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Il saggio fornisce precisazioni in merito all'attività delle più importanti botteghe di intagliatori lombardi svolta all'ombra delle chiese e delle confraternite vigevanesi tra 1490 e 1527. Nel testo sono presentati nuovi dati d'archivio emersi nel corso di una ricerca sistematica avviata da alcuni anni, intrecciandoli all'analisi di alcune importanti opere sopravvissute a Vigevano e in Lomellina. Lo scopo è di ricucire e conferire maggiore spessore al lacerato tessuto figurativo cittadino, dove intaglio e pittura si compenetrano per creare un unicum. Oltre a presentare nuove opere, attribuzioni e i nuovi dati d'archivio, nel saggio è anticipata sia la scoperta di un documento inedito su Leonardo da Vinci sia, soprattutto, lo scioglimento, incrociando documenti e monumenti, di un enigma della storia dell'arte lombarda (e italiana), visto che la prova del nove stilistica giunge proprio da Vigevano: il nome del Maestro della Pala Sforzesca.

Nelle schede sono ripercorse le vicende di quattro opere esposte alla mostra "Bramantino. L’arte nuova del Rinascimento lombardo" curata da Mauro Natale, svoltasi presso la Pinacoteca Cantonale di Lugano dal 28 settembre 2014 all'11 gennaio 2015: la Madonna che allatta di Bramantino conservata al Museum o Fine Arts di Boston; la Madonna con il bambino in trono e angeli tra i santi Giovanni Battista e Giustina firmata da Bernardino Butinone, conservata presso la Collezione Borromeo all'Isola Bella (Verbania); la Madonna con il bambino in trono tra i santi Giuseppe, Ambrogio e Girolamo di Bernardo Zenale, proveniente dalla cappella Raimondi in San Francesco Grande a Milano; la Presentazione della Vergine al tempio del Maestro delle Storie di Sant'Agnese (Ziliolo Mezzano), conservata presso il Museo della Comunità Greco Orientale "Costantino e Mafalda Pisani" a Trieste. La scheda del dipinto di Zenale è stato redatta congiuntamente con Stefania Buganza