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Bioactive peptides are increasingly used in clinical practice. Reversed-phase chromatography using formic or trifluoroacetic acid in the mobile phase is the most widely used technique for their analytical control. However, sometimes it does not prove sufficient to solve challenging chromatographic problems. In the search for alternative elution modes, the dynamic electrostatic repulsion reversed-phase was evaluated to separate eight probe peptides characterised by different molecular weights and isoelectric points. This technique, which involves TBAHSO4 in the mobile phase, provided the lowest asymmetry and peak width at half height values and the highest in peak capacity (about 200 for a gradient of 30 min) and resolution concerning the classic reversed-phase. All analyses were performed using cutting-edge columns developed for peptide separation, and the comparison of the chromatograms obtained shows how the dynamic electrostatic repulsion reversed-phase is an attractive alternative to the classic reversed-phase.

In this paper we consider the use of agent-oriented models and technologies – in particular intelligent agent technologies – for the design and implementation of distributed interoperable software systems based on Service-Oriented Architecture (SOA) and Web Services (WS) standards (SOA/WS in brief). To this end, we introduce a platform called CArtAgO-WS which promotes the development of SOA/WS applications as open workspaces populated of possibly heterogeneous agents, including BDI agent platforms such as Jason and Jadex, and suitably designed artifacts as defined by the Agents and Artifacts (A&A) conceptual model. Such artifacts are used by agents as tools encapsulating basic functionalities to interact with existing Web Services, and to implement and manage Web Services. The platform is meant to be a computational environment for effectively supporting the agile experimentation of advanced agent-based SOA/WS applications, such as goal-oriented services and goal-oriented service orchestration.

Italian (and EU) legislation in force does not appear to address the protection of minors in ICT networks in a completely satisfactory manner. Such conclusion especially arises when one considers that no liability is attributed on providers which only transmit information generated by a recipient of their service, or which merely give access to a communication network, with only a few specific exceptions. On the other hand, it cannot be said that a wider protection is afforded by the Italian self-regulation Code on the Internet and minors, signed in 2003. This Code is hardly a binding legal instrument, being rather an agreement among the parties who signed it. Above all, it is the lack of a diffused culture of prevention and sensitivity among providers to be more evident. As a matter of fact such gap of protection of minors has clearly surfaced many times over the recent years. Having in mind the above framework, the present work is aimed to analyse some aspects of the protection of minors in ICT communications and the liability of provid-ers under private law in the Italian legal system.

Lello Mazzacane Busto, mezzobusto, figura intera. Il corpo ritratto come fonte per l’antropologia visuale. Celebrare, commemorare, ricordare la persona attraverso un suo doppio, un suo ritratto, un suo simulacro è una esigenza, un costume, un rito antico quanto il mondo. Il saggio affronta dentro questo tema del duplicato, del doppio un territorio circoscritto: quello del ritratto e dentro di questo un tratto di tempo precipuo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento che lo vede trasformarsi da pittorico in fotografico, come era avvenuto già in epoche passate quando dalla statuaria si era passati alla tela. Questi passaggi vengono, seppur brevemente, ma dettagliatamente analizzati, soffermandosi principalmente sul primo menzionato: il passaggio alla fotografia, passaggio che vede al tempo stesso il consolidarsi del ritratto appunto come genere fotografico. La riflessione sui generi è una questione scarsamente dibattuta eppure determinante per l’affermarsi e il diffondersi della fotografia presso il grande pubblico. E’opportuno pertanto tornarci sopra. Naturalmente col democratizzarsi del mezzo non si potrà più fare riferimento a quel concetto di “aura” cui si riferiva Benjamin che era ancora di una qualche utilità nell’analisi di quell’unicum fotografico che era ancora il dagherrotipo sino a tutta la metà del secolo diciannovesimo. Un'altra strumentazione ermeneutica che dovremo progressivamente abbandonare nel passaggio dal busto marmoreo al ritratto dipinto e poi a quello fotografico sarà quella del binomio monumento/documento, a vantaggio dell’analisi delle rispettive “retoriche”. Ma ancor più remunerativo, non solo da un punto di vista speculativo ma anche per la pratica etnografica, sarà la riflessione sulle modalità di costruzione del documento inteso in una prospettiva più propriamente antropologica. Il campo specifico di applicazione di tali metodiche sarà la produzione degli studi fotografici ed all’interno di questi l’articolarsi e l’evolversi delle poetiche del ritratto. Fenomeno che potrà risultare oltremodo chiaro, nell’analizzare le serie continue di ritratti di questi studi lungo un congruo arco temporale. Quando nella pratica degli studi fotografici dal ritratto si passerà a ritrarre la persona intera ci ritroveremo di fronte alla necessità per il fotografo di riempire gli spazi attorno alla figura, di allestire uno sfondo più elaborato, ma anche di far assumere delle posture alla persona ritratta. Una persona che più che agire è agita, agita dal fotografo che gli impartisce norme comportamentali. La posa riuscita, che viene bene, che dona, come nelle prescrizioni di un sarto, impone soluzioni formali prestabilite, collaudate dal mestiere. Naturalmente la tipologia dei ritratti si differenzierà negli abiti, nelle posture, negli sguardi a seconda della ubicazione degli studi e della frequentazione delle rispettive clientele: da quella borghese a quella contadina. Quest’ultima fascia sociale in particolare verrà raggiunta dalle succursali degli studi urbani sorte progressivamente in provincia o servita dal lavoro episodico dei fotografi ambulanti. In quest’ambito della foto contadina l’ex voto fotografico occupa da solo uno spazio del tutto particolare. Passarne in rassegna la sola casistica avrebbe meritato una trattazione a parte ed è per questo che nel saggio ne viene presa in considerazione una sola precipua tipologia: quella del ringraziamento per la guarigione dalla malattia. E in relazione a questo tipo di ex voto fotografico si farà riferimento al fatto che la fotografia ritrae una scena assolutamente surreale e cioè l’ammalata ricollocata in un letto nel bel mezzo del cortile con tutt’intorno i parenti, gli amici, il vicinato a fargli da corona, alcuni seduti, altri in piedi secondo il rapporto di parentela, di affinità o di amicizia, e sullo sfondo una coperta buona dentro la quale fanno fatica a starci tutti. Ma allora, stante il costrutto di questa questa messa in scena per la quale è occorsa la complicità del fotografo-regista, siamo indotti a credere che esso vada ben oltre il solo ringraziamento ex-voto alla Madonna per celebrare piuttosto la reintegrazione della donna nel gruppo e nella comunità da cui aveva rischiato di allontanarsi per sempre. Ottimo, applicativo esempio di durkeimiana memoria.

A straightforward synthetic protocol apt to synthesize a library constituted by all conduritol stereoisomers in solution phase is described and successfully applied to some polymer-supported substrates. During the solid-phase sequence, an unprecedented rearrangement of a resin-bound sulfone performed under the Ramberg-Bäcklund conditions appears of particular interest. Upon treatment with Me(3)Si-I, thiepanes supported on resin are found to undergo regio- and stereospecific ring contraction to a six-membered ring system with traceless cleavage from the solid support.

In environment-based coordination scenarios, indirect forms of interaction have often been considered as an interesting alternative to direct communication based on speech acts, yet with no comparable formal study of semantics. In this paper, we explore this new direction by considering the case where agents interact with each other through coordination artifacts - embodied abstractions provided by the MAS infrastructure to realise a specific coordination task. Our semantic approach is based on the idea that each agent interacting with a coordination artifact is assigned operating instructions for using that artifact, which are used (i) as a plan for executing the required interaction protocol, (ii) to support a form of social commitments based on protocols and timeouts, and (iii) to relate actions and perceptions to the agent rationality.