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L'intervento prende in esame la breve testimonianza in lingua gotica posta nel foglio 71v del ms BNF lat. 528. Solitamente considerata una testimonianza marginale, si è invece rivelata, in questo studio per molti versi pionieristico, un tassello di fondamentale importanza nella ricostruzione della percezione e trasmissione della conoscenza del passato gotico in età carolingia. L'analisi e' stata condotta sul testo manoscritto, abbinando strumenti di indagine codicologica a strumenti linguistici (con particolare attenzione ai problemi dell'interferenza linguistica germanico-romanza).

Concettualizzazione della traduzione nel medioevo tedesco, in particolare sulla base di analisi di costrutti metaforici.

I temi dell'articolo sono: 1) le relazioni fra le genti germaniche e il testo biblico; 2) la ricerca di un canone germanico; 3) la costruzione del corpus; 4) analisi lessicale; 5) relazioni fra il traduttore e la lingua di arrivo: riscrittura? Per quanto riguarda la possibilità di un paradigma germanico per la traduzione dei testi biblici la risposta è affermativa se parte di quel modello si ritrova nella relazione fra la tradizione lessicale e il suo uso nella resa di un bagaglio culturale che è differente da quello della lingua d'arrivo. La chiave interpretativa principale può essere riscontrata nel lessico giuridico, sicuramente uno dei più prolifici campi semantici all'interno delle lingue germaniche antiche.

Partendo dai problemi che i traduttori (Lutero in primis) dovevano affrontare, l'articolo indaga la possibilità della riscrittura all'interno delle traduzioni evangeliche. La pericope del tradimento di Pietro in Matteo è analizzata nelle versioni nelle lingue germaniche antiche (gotico, alto-tedesco antico e inglese antico) e nelle versioni inglesi medie di Wycliff e della riforma (Tyndale, King James's Bible) e in Lutero. L'analisi dei verbi di movimento, del lessico utilizzato per descrivere la casa di Caifa e infine le parole connesse con i giuramenti di Pietro mostra la particolare attenzione rivolta dai traduttori medievali germanici che compirono importanti adattamenti del testo evangelico al fine di essere più aderenti al milieu culturale cui appartenevano.

Der Beitrag versucht, ausgehend von Pr. 18 auf das Schriftwort Lc 7, 11-15, Eckharts Sprachtheorie als Idee eines “magischen Sprechens” zu interpretieren. Dabei wird “Magie” als naturphilosophisches Konzept einer Fernwirkung verstanden, wie es Al Kindi in seinem Traktat “De radiis”, auf den Eckhart in Sermo XIX explizit verweist, entwickelt hat.

L'autore esamina il film Die Nibelungen di Fritz Lang attraverso una serrata ricostruzione degli apporti letterari del ciclo nibelungico-volsungico entrati nella pellicola nonche' delle influenze culturali ottocentesche, sia sul piano meramente estetico, sia su quello delle idee. L'analisi dimostra come il film sia largamente debitore nei confronti della ricezione nibelungica tedesca dell'Ottocento, sia da un punto di vista della proposta estetica (cfr. i lavori di Czeschka e Lienz) sia nella percezione che il mondo tedesco aveva della tradizione nibelungica. La coppia Lang - von Harbou, regista e sceneggiatrice, creano, su queste basi, un'opera perfettamente decodificabile dal pubblico tedesco e assolutamente figlia del tempo in cui venne realizzata.

L'intervento prende in esame l'opera lirica "I Goti" di Stefano Gobatti con particolare riguardo alla ricezione del passato gotico nell'Italia di fine Ottocento. L'autore si occupa poi di testi prodotti nella prima metà del XX secolo, Lest Darkness Fall, di L. Sprague de Camp, opera fantascientifica con un viaggio al tempo del regno degli Ostrogoti, e "Wulfila" dell'austriaco Franz Spunda, opera sul passato sacrale dei Goti appena convertitisi al Cristianesimo. In quest'ultima opera si sublima il rapporto fra germanesimo e cristianesimo caro al nazionalsocialismo. Infine l'articolo prende in esame du lavori post-bellici; il primo un interessante racconto dell'autore di testi fantascientifici Poul Anderson, "The Sorrow od Odin the Goth", dipendente anche da William Morris, e, infine, un bestseller contemporaneo, "The Raport", di Gary Jennings, trama ben più banale ma essenziale per percepire la relazione con il passato germanico nella letteratura di consumo contemporanea.

Die Studie versucht, Konrad von Megenbergs (1309-1374) volkssprachliches Hauptwerk, das “Buch von den natürlichen Dingen”, verfasst um 1350 in Regensburg, neu zu interpretieren. Der Text wird hier erstmals in den Kontext der Artistenfakultät des 14. Jahrhunderts gestellt und es werden Megenbergs achtjährige Lehrtätigkeit als Professor der Naturphilosophie in Paris sowie seine thematisch verwandten lateinischen Schriften zur Deutung herangezogen. Der Band zeichnet das intellektuelle Profil Konrads von Megenberg und analysiert seine Arbeitsweise bei der Erstellung eines volkssprachlichen wissensliterarischen Funktiolekts auf der Basis lateinischer Quellen. Dabei erweisen sich die Aristotelesparaphrase des Albertus Magnus, aber auch ps.-albertinische Schriften neuplatonisch-hermetischer Richtung als bestimmend für die philosophie- und geistesgeschichtliche Einordnung des “Buchs von den natürlichen Dingen”.

L'intervento prende in esame il testo poetico alto-tedesco medio Zabulons Buch, opera pensata dall'autore anonimo come dotto proseguio del Rätselpiel contenuto nel Wartburgkireg. Si tratta di un componimento sapienziale attraverso il quale viene comunicata una conoscenza ermetica soprattutto di natura astronomica. L'autore, dopo aver presentato l'opera, si sofferma su un'analisi storico-culturale delle ragioni che sottostanno alla composizione del testo. La principale motivazione sta sicuramente nella volontà, da parte del poeta, di poter utilizzare le conoscenze astronomiche ed aristoteliche nei testi letterari, operazione fino a poco tempo prima considerata ai limiti dell'eresia e ora invece bagaglio culturale raffinato ma destinato a pochi

Il lavoro ricostruisce le caratteristiche della ricezione e della trasmissione testuale in area germanica medievale (gotica, anglosassone, altotedesca, antico-sassone, scandinava).

analisi semasiologica dei semantemi 'buoch'/'lesen'/'schriben' in tedesco; analisi della concettualizzazione sulla base di un corpus di tesi, prendendo in considerazioni anche fraseologismi e costrutti metaforici, intesi nel senso della linguistica cognitiva.