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Dai riempimenti di abbandono un quartiere residenziale obliterato dall’impianto delle Terme Centrali di Nora (Cagliari), proviene un nucleo di oggetti in osso lavorato comprendente aghi crinali, accessori per la cosmesi ed instrumenta domestica. Attraverso l’attribuzione tipologica dei vari elementi ed il confronto con altri contesti mediterranei, si tenta di fornire al contesto indagato nuovi spunti per l’allacciamento ad una cronologia assoluta, ed allo stesso tempo di ricostruire i gusti e le tendenze della donna romana nella Sardegna di prima età imperiale. Lo studio della lavorazione dell’osso in età romana non ha ancora raggiunto il livello scientifico delle altre attività artigianali, ed ogni nuovo contesto analizzato può suggerire nuovi dati per la piena comprensione di questa diffusa produzione., LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Archeologia - Università degli Studi di Milano, No 13 (2012)

Il monumento, portato all'attenzione per primo da Ignazio Paternò Castello, viene descritto e riprodotto da J. Houel nella seconda metà del '700 e ricordato successivamente dall'Ansaldi alla metà del XIX secolo. Le ipotesi proposte dagli studiosi a proposito della originaria destinazione d'uso di questo edificio, non sempre concordi, vennero sottoposte ad una prima, importante verifica, in occasione degli scavi condotti da Guido Libertini nel 1926. Il Libertini, sulla base dei dati raccolti nel corso dello scavo, pensò ad un edificio termale anche se, pochi anni dopo, si chiese se i ruderi di Contrada Vagni potessero essere interpretati come resti di un grande ninfeo. Questa "apertura" all'ipotesi del ninfeo, erroneamente attribuita a Houel, il quale pur esprimendo perplessità sulla natura termale dell'edificio non fece mai riferimento ad un ninfeo a facciata, ha trovato negli anni successivi diversi seguaci. Per primo il Wilson nel 1980, seppure con un parziale ripensamento, in ragione soprattutto della chiara "asimmetria" del monumento, certamente insolita per un edificio di quel tipo. Ma anche altri studiosi hanno accolto questa ipotesi, per la verità non comprovata da dati oggettivi, e suggerita forse più da una sorta di suggestione che l'edificio, imponente per dimensioni e "scenograficamente" ben collocato, ma indubbiamente mutilo, può ingenerare. L'intervento di restauro sull'edificio pertanto, oltre che alla eliminazione delle cause di instabilità e di degrado delle fabbriche ed al consolidamento e protezione dei materiali costituenti, ha mirato esplicitamente ad una più approfondita conoscenza del manufatto indispensabile per porre fine alla annosa questione circa la reale destinazione d'uso di questo interessantissimo complesso monumentale.

Part of the wider study, restoration and improvement project of Santa Venera al Pozzo archaeological area, the mapping of the thermal stations interiors 1, 2 and 3 aims at producing an up-to-date graphic documentation of the farms conditions and at localizing and analysing the decay processes. The information deduced from the mapping, in progress, will allow the resolution of some questions related to the specific function of the interiors in the thermal station, to the access system (thermal way), and to the technical solutions taken for the heat diffusion in the hypocausts and for the water draining.