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Cet article analyse les spécificités de l’ethnographie missionnaire et ses interactions avec les études savantes à travers l’analyse d’un corpus de textes que les Missionnaires d’Afrique (les Pères Blancs) ont rédigé au Buhaya (Tanzanie). Les textes sur l’âme haya révèlent l’existence dans l’ethnographie missionnaire d’un double discours. D’une part, les missionnaires produisirent une ethnographie qui, s’adressant au public occidental, mettait en évidence les éléments des croyances religieuses locale qui correspondaient aux croyances chrétiennes. Ces éléments fournissaient des arguments pour contrer le modèle théorique dominant dans les sciences laïques, et pour fonder une pratique de la conversion. D’autre part, les missionnaires produisirent une littérature plus souterraine qui répondait aux exigences de la pastorale missionnaire. Dans ces écrits, les références à des ouvrages ethnologiques datés, souvent mal compris et, certainement, pas lus dans leur intégralité, sont utilisées pour dire ce que l’expérience de missionnaires leurs a appris : cette différence entre les systèmes religieux, une différence que les réseaux des correspondances entre tradition chrétienne et tradition païenne essayaient de gommer.

Le Perle di Claude Lévi-Strauss. Prendendo spunto dall'inizio del settimo capitolo di Tristi Tropici in cui Lévi-Strauss descrive come cercava in un quartiere di Parigi le particolari perline di produzione europea da portare in Brasile, Marinella Carosso collega le sue ricerche sul mestiere di ricamatore-moda alle specifiche esigenze dei Nambikwara. In contrapposizione con lo storico dell'arte che considera secondario lo studio dell'ornamento, per l'antropologo si rivela primordiale e insostituibile nella sua materialità non solo per le società extra occidentali ma anche in Occidente. Le perline, piccole sfere di vetro colorate secondo determinati criteri tecnologici, costituiscono un potente collegamento culturale fra l'Europa e il resto del mondo. La produzione di perline, dette anche conterie, inizialmente prodotte a Venezia - poi anche in altri paesi europei - ricevette un notevole impulso con l'instaurarsi di scambi commerciali con le colonie. Per parecchi secoli la domanda fu forte e quasi esclusivamente destinata all'esportazione. The pearls of Claude Levi-Strauss. A contemporary study on the Parisian fashion-embroiderers Taking a cue from the beginning of the seventh chapter of Tristes Tropiques, which Lévi-Strauss describes looking for the beads made in Europe to export in Brazil a special district of Paris, Marinella Carosso connects his research on the craft of needlework-fashion to the specific needs of Nambikwara. In contrast to the art historian who considers the study of ornament secondary, for the anthropologist it is primordial and irreplaceable, not only for non-Western companies but also for Western ones. The beads, small glass spheres colored according to specific technological criteria, are a powerful cultural link between Europe and the rest of the world. The production of beads, also called conterie, initially produced in Venice - and subsequently in other European countries - became much sought-after with the establishment of trade with the colonies. For several centuries the demand was strong and almost exclusively for export.

A partire dalla ricerca etnografica su arte e paesaggio condotta nella chefferie bamileke di Bandjoun (Camerun) si riflette sull'opportunità di riconfigurare il campo dell'antropologia dell'arte e del paesaggio entro una più generale antropologia estetica centrata sul modellamento culturale dell'esperienza sensoriale, con conseguente ampliamento della metodologia della ricerca.

Si descrive il ruolo del riconoscimento internazionale operato dall'UNESCO nei territori fragili dei PVS. In particolare vengono presi in esame i siti dell'Africa dell'Ovest, sottolineando l'importanza delle opportunità di sviluppo connesse alla costruzione di un itinerario culturale sub regionale in un 'ottica di sostenibilità.

Nei percorsi declinati all’interculturalità è generalmente implicita la prospettiva antropologica; le teorie antropologiche ci forniscono le lenti attraverso cui guardare e mettere a fuoco il mondo circostante, il nostro sguardo, il pensiero meticcio, l’esperienza della diversità culturale, la tensione verso la differenza, perché lo sguardo antropologico è un viaggio di attraversamento di esperienze culturali “altre”. (Levinas, Lévi-Strauss, Remoti, Wieviorka). La letteratura antropologica si propone come contributo essenziale per la costruzione di una vera e propria educazione all’alterità, in quanto promuove il superamento di ogni visione etnocentrica attraverso lo studio e la riflessione critica su temi quali il razzismo, le nuove dimensioni identitarie (antropologia pedagogica); tutti temi decisamente centrali nell’attuale dibattito delle scienze storico sociali.

L’intervento si propone a problematizzare il concetto di cultura attraverso il racconto dell’esperienza e attuazione dell’Istituto Brasilie Italia di Milano negli ultimi anni. Si propone anche ad aprire una finestra critica alla riflessione della politica culturale dello Stato Brasiliano all’estero, alla realtà culturale delle comunità di imigranti brasiliani, alle loro reali possibilità di acesso e contatto con il panorama culturale in patria e in quale modalità una politica culturale potrebbe essere condivisa tra lo Stato brasiliano e gli imigranti.