with certainty only through the examination of the genitalia. Some observations on the biology of the two species are also provided.
- Published
- 2018
58. Formulation of lime mortars based on natural fibers and waste materials for more sustainable buildings
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Megna, B., Badagliacco, D., Sanfilippo, C., La Mantia, T., Ercoli, L., and Valenza, A.
- Abstract
Nowadays sustainability is one of the main concept in building construction, both considering energy saving buildings and life cycle assessment of building materials. According to these considerations, in this work the use of recycled and waste materials to produce a binder and the use of a natural fiber as reinforcement are investigated to obtain a sustainable mortar. Particularly, lime is obtained by kilning waste marble slurry from marbles quarries in western Sicily; pozzolanic aggregate is obtained by grinding glass powder from urban waste collection; natural fibers come from a widespread grass: Ampelodesmos Mauritanicus also known as diss. Scanning electron microscopy and helium picnometry have been performed to characterize diss fibers. Samples with different fibers volume percentage have been prepared and subjected to three-point bending and compression tests, in order to verify the modification of resistance related to the presence of fibers; moreover, capillary uptake and thermal conductivity have been evaluated.The results show a great influence of fibers’ percentage on both mechanical and environmental properties of mortars, resulting in lowering of mechanical resistance and thermal conductivity., Academic Journal of Civil Engineering, Vol 37 No 2 (2019): Special Issue - ICBBM 2019
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- 2019
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59. Boschi di neoformazione in Italia: approfondimenti conoscitivi e orientamenti gestionali
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Ferreti, F., Alberti, G., Badalamenti, E., Campagnaro, T., Corona, P., Garbarino, M., La Mantia, T., Malandra, F. Maresi G., Morresi, D., Piermattei, A., Pividori, M., Romano, R., Salvadori, C., Sibona, E., da Silveira Bueno, R., Sitzia, T., Urbinati, C., Vitali, A., and Pelleri, F.
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coltivi abbandonati ,acero-frassineti ,successioni secondarie ,specie arboree esotiche - Published
- 2019
60. Un sistema agroecologico vive anche grazie agli uccelli
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La Mantia, T., Sottile, F, Peano, C, and LA MANTIA, T.
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Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Biodiversità, sostenibilità - Abstract
Anche se si potrebbe pensare che l’attenzione verso il loro ruolo positivo che gli uccelli svolgono negli agroecosistemi sia un fenomeno recente in realtà già a partire dalla esposizione universale di Vienna del 1873 si pose l’attenzione al vasto pubblico su questo tema. Naturalmente qualsiasi elemento che aumenti la loro densità come le cassette nido, che consentono la nidificazione di specie che necessitano di cavità, sono utili. Tuttavia non può essere trascurato il ruolo che gli agrochemicals ma anche la meccanizzazione giocano nel ridurre le popolazioni di uccelli negli agroecosistemi, una riduzione degli input contribuisce certamente ad esaltare il ruolo degli agroecosistemi nel bilancio del carbono e ad incrementare la biodiversità, indicatori ormai inequivocabilmente legati.
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- 2017
61. Spatio-temporal patterns and drivers of secondary succession in a Mediterranean landscape
- Author
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Da Silveira Bueno, R., Garcia, D., Galetti, M., LA MANTIA, T., Da Silveira Bueno, R, Garcia, D, Galetti, M, and La Mantia, T
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Settore BIO/07 - Ecologia ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Herbivory, GIS, Mediterranean, Natural regeneration, Secondary succession - Abstract
In recent years, many Mediterranean agricultural lands have been abandoned, reforested, rewilded and ecologically restored, creating different templates and trajectories for the development of secondary succession. Our objective was to verify whether past legacies of woody vegetation (remnant forest, shrub patches and reforestations) influenced the current spatial pattern of woody cover in a mid-successional Mediterranean area, identifying spatial cold and hotspots (i.e: low/slow or high/fast cover increase) and looking for footprints of seed-disperser and herbivore-mediated processes at landscape and local scales. The study took place in three 500x200 m plots in a formerly managed and partially reforested pastureland in the Ficuzza Natural Reserve (Palermo, PA), the last large forest remnant in western Sicily. We sampled woodland and shrubland cover over a 24-year interval (from abandonment to the present), by combining current field sampling and a GIS-based interpretation of sequential high resolution satellite images and greyscale aerial photographs. The overall woody vegetation cover almost doubled through the studied period, with a balanced increase of woodland and shrubland patches. Fraxinus angustifolia reforestation contributed marginally to woodland expansion, while the major increase was due to the natural regeneration consisted mainly of five fleshy-fruited and one dry-fruited species, all of them well protected against herbivory. Most of woody cover expansion was correlated with initial cover, although some hotspots presented 100% of cover increase from bare areas even further than 100 m away from any woody patch. Our results reveals that the composition and spatial configuration of past vegetation legacies can influence the secondary succession evolution, as well as the specific contribution of natural regeneration, human-made reforestation, herbivory and animal seed dispersal in creating these patterns, setting a template for further investigations regarding mechanisms and functional traits driving these patterns.
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- 2017
62. The cork oak forests management in Sicily: current situation and potentiality
- Author
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La Mela Veca, D. S., Maetzke, F., Badalamenti, E., Sala, G., Sferlazza, S., La Mantia, T., Dettori, S., Fligheddu, M.R., Cillara, M., La Mela Veca, D.S., Maetzke, F., Badalamenti, E., Sala, G., Sferlazza, S., and La Mantia, T.
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Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Quercus suber, Landscape, suber - Abstract
The economic importance of cork forests is mainly attributable to the role of provisioning non-timber forest products that they have played and still play in the Mediterranean region. In Sicily, according to the latest regional forest inventory (IFRS, 2010), the surface covered by cork forests amounts to 14,732 ha; the 52.4% of this area is not affected by cultural practices, while in the 41.3% of cases productive cultural practices are adopted. In fact, the prevailing silvicultural system type is the peculiar one aimed at the cork production. The cultural abandonment of many cork oak stands threatens their survival because of the close link between the conservation of cork stands and its use for productive purposes. The cork oak pure or mixed stands, in fact, are the result of human action that eliminated or limited the number of other species in favour of the cork oak. Therefore it entails close relationships between production and conservation.Objective of this study is to analyse and summarize the existing data on the evolution of distribution and silvicultural practices carried out in cork oak forests in Sicily. The analysis of the current situation suggests the action and intervention ways aimed to continue preserving this typical Mediterranean forest landscape. In fact, cork oak forests not only assume an economic and productive function, but also have a strong social, ecological and landscaping value. In this perspective, the management of cork oak forests in Sicily, certified by specific sustainability indicators and aimed at obtaining quality productions, should foster and allow a sustainable development of this system with a balance of ecological, economic and social benefits.
- Published
- 2017
63. Variazioni delle comunità avifaunistiche, uso dell’habitat e loro ruolo nella costruzione dei sistemi agroforestali: il caso studio di Ficuzza
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da Silveira Bueno R., L’Ala A., La Mantia T., Massa B., and da Silveira Bueno R., L’Ala A., La Mantia T., Massa B.
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Settore BIO/07 - Ecologia ,dispersione semi, frugivoria, sistemi agroforestali, uccelli ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Settore BIO/05 - Zoologia - Abstract
Le comunità avifaunistiche degli agro e silvosistemi del sud Italia subiscono una forte variazione stagionale dovuta al passaggio dei migratori ma soprattutto allo svernamento di intere comunità. Anche se questo fenomeno è ben noto, in Sicilia poche sono state le indagini per cercare di quantificare in modo sistematico queste variazioni. La ricerca è stata realizzata in un’area eterogenea della Riserva Naturale Orientata del Bosco di Ficuzza coprendo il gradiente dal bosco verso le aree arbustive e pascolive, con gli obiettivi di valutare le variazioni stagionali di questa comunità e in particolare di effettuare una indagine sull’uso dell’habitat. Parallelamente è stata condotta un indagine di dettaglio sul ruolo che gli uccelli svolgono nella dispersione dei semi. L’area è infatti caratterizzata da imponenti processi di successione secondaria che stanno trasformando le radure in aree arbustive e arboree. I censimenti per lo studio delle variazioni delle comunità e l’uso dell’habitat sono stati eseguiti lungo dei transetti che comprendessero il gradiente della radura verso la zona boscata annotando, inoltre, la specie di pianta utilizzata come posatoio o per il prelievo di frutti per l’alimentazione. I censimenti sono stati effettuati nell’arco di tutto l’anno 2016 e parte del 2017. In parallelo, attraverso la raccolta delle feci, è stato analizzato il ruolo dei uccelli nel disperdere i semi. Le specie complessivamente censite sono state 33 e la radura ha presentato una maggior abbondanza di individui rispetto al bosco. Sono stati trovati diversi semi di piante con frutti carnosi nelle feci dei uccelli, sia nella radura che nel bosco. I risultati confermano l’importanza delle radure che, per la presenza di specie con frutti carnosi assenti o con a basse densità nel bosco chiuso (rovo, rosa canina, biancospino, perastro, prugnolo, etc.), offrono risorse alimentari importanti per le comunità avifaunistiche stanziali e migratrici. Allo stesso tempo, questa comunità avifaunistica ha il ruolo di disperdere i semi di queste piante contribuendo alla loro diffusione. La conservazione di queste radure assume quindi un ruolo fondamentale nella conservazione della diversità faunistica e floristica.
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- 2017
64. Primi casi di 'imbrancamento' di tortora selvatica (Streptopelia turtur (Linnaeus, 1758)) con tortore dal collare (Streptopelia decaocto Frivaldszky, 1838)
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La Mantia, T., La Mantia, A., La Mantia, T., and La Mantia, A.
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uccelli, atropofilia ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura - Abstract
La Tortora selvatica (Streptopelia turtur) come conferma il nome è una specie che non mostra mai comportamenti antropofili, tuttavia sono stati osservati due casi nei quali la tortora selvatica, assieme alle tortore dal collare, si avvicinava all’uomo per nutrirsi.
- Published
- 2017
65. Allevare un Giardino
- Author
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LA MANTIA, T., Latini, L., Matteini, T, and LA MANTIA, T.
- Subjects
Settore AGR/03 - Arboricoltura Generale E Coltivazioni Arboree ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Giardino, Conca d'Oro, Cultura - Published
- 2017
66. Restoration practices in Mediterranean habitats using native woody species
- Author
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La Mantia, T., Azzarello, M., Badalamenti, E., Dimarca, A., Fontana, D., Gucciardo, D., Livreri Console, S., Prazzi, E., Quatrini, P., Casamento, G., La Mantia, T, Azzarello, M, Badalamenti, E, Dimarca, A, Fontana, D, Gucciardo, D, Livreri Console, S, Prazzi, E, Quatrini, P, and Casamento, G
- Subjects
Mediterranean insular ecosystems ,Restoration ecology ,Nature reserves ,Microorganisms ,Mycorrhizae ,Bacteria ,Nature reserve ,Microorganism ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Settore BIO/19 - Microbiologia Generale ,Mediterranean insular ecosystem - Abstract
Since the beginning of the XXI century, Legambiente (a national environmental association), supported by the University of Palermo, has launched several naturalization projects within three Sicilian nature reserves: 1)Isola di Lampedusa (Agrigento Province); 2)Macalube di Aragona (Agrigento Province); 3)Lago Sfondato (Caltanissetta Province). Interventions were carried out on bare lands and degraded sites where natural vegetation cover was almost completely disappeared. The main aim was to restore native habitats following the principles of ecological restoration. Accordingly, differently from the classical approach, consisting in the use of preparatory species, usually Pines, native shrubs and trees were selected and used in the field.
- Published
- 2017
67. La variabilità del clima nella pianificazione della gestione forestale: il progetto LIFE AforClimate
- Author
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Chiavetta, U., D'Aprile, F., Monteverdi, C., Mazza, G., Plutino, M., Proietti, R., Miozzo, M., Bracciotti, S., Garfi', V., Marchetti, M., Antonucci, S., Santopuoli, G., LA MELA VECA, D. S., Sferlazza, S., Maetzke, F., LA MANTIA, T., Mori, P., Torreggiani, L., Manni, S., Ronconi, M., DEL BIANCO, N., Campo, O., and Antinoro, G.
- Published
- 2018
68. THE ROLE OF ITALIAN AGRO-FORESTRY SYSTEM IN CONTROLLING THE CARBON DIOXIDE AND METHANE BALANCE IN ATMOSPHERE
- Author
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Barbera, G., primary, La Mantia, T., additional, and Silvestrini, G., additional
- Published
- 1992
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69. Quali formazioni boschive in un clima più caldo?
- Author
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Tinner, W, Conedera, M, Bugmann, H, Colombaroli, D, Vescovi, E, Heiri, O, Joos, F, Luterbacher, J, La Mantia, T, Pasta, S, Pedrotta, T, Manetti, MC, Henne, PD, Tinner, W, Conedera, M, Bugmann, H, Colombaroli, D, Vescovi, E, Heiri, O, Joos, F, Luterbacher, J, La Mantia, T, Pasta, S, Pedrotta, T, Manetti, MC, and Henne, PD
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,530 Physics ,Cambiamenti climatci, foreste ,580 Plants (Botany) - Abstract
La plurimillenaria azione dell'uomo sugli ecosistemi sudalpini, e mediterranei in particolare, ha fortemente alterato i consorzi vegetali e spesso cancellato le specie arboree che in natura dominerebbero nelle attuali condizioni ambientali. Tale lacuna rende molto difficile pronosticare quali specie sarebbero le meglio adattate a eventuali futuri cambiamenti climatici.
- Published
- 2016
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70. ANREDERA CORDIFOLIA (TEN.) STEENIS (Basellaceae): STATUS IN ITALIA E SUA ESPANSIONE IN SICILIA OCCIDENTALE
- Author
-
PASTA, S, LA ROSA, A, LA MANTIA, T, BADALAMENTI, E, PASTA, S, LA ROSA, A, LA MANTIA, T, and BADALAMENTI, E
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Settore BIO/03 - Botanica Ambientale E Applicata ,invasive alien species, lianas, Mediterranean flora, Boussingaultia baselloides ,specie alloctone invasive, liane, flora mediterranea, Boussingaultia baselloides - Abstract
In questa nota si fornisce un quadro aggiornato sui casi di naturalizzazione di Anredera cordifolia in Sicilia e sul suo status invasivo a livello nazionale. Questa xenofita viene inoltre segnalata per la prima volta per le province di Agrigento, Palermo e Trapani.
- Published
- 2016
71. Colonization of eurasian jay Garrulus glandarius (L.) and holm oaks Quercus ilex (L.): the establishment of ecological interactions in urban areas
- Author
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LA MANTIA, T., DA SILVEIRA BUENO, R., LA MANTIA, T, and DA SILVEIRA BUENO, R
- Subjects
Conca d'Oro, birds, ecological interaction ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura - Abstract
Here we describe the relationship between holm oak seedling diffusion and jay recolonization in an urban orchard.
- Published
- 2016
72. Climate-growth relationships of Quercus gussonei (Borzì) Brullo in the Mediterranean region: adaptive traits and water use efficiency
- Author
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Sala, G., Lauteri, M., LA MANTIA, T., Garfì, G., Sala, G, Lauteri, M, La Mantia, T, and Garfì, G
- Subjects
carbon isotope discrimination, dendroecology, forest dieback, peripheral population in Sicily - Abstract
Due to their marginal distribution, peripheral tree populations are highly vulnerable and are more likely to be influenced by extreme climate conditions. This occurrence is known to cause dieback in many species at their Mediterranean margins. Quercus gussonei (Borzì) Brullo is a deciduous oak endemic of Sicily. It is a thermophilous, peripheral form of Quercus cerris L. which is showing an incipient but ongoing decline. A deeper ecophysiological knowledge is urgently needed on this species in order to plan proper conservation actions and reduce the risk of its extinction. In the aim to understand at what extent changes in environmental conditions could be responsible for Q. gussonei decline, we carried out dendrochronological and water-use efficiency investigations. Annual ring widths, earlywood and latewood analyses were accomplished in order to assess the climatic factors influencing the growth of Q. gussonei. In addition, we determined the carbon isotope discrimination (Δ 13C) in tree rings, allowing to evaluate WUE variations and the expression of possible plant adaptive traits. Climate-growth relationship were analyzed using response functions. Our findings highlight significant relationships between tree-rings width and climate data. The dendrochronological analysis of Q. gussonei showed a rather good adaptation of this species to the typical Mediterranean climate and oak trees seem to retain a certain resilience to efficiently face 14 less favorable environmental conditions. Furthermore Δ 13C indicates a long-term adjustment in water-use efficiency and the increase of WUE could be interpreted as a fair adaptation of this species to drought-prone environments.
- Published
- 2016
73. The sedimentary and remote-sensing reflection of biomass burning in Europe
- Author
-
Adolf, C, Wunderle, S, Colombaroli, D, Weber, H, Gobet, E, Heiri, O, van Leeuwen, JFN, Bigler, C, Connor, SE, Galka, M, La Mantia, T, Makhortykh, S, Svitavska-Svobodova, H, Vanniere, B, Tinner, W, Adolf, C, Wunderle, S, Colombaroli, D, Weber, H, Gobet, E, Heiri, O, van Leeuwen, JFN, Bigler, C, Connor, SE, Galka, M, La Mantia, T, Makhortykh, S, Svitavska-Svobodova, H, Vanniere, B, and Tinner, W
- Abstract
Aim We provide the first European‐scale geospatial training set relating the charcoal signal in surface lake sediments to fire parameters (number, intensity and area) recorded by satellite moderate resolution imaging spectroradiometer (MODIS) sensors. Our calibration is intended for quantitative reconstructions of key fire‐regime parameters by using sediment sequences of microscopic (MIC from pollen slides, particles 10–500 µm) and macroscopic charcoal (MAC from sieves, particles > 100 µm). Location North–south and east–west transects across Europe, covering the mediterranean, temperate, alpine, boreal and steppe biomes. Time period Lake sediments and MODIS active fire and burned area products were collected for the years 2012–2015. Methods Cylinder sediment traps were installed in lakes to annually collect charcoal particles in sediments. We quantitatively assessed the relationships between MIC and MAC influx (particles/cm2/year) and the MODIS‐derived products to identify source areas of charcoal and the extent to which lake‐sediment charcoal is linked to fire parameters across the continent. Results Source area of sedimentary charcoal was estimated to a 40‐km radius around sites for both MIC and MAC particles. Fires occurred in grasslands and in forests, with grass morphotypes of MAC accurately reflecting the burned fuel‐type. Despite the lack of local fires around the sites, MAC influx levels reached those reported for local fires. Both MIC and MAC showed strong and highly significant relationships with the MODIS‐derived fire parameters, as well as with climatic variation along a latitudinal temperature gradient. Main conclusions MIC and MAC are suited to quantitatively reconstructing fire number and fire intensity on a regional scale. However, burned area may only be estimated using MAC. Local fires may be identified by using several lines of evidence, e.g. analysis of large particles (> 600 µm), magnetic susceptibility and sedimentological data.
- Published
- 2018
74. The occurrence of mycorrhizal fungi in Betula aetnensis Raf. roots: from ecological role to conservation strategies
- Author
-
Sofia, S., Badalamenti, E., Catania, V., La Mantia, T., Quatrini, P., Sofia, S, Badalamenti, E, Catania, V, La Mantia, Tommaso, and Quatrini P
- Subjects
mycorrhizal fungi, Betula aetnensis, DGGE analysis - Abstract
Betula aetnensis Raf. is an endemic tree species of particular conservation value. It only thrives in the north-eastern slopes of Mount Etna (Sicily), from 1200 to 2100 m a.s.l. This pioneer plant is able to begin primary succession on nutrient-poor and water-limited soils (C = 0.17%; N = 0.05 ‰; P2O5 = 4.1 ppm), where beneficial mycorrhizal fungi (MF) may play a crucial role. In order to investigate MF role in B. aetnensis, plant roots from natural sites and nursery grown specimens were analyzed for both ectomycorrhizal and endomycorrhizal structures. Typical structures of both symbiosis were detected by root staining and morphological observations. Ectomycorrhizae (EM) were more abundant in natural sites (≈88%) than in nursery (≈77%). Clear morphological differences in the EM root tips suggest the occurrence of different fungal species. About 50% of roots had arbuscular structures, both in natural habitats and nursery. The community structure of EM and AM fungal symbionts was characterized by DGGE analysis. Mycorrhizal dependence trials are in progress to elucidate the relative importance of ectoand endomycorrhizal symbionts for this endemism, whose conservation could be strongly linked to mutualistic associations established at root level.
- Published
- 2017
75. Climatic signals of tree-ring in Quercus gussonei (Borzì) Brullo in the Mediterranean region
- Author
-
Sala, G., LA MANTIA, T., Giardina, G., Lauteri, M., Garfì, G., Sala, G, La Mantia, T, Giardina, G, Lauteri, M, and Garfì, G
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Oak decline, Dendroecology, Mediterranean tree-rings, Carbon isotope, Climate growth relationship - Abstract
Change in growth is among the primary response of trees to environmental variation. Tree-rings contain a wealth of information related to the climatic conditions. A dendroclimatic study on Quercus gussonei (Borzì) Brullo was carried out in the Nature Reserve of “Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco Del Cappelliere, Gorgo Del Drago” (southern Italy). Q. gussonei is an endemic deciduous oak and thermophilous form of Quercus cerris L. that is found only in Sicily, although with clear sign of decline. The knowledge of ecology of this species should help to establish criteria for forest conservation in the Mediterranean region. For definining the ecological character and understanding the potential causes of the oak decline, we collected cores from ten trees with an increment borer. Precipitation and temperature data were obtained from a meteorological station located nearby from the stand. Annual ring widths, earlywood and latewood analyses were used in order to investigate and better understand the climatic dynamics influencing the oaks’ growth. We determined the stable isotope discrimination of carbon (D13C) in the wood in order to investigate wateruse efficiency variations and the expression of possible plant adaptive traits. Climate-growth relationship, for the chronology 1951-2008, were analyzed using response, correlation and moving correlation functions. Our finding mostly highlight relationships between tree-rings width and climate data. Furthermore, D13C in treerings was used to identify long-term adjustments in water-use efficiency.
- Published
- 2015
76. Ostrya carpinifolia Scop. (fam. Betulaceae) a Ficuzza (Monti Sicani, provincia di Palermo): note ecologiche e demografiche
- Author
-
Giardina, G., LA MANTIA, T., Sala, G., Pasta, S., Giardina, G, La Mantia, T, Sala, G, and Pasta, S
- Subjects
Ostrya carpinifolia ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura - Published
- 2015
77. MATERIALI 1 (Linosa)- Patrimonio vegetale e agricoltura
- Author
-
Pasta, S, La Mantia, T, Sottile, F, Billeci, V, Dimarca, A, Maraventano, G, Prazzi, E, Sorrentino, G., Agrò, B, Pasta, S., La Mantia, T., Sottile, F., Billeci, V., Dimarca, A., Maraventano, G., Prazzi, E., and Sorrentino, G.
- Subjects
Settore AGR/03 - Arboricoltura Generale E Coltivazioni Arboree ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Diversità, Paesaggio - Abstract
Nonostante le sue ridotte dimensioni, Linosa presenta un’estrema complessità, legata soprattutto al diverso periodo di abbandono delle colture agrarie terrazzate che un tempo caratterizzavano un’ampia porzione dell’isola. Gran parte del suo territorio presenta tuttora livelli di naturalità da discreti a eccezionali, soprattutto per via dell’integrità delle comunità legate alle rocce affioranti ed ai substrati incoerenti di natura vulcanica. È probabile che l’origine vulcanica dei suoli di Linosa fa sì che l’intensa trasformazione del suo paesaggio naturale, testimoniata dai terrazzamenti che si spingono sulle pendici dei monti, non abbia del tutto eliminato la presenza di lembi più o meno cospicui di formazioni pre-forestali come è successo sulla calcarea Lampedusa. L’elemento fondamentale dell’agricoltura linosana è (o è stato) il ficodindia.
- Published
- 2015
78. Linosa: quando la geologia decide il destino di un’isola
- Author
-
LA MANTIA, T., Pasta S, Agrò, Bernardo, a cura di Agrò B., La Mantia, T, and Pasta S
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Geologia, Paesaggio, Storia - Abstract
La condizione odierna della flora ma anche dell'agricoltura di Linosa è molto diversa da quella della vicina Lampedusa per ragioni geologiche, il suolo vulcanico di Linosa ha influito sui caratteri della vegetazione dlel'Isola.
- Published
- 2015
79. Un nuovo caso di spontaneizzazione incipiente: Lagunaria patersonia (Andrews) G. Don (Malvaceae) in Sicilia
- Author
-
La Mantia, T, Badalamenti, E, Pasta, S, La Mantia, T, Badalamenti, E, and Pasta, S
- Subjects
Ecosistemi insulari mediterranei ,Specie aliene ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Lampedusa - Abstract
In questa nota si riporta l’incipiente processo di naturalizzazione in Sicilia di Lagunaria patersonia (Andrews) G. Don, un albero australiano sempreverde di media grandezza appartenente alla famiglia delle Malvaceae.
- Published
- 2015
80. Gli uccelli delle isole circumsiciliane
- Author
-
Massa, B., Lo Cascio, P., Ientile, R., Canale, E., La Mantia, T., Massa, B., Lo Cascio, P., Ientile, R., Canale, E., and La Mantia, T.
- Subjects
Updated checklist, Eolian, Ustica, Egadi, Pantelleria, Pelagian Is., Breeding birds, Migrant birds, Ratio area/species, Dispersal power ,Checklist aggiornata, Eolie, Ustica, Egadi, Pantelleria, Pelagie, Uccelli nidificanti, Uccelli migratori, Rapporto area/specie, Capacità dispersiva ,Settore AGR/06 - Tecnologia Del Legno E Utilizzazioni Forestali - Abstract
Gli autori sintetizzano tutte le informazioni bibliografiche e inedite sulle specie che sino al 30 agosto 2015 sono state contattate almeno una volta nelle 14 isole circumsiciliane (Eolie, Ustica, Egadi, Pantelleria e Pelagie), confrontando alla fine la lista complessiva con quella delle isole Maltesi. In totale sono ad oggi note 434 specie (isole Maltesi incluse); molte di esse hanno mostrato nel corso dei secoli una notevole capacità di colonizzazione, fluttuando nel tempo o addirittura estinguendosi e ricolonizzando alcune isole. Questi piccoli territori in mezzo al mare rappresentano ottimi siti di controllo dell’andamento delle migrazioni nel corso dei decenni; alcune specie hanno chiaramente cambiato il loro status rispetto al passato, aumentando o diminuendo. Nel corso di circa 15 anni in alcune di queste isole (Ustica, Marettimo, Lampedusa e Linosa) sono stati condotti dei campi di inanellamento sia primaverili sia autunnali che hanno permesso di inanellare 102.208 uccelli, in gran parte Passeriformes; ciò ha consentito di raccogliere una notevole mole di dati sulle strategie migratorie, che vengono qui brevemente presentati. Le piccole isole sono davvero importanti per gli uccelli migratori transahariani, che devono sostare durante i loro lunghi viaggi per recuperare energie; la disponibilità di risorse sotto forma di frutti selvatici o di insetti (a seconda delle specie) consente a queste masse di migratori di continuare il loro viaggio. La conservazione degli uccelli è dettata dalla Direttiva Uccelli e l’istituzione delle Zone di Protezione Speciale ha proprio lo scopo di salvaguardare alcune specie in determinati territori. Questo è un impegno preso da parte di tutti i Paesi dell’Unione Europea, proprio perché le popolazioni di uccelli non conoscono confini amministrativi e la loro tutela va al di là delle competenze e degli interessi di un singolo Paese. Per quanto riguarda le specie nidificanti, è risultata un’elevata correlazione negativa (r=-0,746), altamente significativa (P=0,002) tra la capacità dispersiva media delle specie e la superficie in km2 delle isole. Le specie con minore capacità dispersiva hanno colonizzato le isole di maggiori dimensioni, ma non quelle più piccole; questo con molta probabilità dipende dalla eterogeneità ambientale, a sua volta legata alla dimensione delle isole ed alla loro posizione geografica. Nel caso delle isole circumsiciliane, sembra che non sia tanto la distanza dalla costa a determinare il numero di specie, quanto le condizioni ambientali e la posizione geografica; indubbiamente la posizione tirrenica delle isole settentrionali rappresenta un vantaggio per la presenza di habitat differenziati e la conseguente colonizzazione di specie ad essi legate, mentre la posizione meridionale, influenzata dall’aridità africana, riduce alcune possibilità colonizzatrici da parte di alcune specie di uccelli e rende altresì problematica la stessa esistenza di habitat diversificati. Il numero delle specie nidificanti in un’isola è variabile nel tempo, essendovi specie che vi nidificano in modo irregolare. La correlazione area/N° specie nelle isole circumsiciliane è pari a 0,58, ma se si esclude l’isola di Pantelleria, sale a 0,86; essa è pari a 0,92 per le sole isole settentrionali (Eolie, Ustica ed Egadi), mentre risulta 0,99 per le sole tre isole meridionali del Canale di Sicilia. Authors summarize all bibliographic and unpublished information on bird species that have been detected at least one time up to 30th August 2015 in the 14 circum-sicilian islands (Eolian, Ustica, Egadi, Pantelleria and Pelagian Is.). The Appendix 1 compares overall lists with that of the Maltese Is., also lying in the Sicilian waters. On the whole, 434 species are known till now (Maltese Is. included); many of them showed a high colonizing capacity along the centuries, fluctuating or even becoming extinct and re-colonising some islands. These small territories in the middle of the Mediterranean sea are very good check-control sites of long-term migration trend; compared to the past, some species changed their status, increasing or declining. Additionally, during the last 15 years in some of these islands (Ustica, Marettimo, Lampedusa and Linosa) bird ringing activity has been carried out, both in spring and in autumn; it allowed to ring 102,208 birds, mainly Passeriformes; this opportunity allowed to collect a remarkable amount of data on migration strategy, here presented. The small islands are very important stop-over sites for transsaharan migratory birds, that must rest during their long journey to recover fuel in the form of fat; the availability of natural resources, such as wild fruits or insects, allows these masses of migrant birds to continue their trip. The conservation of birds has been established by the Bird Directive and the institution of Zones of Special Protection has the aim to safeguard some species in some territories. This agreement was signed by all countries of the EU, because bird populations do not know administrative borders and their conservation lies beyond the interests and authorities of a single country. Concerning breeding birds, a high negative correlation (r=-0.746, P=0.002) has been found between the average dispersal power of species and the area in km2 of islands. Species with minor dispersal power colonized the biggest but not the smallest islands; this, very probably depended on habitat heterogeneity of islands, in turn linked to the size of them and to the geographical position, more than to the distance from the continental land. Tyrrhenian position of northern islands is certainly an advantage for the presence of diversified habitats and birds inhabiting them, whereas southern position of Pantelleria and Pelagian Is., as well as Maltese Is., affected by African dryness, decreases colonizing probabilities of some bird species and the same existence of diversified habitats. The number of breeding species in each island varied along the time and some species bred irregularly. The correlation area/No. species in the islands surrounding Sicily resulted to be 0.58, but if we exclude Pantelleria Is., it grows to 0.86; besides, it grows to 0.92 if we consider only northern islands (Eolian, Ustica and Egadi Is.), and to 0.99 if we consider only southern islands.
- Published
- 2015
81. Progetto agricolo e naturalistico. Architettura del paesaggio nel recupero di Casa Teresa
- Author
-
Agrò, B, La Mantia, T., Agrò, B, Agrò, B., and La Mantia, T.
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Diversità, paesaggio - Abstract
E' stato progettato il recupero naturalistico e agronomico di Casa Teresa uno dei luoghi di più antica presenza umana a Lampedusa
- Published
- 2015
82. The ongoing naturalisation of Eucalyptus spp. in the Mediterranean Basin: new threats to native species and habitats
- Author
-
Badalamenti, E., primary, Cusimano, D., additional, La Mantia, T., additional, Pasta, S., additional, Romano, S., additional, Troia, A., additional, and Ilardi, V., additional
- Published
- 2018
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83. Criteria to identify old‐growth forests in the Mediterranean: A case study from Sicily based on literature review and some management proposals
- Author
-
Badalamenti, E., primary, Pasta, S., additional, La Mantia, T., additional, and La Mela Veca, D. S., additional
- Published
- 2018
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84. La biodiversità dei boschi siciliani. Parte I: l’avifauna
- Author
-
La Mantia, T., Lo Duca, R., Massa, B., Nocentini, S., Rühl, J., La Mantia, T, Lo Duca, R, Massa, B, Nocentini, S, and Rühl J
- Subjects
selvicoltura ,Sicilia ,biodiversità ,bird ,rimboschimenti ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,afforestation ,silviculture ,Sicily ,uccelli - Abstract
È stata censita la diversità delle specie ornitiche presente in alcune tipologie forestali della Regione Siciliana e la relazione tra le ornitocenosi, le scelte gestionali ed i diversi fattori abiotici e biotici. L’analisi della species richness (= numero delle specie) dimostra che essa è correlata con il bioclima, il diametro massimo degli individui arborei, il valore trofico di tutti gli strati di vegetazione ed il valore trofico dello strato arboreo. I boschi meso-supramediterranei sono più ricchi di specie rispetto ai boschi termomesomediterranei. L’importanza del diametro massimo degli individui arborei, che esprime indirettamente anche il tipo di gestione di un bosco, viene spiegata dalla dipendenza di alcune specie corticicole da piante di grosse dimensioni e di alcune specie legate a chiome di alberi alti in genere corrispondenti a piante di grosse dimensioni. Il valore trofico dei boschi è stato censito attraverso un apposito rilievo delle specie floristiche con valore nutritivo presente nello strato erbaceo, arbustivo e arboreo. L’assenza di specie con valore trofico riduce molto le specie di uccelli presenti ma, nello stesso tempo, l’abbondanza di specie floristiche con valore trofico non produce una abbondanza di specie ornitiche. Quando invece della species richness si correla l’indice di diversità di Shannon con i fattori suddetti, il risultato è simile: viene influenzato dal bioclima, dal diametro massimo e dalla presenza di piante con valore trofico. Infine, è da sottolineare che né la species richness né l’indice di Shannon risulta essere influenzata dal diametro del legno morto in piedi o dal volume del legno morto a terra. Le indicazioni che risultano dai risultati dell’analisi sono: 1) per aumentare la diversità ornitica bisogna lasciare nuclei di piante adulte e di una certa dimensione, anche nei cedui; 2) alla luce dei risultati sulla presenza di specie con valore trofico vanno riviste le norme che prevedono le specie (qualità e quantità) da rilasciare nei cedui; 3) per i rimboschimenti vanno escluse le ripuliture del sottobosco e le spalcature che devono essere limitate alla fascia perimetrale per la prevenzione degli incendi. We collected data on bird diversity in the main Sicilian forest types and related them to silvicultural management and a number of abiotic and biotic factors. The results show that bird species richness is influenced by bioclimate, maximum tree diameter, nutritive value of all vegetation layers. Forests in meso-/supramediterranean bioclimate are richer in species than forests in thermo-/mesomediterranean bioclimate. The importance of maximum tree diameter, which indirectly reflects also the silvicultural management of a forest, is due to the dependency of some corticicolous species on large trees, and of some other bird species on crowns of high trees which have usually large diameters. The nutritive value of a forest was quantified by data sampling: for the herbaceous, shrub and tree layers we recorded all species with nutritive value. The absence of plant species with nutritive value strongly reduces the number of bird species present in a forest; it is, however, noteworthy that an abundance of plant species with nutritive value does not automatically lead to abundant bird species. In addition, it has to be underlined that neither species richness nor Shannon’s diversity index are influenced by the diameter of standing dead wood or by the volume of fallen dead wood. The guidelines which result from our analysis for the silvicultural management of Sicilian forests are: 1) in order to increase bird diversity do not cut large adult trees, also in coppices; 2) leave plants with high nutritive value in coppices; 3) in reforestations do not cut the underbrush and do not prune the lower branches of trees, these actions have to be taken only in the forest edge for wildfire prevention.
- Published
- 2014
85. The impact of winter flooding with saline water on foliar carbon uptake and the volatile fraction of leaves and fruits of lemon (Citrus limon) trees
- Author
-
Velikova, La Mantia T., Lauteri M., Michelozzi M., Nogues, Loreto F., Velikova, V, La Mantia, T, Lauteri, M, Michelozzi, M, Nogues, I, and Loreto, F
- Subjects
Ecophysiology ,Stomatal conductance ,Limonene ,Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Flooding (psychology) ,fungi ,food and beverages ,Plant Science ,Biology ,Photosynthesis ,Saline water ,Terpenoid ,humanities ,Settore AGR/03 - Arboricoltura Generale E Coltivazioni Arboree ,Horticulture ,chemistry.chemical_compound ,chemistry ,Citrus ,isoprenoids ,photosynthesis ,Botany ,parasitic diseases ,Citrus, isoprenoids, photosynthesis ,Orchard ,Agronomy and Crop Science ,geographic locations - Abstract
We investigated the consequences of recurrent winter flooding with saline water on a lemon (Citrus × limon (L.) Burm.f.) orchard, focussing on photosynthesis limitations and emission of secondary metabolites (isoprenoids) from leaves and fruits. Measurements were carried out immediately after flooding (December), at the end of winter (April) and after a dry summer in which plants were irrigated with optimal quality water (September). Photosynthesis was negatively affected by flooding. The effect was still visible at the end of winter, whereas the photosynthetic rate was fully recovered after summer, indicating an unexpected resilience capacity of flooded plants. Photosynthesis inhibition by flooding was not due to diffusive limitations to CO2 entry into the leaf, as indicated by measurements of stomatal conductance and intercellular CO2 concentration. Biochemical and photochemical limitations seemed to play a more important role in limiting the photosynthesis of flooded plants. In young leaves, characterised by high rates of mitochondrial respiration, respiratory rates were enhanced by flooding. Flooding transiently caused large and rapid emission of several volatile isoprenoids. Emission of limonene, the most abundant compound, was stimulated in the leaves, and in young and mature fruits. Flooding changed the blend of emitted isoprenoids, but only few changes were observed in the stored isoprenoids pool.
- Published
- 2012
86. Spatio-temporal patterns of Holocene vegetation change in southern Sicily
- Author
-
Calo , Camilla, Henne , P., Curry , B., Magny , Michel, Vescovi , Elisa, La Mantia , T., Pasta , S., Vannière , Boris, Tinner , Willy, Laboratoire Chrono-environnement ( LCE ), Université Bourgogne Franche-Comté ( UBFC ) -Centre National de la Recherche Scientifique ( CNRS ) -Université de Franche-Comté ( UFC ), Department of Paleoecology, University of Bern, Department of environmental Sciences, Eidgenössische Technische Hochschule [Zürich] ( ETH Zürich ), Laboratoire Chrono-environnement - CNRS - UBFC (UMR 6249) (LCE), Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS)-Université de Franche-Comté (UFC), Université Bourgogne Franche-Comté [COMUE] (UBFC)-Université Bourgogne Franche-Comté [COMUE] (UBFC), Oeschger Centre for Climate Change Research (OCCR), Eidgenössische Technische Hochschule - Swiss Federal Institute of Technology [Zürich] (ETH Zürich), Calò, C., Henne, P., Curry, B., Magny, M., Vescovi, E., LA MANTIA, T., Pasta, S., Vannière, B., and Tinner, W.
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,[SHS.ENVIR]Humanities and Social Sciences/Environmental studies ,Mediterranean, Sicily, Paleohydrology, Holocene, Climate change, Paleoecology ,[ SHS.ENVIR ] Humanities and Social Sciences/Environmental studies ,ComputingMilieux_MISCELLANEOUS - Abstract
Few examples of natural forest remain near the Mediterranean coast. Therefore, it is difficult to study how coastal forests respond to climatic change or their resilience to human impact. We developed new sedimentary record of Holocene vegetation and fire history at Lago Preola, a coastal lake in southwestern Sicily (Italy). In order to verify the existence of forest at large scale on the coast, we compare pollen from Lago Preola, a medium-sized lake (33 ha), to Gorgo Basso, a small lake (3 ha) located nearby with the aim of separating local from extra-local vegetation dynamics through time using pollen percentages and influx. We then compare Lago Preola pollen to the record from Biviere di Gela, a large lagoon (120 ha) situated 160 km to the east in southern Sicily, to examine differences in vegetation dynamics between the two coastal areas during the Holocene. Lake-level reconstructions and ostracode analyses from Lago Preola provide vegetation-independent evidence of climate change, and help to disentangle human and climatic impacts on vegetation. Pollen data indicate Pistacia-dominated shrublands replaced open grasslands in the region surrounding Lago Preola by 9500 cal yr BP. This change coincided with rising lake levels and the development of an ostracode fauna typical of fresh waters. Evergreen forest dominated by Quercus ilex and Olea europaea started to expand by 7000 cal BP and consolidated at 6500 cal yr BP, when lake levels were near their Holocene high. Similarities between pollen from Lago Preola and Gorgo Basso demonstrate that forest was the dominant vegetation type in coastal Sicily during the middle Holocene at both regional and local scales, and even developed in the drier climatic setting around Biviere di Gela. Lake levels fell at Lago Preola after 7000 cal yr BP, with a strong decline accompanied by increasing salinity after 4500 cal yr BP. However, no transition in vegetation matched these inferred hydrological changes. Instead, forests persisted in the surrounding region until 2200 cal BP when human disturbance intensified. We propose that different climatic factors control lake levels and vegetation in coastal Mediterranean ecosystems. Whereas lake levels are most sensitive to the abundance of winter precipitation, coastal forests depend on spring precipitation and are limited by the length of summer drought. Moisture availability remained suitable for evergreen forests in coastal Sicily during the late Holocene, and humans, not a drier climate drove the regional forest decline.
- Published
- 2012
87. Primi segnali di spontaneizzazione di Schinus molle L. (Anacardiaceae) in Sicilia
- Author
-
Badalamenti, E., Pasta, S., La Mantia, T., Badalamenti, E, Pasta, S, and La Mantia, T
- Subjects
Settore AGR/05 - Assestamento Forestale E Selvicoltura ,Aliene, spontaneizzaizone - Abstract
Si riportano i primi casi di naturalizzazione di Schinus molle L. (Anacardiaceae) osservati in Sicilia.
- Published
- 2012
88. Country report – Italy
- Author
-
Cullotta, S., Marchetti, M., LA MANTIA, T., Tosi, V., LATHAM, J, FRANK, G, FAHY, O, KIRBY, K, MILLER, H, STIVEN, R, Cullotta, S., Marchetti, M., LA MANTIA, T., and Tosi, V.
- Subjects
Country report - Published
- 2005
89. La tutela e la valorizzazione del paesaggio colturale dei sistemi tradizionali dell’olivo in Italia
- Author
-
BARBERA, Giuseppe, INGLESE P. LA MANTIA T., BARBERA G, and INGLESE P LA MANTIA T
- Published
- 2004
90. The role of grapevine cultivation in the carbon balance through Italy
- Author
-
Gianelle, D., Gristina, L., Pitacco, Andrea, Spano, D., La Mantia, T., Marras, S., Meggio, Franco, Novara, A., Sirca, C., and Sottocornola, M.
- Subjects
carbon budget ,greenhouse gasses ,agriculture ,viticulture - Published
- 2013
91. ATTACKS OF RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS (OLIVIER) (Coleoptera Curculionidae) ON NATURAL SPECIMENS OF DWARF FAN PALM CHAMAEROPS HUMILIS L. (Arecaceae) IN SICILY
- Author
-
Giovino, A, Scibetta, S, Gugliuzza, G, Longo, S, Suma, Pompeo, and LA MANTIA, T.
- Published
- 2012
92. THE ROLE OF THE LOQUAT IN MAINTAINING ENTOMOLOGICAL DIVERSITY IN THE CONCA D'ORO ORCHARDS OF SICILY
- Author
-
Bellavista, M., primary, La Mantia, T., additional, and Sparacio, I., additional
- Published
- 2015
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93. Litter contribution to soil organic carbon in the processes of agriculture abandon
- Author
-
Novara, A., primary, Rühl, J., additional, La Mantia, T., additional, Gristina, L., additional, La Bella, S., additional, and Tuttolomondo, T., additional
- Published
- 2015
- Full Text
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94. Litter contribution to soil organic carbon in the agriculture abandons processes
- Author
-
Novara, A., primary, Rühl, J., additional, La Mantia, T., additional, Gristina, L., additional, La Bella, S., additional, and Tuttolomondo, T., additional
- Published
- 2015
- Full Text
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95. Do island plant populations really have lower genetic variation than mainland populations? Effects of selection and distribution range on genetic diversity estimates
- Author
-
García‐Verdugo, C., primary, Sajeva, M., additional, La Mantia, T., additional, Harrouni, C., additional, Msanda, F., additional, and Caujapé‐Castells, J., additional
- Published
- 2015
- Full Text
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96. La conservazione ex situ della biodiversità delle specie vegetali spontanee e coltivate in Italia. Stato dell'arte, criticità e azioni da compiere
- Author
-
Acosta, A., Alonzi, A., Annicchiarico, P., Antonacci, D., Aprile, S., Avanzato, D., Bacchetta, G., Bacchetta, L., Bagella, S., Baiocco, M., Baldi, M., Barbera, G., Bartolini, G., Baruzzi, G., Bedini, G., Belletti, P., Benvenuti, S., Bergamaschi, M., Bergamo, P., Bertin, L., Bianchi, P. G., Biscotti, N., Blando, F., Bonito, A., Bonomi, C., Borgo, M., Branca, F., Brandoni, L., Bretzel, F., Brundu, G., Bullitta, S., Burchi, G., Bussotti, F., Caboni, E., Calvo, E., Camarda, I., Camoriano, L., Cantini, C., Capriolo, A., Capuana, M., Carrabba, P., Casti, M., Cattabriga, A., Ceriani, R., Cervelli, C., Civale, P., Clerici, F., Colletti, L., Contri, M. L., Converio, F., Crescente, M. F., Crinó, P., Crosti, R., Damiano, C., Danti, R., DE GIORGIO, D., DE LISI, A., D'Egidio, M. G., DE MATTEIS TORTORA, M., DE STEFANIS, E., Delfine, S., DE ROGATIS, A., DI CANDILO, M., DI GIUSEPPE, E., D’Ovidio, C., Dominione, V., Ducci, F., Engel, P., Ercole, S., Esposito, S., Falcinelli, M., Farina, E., Fenu, G., Ferrari, V., Ferroni, F., Ficcadenti, N., Fideghelli, C., Filigheddu, R., Fineschi, S., Fiorentin, R., Franca, A., Forte, L., Fusaro, E., Gardiman, M., Gentile, A., Gentili, R., Germanà, M. A., Giacanelli, V., Giannini, M., Giannini, R., Giardina, F., Giovannini, A., Giovannini, D., Gironi, R., Giust, M., Gorian, F., Gras, M., Grassotti, A., Gratani, L., Grossoni, P., Guidi, S., Ianni, G., Inglese, P., Insero, O., Izzi, F., LA MALFA, S., LA MANTIA, T., Labra, M., Laghetti, G., Lamastra, S., Lambardi, M., LI DESTRI NICOSIA, O., Lioi, L., Liverani, A., Logozzo, G., Longhi, E., Lorenzetti, F., Lorenzetti, S., Lupotto, E., Macculi, M., Magaldi, T., Malfanti, F., Malvolti, M. E., Mameli, G., Margiotta, B., Marino, D., Marino, M., Mariotti, M. G., Mascolo, R. A., Mattana, E., Meloni, F., Milan, C., Montanari, I., Montesano, V., Moraldi, M., Mucciarelli, M., Mughini, G., Mulè, P., Negri, V., Negro, D., Nepi, M., Nervo, G., Nesti, U., Nobili, P., Notarmuzi, M. C., Orru, M., Pacini, E., Padulosi, S., Pallotta, L., Palmieri, M., Palumbo, M., Paolucci, G., Paris, P. L., Pasqua, G., Pasqui, M., Pasquini, M., Pavone, P., Pelillo, R., Pepe, R., Peratoner, G., Perri, E., Perrino, P., Petrucci, B., Pettenella, D., Piccini, C., Piergiovanni, A. R., Piffanelli, P., Pignone, D., Piluzza, G., Piotto, B., Podda, L., Polignano, G., Pollutri, A., Pontecorvo, C., Porceddu, E., Porqueddu, C., Puglisi, S., Quarta, R., Rainini, F., G. A., Re, Recupero, S., Redaelli, R., REFORGIATO RECUPERO, G., Resta, P., Romano, D., Ronchi, B., Rosellini, D., Rossi, G., Sabatti, M., Sabatini, A. G., Saccardo, F., Salvati, R., Salvioni, C., Santini, A., Saporito, L., Sarli, G., SCARASCIA MUGNOZZA, G. T., SCARASCIA MUGNOZZA, G., Scarpa, G. M., Schiavella, P., Schiavi, M., Schiavon, L., Schirone, B., Scippa, G., Sgarbi, Elisabetta, Sgorbati, S., Sgrulletta, D., Simeone, A. M., Sonnante, G., Sorrentino, C., Sottile, F., Spada, P., Speranza, M., Stanca, M., Stanisci, A., Sulas, L., Terzi, M., Terzi, V., Tomaselli, V., Tomat, E., Torricelli, R., Tugliozzi, C., Urbano, M., Vaccino, P., Valletta, A., Varone, L., Vender, C., Vento, D., Veronesi, F., Veronesi, M., Vettori, C., Vietto, L., Villa, M., Villani, G., Vlahov, G., Zanatta, K., and Zizzo, G.
- Subjects
biodiversità vegetale ,banche del germoplasma ,conservazione ex situ ,conservazione "on farm" - Published
- 2010
97. La conservazione ex situ della biodiversità delle specie vegetalispontanee e coltivate in Italia Stato dell’arte, criticità e azioni da compiere
- Author
-
Acosta, Alonzi, A., Annicchiarico, P., Antonacci, D., Aprile, S., Avanzato, D., Bacchetta, G., Bacchetta, L., Bagella, S., Baiocco, M., Baldi, M., Barbera, G., Bartolini, G., Baruzzi, G., Bedini, G., Belletti, P., Benvenuti, S., Bergamaschi, M., Bergamo, P., Bertin, L., Bianchi, Pg, Biscotti, N., Blando, F., Bonito, A., Bonomi, C., Borgo, M., Branca, F., Brandoni, L., Bretzel, F., Brundu, G., Bullitta, S., Burchi, G., Bussotti, F., Caboni, E., Calvo, E., Camarda, I., Camoriano, L., Cantini, C., Capriolo, A., Capuana, M., Carrabba, P., Casti, M., Cattabriga, A., Ceriani, R., Cervelli, C., Civale, P., Clerici, F., Colletti, L., Contri, Ml, Converio, F., Crescente, M. F., Crinó, P., Crosti, R., Damiano, C., Danti, R., DE GIORGIO, D., DE LISI, A., D'Egidio, M. G., DE MATTEIS TORTORA, M., DE STEFANIS, E., Delfine, S., DE ROGATIS, A., DI CANDILO, M., DI GIUSEPPE, E., D’Ovidio, C., Dominione, V., Ducci, F., Engel, P., Ercole, S., Esposito, S., Falcinelli, M., Farina, E., Fenu, G., Ferrari, V., Ferroni, F., Ficcadenti, N., Fideghelli, C., Filigheddu, R., Fineschi, S., Fiorentin, R., Franca, A., Forte, L., Fusaro, E., Gardiman, M., Gentile, A., Gentili, R., Germanà, M., Giacanelli, V., Giannini, M., Giannini, R., Giardina, F., Agiovannini, Giovannini, D., Gironi, R., Giust, M., Gorian, F., Gras, M., Grassotti, A., Gratani, L., Grossoni, P., Guidi, S., Ianni, G., Inglese, P., Insero, O., Izzi, F., LA MALFA, S., LA MANTIA, T., Labra, M., Laghetti, G., Lamastra, S., Lambardi, M., Lanza, B., LI DESTRI NICOSIA, O., Lioi, L., Liverani, A., Logozzo, G., Longhi, E., Lorenzetti, F., Lorenzetti, S., Lupotto, E., Macculi, M., Magaldi, T., Malfanti, F., Malvolti, M. E., Mameli, G., Margiotta, B., Marino, D., Marino, M., Mariotti, Mauro, Mascolo, R. A., Mattana, E., Meloni, F., Milan, C., Montanari, I., Montesano, V., Moraldi, M., Mucciarelli, M., Mughini, G., Mulè, P., Negri, V., Negro, D., Nepi, M., Nervo, G., Nesti, U., Nobili, P., Notarmuzi, M. C., Orru, M., Pacini, E., Padulosi, S., Pallotta, L., Palmieri, M., Palumbo, M., Paolucci, G., Paris, P. L., Pasqua, G., Pasqui, M., Pasquini, M., Pavone, P., Pelillo, R., Pepe, R., Peratoner, G., Perri, E., Perrino, P., Petrucci, B., Pettenella, D., Piccini, C., Piergiovanni, A. R., Piffanelli, P., Pignone, D., Piluzza, G., Piotto, B., Podda, L., Polignano, G., Pollutri, A., Pontecorvo, C., Porceddu, E., Porqueddu, C., Puglisi, S., Quarta, R., Rainini, F., G. A., Re, Recupero, S., Redaelli, R., REFORGIATO RECUPERO, G., Resta, P., Romano, D., Ronchi, B., Rosellini, D., Rossi, G., Sabatti, M., Sabatini, A. G., Saccardo, F., Salvati, R., Salvioni, C., Santini, A., Saporito, L., Sarli, G., SCARASCIA MUGNOZZA, G. T., SCARASCIA MUGNOZZA, G., Scarpa, G. M., Schiavella, P., Schiavi, M., Schiavon, L., Schirone, B., Scippa, G., Sgarbi, E., Sgorbati, S., Sgrulletta, D., Simeone, A. M., Sonnante, G., Sorrentino, C., Sottile, F., Spada, P., Speranza, M., Stanca, M., Stanisci, A., Sulas, L., Terzi, M., Terzi, V., Tomaselli, V., Tomat, E., Torricelli, R., Tugliozzi, C., Urbano, M., Vaccino, P., Valletta, A., Varone, L., Vender, C., Vento, D., Veronesi, F., Veronesi, M., Vettori, C., Vietto, L., Villa, M., Villani, G., Vlahov, G., Zanatta, K., and Zizzo, G.
- Published
- 2010
98. Protected forest areas in Europe – Analysis and harmonization (PROFOR): Reports of signatory states
- Author
-
Cullotta, S., Marchetti, Marco, La Mantia, T., and Tosi, V.
- Published
- 2007
99. La riduzione delle emissioni e il ruolo degli ecosistemi terrestri
- Author
-
A.Drago, Gristina L., Inglese P., La Mantia T., Liguori G., Motisi A., Parello F., Rossi F., and Schifano R. Valentini R.
- Published
- 2007
100. Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale. Documento sul paesaggio
- Author
-
Agnoletti, M, Almanza, R, Barbera, G, LA MANTIA, T, Nanni, P, Torquati, Bianca Maria, and Sisti, A.
- Published
- 2006
Catalog
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