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Governance approaches combined with sustainable planning and territory and landscape management tools have progressively increased the link to the environment concept from an ecological-naturalistic point of view, leading to a wider and well-structured vision of the future. This idea moves close to sustainable development principles in a potential integration scenario that takes into consideration economic growth, environmental safeguarding and sharing choices. It becomes extremely important to act for landscape management and enhancement, especially referred to traditional and marginal areas ones, using social ecology practices able to recover/preserve the fundamental ecosystem services, such as biodiversity, supported by active population involvement methods. In particular, the Gorizia Karst presents itself as a sensitive area where, during the 20th century, deep wounds have been inflicted. The WWI devastation, the post-1945 border (well-known as "Iron Curtain"), the Cold War and the consequent wide military servitude activated on it, have significantly modified the landscape under the morph-functional profile. The dry karstic grassland, known as “landa carsica” (Natura2000: Habitat Code 62A0), are phytocenoses made up of an extraordinary multitude of species, whose origins are connected with millennial farming practices linked to transhumance. These features make this landscape an extraordinary area whose ecological values are at least equal to the historical-testimonial ones. Most of the past enhancement efforts failed because they were not based on a clear identification of the relationship between different territory elements. In this sense, the case study analyzes the effects of “sustainable grazing” reintroduction, started in the last three years on about 700 hectares of dry karstic grassland, as an example of social ecology practice. Territory and landscape planning, local heritage sustainable promotion paths come out to be essential tools to achieve a participate planning of traditional landscapes, able to highlight even the eco-system services value of these special environments in an integrated and long term sustainability dimension.

In questo lavoro viene presentata un’analisi della distribuzione dei boschi a Carpinus betulus nell’alta Valle del Bût (UD), al fine di sviluppare un modello della distribuzione potenziale di una tipologia vegetazionale in un’area complessa dal punto di vista geomorfologico tramite un’applicazione GIS. Lo studio effettuato ha preso in considerazione i carpineti, consorzi forestali di elevato valore naturalistico-paesaggistico minacciati dalla storica azione dell’uomo sul territorio. Il modello della distribuzione potenziale è stato creato mediante l’incrocio di dati geomorfologici e climatici in ambiente GIS. Il confronto tra la distribuzione reale, la distribuzione potenziale e i diversi tematismi ha evidenziato come l’area di diffusione dei carpineti sia molto ridotta rispetto all’area potenzialmente adatta a questi boschi e ha permesso di individuare i principali fattori naturali ed antropici che possono influenzare la distribuzione attuale dei carpineti nell’area di studio. Lo studio ha inoltre portato alla descrizione di una nuova associazione a Carpinus betulus che rientra nel gruppo dei carpineti a carattere meridionale già descritti per le Alpi nella zona del Friuli Venezia Giulia e Slovenia e completa il quadro cenologico della specie a livello regionale. Phyteumato zahlbruckneri-Carpinetum betuli è una cenosi a carattere subacidofilo subcontinentale diffusa nella regione forestale mesalpica della Carnia centrale nella fascia submontana e montana inferiore su suoli moderatamente acidi impostati su substrati silicatici alterabili paleozoici, in un’area con buone precipitazioni atmosferiche (1600-1800 mm annui), temperature medie annue di 8-11°C ed estati miti e piuttosto piovose, interessate dall’influenza mitigatrice delle correnti provenienti dal mare; la cenosi rientra nell’Habitat Natura 2000 91L0 - Querco-carpineti illirici (Erythronio-Carpinion). Viene presentata tutta la serie dinamica di cui il nuovo carpineto rappresenta la fase finale.

Analysis of the environmental transformations of a wetland subject to drainage reclamation. The “Schiavetti-Cavana” protected natural area (SAC IT3330007 “Cavana di Monfalcone”, Province of Gorizia), a relic of a wetland surviving the intensive drainage reclamation activities, represents the northernmost coastal wetland in the Mediterranean area. This peculiar environment hosts the last remnants of springs (“olle”) and the only resurgence river in the Monfalcone municipality, the river “Cavana”. The aim of this work is to perform an historical analysis on the current landscape origins, useful to support the development of management strategies consistent with the site’s conservation purpose. Four main historical moments were identified and compared: pre-reclamation, reclamation, failure of reclamation in the Cavana area and the most recent phase characterized by the spontaneous shrub encroachment in herbaceous wetland vegetation

Spatially-explicit dataset of plant species occurrences collected in the Province of Siena (Central Italy) is analysed, with the aim of investigating a) the relative role of environmental factors in shaping spatial patterns of plant species richness, and b) how the spatial scale at which predictors have been sampled determines the explicative power of species richness models. The optimal spatial resolution of analysis was evaluated with respect to the total deviance explained by models, using a set of environmental and remotely sensed derived predictors calculated at different spatial scales. Results confirm the hypothesis that the predictive power of landscape structure is influenced by the spatial scale at which predictor variables have been sampled. Furthermore, the relevance of identifying a proper geographical scale of investigation, hence minimizing the redundancy in the predictor variables and maximising the explanatory power of the single groups of predictor variables, is highlighted as well.

La Riserva dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa, collocata nel Carso isontino e inclusa nella rete Natura 2000, comprende uno dei più importanti esempi di idrologia carsica presenti in Italia ed Europa. Gli elementi ambientali principali sono il Lago di Doberdò e la landa carsica, una prateria illirico-balcanica. In questo lavoro sono stati realizzati la carta della vegetazione del lago ottenuta mediante elaborazione di immagini SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), uno studio delle specie esotiche e l’analisi del grado di incespugliamento della landa. Questi ambienti sono gravemente minacciati dalla mancata gestione da parte dell'uomo: il lago è soggetto ad un naturale impaludamento soprattutto a causa del mancato controllo del canneto, mentre si evidenzia un elevato grado di incespugliamento nella landa come conseguenza dell'abbandono del pascolo. Ad aggravare la situazione è la diffusione di specie vegetali alloctone invasive. Per contrastare le tendenze in atto sono state individuate alcune linee di intervento.

La strategia militare nel Friuli Venezia Giulia per difendere il confine orientale ha considerato il paesaggio prevalentemente dal punto di vista geopolitico, geomorfologico e infrastrutturale. Secondo la visione dell’ecologia del paesaggio quest’ultimo è considerato un sistema di ecosistemi interagenti in cui si integrano eventi della natura e le azioni della cultura umana. Come recuperare dal punto di vista ecologico le caserme? Rinaturalizzando gli spazi aperti secondo la naturalità dell’ecotessuto in cui si trova inserita la caserma basandoci sul concetto di corridoio diffuso in ambiente agricolo e peri-urbano.

Allo scopo di tutelare l’ecomosaico paesaggistico l’Unione Europea ha messo a punto la nuova tipologia delle aree agricole ad Alto Valore Naturale (AVN). Nell’affrontare il problema dell’analisi del paesaggio vegetale ci siamo proposti di mettere a punto una “misurabilità scientifica” degli interventi sul territorio. A tal fine ci siamo avvalsi della fitosociologia dinamico-catenale (geosinfitosociologia), un approccio scientifico non percettivo-vedutistico, che mette in evidenza i rapporti temporali e spaziali delle unità di vegetazione (cenosi, associazioni) e che ha il merito di individuare in maniera oggettiva le unità ambientali e paesaggistiche. L’area di studio comprende il bacino lacustre del Preval (Conca del Preval) e i colli che lo racchiudono, facenti parte del Collio goriziano, per una superficie di 17 chilometri quadrati. Nell’area sono stati eseguiti 90 rilievi con il metodo fitosociologico, è stato inoltre utilizzato materiale della banca dati della vegetazione del Friuli Venezia Giulia. Il tutto è stato integrato con le metodiche GIS. Al fine di valutare l’evoluzione storica dell’area di studio sono state realizzate le seguenti mappe tematiche: vegetazione potenziale, uso del suolo d’inizio ottocento, uso del suolo attuale, vegetazione reale attuale, maturità dell’ecosistema. Per valutare il grado di parcellizzazione del territorio è stato inoltre calcolato un indice di frammentazione. I risultati dimostrano che il territorio di studio rientrerebbe nelle aree agricole ad Alto Valore Naturale (AVN).

Per avere il massimo della biodiversità nelle aree naturali carsiche è di fondamentale importanza il recupero della pastoralità nella landa carsica. Questo abbatterebbe inoltre il grave rischio di incendi che interessano l'area carsica, realizzando così un enorme risparmio sugli interventi di emergenza. Il recupero del pascolamento dovrebbe inoltre prevenire e contenere anche la diffusione delle zecche dei boschi (Ixodes ricinus) e il rischio di contrarre malattie da parte delle persone. Un altro grave problema ecologico che affligge l'attuale paesaggio vegetale del Carso è il declino biologico progressivo del manto forestale carsico a causa del venir meno delle cure selvicolturali.

During the project an aerial survey from a UAV (Unmanned Aerial Vehicle) mini-drone was carried out to identify the areas most suitable for the restoration of the landa carsica. The area covered by the research involves the part of the Karst above the River Isonzo falling within the municipality of Ronchi dei Legionari (Gorizia, NE Italy). The high spatial resolution of images (3 cm) that reveal a level of detail far superior to satellite images and aerial photos, even allowed the identification in the area of individual plant species. Using the digital model of the objects (DSM: Digital Surface Model), produced by photogrammetric reconstruction of 3D images taken by the same UAV, the height of the vegetation was obtained. With this parameter a classification with high accuracy was obtained of the study area that allowed us to distinguish the meadow areas, the overgrown ones and those covered by karst scrub. On the basis of the density of the scrubbing-over, (defined as the ratio of the scrubbed-over areas per unit area - OGU: Operational Geographic Units -, suitably identified by a grid), the areas most suitable to the restoration of the landa carsica were identified.

The aim of the research is to produce a syntaxonomical framework of Karst dry grasslands (habitat of Natura 2000 network) and provide cognitive tools that can be used for their restoration through good management practices. The methodological approach is based both on a definition of the optimum state of reference of flora and of vegetation (using phytosociological models) and on the association between phytosociological and agronomic information. The research was conducted in two steps: a. Update of taxonomic nomenclature and definition of a theoretical syntaxonomical reference framework; b. study of the relationships between the agronomic aspects and aspects of the flora and vegetation for meadows and pastures for specific sampling sites in the Italian and Slovenian Karst. a. The unpublished (Poldini; Zanatta e schedis) and published relevés of the dry grasslands (class Festuco-Brometea, ordo Scorzonero-Chrysopogonetalia) of the Karst were classified along with similar but more thermophilic (alliance Chrysopogono grylli- Koelerion splendentis) and more mesophilic coenoses (class Molinio-Arrhenatheretea). The indicator species indices calculated for associations have permitted the objective identification of groups of character and differential species for association. The distribution of dry grasslands in the Karst landscape is outlined and the taxonomic framework is updated via a nomenclatural and phytogeographical revision. The standard parameters (chorotype and life form spectrum) were calculated. The conservation value is defined by the calculation of standard indices of diversity. b. This floristic-vegetation information represents the baseline for the assessment of changes in the vegetation and the status of the habitat. For each site phytosociological mrelevés were repeated in the years 2012- 13. In order to define their syntaxonomic affiliation, the collected data was compared with the phytosociological models. Almost all the sites fall within the Danthonio- Scorzoneretum. For each site the standard parameters are calculated, in order to assess the degree of deviation from the theoretical models and analyze the relationships between the community, management and productivity. The study highlights the trend towards a significant change in structure and function of the karst lands and the ,negative correlation between floristic richness and productivity. This raises the need to implement new strategies to bring the system moor towards the desired state.

Un tempo le erbe selvatiche venivano raccolte per necessità, in seguito alla scarsità di cibo, oggi la spinta è diversa ed è legata alla passione per il mondo vegetale e per le passeggiate a contatto con la natura. Nonostante le finalità siano molto diverse, di fondamentale importanza rimane il fatto che la tradizione storica e la conoscenza locale non vadano perdute. E’ questo l’obiettivo primario del presente testo che tratta di erbe spontanee proprie della Bisiacaria, riportandone i nomi bisiachi, friulani e sloveni. Il testo trae ispirazione dalla figura dell’abate Leonardo Brumati, il quale ha procurato agli abitanti di Vermegliano l’appellativo di “erbaioi” per le loro conoscenze delle piante spontanee. Gli autori hanno corredato il testo di schede botaniche, fotografie e alcune ricette, rendendo la pubblicazione completa e accessibile ad un pubblico non esperto. Fondamentale e decisiva è la loro formazione ecologica che viene evidenziata nella parte conclusiva del testo, quando propongono un “orto biodiverso” che ospiti al suo interno anche piante selvatiche. In questo modo si riuscirebbe ad evitare il depauperamento della natura ed a garantire la salubrità del luogo di raccolta delle piante.

Il Progetto di Educazione Ambientale per la Sostenibilità adotta un modello olistico e si basa su un approccio e una metodologia multidisciplinari e transdisciplinari finalizzati allo sviluppo di capacità umane ben integrate con la biosfera. Il percorso didattico adottato parte dallo studio del Sito NATURA 2000 del Carso triestino--‐goriziano con l’esame delle componenti floristiche e faunistiche e lavora sul paesaggio avvalendosi di un inquadramento geografico fondato sulla metodologia G.I.S. (Sistemi Informatici Geografici). Leggere il territorio attraverso un G.I.S. significa effettuarne una lettura multidisciplinare in quanto esso viene indagato, sulla base della documentazione fotografica e delle relative ricerche floristiche esistenti a partire dal 1800, anche nel suo dinamismo storico: le modificazioni che si sono verificate nell’uso del suolo infatti si rispecchiano nel passaggio dalle attività di pascolo alle preminenti attività ricreative attuali. Oggi sono prevalenti i Servizi eco sistemici di tipo culturale, non dimenticando il ruolo svolto dalle formazioni boschive nello stoccaggio del carbonio. Nel percorso educativo si affina la partecipazione attiva e le intelligenze degli studenti mediante esperienze dirette e vicarianti di naturalità, nonché la produzione di testi, disegni naturalistici, lavori multimediali che gli studenti presentano nel corso di una manifestazione conclusiva in cui vengono coinvolti le famiglie e i media locali in un'azione sociale di comunicazione e apprendimento ecologici.

In 2006 an experimental trial started in the collaboration among ERSA, the Viticolori La Delizia Winery and the Department of Life Sciences of the University of Trieste, with the aim to obtain a yield forecasting model based on airborne/remote indices and field measurements. Beside the classic NDVI, some other indices very sensi t ive to leaf area (MCARI, MTVI) or to chlorophyll content (TCARI, TCARI/OSAVI) were computed. In few vineyards, several plots were considered and yield and quality parameters assessed, in order to calculate their correlations with the computed indices. In 2007 and 2008 high-resolution images were obtained using an AISA EAGLE sensor mounted on a helicopter, while in 2006 and 2008 satellite images with low resolutions were acquired (IKONOS and ASTER, respectively). TCARI, TCARI/OSAVI and MCARI revealed to be the most interesting as best forecasting yields both in Pinot gris and in Cabernet Sauvignon.

L'arcipelago di Socotra (Yemen), ospita una elevata diversità biologica, con caratteristiche uniche tali da renderlo un territorio rilevante per la conservazione della biodiversità a livello globale: l’alto livello di endemismo, soprattutto per le specie vegetali, lo colloca tra le isole più importanti del mondo. Vegetation map by satellite imagery in Socotra (Yemen)The present study has produced a high resolution vegetation map of Socotra Island (Yemen) by combining vegetation classification with remote sensing analysis. The satellite data source was represented by two multi–temporal sets of RapidEye™ satellite images with a pixel resolution of 5 m and 5 spectral bands. More than 370 vegetation surveys, carried out with the phytosociological method and used to identify the main vegetation types, were used to obtain the training and evaluation sets. To produce the vegetation map, spectral signatures of the vegetation classes were obtained through a Gaussian mixture distribution model. A Sequential Maximum “a Posteriori” classification method was applied to take into account the heterogeneities in the signatures of some classes and the spatial pattern of the vegetation types. Post–classification sorting was performed to adjust the classification through various rule–based operations. A total of 28 classes were mapped with an accuracy greater than 80%. The resulting map and data will represent a fundamental tool for the elaboration of conservation strategies and the sustainable use of natural resources.

Ecosystem monitoring after a forest fire is based on the study of vegetation dynamics. Remote-sensing analysis makes an important contribution to finding quantitative differences in green biomass and soil-plant water amounts, permitting the examination of the ecosystem's capacity to return to its former condition (i.e. before the fire), namely its resilience. This article describes ecosystem monitoring in Slovenia, where Landsat data from this area has been analyzed with gvSIG’s remote sensing extension.

A public farm (630 ha) located in Palazzolo dello Stella (UD) (L at. 45°48”N,Long.13°5’0”E) in the Friuli Venezia Giulia region of Italy, is managed by ERSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale) in order to promote environmentally friendly agriculture. The farm is a complex in which agricultural activities will be in harmony with the environment and landscape. Hedgerows, ditches, woods, ponds of fresh water, wet meadows and brackish wetlands will be introduced into the farm. Present high input farming systems (HIFS) is in transition to low input farming systems (LIFS) using good farming practices (GFP) to qualify the agrienvironment. Seeds suitable for LIFS will be tested; techniques of soil management such as minimum tillage and direct drilling will be used. Traditional rotation maize-soybean and maize-lucerne will be integrated with more environmentally friendly crop rotation systems introducing minor cereals, legumes and multi-species meadows for ley-arable rotation. Crop rotation will be managed to improve soil fertility and carbon sequestration, to reduce fertilizing intensity, to protect soil from erosion, to maintain soil organic matter (SOM) and soil structure and to reduce the use of pesticides. Cover crops will be introduced for manuring and catch crops for reducing water pollution by nitrates. Crop rotation, soil cover, fertilizing intensity, fertiliser uptake, nitrate leaching, mode of manuring, landscape elements will be used as main indicators. The present herd of 650 heads of cattle will be reduced to about 540. Buildings, barns for dairy cows, calving pens, and milking boxes will be restored to improve animal welfare. Energy will be supplied by anaerobic digestion of organic matter mixed with slurry (codigestion) by cogeneration and tri-generation processes. Meat, milk and dairy products of high quality will be certificated by labelling systems.

La Laguna di Grado (sistema lagunare di Grado e Marano - Friuli Venezia Giulia) è uno dei siti più rilevanti del Mar Adriatico sia dal punto di vista dell’estensione (circa 160 km2) sia dal punto di vista ambientale e naturalistico. Attraverso una classificazione di tipo unsuper-vised di 2 diverse immagini satellitari ASTER (in fase di alta e bassa marea) sono state indi-viduate le diverse morfologie e gli habitat presenti nel sistema lagunare, incluse le praterie di fanerogame marine. Per appurarne l’attendibilità, i risultati sono stati confrontati con dati di campo e cartografia tematica esistente. Un approccio di questo tipo può servire a monitorare le variazioni morfologiche e strutturali dell’ecosistema lagunare nel tempo e nello spazio.

Il presente lavoro illustra un caso pratico per l’uso del telerilevamento nella stima della biomassa forestale. La ricerca prende in esame la relazione esistente tra indici di vegetazione, elaborati su dati telerilevati, e l’effettiva biomassa presente. Sono stati raccolti dati relativi all’attuale disponibilità di biomasse nei comuni dell’area montana nella Provincia di Pordenone e sono stati posti a confronto con l’indice NDVI, elaborato su un’immagine satellitare Landsat7 ETM+. I risultati di questa prima parte della ricerca saranno integrati con quelli realizzati nell’anno in corso (2003). Nel corso del progetto, infatti, si prevede l’utilizzo di immagini satellitari ad elevata risoluzione spaziale ed il taglio raso delle essenze vegetali presenti in due piccole aree campione. Relativamente a queste aree saggio, nel corso dell’estate 2002 è stata realizzata la raccolta dati tramite una serie di campagne (forestale, GPS, radiometrica e LAI), di cui si presentano alcuni risultati.