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Il saggio esamina i limiti al potere di controllo a distanza del datore di lavoro, con particolare riferimento ai dati ricavabili per via dell’uso di internet o degli strumenti di posta elettronica che siano stati predisposti per lo svolgimento dell’attività lavorativa. L’analisi si concentra sulla formulazione dell’art. 4, l. n. 300/1970 successiva alle modifiche apportate dall’art. 23, D.lgs. n. 151/2015, nonché sulla disciplina posta dall’ordinamento a tutela della privacy (D.lgs. n. 196/2003 e Regolamento UE n. 2016/679), per concludere con l’esame della giurisprudenza della Corte EDU sulla tutela accordata dall’art. 8 della CEDU. Dall’insieme delle fonti esaminate, l’autrice deduce l’emergere di nuovi e dettagliati limiti al potere di controllo, che non può essere esercitato in modo occulto, né sproporzionato, a prescindere dalle tecnologie adoperate.

European Papers - A Journal on Law and Integration, 2018 3(1), 327-336, European Forum Insight of 30 May 2018, I. Introduction. - II. The FNASS and others v. France case. - III. The European Court's case-law on sport activities. - III.1. Regulation of sport events and sport professionals' right to respect for private life. - III.2. Sport activities as a means to express one's own personal identity. - IV. Concluding remarks: the relevance of the leisure nature of sport activities in the European Court's approach., In Fédération Nationale des Syndicats Sportifs (FNASS) and others v. France (judgment of 18 January 2018, no. 48151/11 and 77769/13), the European Court of Human Rights assessed the compatibility between the right to private and family life and a French Order regulating unannounced anti-doping controls for sport professionals. According to the European Court of Human Rights, the impact of the disputed regulation on sport professionals' right to private life is not disproportionate with respect to the legitimate necessity to protect public health and assure fairness and equality of opportunities among sport competitors. This decision confirms a specific approach characterising the, albeit limited, case-law elaborated by the European Court of Human Rights on the interplay between sport activities, on one hand, and the right to respect for private and family life, on the other. The European Court of Human Rights tends to highlight the leisure nature of sport activities more than the interests on the part of sport professionals. In relation to professional sport activities, the balancing test seems to place emphasis on public interest linked with the regulation of sport competitions more than on the right to privacy of sport professionals. Instead, when sport activities come into play in relation to their leisure nature, the European Court of Human Rights deeply stresses their importance as a means allowing persons to develop social relations and express personal identity.

Con questa attesa pronuncia, le Sezioni unite riconoscono la legittimità, per i delitti di criminalità organizzata, delle intercettazioni “fra presenti” anche senza la previa indicazione dei luoghi dove devono svolgersi. In particolare, la Cassazione ammette ufficialmente la possibilità di utilizzare a fini di surveillance captatori informatici del tipo Trojan, capaci di attivare a distanza dispositivi che tipicamente seguono i soggetti intercettati in tutti i loro spostamenti (smartphone, tablet, computer, Apple watch...). Il presente contributo ricostruisce il percorso argomentativo delle Sezioni unite, collocandolo nell’attuale contesto storico-giurisprudenziale, in Italia e nell’Unione europea, e mettendo in evidenza i profili garantistici che devono essere rafforzati per far fronte all’ingresso di queste tecnologie nel campo delle indagini penali.

L'articolo approfondisce la tendenza europea alla questione dei diritti della coppia dello stesso sesso. Il riconoscimento dello stesso status delle coppie coniugate alle coppie dello stesso sesso viene affermata come prerogativa statale. Il riconoscimento di un diritto al matrimonio risulta altrettanto riservato al legislatore statale così come sancito dall'art.12 CEDU. Il diritto alla vita familiare, invece, può essere invocato dalle coppie dello stesso sesso per ottenere un trattamento pari a quello delle coppie di fatto eterossesuali e, in taluni casi, anche delle coppie coniugate.

Lo studio mira all'analisi dei possibili esiti dell'apertura ad opera della Corte europea dei diritti umani circa l'obbligo degli Stati parte della CEDU di tutelare alcuni specifici diritti, al di là di uno status particolare, che concretizzano il diritto sancito dall'art. 8 CEDU, letto eventualmente in combinato con l'art. 14 che sancisce il divieto di discriminazione nel godimento dei diritti protetti dalla Convenzione.