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Utilissimo per chiunque si occupi di teatro, il volume di Jeanyves Guérin sviscera da molti punti di vista il tema enunciato nel titolo. Gli undici capitoli di cui si compone lo declinano diacronicamente e sincronicamente, rispondendo alle principali domande che ci si può porre rispetto alla costituzione di un repertorio teatrale in un dato paese. Trattandosi della Francia, il punto di partenza è rappresentato dalla creazione della Comédie Française nel 1680 per decisione di Louis XIV, istitu...

Il volume raccoglie numerosi saggi scritti nel tempo da Aurelio Principato, qui parzialmente rielaborati in modo tale da configurare tre percorsi di studio unificati dal luogo che idealmente li contiene, la città di Parigi. Un primo percorso dedicato alle Rime del tempo passato (pp. 23-59), un secondo – Nell’età della ragione (pp. 51-144) – sul romanzo in età illuminista, e un terzo sul tema cui l’autore è approdato in anni più recenti, l’oratoria rivoluzionaria, ovvero Riflessi dalla tribuna...

Pendant spirituale e religioso del mito di Orfeo, la figura dell’angelo nella poesia francese attraverso i secoli è oggetto di studio dei diciannove contributi raccolti in questo volume. Posta in gioco, interrogare la pertinenza del motivo angelico per esplorare l’essenza della poesia e le sue prerogative. È quanto afferma Camille Venner nel saggio introduttivo, intitolato Les ailes et la lyre. Aspects et enjeux de la présence des anges en poésie (pp. 7-22). L’angelo: figura privilegiata dell...

Il volume raccoglie gli atti del convegno tenutosi il 17 e 18 maggio 2019 alla Sorbonne Université dal titolo «L’illusion biographique». Le grand écrivain au miroir de sa première Vie: Espagne, France, Italie, Portugal, Angleterre (xvie-xviiie siècle). La curatrice, Maria Zerari, ispanista, firma l’introduzione («Vies, données, présupposés, enjeux», pp. 7-16) nella quale illustra il genere studiato: la biografia degli uomini illustri, forma inaugurata nella Grecia antica che sin dagli esordi ...

Chemins croisés per un’interessante iniziativa editoriale a due teste, che dalla Francia guarda all’Italia e dall’Italia alla Francia coinvolgendo alcune penne prestigiose al di qua e al di là delle Alpi. Per la Francia l’editore è Grenelle, il volume s’intitola Bella Italia, sottotitolo “Récits brefs”, la cura è dello scrittore Philippe Vilain, fine conoscitore del nostro paese nel quale ha a lungo vissuto, che firma l’Avant propos (pp. 9-11) ricordando come la fascinazione italica accomuni ...

Gemello del simmetrico Bella Italia, questo volume edito da Gremese per la cura di Filippo La Porta raccoglie diciannove contributi che a vario titolo e da punti di vista molto personali compongono un racconto a più mani, una sorta di sinfonia letteraria, ariosa nell’insieme, con qualche dissonanza. L’introduzione del curatore, Douce France et âpre vérité. Una singolare “sindrome di Stendhal” (pp. 7-11) inneggia alla Francia come al paese dell’aspra verità, della letteratura che non fa sconti...

“Qu’une vérité puisse sortir d’une erreur, je le crois assez”, scrive Philippe Forest nelle pagine introduttive di questo volume che raccoglie saggi e articoli scritti nel corso di una ventina d’anni su argomenti dei quali non si sarebbe occupato se non avesse avuto il destino di diventare, in quanto specialista come critico letterario di autori vicini a Tel Quel, collaboratore della rivista “Art Press” su invito di Jacques Henric e Catherine Millet. Collaboratore della rubrica letteraria del...

Intento del libro è quello di definire e circoscrivere la nozione di espace littéraire, a partire dal dualismo proposto da Blanchot che differenzia il campo letterario, concetto sociologico, dallo spazio letterario. Il campo produce testi, lo spazio è la condizione di emergenza delle opere. Diviso in tre parti, il volume si pone tre quesiti: se esista un rapporto di genesi tra lo spazio letterario e l’insieme degli spazi testuali; che rapporto ci sia tra lo spazio letterario e gli altri spazi...

Partendo dall’Illusion comique di Corneille, citazione esemplare della messa in scena di una rappresentazione in cui Catherine Spencer fa confluire i tre temi della scena come mise en abîme, della caverna platonica e di entrambe – scena teatrale e caverna – come simboli dell’utero femminile, À corps perdus si presenta come uno studio sul teatro in quanto luogo di manifestazione di un desiderio. L’A., formatasi all’École Normale Supérieure di Parigi, da trent’anni vive e lavora negli Stati Uni...