Riassunto - La revisione tassonomica e tafonomica dei resti faunistici provenienti dalla nicchia terminale del Covolo Fortificato di Trene ha arricchito le conoscenze sulle modalità di sussistenza di gruppi di cacciatori dell’Epigravettiano antico presenti sui Colli Berici (Vicenza) nella grande Pianura Padana circa 20.000 14C anni BP. Durante la frequentazione il sito era immerso in un ambiente prevalentemente forestale a clima temperato freddo con presenza di zone umide nella piana sottostante come testimoniano alce, cervo, cinghiale e vertebre di pesce. L’analisi ha rilevato la presenza di tracce antropiche su resti di alce e orso speleo, il quale utilizzava la grotta come tana durante lo svernamento. Lo studio si è concentrato sui resti dell’urside, interessato da tracce di macellazione, rivolte all’acquisizione di pellicce. Un confronto con altri siti coevi e poco distanti, Grotta di Paina e Grotta del Buso Doppio del Broion, associa la presenza di orso delle caverne sia alle punte a cran che alle gravette. Questo potrebbe rivelare indirettamente una probabile continuità nelle strategie di caccia e sussistenza tra i gruppi di cacciatori raccoglitori in un ampio lasso di tempo ed un attardamento nei Colli Berici di Ursus spelaeus durante l’ultimo massimo glaciale (LGM), quando questa specie sembra fosse già estinta in buona parte d’Europa. Summary - Gravettian and Epigravettian hunters in the Berici Hills (Vicenza): two case of cave bear (Ursus spelaeus) exploitation The taxonomic and taphonomic revision of faunal remains from the terminal niche at Covolo Fortificato di Trene has enriched our knowledge on the subsistence modality of Epigravettian hunters fron Berici hills (Vicenza, Italy) in the great Po plain around 20.000 14C yr BP. During human occupation, the site was in a predominantly forest environment under cold-temperate climate conditions with wetland areas on the underlying plain, as shown by the presence of elk, red deer, wild boar and fish vertebrae. Analyses revealed anthropic traces on the remains of elk and cave-bear, who used the cave as their den for hibernation. The study focused on Ursidae remains, affected by butchering marks due to fur extraction. Moreover, a space-limited comparison with contemporary sites like Grotta di Paina and Grotta del Buso Doppio del Broion associate the presence of cave bear with cran and gravette points. This could possibly reveal a continuity in the hunting and subsistence strategies between hunter-gatherers group durin a wide span of time. These data may also show a possible survival of Ursus spelaeus duringLGM, while it seems to have been extinct in large parts of Europe., Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica, Vol 11, N° 2 (2015)