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Il contributo intende presentare nuovi ipotesi sulla viabilità secondaria della Sicilia romana, sulla base dei risultati delle ricerche condotte nel settore orientale. Sono state selezionate tre aree studio, il territorio a nord di Catania, una porzione dell’ager Leontinus e i margini occidentali della pianura. Con l’applicazione di un approccio integrato, è possibile identificare alcuni assi della viabilità secondaria attraverso le modifiche avvenute nei sistemi insediativi. I dati disponibili legano l’espansione degli insediamenti romani alla strutturazione di percorsi che mettevano in relazione campagna, città e mare: il paesaggio rurale si organizzò lungo percorsi, in parte già in uso nel corso dell’età greca. Tali vie, definibili come “secondarie”, erano necessarie per immettere i centri produttivi dell’entroterra (ville, fattorie e installazioni produttive) nelle ampie reti commerciali del Mediterraneo.

This paper presents the results of digitization of the Libertini Collection of the Museum of Archaeology of the University of Catania (MAUC). The digitization project aims at defining forms of long-term preservation of digital data associated with sites and objects of cultural interest exploiting the Linked Open Data (LOD) paradigm and, more specifically, the Web Ontology Language (OWL), that is the standard language for representing web ontologies and digital tools designed for describing resources of various domains of knowledge. Such an approach provides a high level of expressiveness along with automatic reasoning tools, which allows the interested user to obtain a more comprehensive and efficient form of digital research.

Il contributo presenta la possibile identificazione di un edificio rappresentato da J.-P. Houel nel corso del suo tour dell’isola fatto nel XVIII secolo: sulla base di considerazioni topografiche e archeologiche, si presenta l’ipotesi della pertinenza del monumento greco di contrada Ossini-S. Lio (Lentini), e la sua identificazione con un edificio fortificato (una balostasis?).

Southeastern Anatolia was one of the regions in which the Roman and Eastern empires fought for centuries for supremacy. In the fourth century CE, the Roman/Sasanian border shifted from the Euphrates River to the Tigris River: the upper Tigris River valley was thus embedded in the Eastern Roman frontier between the Roman and Sasanian empires. Changes in settlement patterns during the Late Antique period seem to confirm the limit of Roman control to the area West of the Batman River, one of the tributaries of the Tigris River in its upper course. The integration of new and legacy archaeological data available for this borderland may help in better understanding of local rural landscape and enable an analysis of the relationship between imperialism and the organization of borderlands.

Nell’ambito del progetto di inquadramento dei paesaggi fortificati di età greca nel territorio di Catania, è stata avviata una nuova indagine sulle costruzioni emerse fra il 1998 e il 1999 presso Misterbianco, in contrada Erbe Bianche. Tra esse, in particolare, vi sono i resti di una robusta struttura, posta a ridosso di un costone basaltico e identificata da M.G. Branciforti come una torre di avvistamento. La ricerca si pone come obiettivo di chiarire il rapporto evi- dente tra il sistema di fortificazioni che caratterizzò il territorio a partire dalla fine dell’età classica e la viabilità antica. La posizione della torre di Misterbianco nella media valle del Simeto è in chiara relazione con la via interna che da Catania si inoltrava verso Centuripe, della quale restano numerose testimonianze anche nelle fonti antiche. Attraverso il riesame dei dati a disposizione e di un rilievo fotogrammetrico, si vuole proporre una rilettura complessiva del monumento che riguardi tanto le caratteristiche costruttive quanto il ruolo nel quadro più ampio del sistema difensivo che si dispiega lungo i margini della Piana di Catania.

This contribution focuses on the human osteological remains recovered from a tomb in the necropolis of Contrada Pianotta di Calatabiano (Catania, eastern Sicily). In antiquity, this fertile, water-rich land along the Via Pompeia connecting Messina to Syracuse was ideal for intensive agricultural exploitation. In the 1990s this site was subjected to an early archaeological investigation that brought to light the ruins of the baths of a mid-imperial era-built villa, whose stratigraphy dated the ultimate abandonment of the site to the end of the 5th century AD. Between 2014 and 2015 the excavation of the necropolis was carried out in an area that extends immediately north of the mouth of the river Fiumefreddo.

Paper’s aim is to outline the main developments in settlement organization in the Plain of Catania throughout the Hellenistic period: on the basis of the new available archaeological map, it is possible to attempt to fill our knowledge gap on “peripheral landscapes” of Eastern Sicily. A systematic research on the rural landscapes of the Plain of Catania started in 1996 when a series of topographic surveys were carried out according to the Forma Italiae Project’s methodology. Mostly covering the western portion of the plain of Catania, due to their unexploited potential, these topographical surveys are of great interest for any attempt at analysing rural landscapes and routes and road networks in antiquity: within the survey area (425 kmq) 132 archaeological sites were identified, dating from the Neolithic to the Medieval period. Together with the existing amount of legacy data available from eastern Sicily, the survey data were stored in the Ru.N.S (Rural Networks in Sicily) database. The results obtained through the use of the Ru.N.S database provide a vivid image of rural population trends in Hellenistic Sicily, and may help in reconstructing the organization of the rural landscapes throughout the transition from the Greek to the Roman period.

La costa è un ambiente complesso in cui interagiscono diversi argomenti, per la cui documentazione archeologica la gestione dei dati topografici e cartografici trova una sede naturale nelle piattaforme software dei sistemi informativi ‘geografici e territoriali’. Com’è noto, infatti, in molti ambiti archeologici, e negli studi su scala territoriale in particolare, i sistemi GIS possono essere non solo uno strumento atto ad acquisire, gestire e visualizzare dati topografici, ma anche ad integrare e analizzare dati alfanumerici e grafici, mediante un approccio multiscalare. L’acronimo GIS, ossia Geographic Information System, può considerarsi l’equivalente anglosassone dell’italiano SIT, vale a dire Sistema Informativo Territoriale. Con tale terminologia (GIS) si vuole indicare in questa sede un sistema digitale in grado di associare dei dati topografici e archeologici alla loro posizione geografica sulla superficie terrestre e di elaborarli per estrarne informazioni: la maggiore potenzialità della tecnologia GIS è, infatti, la capacità di integrazione in un unico ambiente digitale le operazioni legate all'uso di database con l'analisi geografica consentita dalle cartografie numeriche, sia raster che vettoriali, attraverso interrogazioni. Proprio per tale ragione si fa ricorso nella sua definizione al termine sistema, in quanto tale risorsa non va considerata come mero strumento o software specifico, ma come un insieme composto da varie entità, indipendenti ma tra loro interconnesse: la piattaforma di software cartografico e una la base informativa. Peraltro, il sistema è definito informativo proprio perché in grado di gestire, elaborare e implementare informazioni di vario genere, se ovviamente adeguatamente organizzate in archivi (dataset): attraverso l’aiuto di un calcolatore (il computer), il GIS è, infatti, in grado di gestire le relazioni che possono sussistere tra grandi quantità di dati e condurre analisi complesse (cartografiche, statistiche, etc.). Si tratta, quindi, di un sistema complesso, fatto di entità e relazioni, la cui struttura viene definita e calibrata in base alle caratteristiche del caso studio e che prescinde dal supporto informatico, il quale va inteso solamente come strumento che agevola una gestione più veloce e precisa. La base informativa del sistema informativo geografico (GIS) che si presenta consiste nella digitalizzazione di dati scaturiti da ricerche condotte nell’ultimo ventennio sulla costa sud orientale della Sicilia, i cui risultati sono raccolti in questo volume. Il catalogo delle unità topografiche (UT), in appendice, è costituito da 116 schede, che rappresentano altrettante aree o punti di produzione, antichi e moderni, censiti nel corso delle ricognizioni sul litorale e in indagini coordinate nell’ambito delle fonti cartografiche storiche: sono qui riportate in formato tabellare le relative schede topografiche, ordinate e numerate seguendo un ordine da Nord a Sud. Oltre al toponimo, al comune di pertinenza, alla posizione, di ogni UT è data una breve indicazione della categoria di pertinenza nell’ambito delle produzioni litoranee.

La ricerca sulla Sicilia romana ha, per lungo tempo, considerato i paesaggi rurali dell’entroterra secondo la prospettiva della lunga decadenza: l’immagine della campagna siciliana, appiattita dalla narrativa del grande latifondo dedito alla monocoltura cerealicola, non tiene conto, infatti, degli elementi che la ricerca archeologica adduce a favore di una realtà complessa e dinamica. Il contributo espone i risultati delle ricognizioni sistematiche nelle valli dei fiumi Simeto, Dittaino e Margi: attraverso l’analisi dei sistemi insediativi nei secoli dell’impero (I-V sec. d.C.) è possibile presentare un nuovo quadro del territorio attraversato dal tratto orientale della via Catina Agrigentum. Di particolare importanza sono i nuovi dati sulla distribuzione e la consistenza delle importazioni dall’Africa, considerate per il loro contributo alla comprensione del tessuto economico e sociale dell’isola.

La pianura alluvionale catanese - la più ampia della Sicilia con i suoi 428 km2 - è stata coinvolta direttamente e indirettamente nelle vicende che hanno segnato l’evoluzione dell’area ionica fin dai primi passi del popolamento umano nell’isola che sono qui registrati. L’età delle apoikiai (VIII sec. a.C.) costituisce un episodio fondamentale della complessa sto- ria insediativa dell’area: il territorio di Catania e Lentini, entità politiche entro la cui sfera d’influenza va inquadrata la pianura, in età romana assunse pienamente le forme di un paesaggio rurale, la cui vocazione produttiva è ripresa pienamente soltanto nella seconda metà del XX secolo, in seguito ai lavori della grande bonifica. Infatti, il carattere torrentizio dei corsi d’acqua, le frequenti esondazioni e l’esistenza di sorgive che per mancanza di adeguati canali di scolo si impaludavano permanente- mente, costituivano i principali motivi del verificarsi di inondazioni durante la stagione piovosa, e di impaludamenti nei pe- riodi asciutti: questi elementi, almeno dal Medioevo al secondo dopoguerra, hanno reso inabitabile e malsana la più ampia pianura alluvionale della Sicilia. Il paesaggio locale è stato radicalmente modificato dalle opere di bonifica e di sistemazione agraria della prima metà del XX secolo che hanno esteso ulteriormente gli agrumeti e le colture ortive. Se da un lato è inne- gabile la notevole ricchezza del patrimonio archeologico distribuito ai margini del territorio, dall’altro emerge uno scarno numero di ricerche e di tentativi di sintesi storico-topografiche sulla storia dell’insediamento e della viabilità in questo settore dell’isola: ricognizioni sul campo e ricerche condotte nell’archivio del Consorzio della Bonifica della Piana di Catania per- mettono oggi di riconsiderarne il tradizionale vacuum informativo, consentendo una preliminare presentazione dei dati fin qui emersi.

Southeastern Anatolia was one of the regions in which the Roman and Eastern empires fought for centuries for supremacy. In Late Antiquity, the Roman/ Sasanian border shifted from the Euphrates River to the Tigris River: the upper Tigris River valley was thus embedded in the Eastern Roman “limes”. Changes in settlement patterns that occurred in the fourth century AD seem to confirm the limit of the Roman control of the area west of the Batman River, one of the tributaries of the Tigris River in its upper course. I will discuss how regional and local routes, settlement patterns, rural landscapes and military installations changed in this portion of the Roman/Sasanian borderland after AD 363: this may help for a better understanding of the local landscape through the inspection of the relationship between connectivity and borderland organization on the edges of empires.

Rural landscape of Sicily is not one of the most intensively studied of the Mediterranean and this has only recently begun to be redressed. Systematic research of the Plain of Catania started in 1996: mostly covering the western portions, these surveys are of great interest for any attempt at analysing ancient rural landscapes and routes networks. Within the survey area (425 km2), 131 new sites were identiied, dating from the Neolithic to the Medieval period. The research seeks to outline main developments in settlement organization from the Hellenistic to the Late Roman period, in order to ill our knowledge gap on local “peripheral landscapes”.

Il contributo presenta i dati preliminari emersi dallo studio antropologico e faunistico dei reperti provenienti dalla necropoli di età romano - imperiale di Contrada Pianotta di Calatabiano (CT). Calatabiano (CT), indagata dalla Sovrintendenza di Catania nel 2014 in collaborazione con la cattedra di Topografia antica dell'Univeristà di Catania, rappresenta una vasta area sepolcrale di epoca imperiale romana (I - III sec. d.C.) che ha restituito, nel settore indagato, un totale di 8 tombe ad inumazione e i resti di due edifici funerari monumentali. I dati demografici suggeriscono che la popolazione di Pianotta sia da ricollegarsi a nuclei familiari, in virtù della presenza di individui subadulti che rappresentano più della metà dell’intero campione esaminato.

The paper presents new data useful for the reconstruction of the route of the via Catina Agrigentum, on the basis of the research carried out in the western margins of the Catania Plain. The viability was a fundamental element of the rural landscape of Roman Sicily, whose understanding is possible thanks to the long-term perspective offered by the Ancient Topography approach. The updated archaeological map is the result of systematic surveys in the valleys of the Simeto, Dittaino and Margi rivers conducted from 1997 to 2007, territories comprised in the IGM Tablets F. 269 II NO Monte Turcisi, F. 269 III SE Ramacca, F. 269 III NE Castel di Iudica and F. 269 III SO La Callura. On the basis of the settlement systems changes in the area that took place between the Hellenistic and the Roman Imperial ages, it is possible to recognize in the viability one of the main elements of attraction of the population and economic trends of Catina's hinterland. In fact, through the analysis of the distribution of the recorded archaeological evidences dating to the Roman age, and historical cartography and photography it is possible to hypothesize the path of the road connecting Catania to Agrigento. The road ran through the territory in an East-West direction and constituted the main infrastructure of the territory: on the basis of the new archaeological data presented, it is possible to analyze the local rural landscape, a complex network of rural sites of different sizes (vici, farms and villae), contributing to the understanding of the narrative consistency of Sicilia frumentaria.

L’articolo propone un’analisi dello sviluppo del sistema insediativo nella Piana di Catania tra l’VIII e il IV secolo a.C. Pochi sono i tentativi di analisi dei paesaggi rurali della Sicilia antica: infatti, l’archeologia nell’Isola si è tradizionalmente concentrata sui paesaggi urbani, indirizzo di ricerca mutato soltanto di recente. Una ricerca sistematica dei paesaggi rurali della Piana di Catania è iniziata nel 1996, quando ricognizioni intensive sono state condotte nell’area di Ramacca secondo la metodologia del progetto Forma Italiae. Coprendo interamente i margini occidentali della piana di Catania, il potenziale di queste indagini topografiche è di grande interesse per qualsiasi tentativo di analisi dei sistemi insediativi e della viabilità della Sicilia orientale in antico: infatti, nel corso delle ricognizioni dell’area (425 km2) tracce di occupazione datate tra l’età arcaica e l’età ellenistica sono state identificate in 42 unità topografiche. La comprensione dei processi tafonomici che hanno modellato il paesaggio è stata possibile grazie alla riconsiderazione dei dati da ricognizione e dei legacy data disponibili alla luce delle evidenze storiche. I risultati ottenuti attraverso l’uso del geo-database offrono, quindi, un’immagine vivida delle dinamiche di occupazione in questo settore cruciale della Sicilia orientale in età greca: i dati emersi, infatti, aiutano a ricostruire il processo di trasformazione che caratterizzò il territorio della Piana di Catania attraverso i secoli cruciali che vanno dalle prime fasi della colonizzazione al periodo tardo classico

L'articolo presenta i dati preliminari dallo scavi condotti in contrada Reitana di Aci Catena dalla Soprintendenza di Catania in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania: le ricerche hanno messo in luce un deposito votivo legato ad una probabile struttura sacrale.

The upper Tigris river valley is located in southeastern Anatolia. Due to the planned construction of the Ilısu Dam, the region has been investigated since the late 1980’s by numerous Turkish and foreign archaeologists, detecting more than six hundred sites dated from Palaeolithic to Medieval periods. Since 2008, 30 rescue excavations have been carried out within the region. On the basis of the excavation data now available, it is possible to attempt a comparison with the initial survey data, focusing on the evolution of settlement patterns throughout the millennia.

Il contributo affronta la relazione tra le dinamiche dell’insediamento e la viabilità nell’alta valle del fiume Tigri nella prima metà del I millennio, per comprendere come la regio- ne si adattò alla condizione di terra di frontiera tra i due grandi imperi del tempo. Sulla base della distribuzione dei siti noti inquadrabili tra tardoantico ed età bizantina, è possibile proporre una ipotesi sulla viabilità antica dell’area. Il lavoro si basa sulle ricerche condotte nel ter- ritorio fino al 2015 dalla missione italiana atti- va nel distretto di Batman nel sito di Hirbemerdon Tepei. Si è tenuto conto anche dei dati dei numerosi progetti di salvataggio condotti nell’area in seguito alla decisione del governo turco di costruire una grande diga nei pressi del villaggio di Ilısu: il bacino artificiale obliterà gran parte del territorio che va dal villaggio di Bismil all’ampia valle di Cizrei.