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L'articolo descrive la partecipazione del celebre astronomo e fisico gesuita Angelo Secchi alla spedizione scientifica che osservò l'eclisse totale di sole del 1860 in Spagna e l'importanza dei risultati da questi ottenuti in quella circostanza, grazie al pionieristico utilizzo di mezzi fotografici.

Many astronomical observatories where early astrophysical research was carried out have lost their original site or have changed their use. In Europe, the astrophysical observatories of Potsdam and Meudon are still used as astrophysical observatories, but their historical heritage (instruments, books and archives) are dispersed while the South Kensington Solar Observatory in London is no more extant, having being embodied in the buildings of the Science Museum. In Italy, the two different cases of Rome and Palermo observatories are here examined: the original site of the Collegio Romano Observatory, where fr. Angelo Secchi carried out his remarkable studies on stellar and solar spectroscopy, is now impossible to visit and its collections are splitted into two parts, one being kept at the Copernican and Astronomical Museum and the other one at the Monte Porzio Catone Observatory. The rooms of the Collegio Romano Observatory could be used for educational purposes, remarking the importance of recovering the original site and its historical importance. This has been done at the Palermo Observatory, still in use as an astrophysical observatory, where a historical museum has been installed in the original floor of the Observatory, keeping the instruments and the setting the nearest possible to their original arrangement.

Despite the devastation produced by centuries of European colonization, Amerindian societies have maintained worldviews and conceptions of humanity which present a great richness, originality and variety. As shown both by Lévi-Strauss (1992) and, in a study perspective closer to Eliade's approach, by Sullivan (1988), they share some common characteristics which it is useful to compare, by difference and analogy, with those of Euro-Western cosmologies. As Viveiros de Castro argued with specific reference to the indigenous cosmologies of the Amazon, the importance of the aspects of relationality of reality, its eminently transformative dynamic nature, the ontological multiplicity of its components, the importance of the perspective of observation and of the situation of interaction for the determination of the reality of what "is seen", the joint consideration of 'society' and 'nature' in terms of an inseparable intertwining of relational networks, are in fact characteristic features of what he proposed to call "perspectivism Amerindian ". To these features must be added what the Brazilian anthropologist calls, giving the adjective a different meaning from the more common one, the "anthropomorphic" but not "anthropocentric" character of the ontologies widespread in the indigenous Amazon. Contrary to the tendency, prevailing with the development of modern sciences, to contrast 'cosmology' and 'anthropology', Amazonian indigenous "socio-cosmologies" offer an example of how humanity and the world they can be thought along lines of interdependence. In this paper, I provide an overview of recent debates on these issues, particularly focusing on the case of the ethnographical studies on Makuna people.

Il volume descrive gli strumenti di acustica della collezione di strumenti storici di fisica dell'Università di Palermo. Indice: Prefazione iii, Presentazione 1, La Collezione Storica degli Strumenti di Fisica 1, Gli Strumenti di Acustica 2, Catalogo 5, 1.1 Timbri di Savart 6, 1.2 Diapason cronografico 8, 1.3 Tavola di Chladni 10, 1.4 Canna rettangolare 12, 1.5 Canna piramidale 14, 1.6 Ancia 16, 1.7 Tubo di Kundt 18, 1.8 Specchi rotanti 20, 1.8.1 Capsula manometrica 22, 1.9 Pallone per il suono 24, 1.9.1 Campanello elettrico 26, 1.10 Cassa armonica 28, 1.11 Diapason con cassa armonica 30, 1.11.1 Supporto per diapason 32, 1.12 Risonatori di Helmholtz 34, 1.13 Sirena di Cagniard de La Tour 36, 1.14 Sirena di Seebeck 38, 1.14.1 Dischi della sirena di Seebeck 40, 1.15 Apparato stroboscopico 42, 1.16 Metronomo di Maelzel 45, 1.17 Disco puntinato 48, Appendice A - Sviluppo storico degli strumenti di Acustica 51, Appendice B - Breve biografia di Pietro Blaserna 55, Appendice C - Catalogo Blaserna 59, Appendice D - Note del Registro Blaserna 61, Appendice E - Frequenze e notazioni musicali 63, Appendice F - Interventi di conservazione e restauro 65, Bibliografia e sitografia 67, Indice analitico 73, Ringraziamenti 75.

L'A. rilegge i graffiti dei penitenziati delle celle dello Steri di Palermo alla luce della conoscenza storico-medica.

Angelo Secchi è universalmente ritenuto uno dei padri fondatori dell’Astrofisica per aver formulato la prima classificazione spettrale e grazie ai suoi studi sulla struttura dell’atmosfera e cromosfera solare. Per inquadrare il suo contributo alla fondazione della nuova scienza, illustreremo brevemente i contenuti dei suoi trattati: L’Unità delle Forze Fisiche, testo che delinea la sua visione scientifica, Le Stelle e Le Soleil, opere di contenuto propriamente astrofisico. A questi lavori vanno aggiunte le due memorie Sugli Spettri Prismatici delle Stelle Fisse e i contributi pubblicati nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale dell’epoca.3

Nelle pagine che seguono proponiamo una selezione di testi scritti dopo la morte di Angelo Secchi dai suoi estimatori, che possono aiutare a comprenderne meglio la figura scientifica ed umana. Come abbiamo visto nel precedente saggio di Rita Fioravanti, la bibliografia secchiana è immensa: non solo per il numero dei lavori scientifici, tecnici e didattici prodotti dal nostro scienziato, ma anche per la quantità di testi che fanno a lui riferimento.

Nonostante sia comunemente ritenuto da diversi studiosi (e.g. Meloni et al. 1997) che la fondazione del primo osservatorio magnetico in Italia risalga al 1880, in realtà la priorità spetta ad Angelo Secchi che a partire dal 1853 realizzò al Collegio Romano una stazione geomagnetica permanente. Nel seguito approfondiremo l’attività di Secchi nel campo della ricerca sul magnetismo terrestre. Dopo una descrizione della strumentazione magnetica allestita al Collegio Romano, mostreremo come egli avviò un sistematico lavoro di monitoraggio del campo geomagnetico e fu molto attento alla ricerca delle sue correlazioni con i fenomeni elettrici atmosferici. Concluderemo illustrando brevemente le misure ottenute a Roma in occasione della grande tempesta magnetica del 1859 passata alla storia come “Episodio di Carrington”.