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Genocidio. Conoscere e ricordare per prevenire

Analisi dei contenuti e delle problematiche dell'accorso di pace concluso fra il Governo cella Repubblica di Colombia e il Fronte armato rivoluzionario colombiano il 24 novembre 2017, con attenzione rivolta ai problemi relativi alla sua esecuzione

Il ruolo del Generale Pietro Verri nello studio e nella diffusione delle tematiche del diritto internazionale umanitario

Esame di plurime modalità di realizzazione di didattica partecipativa e inclusiva in generale e nel Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Roma Tre

Esame di metodi di didattica innovativa e inclusiva che valorizzi il ruolo attivo degli studenti

Esame del rapporto fra le quattro convenzioni di Ginevra del 1949 sulla protezione delle vittime della guerra e i trattati e covenzioni di diritto internazionale umanitario precedenti e successivi alle stesse.

Lo studio ripercorre le tematiche connesse alla vita di relazione internazionale affrontate nell'enciclica Pacem in Terris sottolineando il contributo ad alcuni sviluppi successivi propri del diritto internazionale e mostrando elementi che tuttora restano di attualità

Lo scritto individua il fenomeno sociale cui è legata l'emersione delle discipline giuridiche internazionalistiche, il diritto internazionale e il diritto internazionale privato e processuale in specie. Sono poi messi in luce i profili peculiari dell'insegnamento del diritto internazionale, nonché degli ulteriori insegnamenti che a questo nelle facoltà giuridiche si accompagnano: dal diritto internazionale privato, all'organizzazione internazionale e al diritto dell'Unione Europea, dal diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale umanitario, al diritto internazionale dell'economia, al diritto internazionale penale. Il testo è accompagnato da una bibliografa che è punto di riferimento per la didattica delle materie internazionalistiche

L'A. introduce e imposta il tema del rapporto tra diritti umani e diritto internazionale umanitario individuandole le rispettive originI e ratio e individua le modalità del coordinamento anche alla luce dell'approccio degli organismi internazionali di riferimento dei due settori della disciplina internazionale

Lo scritto affronta il tema della emersione di un “diritto alla memoria” nel Diritto internazionale, emersione spesso legata a una prassi che si manifesta in contesti di società statuali che hanno vissuto profonde crisi caratterizzate da gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Particolare attenzione è volta alla prassi del continente latino-americano, in particolare quella della Corte interamericana dei diritti umani, ma anche a quella espressa nel quadro delle attività delle varie commissioni di verità e riconciliazione che hanno operato in quel continente, nonché alla prassi di alcuni Stati che hanno intrapreso un percorso per recuperare una propria identità sociale dopo aspri periodi di crisi (vedi: Argentina, Brasile, Colombia). Ne risulta un quadro nel quale il “diritto alla memoria”, da una lato, appare collocarsi nella logica della responsabilità internazionale (sotto il profilo degli obblighi di prevenzione e di riparazione). Da altro lato, questo diritto mostra una tendenza a manifestarsi nella dimensione di valore giuridico primario a sostegno (e corollario) di una vasta serie di diritti individuali e collettivi: dai diritti della personalità a quelli della cittadinanza, dai diritti civili a quelli economici, sociali e culturali, dai diritti di genere a quelli dei gruppi sociali minoritari o indigeni, al diritto della diversità culturale dei migranti.

Lo scritto è focalizzato sugli sviluppi del diritto internazionale penale ed esamina il contributo dato a questo settore giuridico dalla creazione dei tribunali penali internazionali ad hoc e dalla Corte Penale Internazionale. Su quest’ultima istituzione si dirige in particolare l’analisi sotto vari profili: la sua competenza, i meccanismi di attivazione, la complementarità, il ruolo del Procuratore, la protezione delle vittime, la cooperazione degli Stati.

The author focus its attention on the problems concerning the relation beteween the jurisdiction of the ICC and the national jurisdiction in prosecuting international crime: genocide, crimes against humanity, genocide

Lo scritto, focalizzato sulla politica europea in tema di immigrazione, esamina il “Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo” adottato dal Consiglio Europeo di Parigi dell’ottobre 2008. Sono messi in risalto i vari profili relativi tanto alla migrazione legale quanto a quella irregolare, avendo come punto di riferimento le linee direttive e i principi che il Patto enuncia. Del Patto vengono rilevati gli aspetti di debolezza quanto alla prospettiva di gestione di una politica lungimirante delle migrazioni.

Lo scritto fornisce un quadro sintetico delle fonti della disciplina della guerra sotto il profilo dello ius ad bellum e della ius in bello.

Lo scritto procede a un esame della sentenza della Corte Suprema israeliana, del dicembre 2006, nel caso The Public Committee against Torture in Israel v. The Government of Israel, che affronta la legittimità della politica dei targeted killings. Viene sottolineata l’importanza di queste decisione per vari aspetti centrali del diritto internazionale umanitario, a cominciare dalla stessa nozione di conflitto armato. La decisione presenta peraltro anche profili molto interessanti avendo riguardo alla definizione di combattente, illegittimo combattente e persona civile, per quanto concerne la nozione di partecipazione diretta alle ostilità, nonché quanto al principio di proporzionalità. Di sicuro rilievo è ancora il tema della “giustiziabilità” delle azioni militari volte a realizzare i targeted killings.

Lo scritto, con la tecnica della voce enciclopedica, provvede a enucleare ed esporre organicamente le varie problematiche che il diritto dei rifugiati pone. Dopo un inquadramento generale della problematica, l’A. prende in considerazione le clausole di inclusione e di esclusione ai fini del riconoscimento o meno dello status di rifugiato; le modalità del riconoscimento avendo riguardo anche al ruolo dell’UNHCR; il trattamento materiale che spetta a chi rifugiato sia riconosciuto; la cessazione dello status di rifugiato.

Lo scritto fornisce un quadro sintetico della disciplina relativa ai prigionieri di guerra, sotto il profilo della titolarità allo status, e sotto il profilo del trattamento di protezione.

Lo scritto, con la tecnica della voce enciclopedica, espone in un quadro di sistema, il diritto internazionale umanitario, mettendone anzitutto in luce i fondamenti e l’impostazione essenziale delle sue fonti che sono indicate per ciò che riguarda gli atti basilari. Avendo riguardo al corpus normativo sono illustrati i tratti della disciplina del trattamento dei feriti e dei malati, dei prigionieri di guerra, della popolazione civile e dei civili, dei mezzi e metodi di condotta delle ostilità. Nella parte finale è rivolta una attenzione all’attuazione del diritto internazionale umanitario, con riguardo alle misure preventive, ai meccanismi di supervisione, alla riparazione e alla sanzione.

L’A., dopo avere individuato alcuni aspetti della disciplina contenuta nel diritto internazionale umanitario, sofferma l’attenzione sulla molteplicità degli strumenti di garanzia (preventivi, di controllo, successivi alla violazione), esaminandone le criticità e sottolineando l’importanza che essi operino contemporaneamente ai diversi livelli che loro sono propri, per rafforzare l’effettività del sistema.

L’A. prende le mosse dalla disciplina in tema di stato di necessità, elaborata nel progetto di codificazione sulla responsabilità degli Stati, per verificare in quale misura questa sia rispondente alla prassi degli Stati e trovi riscontro in decisioni di tribunali e corti internazionali. Se indiscutibile appare il fondamento consuetudinario di questa scusante del fatto illecito, profili oggetto di discussione risiedono nella definizione delle condizioni per l’operatività dello stato di necessità, nei limiti generali alla operatività dello stato di necessità, nella relazione fra stato di necessità e gli obblighi di diritto internazionale aventi natura imperativa.

L’A. prende in considerazione l’attuale fase dell’ormai pluridecennale conflitto interno in Colombia e in questo contesto (caratterizzato dalla emanazione della Ley de Justicia y Paz, del luglio 2005) la possibilità che l’applicazione del diritto internazionale umanitario possa costituire un elemento che coadiuvi il superamento del conflitto stesso, in ragione della sua natura puramente umanitaria, che prescinde nel suo operare dalle ragioni della parti in conflitto. Lo strumento ai fini di questo superamento viene individuato nella stipulazione di “accordi umanitari” fra belligeranti che secondo varie tipologie – qui in considerazione – sono previsti dal diritto di Ginevra (Convenzioni del 1949 e Protocolli del 1977). L’A. mette in luce le condizioni e i limiti entro i quali gli accordi umanitari possono perseguire l’obiettivo indicato.

L’A. pone in luce l’azione svolta dal Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, quale tradizione ente umanitario, nel campo delle migrazioni, secondo gli indirizzi che questo si è dato attraverso le Conferenze internazionali dove ai diversi organismi che compongono il Movimento si affiancano gli Stati. L’attenzione è poi rivolta al contesto europeo nel quale le Società nazionali di Croce Rossa hanno adottato uno specifico documento: la Carta di Berlino (2002) e hanno realizzato un coordinamento specifico attraverso il Platform for European Red Cross Cooperation on Refugees, Asylum Seekers and Migrants (PERCO) che ha permesso di svolgere una azione presso le istituzioni comunitarie in funzione della adozione della regolamentazione europea in tema di migrazione e asilo.

La riforma dell'art.11 Cost.La modifca dell'art. 80 Cost

L’A. entra nel dibattito in corso sulla idoneità della Convenzione di Ginevra del 1951 sulla tutela dei rifugiati di rispondere adeguatamente, a oltre cinquanta anni dalla sua adozione, alle caratteristiche dell’attuale contesto storico. L’A. sostiene che trattasi tuttora di uno strumento realistico, tuttora pienamente valido, che ha solo bisogno, piuttosto che di rivisitazioni per aggiornarlo, della volontà e delle risorse per essere attuato correttamente.

L’A. prende spunto dalla crisi dei diritti economici sociali e culturali nell’attuale fase di globalizzazione spinta delle relazioni umane per procedere quindi a una valutazione della portata normativa dei diritti economici, sociali e culturali negli strumenti internazionali e in particolare nel Patto delle Nazioni Unite del 1966 ad essi dedicato. Ne emerge, anche attraverso un esame della prassi di organi internazionali, e in particolare del Comitato istituito dal Patto del 1966, l’esigenza di una coerenza complessiva nel sistema giuridico internazionale nella quale la trama generale è costituita dai diritti fondamentali - inclusi quelli economici, sociali e culturali compresi – trama alla quale non possono sfuggire regimi come quello delle relazioni economiche internazionali nella quali si manifesta una tendenza a una loro dimensione self-contained.

Messo in luce il concetto ampio di garanzia fatto proprio dal diritto internazionale umanitario, viene esaminato come i meccanismi preventivi, di controllo, sanzionatori, di attuazione diretta possono contribuire all'effettività del sistema normativo di riferimento

Le immunità parlamentari (pp. 14-39) - La Camera Federale (pp. 41-75)- La Forma di Governo (pp.79 - 123)

Lo scritto procede a un esame della disciplina europea in materia di asilo al compimento del periodo di cinque anni, dall’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, entro il quale il Consiglio della UE era chiamato ad adottare una serie di misure in materia. Ne risulta un esame critico della materia con riguardo particolare alla direttiva 2001/55 sulla protezione temporanea; la direttiva 2003/9 relativa alla accoglienza; il regolamento 303/2003 in materia di competenza degli Stati membri nella gestione delle domande di asilo; la direttiva 2003/86 sul ricongiungimento familiare; la direttiva 2004/83 sulla qualificazione di rifugiato; la problematica proposta di direttiva sulle procedure per il riconoscimento del diritto di asilo.

L’A. esamina il ruolo che i principi generali del diritto assumono nell’ordinamento internazionale, soprattutto in fasi di trasformazione sociali e processi evolutivi del sistema. Sono presi in considerazione a questo fine i caratteri specifici dell’ordinamento internazionale ed è esaminato il ruolo dei principi generali avendo riguardo all’art. 38 dello Statuto della Corre Permanente di Giustizia internazionale prima e della Corte internazionale di giustizia poi, nonché aspetti della prassi internazionale volta all’evoluzione di settori di disciplina internazionale. L’attenzione è rivolta, altresì, al settore innovativo della giustizia penale internazionale dove i principi generali del diritto appaiono volti non soltanto a risolvere problemi di “lacune” normative di un settore di disciplina internazionale in costruzione, ma altresì a operare quale criterio limite – per i valori fondamentali che i principi esprimono – nell’elaborazione di normativa specifica.

L’A. mette in luce come il diritto internazionale umanitario assuma un concetto ampio di garanzia, tale da ricomprendere meccanismi preventivi di garanzia, meccanismi di controllo e meccanismi operanti a violazione avvenuta. Di questi vari meccanismi sono prese in considerazione le caratteristiche essenziali ed è osservato come l’effettività del diritto internazionale umanitario dipenda dall’uso coordinato delle diverse garanzie, operanti ai vari livelli.