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Viene proposta una lettura "in paralleo" dei due principali centri della Caonia antica (Epiro settentrionale, odierna Albania), basata sulle vicende storiche, sul paesaggio urbani, sulle tecniche e i monumenti, sulla cultura materiale.

Archaeological Research and Heritage Safeguard in Northen Epirus Between Hellenistic Period and Roman Conquest The northernmost part of ancient Epirus, present days Southern Albania, was inhabited in ancient times by one of the three Epirotic tribes, the Chaonians. Today this area is crossed by the national border line between Albania and Greece, but being a border area is a recurring phenomenon through all its history. A border between central Greece in the south and barbarians Illyrians tribes in the north; a border between the hinterland and the sea, between the regions inhabited by Molossians and Macedonians and the western Ionian and Adriatic coasts, i.e. the western Greeks and the Italic and Roman tribes. This is one of the main reasons why Epirus became since the IV century a privileged meeting and exchange place with the Italic and Roman people. The conquest of the city of Phoinike—the capital of Chaonians—by the Illyrians who threatened the trades of Italian businessmen (mercatores italici) provided a casus belli for the Romans, who crossed the Adriatic and started the conquest of the Balkan peninsula and Greece. The activities of the Italian Archaeological Mission in Phoinike—and since 2015 also in Butrint—have systematically investigated all areas and chronological phases, aimed at providing a rich archaeological documentation able to fill the voids and help reconstruct the history of the town and its territory. Many issues still remain, but the careful work of Italian and Albanian archaeologists gives us today the possibility to delineate an accurate picture of the late Classical, Hellenistic, Roman and late Antique town of Phoinike, up to the Ottoman conquest. The results has been widened to peri-urban and regional scale, with detailed bibliographical researches, surface surveys and focused excavation of peripheral sites, in order to provide a solid context of the data collected in Phoinike itself. We should always remember that the city—even if easier to identify and document—is only one of the multiple elements of ancient landscape, a rather delimited one, in both time and space. To better comprehend complex phenomena, like the birth and development of urban centres and the many-sided relations with the Greek, Italic and Roman worlds, a regional scale of analysis is a fundamental prerequisite.

Rezension zu: Klaus Müller, Die Ehrenbögen in Pompeji, con contributi di Valentin Kockel. Studien zur antiken Stadt, volume 10. Casa editrice Dr. Ludwig Reichert, Wiesbaden 2011. 140 pagine con 115 figure, 23 tavole., Bonner Jahrbücher, Bd. 213.2013(2014): Bonner Jahrbücher

Il capitolo traccia un quadro ampio dei rapporti tra cultura archeologica italiana e il Paese Balcanico, dagli ultimi decenni dell'Ottocento fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. In particolare viene ricostruita l'attività della prima Missione Archeologica Italiana in Albania, retta da Luigi Ugolini dal 1925 al 1936, anno della sua morte. Si definiscono anche le attività della Missione successive alla morte di Ugolini, quando la Missione fu retta da Pirro Marconi e poi da Domenico Mustilli. In particolare si evidenziano le metodologie innovative poste in essere dalla Missione anteguerra, spesso misconosciuta e poco considerata nell'ambito della storia dell'archeologia italiana del Novecento.

Introduzione allo studio dei dati di scavo e della ricomposizione di un edificio di età claudia di Fanum Fortunae, reinterpretato come Augusteum.

Il volume si occupa di un'importante soluzione architettonica, la serliana, ampiamente impiegata nell'architettura rinascimentale, ma che ha le sue origini nel periodo ellenistico e romana. La prefazione mette in risalto tutti gli aspetti innovativi di questa ricerca, sottolineando anche il rigore metodologico e l'ampiezza della sua base documentaria.

Il capitolo esamina tutta la documentazione nota riferibile all'edificio del culto imperiale fanestre per quanto riguarda le sculture. Viengono riesaminate le iconografie, i caratteri stilistici, la pertinenza più o meno probabile all'edificio. Si ridefiniscono le cronologie e si propone una disposizione del ciclo statuario all'interno della grande aula dell'Augusteum. Si propone qualche collagamento con la scarna documentazipone epigrafica superstite.

Il capitolo si occupa del riesame di tutti i dati relativi all'edificio fanestre, interpretato in passato come componente di un complesso termale. Se ne dimostra l'effettiva fisionomia e funzione come tempio del culto imperiale, di età claudia. Se ne propone un'accurata ricostruzione, con documentazione in 3D

L'intervento al congresso di Tarragona ha messo in luce l'importanza dell'elaborazione del linguaggio imperiale celebrativo attuato nel corso del principato di Augusto attraverso la nuova veste assunta dagli archi commemorativi. Se ne esamina l'ampia casistica, in Italia e nelle province, fino a chiarrne il ruolo rilevante assunto nei decenni successivi, fino al II secolo d.C., così come è documentato dai monumenti onorari connessi alla casa imperiale. Si tratta di un linguaggio architettonico, verbale e figurativo che ha caratterizzato di sé l'deologia del principato romano per almeno tre secoli.

Il saggio presenta i risultati della campagna di scavi e ricerche 2012 condotta nella città greca, romana e medievale di Phoinike, nel sud dell'Albania. Il progetto è sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri Italiano fin dal 2000 ed è condotto in collaborazione fra l'Università di Bologna e l'Istituto Archeologico Albanese di Tirana. Si rende conto del ritrovamento di un importante casa di età ellenistica, degli scavi nell'agorà della città greca e nella basilica proto-bizantina e di saggi nel settore più antico del centro urbano epirota.

Nel volume, dedicato a importanti monumenti antichi di Ravenna sui quali si intervenne nel Rinascimento, l'autore presenta nuove considerazioni, del tutto innovative e inedite, sulla porta eretta da Claudio nel 42 d.C. e sul rilievo celebrativo dell'apoteosi di Augusto e della famiglia imperiale. Per quest'ultimo si propone una nuova appartenenza a un monumento di età claudia, probabilmente un'aula del culto imperiale..

IIl contributo rende noti i risultati delle recenti ricognizioni sulla collina di Phoinike che hanno condotto alla scoperta di almeno due nuove porte all'interno della cinta muraria e di numerosi nuovi percorsi sia all'interno sia all'esterno della città.

Recensione critica di un volume di grande importanza scientifica internazionale, dedicato ai risultati ottenuti con un progetto PRIN. Si esaminano i principali contributi, valutandone il contenuto e l'apporto alle conoscenze sul piano della ricerca archeologica internazionale dedicata alla pittura ellenistica

L'introduzione al volume di Marco Podini dedicato alla decorazione architettonica ellenistica e romana della Caoni (Epiro settentrionale, odierna Albania) è scritta con uno dei massimi specialisti sul piano internazionale nello studio di questo tipo di materiali. Deliniea succintamente gli scopi del volume, il metodo impiegato, il vasto materiale esaminato, le conclusioni di ordine storico e archeologico cui giunge l'autore. La valutazione costituisce un ulteriore apporofndimento critico sulla materia, nel caso specifico mai esaminata con questa vastità d'impianto e di interessi.

Il contributo, che molto interessò i congressisti, ha presentato per la prima volta la documentazione di edilizia domestica di età ellenistica (IV-I sec. a.C.) per un'area geografica solitamente trascurata da questi studi, quella della Grecia nord-occidentale (Epiro) e dell'Illiria meridionale. L'evidenza archeologica viene discussa nelle sue forme architettoniche, negli arredi e finiture interne, nei rapporti urbanistici, nei risvolti sociali e negli aspetti storico-cronologici

Si tratta di un esame critico molto approfondito della sola pubblicazione scientifica disponibile, in lingua tedesca, dedicata all'edizione e all'interpretazione del cinque archi onorrai noti, fin dai primi anni dell'Ottocento, a Pompei. L'orizzonte è quello dell'età giulio-claudia e flavia e la recenzione al volume di Mueller intende metterne in luce la positività per la documentazione prodotta, anche a livello di rilievi e disegni, ma anche discutendo di alcume problematiche che riguardano la possibile ricostruzione degli apparati architettonici di marmo, perduti, che rivestivano le strutture in mattoni cotti.

L'autore è stato scelto in rappresentanza dell'archeologia italiana presente in Albania, al pari di colleghi francese, tedesco e americano, per presentare il convegno internazionale, che ha costituito una riflessione rilevante sui risultati più recenti della ricerca archeologica nel territorio del Paese, dalla preistoria al medioevo.

L'introduzione, ampia e circostanziata, riassume criticamente le principali tematiche trattate negli oltre 30 articoli di cui si compone questo ponderoso volume. E' una sintesi completa indispensabile come guida alla lettura e come approfondimento dei soggetti trattati.

Viene presentato il risultato del lavoro della Missione Archeologica Italiana a Phoinike, in Albania, diretta dal 2000 dall'autore dell'articolo. Sono analizzati i risultati delle ricerche nel teatro, nell'agorà, nel quartiere di case, nella necropoli. Si analizzano i dati forniti utili per definire un quadro di cultura urbanistica, architettonica e figurativa dell'importante città per il periodo ellenistico. Sulla base dei dati forniti dallo scavo della necropoli, si traggono conclusioni sul quadro sociale e di provenienza etica degli abitanti.

One of the founders of numismatics in Modern Age was the archbishop of Tarragona and renowned jurist Antonio Agustín. He was educated during the mid-sixteenth century mainly in Italy, particularly in Bologna and Padua. His role in the development of antiquarian studies – and interest in collecting – ran parallel to the development of numismatics in the Cinquecento. His interest in realia , i.e., the materials and documents perceived as primary evidence of history understood in a global sense, make him a pioneer in setting the trends and methodologies which would be later employed by Bernard de Montfaucon. The period Antonio Agustín spent in Bologna, at the Reale Collegio di Spagna, between 1539 and 1544, afforded him the opportunity to enter a very cultivated circle where the admiration and study of the Antique was well established since the mid-fifteenth century. The cultural effervescence taking place in Bologna was encouraged by the court of Giovanni II Bentivoglio and the University alike. Artists also contributed to the development of antiquarian knowledge, and the painter Amico Aspertini (ca. 1475-1552) exemplifies this. It is clear that Antonio Agustín certainly benefited from the scholarly environment in Bologna during the first half of the Cinquecento, which had been firmly anchored since the fertile Quattrocento. Although the documentary evidence is scarce, and it is difficult to pinpoint the details, it is undeniable that Antonio Agustín was heavily influenced by his Bolognese experience. Uno dei fondatori degli studi numismatici dell’età moderna, Antonio Agustín, vescovo di Tarragona e insigne giurista, ebbe in Italia larga parte della sua formazione, soprattutto fra Bologna e Padova, poco prima della metà del XVI secolo. In realtà il suo ruolo negli interessi (anche collezionistici) e negli studi antiquari del Cinquecento andò ben al di là dei confini limitati alla scienza numismatica. La sua attenzione ai realia , ai documenti materiali intesi come testimonianze dirette e primarie della storia globalmente intesa, ne fanno quasi un precursore dei caratteri che meno di un secolo dopo assumerà l’interesse antiquario con la storiografia dei Padri Maurini e con l’opera di Bernard de Montfaucon. Il periodo trascorso a Bologna, nel Collegio di Spagna, da Agustín (fra 1539 e 1544) lo mise certamente in contatto con un ambiente colto nel quale gli studi di antichità vantavano una tradizione assai antica, risalente almeno alla metà del secolo precedente. A Bologna, fra i due poli della corte di Giovanni II Bentivoglio e dello Studio era cresciuta una vivace cultura antiquaria, alla quale non furono estranei anche gli artisti, come dimostra in primo luogo la personalità di Amico Aspertini (ca. 1475-1552). Da questo ambiente erudito bolognese della prima metà del secolo, innestato sulla feconda tradizione quattrocentesca, Antonio Agustín ebbe certamente stimoli significativi, anche se nel dettaglio mancano le fonti per stabilirne con precisione i confini.

Il lavoro presenta i principali monumenti romani della città di Ascoli nel loro contesto urbanistico e nelle loro valenze architettoniche, discutendone significati e cronologie. Ugualmente si presenta la cultura figurativa della città in età romana, inserendola nel più vasto contesto delle forme espressive d'età repubblicana e imperiale dell'intera penisola. Il lavoro costituisce la prima e unica sintesi critica complessiva su questi argomenti.

Nella sede del congresso internazionale celebrativo dei 65 anni dell'archeologia albanese gli autori hanno presentato i risultati più recenti degli scavi della Missione italo-albanese nella città di Phoinike, nel sud dell'Albania. In particolare è stato discusso lo sttao nel quale si è rinvenuta l'agorà della città del periodo ellenistico, con imponenti strutture pertinenti a una cornice monumentale attorno a un tempio dorico già precedentemente noto.

Il contributo rappresenta la principale sintesi delle importanti ricerche archeologiche compiute nella città romana di Suasa (Ancona) in anni recenti, in particolare negli anni 2010-2012. Le ricerche sono state eseguite su concessione Ministeriale dall'Università di Bologna e co-dirette dai due autori dell'intervento. Si mette in evidenza l'importanza dei risultati ottenuti per quanto riguarda l'assetto urbanistico della città, l'architettura templare e in genale pubblica, le necropoli, il rapporto con il territorio. The last archaeological research carried out in the roman town of Suasa allow us to better understand the urban texture of the ancient center. In particular, the recent surveys along the “Via del Foro” have shed new light on this monumental area, as well as on the func- tions of the several buildings that gave on the urban road, defining the eastern side of the public square. Additionally, the new excavations carried out in the southern necropoli, the so called “Necropoli orientale”, discovered a new important funerary context, which revealed a sequence of use’s phases, from the II century BC to the II century AD. These burials stretched out along the two sides of the road, which appears to be the oldest one archaeologically attested. The new acquisitions have stimulated a new reconstructive hypothesis of the ancient lands division system in the ager suasanus.

Contributo che presenta i risultati degli scavi archeologici della Missione italo-albanese a Phoinike nell'anno 2012. Rilevante contributo sulle novità delle ricerche internazionali nella principale città greca dell'Epiro settentrionale

Presentazione di un volume che riesamina quattro importanti archi onorari dell'età di Augusto in Italia settentrionale: Rimini, Fano Susa e Aosta.

Nel piccolo municipio romano di Mevaniola (prov. di Forlì-Cesena) fu scavato, nel corso degli anni Sessanta del Novecento, un teatro di minuscole dimensioni, che ha sempre destato interesse negli studiosi di architettura teatrale romana per le sue forme affatto particolari. In realtà al teatro, negli anni, sono stati dedicati quasi sempre e soltanto studi frettolosi e osservazioni superficiali. Questo lavoro ha inteso riprendere lo studio dell'edificio dalla documentazione completa, sia degli scavi che dei restauri eseguiti durante e subito dopo lo scavo, spesso in modo distorcente le strutture originali. Utilizzando in particolare la documentazione fotografica originale e soperstite, si propone una nuova lettura del monumento, che ne mette in evidenza le caratteristiche di peculiarità. L'edificio è presentato come un esempio significativo di una fase di formazione del teatro romano, alla metà circa del I sec. a.C., con forme che ancora risentono delle esperienze greco-ellenistiche. L'edificio è inquadrato nel suo contesto urbanistico e se ne propone un'interpetazione alla luce delle coeve o di poco precedenti esperienze architettoniche tardorepubblicane dell'Italia centrale.

Il testo costituisce un'ampia introduzione al primo volume della Serie Monografica degli Scavi di Phoinike, in Albania meridionale, dove l'autore dirige dal 2000 annuali campagne di scavi e ricerche sostenute dal Ministero degli Affari Esteri Italoiano e in collaborazione con l'Istituto Archeologico albanese. Il testo mette in rilievo, argomentando in modo approfondito, le novità metodologiche del libro e i rilevanti risultati scientifici raggiunti.

Il contributo propone un nuovo studio di un'importante abitazione di età ellenistica scavata a Phoinike (Epiro settentrionale) negli anni 1989-1991 e 2000-2002, le ultime ricerche a opera della Missione Archeologica Italiana diretta da S. De Maria. La lettura della sequenza dei vani della casa e i caratteri funzionali vengono posti a confronto con un noto passo del De architectura di Vitruvio, consacrato alle particolarità della casa greca del periodo classico ed ellenistico. Si discute della legittimità metodologica del confronto con la fonte scritta e si inquadra la casa di Phoinike nel panorama dell'edilizia privata di età ellenistica nell'intero Mediterraneo del IV-II sec. a.C. Particolari suggestioni interpretative scaturiscono da una lettura comparata fra le case di Delo, Pergamo, Eretria, Morgantina e Solunto, poste a confronto con l'edificio di nuova scoperta a Phoinike.

Il contributo condensa dieci anni di lavori della missione archeologica diretta dall'Autore a Phoinike, antico Epiro, attuale Albania meridionale. Oltre ai risultati degli scavi e degli studi eseguiti, che hanno riguardato cinque diversi settori e un vasto territorio della città, si presentano anche le attività formative messe in campo per giovani archeologi in formazione e gli importanti lavori di restauro realizzati nel quartiere delle case ellenistiche, nel tempio sulla piazza dell'agorà, nel teatro, nella necropoli. Il progetto Phoinike è sostenuto da oltre un decennio, fin dal primo anno, dal Ministero degli Affari Esteri Italiano.

La Presentazione espone i criteri seguiti nella selezione dei contributi presentati nel ventesimo volume della Rivista. Si sottolinea la partecipazioni di giovani studiosi, secondo la linea editoriale sempre perseguita dal suo Direttore (S. De Maria). Passa brevemente in rassegna i contenuti dei singoli articoli, evidenziandone particolarità, novità e originalità.

Il contributo illustra la secolare collaborazione fra storici e archeologi italiani e albanesi, dalla fine del XIX secolo fino a oggi. In particolare si delinea la storia della Missione Archeologica Italiana attiva in Albania dal 1925 allo scoppio della seconda guerra mondiale. La ricerca viene estesa alle collaborazioni più recenti, a partire dal 2000. Si illustrano le rilevanti ricerche condotte a Phoinike, Butrinto, Durazzo, Hadrianopolisi e in diversi territori dell'antico Epiro e dell'Illiria meridionale. Il tutto in un più vasto quadro, offerto dal volume, sulla consistenza del patrimonio culturale albanese dalla preistoria al XVI secolo.

Il saggio espone i risultati più recenti degli scavi effettuati a Phoinike, nell'Albania meridionale, dalla Missione archeologica italiana diretta dall'A. L'interesse del lavoro si estende poi alla formazione delle città, nel IV sec. a.C., in una regione - l'Epiro settentrionale - che è caratterizzata piuttosto da un'occupazione del territorio su base agro-pastorale e per villaggi. Vengono esaminati anche i casi dei fenomeni urbani di Butrinto e Antigonea. Dall'attenta analisi dei dati storico-cronologici e della cultura materiale derivanti dalle ricerche a Phoinike, si propone una lettura che vede l'emergere, in Caonia, di un centro egemone - Phoinike appunto - che, sullo scorcio del IV sec. a.C., ha già assunto i caratteri di una città, con schema urbanistico non ortogonale. Questo fatto è posto in relazione con la natura del suolo, particolarmente accidentato e posto alla sommità di una collina scoscesa. Si evidenziano anche gli aspetti monumentali e architettonici, sia pubblici che privati.

Lo studio presenta esemplari di stele funerarie ellenistiche (III sec. a.C.) recentemente rinvenute nella necropoli di Phoinike, nell'antico Epiro, attuale Albania meridionale. Vengono esaminati gli aspetti formali e decorativi, inquadrandoli nella coeva produzione di stele funerarie nella regione. E' inoltre studiato un testo epigrafico, che reca l'importante testimonianza nella città di un individuo di provenienza lucana. Il dato è posto in relazione con testimonianze storiche di particolare rilevanaza.

Il contributo riguarda il progresso degli scavi e delle ricerche nella città greca e romana, poi bizantina, di Phoinike, nell'Albania meridionale, dove l'A. dirige una Missione Archeologica da oltre dieci anni. In particolare si presentano le novità rilevanti nello studio del teatro ellenistico, dell'agorà, del circuito delle mura. Il Colloquio è il più prestigioso incontro fra specialisti internazionali che operano nelle ricerche storiche e archeologiche sull'antico Epiro e sulla regione dell'Illiria meridionale, fra le attuali Albania e Grecia.

Il testo presenta il quinto volume dedicato ai risultati degli scavi e delle ricerche nella città epirota di Phoinike, nell'Albania meridionale, condotti dalla Missione Archeologica Italiana diretta dall'Autore e da un'équipe dell'Istituto Archeologico Albanese di Tirana. Si ricorda la ricorrenza dei dieci anni di attività e si presentano anche i risultati di alcuni scavi non compresi nel testo. In particolare gli importanti dati ottenuti con i saggi stratigrafici in un vano della Casa dei due peristili, un'abitazione di età ellenistica scavata nel pendio meridionale della collina sede della città antica.

Il contributo rappresenta il bilancio conclusivo dei lavori del Convegno che era stato chiesto all'A. dagli organizzatori del Convegno, per la sua competenza in merito. Le Conclusioni espongono un bilancio critico dell'intero Convegno, con la discussione di teorie, ipotesi e contributi presentati nel corso delle due giornate di relazioni. In particolare vengono discusse le novità derivanti da nuovi scavi e le teorie interpretative esposte sui significati architettonici, urbanistici, storici delle principali piazze delle città romane dell'Italia settentrionale, dall'età repubblicana alla fine dell'evo antico

Il testo presenta i contenuti e le linee culturali del 19° volumo della Rivista. In particolare si sottolineano le aree disciplinari interessate e la personalità degli autori.

L'Introduzione presenta gli Atti della Giornata di Studi "Omnium in litteris studiorum antiquissimam musicen extitisse.... Percorsi di studi tra archeologia e musicologia", tenuta a Bologna nel maggio del 2009. L'introduzione passa in rassegna le principali novità contenute nelle relazioni, sottolineando l'impostazione metodologica innovativa, che intende far dialogare archeologi e storici della musica a vantaggio di un quadro complessivo dell'antichità che tenga in considerazione anche questo importante aspetto, integrandolo in una vasta problematica di respiro latamente antropologico.

Il contributo esamina alcune fonti antiche sulla pratica della celebrazione attraverso statue e monumenti nel mondo romano. Analizza poi le strategie della dislocazione dei monumenti onorari nel contesto urbanistico delle città romane, attraverso lo studio specifico di alcuni casi particolari, sia in Italia che nel mondo provinciale. Propone alcune innovative chiavi di lettura in rapporto alla fruizione e alla "leggibilità" dei diversi monumenti, in un arco temporale esteso dall'età repubblicana al III secolo d.C.

Il contributo analizza gli studi di antichità, prevalentemente numismatici, epigrafici, storico-artistici e archeologici, documentati in ambito bolognese nel periodo umanistico e proto-barocco. In particolare sono per la prima volta valutati approfonditamente i rapporti europei degli "antiquari" bolognesi fra Quattro e Seicento, nel quadro della corte bentivolesca e dello studio. Attenzione è riservata anche alle raccolte d'arte antica e di materiali come monete e iscrizioni latine.

Il lavoro presentato al Quarto Congresso sulla scienza e la tecnologia per i beni culturali nel bacino del Mediterraneo, tenuto al Cairo nel 2009, presenta i risultati di una ricerca interdisciplinare che ha coinvolto studiosi del Dipartimento di Archeologia dell'Alma Mater e ingegneri dell'Università Politecnica delle Marche di Ancona. Lo studio è stato concentrato su tecniche murarie degli scavi della città romana di Suasa, in atto dal 1987 a cura del Dipartimento di Archeologia; in particolare le caratteristiche strutturali e di resistività ai carichi di muratore in argilla cruda di età repubblicana, rinvenute in opera entro case della città antica. I risultati, di grande rilievo, portano nuovi contributi alla conoscenza delle tecniche edilizie antiche e per la definizione dei criteri utili per la ricostruzione virtuale degli edifici di età romana.

Il contributo, nella sezione dedicata al medio Adriatico dalla preistoria all'età romana, presenta in sintesi le conoscenze sulle trasformazioni del paesaggio antico, l'urbanizzazione e la sistemazione agraria dopo la conquista romana successiva al 295 a.C. Si incentra poi sulla fase repubblicana, presentando i risultati di una delle scoperte più importanti degli ultimi anni, effettuata dagli Autori, ovvero le case repubblicane del municipium di Suasa (prov. di Ancona), che hanno restituito decorazioni pittoriche e a mosaico di grande impoortanza e novità.