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[Italiano]: Il volume �� stato impostato in maniera divulgativa, e cerca di proporre una Meteorologia per immagini, concentrando la propria attenzione sulla descrizione delle nubi, eteree presenze che quasi sempre ci forniscono precise informazioni in merito al tempo che far��.Esistono dieci generi di nubi, numerose specie e ancor pi�� numerose variet��, e ciascuna di esse si forma nel cielo non a caso ma perch�� nell���atmosfera, in quel punto, si sta sviluppando un ben preciso meccanismo fisico e termodinamico. Le nubi possono essere considerate le attrici protagoniste di questo volume e per ciascuna di esse si �� cercato di individuare il nesso tra tali meccanismi di formazione e la probabile evoluzione futura del tempo meteorologico. Nel libro il tipo di nube pi�� ricorrente �� il Cumulonimbus, in quanto �� proprio essa, detta anche nube delle tempeste, quella che genera i fenomeni meteorologici pi�� intensi e, talvolta, devastanti, come i nubifragi, i tornado, le grandinate, ecc. Dopo aver diffusamente trattato i fenomeni associati ai Cumulonimbus si �� passati, nella parte finale del volume, a fornire alcuni spunti utili a comprendere le dinamiche di risposta del territorio alle sollecitazioni indotte dagli eventi pluviometrici estremi e, in ultima analisi, ad individuare strategie di pianificazione territoriale in grado di mitigare gli impatti sul territorio. Da questo punto di vista, le Infrastrutture Green presentano notevoli potenzialit��, in particolare se esse vengono considerate un tassello di primaria importanza in un complessivo piano di adattamento alle complesse dinamiche del cambiamento climatico. /[English]: The volume has been set up in a friendly manner, and tries to propose Meteorology through images, focusing its attention on the description of the clouds, ethereal presences that almost always provide us precise information about the incoming weather. There are ten kinds of clouds, numerous species and even more numerous varieties, and each of them forms in the sky not by chance but as a consequence of a very precise physical and thermodynamic mechanism that is there developing in the atmosphere. Clouds can be considered the leading actresses of this volume and for each of them the author tried to identify the link between these mechanisms of formation and the probable future evolution of weather conditions. In the book, the most recurring type of cloud is the Cumulonimbus, also called ���the storm cloud���, since it generates the most intense and devastating meteorological phenomena, such as storms, tornadoes, hailstorms, etc. After having extensively dealt with the phenomena associated with Cumulonimbus, the final part of the volume provides some useful insights to understand the response dynamics of the territory under the stresses induced by extreme rainfall events and, lastly, to identify planning territorial strategies able to reduce the impact on the ground. From this point of view, Green Infrastructures have a considerable potential, in particular if they are considered a key element in an overall plan of adaptation to the complex evolutive dynamics of climate change.

Two weather stations have been installed in the coastal region of the Municipalities of Bacoli (Lake Miseno-­Case Vecchie) and Naples (Cape Posillipo-­Denza Institute) within the frame of a cooperation between the INGV­Napoli and IAMC­CNR Napoli in a PON ­ REC 2007­2103 project: "Innovative MONITORING for the Coasts and the Marine Environment (MONICA)". These stations have provided accurate measurements of various weather-­climatic parameters (temperature, rainfall, wind, humidity, atmospheric pressure), with a time frequency of 10 minutes over a four­-year period. This report documents the instruments used and the time series data recorded during the period 2014­-2017 by the Bacoli meteorological station, and discusses the meteorological implications for the study area. The air-­temperature trend in the analyzed period is characterized by two years with values close to their average and two years with significant deviations that reach their maximum during the summer season (2014, 2015). Rainfall values denote a remarkable irregularity, with monthly cumulative values sometimes extremely high (e.g. October 2015, September 2017), alternating with months with limited rain accumulation even in seasons during which rainfalls are generally copious (e.g. December 2015 and 2016). The pluviometric behavior of the western coastal zone of Campi Flegrei is characterized by frequent phenomena of short duration and high intensity that can trigger extreme hydrological and/or hydrogeological events. The wind regime appears substantially stable during the four­year period, both in terms of anemoscopic regime (provenance direction), and average intensity. This highlights the influence of local morphological factors that are able to control the wind regime along the Campi Flegrei coastal zone., Nell’ambito del progetto PON ­ Ricerca e Competitività 2007­2013 per le Regioni della Convergenza denominato: "MONitoraggio Innovativo per le Coste e l'Ambiente marino (MONICA)", svolto in collaborazione tra l’Osservatorio Vesuviano ­ INGV e l’Istituto Ambiente Marino Costiero (IAMC) ­ CNR, a partire dal dicembre 2013, si è provveduto ad installare due centraline meteo nel territorio dei Comuni di Bacoli e Napoli, che hanno fornito misurazioni accurate di vari parametri meteorologici (temperatura, precipitazione piovosa, vento, umidità, pressione atmosferica), con una frequenza temporale di 10 minuti. Il presente rapporto descrive le strumentazioni utilizzate ed i risultati ottenuti, con riferimento alle annualità 2014, 2015, 2016 e 2017, della stazione meteorologica ubicata a Bacoli, nelle immediate adiacenze della sponda orientale del Lago Miseno, che consentono interessanti considerazioni di carattere meteorologico relative all’area in esame. L’andamento termico nel quadriennio è stato caratterizzato da una notevole variabilità inter­annuale. La piovosità è risultata caratterizzata da una notevole irregolarità, con valori di accumulo mensile talora estremamente elevati (Ottobre 2015, Settembre 2017), alternati a mesi con accumuli pluviometrici di modesta entità anche in fasi stagionali in cui le piogge risultano generalmente abbondanti (Dicembre 2015 e 2016). Il comportamento pluviometrico dell’area flegrea risulta caratterizzato da eventi pluviometrici di breve durata e notevole intensità. Tale tipologia di fenomeni è in grado di generare fenomenologie alluvionali ad insorgenza rapida (flash floods). Il regime dei venti nel quadriennio ha mostrato una notevole costanza, sia in termini di regime anemoscopio (direzione di provenienza), sia in termini di intensità media, mettendo in evidenza la presenza di fattori strutturali locali che sono in grado di governare il regime dei venti nella fascia costiera dell’area flegrea.

Il presente lavoro di ricerca si pone l’obiettivo di giungere ad un approfondito quadro del comportamento termometrico, durante la stagione estiva, osservabile nell'area metropolitana di Napoli mettendo a confronto due aree campione, l'una sita nel Centro Storico del capoluogo e l'altra in un comune periferico costiero ai margini occidentali. A tal fine sono stati utilizzati i dati rilevati da centraline di monitoraggio meteorologico. L’indagine ha riguardato le ultime tre stagioni estive comparate anche con i dati di serie storiche di lungo periodo registrate in altre stazioni distribuite nell'area metropolitana. Lo studio multidisciplinare consente di avere una più corretta valutazione di quale sia il livello di disagio indotto sulla popolazione. L'analisi dei dati ambientali è correlata inoltre ad una serie di dati spaziali ed indicatori urbanistici che rendono conto della presenza di verde, di superfici impermeabili, di materiali assorbenti e della morfologia urbana. La ricerca, ancora in corso, assume una notevole rilevanza in quanto può essere considerata quale prima fase di un più ampio studio di classificazione termica (e poi climatica) dell'area metropolitana di Napoli, dal quale poter poi attingere tutte le informazioni necessarie per una valida progettazione relativamente ad un ampio ventaglio di aspetti tecnici. Lo studio in corso rappresenta un'esperienza innovativa per la città di Napoli poiché non esistono lavori di dettaglio sull'isola di calore urbana, condotti basandosi su una recente costruenda rete di centraline di monitoraggio ambientale. Pertanto si aprono interessanti prospettive in considerazione dell'ampliamento degli elementi della rete.

Urban Heat Island (UHI) is a physical process getting more and more hazardous for people living in a large city. It can be influenced by several factors such as geomorphological context, the presence of lakes, rivers or sea, the land use and urban features with special regard to the presence of extended green areas/infrastructures. The metropolitan area of Naples is heavy affected by UHI in a very complex manner due to the simultaneous action of various morphological and orographic factors (e.g. presence of hills and closeness to sea surface) so to prevent the quantification of each percentage weight. This large amount of parameters makes it difficult to identify a clear relationship with urbanization features. Therefore, it is strictly necessary to enhance the knowledge of urban micro-climate by focusing on the evolution of the temperature and relative humidity. To obtain a clearer representation of the process, we propose a methodology based on the collection and the analysis of a specific set of high quality data. An appropriate study of this phenomenon has to be carried on by analyzing directly thermo-hygrometric data measured by appropriate local sensors instead of remote sensing technologies which could lead distorted scenarios. The goal is to characterize the thermal properties of the atmosphere layers below 50 m above the ground. In fact, people live within the “building envelope” that is thermo-hygrometrically regulated. Once the sites are properly identified, the appropriate meteorological methodology can be used to analyze the basic thermo-hygrometric data. This study will provide only a thermo mapping of the metropolitan area of Naples that could be used in improving the city living conditions. The paper briefly describes the UHI phenomenon in the city of Naples and specifically analyzes the meteorological scenarios occurred during the summers 2014 and 2015.

Aree urbane e modalità di risposta agli eventi pluviometrici estremi: analisi del fenomeno e stratLe parti più vulnerabili del territorio antropizzato sono rappresentate dalle aree urbane (piccole e grandi), inserite in contesti geo-ambientali i cui equilibri sono resi instabili da modificazioni fisiche naturali (per es.:cambiamento delle condizioni climatiche) e/o da trasformazioni provocate dagli interventi dell’uomo (realizzazionedi infrastrutture, attività rappresentata da alcuni, in senso dispregiativo, col termine “cementificazione”).Le città possono essere esposte non solo alle criticità geo-ambientali specifiche del sito in cui sono ubicate (es. erosione costiera, instabilità dei versanti, subsidenza, alluvionamento, ecc.) ma anche a quelli generati nelle aree al contorno. La storia meteorologica recente mette in evidenza una sempre maggiore incidenza delle criticità di tipo idrologico ed idrogeologico (si pensi, per esempio, ai nubifragi di Genova del 2011 e 2014, a quelli in Sardegna, in Calabria, in Sicilia, a Benevento, ecc., tutti avvenuti negli ultimi 5 anni), con un sempre più probabile coinvolgimento dei centri abitati.La ricerca di strategie di prevenzione e protezione è impresa ardua, ma in sede di programmazione politica, alla luce della ricorrente perdita di vite umanenonché dei costi enormiche ricadono sulla società, deve essere considerata una priorità assoluta. In questo quadro trova spazio l’attività di pianificazione territoriale, intesa come attività di organizzazione di un insediamento urbano a valle di una rigorosa ed approfondita analisi di tutti gli aspetti, antropici e naturali, presenti e caratterizzanti una determinata area geografica., Territorio della Ricerca su Insediamenti e Ambiente. Rivista internazionale di cultura urbanistica, No 15 (2015): THE CHALLENGE OF URBAN RESILIENCE

Introduzione al Progetto MONICA Il progetto per il sistema di monitoraggio integrato della falesia di Coroglio rappresenta una delle azioni previste nell’ambito di un più ampio progetto PON - Ricerca e Competitività 2007-2013 per le Regioni della Convergenza denominato: “MONitoraggio Innovativo per le Coste e l’Ambiente marino (MONICA)”, codice identificativo PON01_01525, recentemente finanziato dal MIUR. Scopo del progetto MONICA è di contribuire efficacemente alla prevenzione e alla gestione delle emergenze ambientali, in particolare quelle marine e costiere, attraverso la realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale innovativo, basato su una infrastruttura di comunicazione in fibra ottica, installata su fondale marino ed in corrispondenza della zona costiera, che colleghi in rete una serie di sensori, sia innovativi che già esistenti [Somma et al., 2013]. L’area di sperimentazione di queste nuove tecnologie è il settore costiero dei Campi Flegrei, corrispondente al Golfo di Pozzuoli, ideale perché caratterizzata da rischio vulcanico, sismico, da maremoto, da movimenti franosi, nonché da rischi antropici quali l’inquinamento e il traffico marittimo. L’area di studio del Progetto MONICA comprende il settore orientale del territorio della Provincia di Napoli, che dal 1° gennaio 2015 lascerà il posto alla Città Metropolitana di Napoli, istituita ai sensi della Legge 7 aprile 2014 n. 56, ed include I territori costieri dei Comuni di Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida. Le attività di ricerca dell’IAMC-CNR nell’ambito di questo progetto includono lo sviluppo e la messa a punto di un sistema di monitoraggio innovativo (con tecnologie e metodiche sperimentali) di tratti selezionati della falesia tufacea costiera del litorale Flegreo, al fine di valutarne le condizioni di stabilità e di vulnerabilità generale rispetto ai rischi naturali ed antropici. Nell’ambito del Segmento Costiero del progetto “MONICA” è stata dedicata particolare attenzione allo studio ed al monitoraggio multi-parametrico dell’evoluzione delle falesie tufacee costiere dell’area flegrea, dovuta alle problematiche di instabilità geomorfologica connesse all’interazione tra evoluzione vulcano-tettonica dell’area, trasformazione antropica del territorio e processi di degradazione ed erosione proprie della fascia costiera [Matano et al., sub. EJRS; Matano et al., 2015]. La scelta dei 5 siti di studio (Fig. 1), selezionati per la fase di analisi e monitoraggio dei processi di instabilità sulle falesie costiere, è stata realizzata tenendo conto di numerosi elementi, sia naturali che antropici, in modo da rendere particolarmente proficua l’attività di monitoraggio, nell’ottica di poter mettere a punto un sistema di early warning multirischio, di fondamentale utilità per le popolazioni esposte ai rischi. Lo studio ha fra gli obiettivi principali la verifica sperimentale di modelli teorici della stabilità di costoni tufacei. A tal fine è stato definito un progetto per un sistema di monitoraggio denominato TCM (Tuff Cliff Monitoring), che ha come scopo principale il monitoraggio di stabilità della falesia di Coroglio, lungo la costa dell’area Flegrea, interessata da fenomeni franosi e da distacchi di blocchi di varie dimensioni dalle pareti, e definisce I requisiti principali dell’architettura tipo del sistema di monitoraggio. La scelta per la progettazione e l’installazione del sistema di monitoraggio multiparametrico è ricaduta sulla falesia di Coroglio (Napoli), in quanto ubicata in un’area urbana di interesse nazionale ed è stata interessata in passato da numerosi fenomeni di crollo e scivolamento di blocchi tufacei e da interventi di consolidamento [Somma et al., 2014]. Le attività di studio e progettazione sono state finalizzate all’integrazione di una rete di monitoraggio per: (i) la prevenzione e/o mitigazione dei rischi connessi all’instabilità dei versanti in area costiera; (ii) la validazione dei modelli geotecnici, idrogeologici e metereologici comunemente utilizzati per la quantificazione del rischio; (iii) la gestione delle fasi di emergenza a seguito di un evento calamitoso; (iv) la programmazione delle politiche di gestione territoriale a medio e lungo termine. Nelle attività di monitoraggio costiero considerate nell’ambito del Progetto MONICA è prevista l’utilizzazione sia di sensori innovativi a fibre ottiche che di sensori geotecnici “tradizionali” [Minardo et al. 2012; Gagliardi et al. 2008]. I sensori basati sulla tecnologia delle fibre ottiche verranno installati lungo I costoni per monitorare I parametri fisici che possono costituire I precursori di evento rispetto ai fenomeni di instabilità, come I crolli ed I ribaltamenti [Varnes, 1978; Cruden e Varnes, 1996]. Gli stessi dovranno essere predisposti in maniera tale da considerare le variabili fisiche (umidità, temperatura, vento, ecc.) che potrebbero compromettere le misure. La taratura dei dati ottenuti e la loro affidabilità verrà effettuata attraverso un sistema di monitoraggio parallelo, basato su sensori tradizionali come accelerometri, estensimetri, misure topografiche, ecc. Le procedure, le tecnologie e la sensoristica previste nel progetto possono trovare utile applicazione anche in altri campi “strategici” della sicurezza dei territori urbani e costieri, quali il monitoraggio di infrastrutture ed il controllo della stabilità di edifici e di strutture antropiche.

Il lavoro di tesi ha affrontato la problematica dell'inquinamento atmosferico presente nell'area metropolitana di Napoli, indagando su tutte le componenti strutturali e meteorologiche che svolgono un ruolo attivo nel fenomeno. I risultati confermano il ruolo di primaria importanza svolto dalle condizioni meteorologiche ed evidenziano che la forte predisposizione a superare i valori limite di concentrazione del parametro PM10 che si osserva a Napoli dipende, in molti casi, dalla sovrapposizione delle principali dinamiche fisiche di generazione dello smog.

Il volume illustra i risultati del monitoraggio geochimico-ambientale finalizzato alla valutazione dell’inquinamento da Contaminanti Organici Persistenti (noti nella letteratura come POP - Persistent Organic Pollutants) e Elementi Potenzialmente Tossici (EPT) della matrice aria della Regione Campania. Tale lavoro è stato svolto nell’ambito del “Programma Campania Trasparente - Attività di Monitoraggio Integrato per la Regione Campania”. Progetto finanziato dalla Regione Campania, attraverso l’IZSM, nell’ambito del Del.G.R. n. 497/2013: Fondo per le Misure Anticicliche e la Salvaguardia dell’Occupazione - Azione B4 “Mappatura del Territorio” approvato con il Decreto Esecutivo DG “Sviluppo Economico” n. 585, 14/09/2015. Le mappe prodotte rivestono particolare importanza in quanto mostrano la distribuzione nell’aria delle concentrazioni dei vari composti ed elementi analizzati (IPA, PCB, OCP, PBDE e EPT). Negli ultimi anni, la Campania è stata oggetto di attenzione mediatica per il presunto degrado dei territori agricoli di un’area tristemente nota come “Terra dei Fuochi”. La mancanza di una copertura di dati geochimici ad alta densità spaziale attestanti la presenza effettiva di contaminanti nelle diverse matrici ambientali dell’area ha favorito l’insorgere e la diffusione di allarmi relativi ad emergenze ambientali non meglio definite in termini di estensione territoriale ed impatto sanitario. Le indagini effettuate, con il Progetto Campania Trasparente, sono servite ad implementare la conoscenza geochimica esaustiva dell’intero territorio regionale- che rende la Campania la Regione meglio monitorata in Italia dal punto di vista ambientale. L’auspicio è che il monitoraggio (e la relativa cartografia) prodotto in Campania venga preso a modello dalle altre Regioni italiane, in modo da coprire l’intero territorio nazionale.

I dati illustrati in questo volume sono il frutto del lavoro svolto nell’ambito del Programma Campania Trasparente e della decennale attività di ricerca nell’ambito del monitoraggio ambientale della Regione Campania del gruppo di ricerca del Prof. Benedetto De Vivo. In questo libro, sono sinteticamente illustrati, cercando di semplificare gli aspetti tecnici rendendoli di facile comprensione al pubblico non addetto ai lavori, i principali risultati sulla distribuzione delle concentrazioni dei Contaminanti Organici Persistenti (noti nella letteratura come POP - Persistent Organic Pollutants) e Elementi Potenzialmente Tossici (EPT). Per una consultazione esaustiva delle mappe prodotte, si rimanda alle 1679 pagine dei 3 Volumi De Vivo et al. (2021a, 2021b, 2021c). Tale lavoro è stato svolto nell’ambito del “Programma Campania Trasparente - Attività di Monitoraggio Integrato per la Regione Campania”. Progetto finanziato dalla Regione Campania, attraverso l’IZSM, nell’ambito del Del.G.R. n. 497/2013: Fondo per le Misure Anticicliche e la Salvaguardia dell’Occupazione - Azione B4 “Mappatura del Territorio” approvato con il Decreto Esecutivo DG “Sviluppo Economico” n. 585, 14/09/2015. Le mappe prodotte rivestono particolare importanza in quanto mostrano la distribuzione nell’aria e nei suoli delle concentrazioni dei vari composti ed elementi analizzati (IPA, PCB, OCP, PBDE e EPT). Negli ultimi anni, la Campania è stata oggetto di attenzione mediatica per il presunto degrado dei territori agricoli di un’area tristemente nota come “Terra dei Fuochi”. La mancanza di una copertura di dati geochimici ad alta densità spaziale attestanti la presenza effettiva di contaminanti nelle diverse matrici ambientali dell’area ha favorito l’insorgere e la diffusione di allarmi relativi ad emergenze ambientali non meglio definite in termini di estensione territoriale ed impatto sanitario. Le indagini effettuate, con il Progetto Campania Trasparente, sono servite ad implementare la conoscenza geochimica esaustiva dell’intero territorio regionale- che rende la Campania la Regione meglio monitorata in Italia dal punto di vista ambientale. L’auspicio è che il monitoraggio (e la relativa cartografia) prodotto in Campania venga preso a modello dalle altre Regioni italiane, in modo da coprire l’intero territorio nazionale.

I am often reminded of the famous saying of Goethe: “Vedi Napoli e poi muori! - See Naples and die!”. Sadly, Naples is now confronted with a number of serious, ongoing problems with a need to alleviate pressure on the worsening environment. One serious problem facing the environment is the presence of the potentially hazardous persistent organic pollutants (POPs), although few systematic studies at regional scale have been conducted. In this study, samples of soil, air, and bulk deposition were collected in Naples metropolitan area (NMA) to characterize the status of POPs, including organochlorine pesticides (OCPs), polychlorinated biphenyls (PCBs), and polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs). The results obtained showed that most of these compounds are pervasive in all the studied environmental matrices, especially in some hotspot areas, such as the Bagnoli Brownfield Site and the infamous “Triangle of the Death”, where unwanted ecological risk conditions for PAHs and Endosulfan were determined, respectively. The interactional complexity between urban and the surrounding rural areas was also confirmed, as is the role that urban areas play in the migration and transformation process of POPs. High urban-rural gradients for atmospheric PAHs and PCBs were observed in the NMA, and the urban areas were identified as the emission source of these contaminants. Similarly, the OCP residues, historically originated from the nearby agricultural regions, experience long-term soil re-emission and continuously influence the connected urban environment via atmospheric transport processes. Keywords: Persistent organic pollutants, Emission sources, Geochemical baseline, Atmospheric transport, Naples

Il volume illustra, anche attraverso immagini, grafici e tabelle, i risultati del monitoraggio geochimico–ambientale finalizzato alla valutazione dell’inquinamento da Contaminanti Organici Persistenti (noti nella letteratura come POP – Persistent Organic Pollutants), nei suoli superficiali della Regione Campania. Tale lavoro è stato svolto nell’ambito del “Programma Campania Trasparente – Attività di Monitoraggio Integrato per la Regione Campania”. Progetto finanziato dalla Regione Campania, attraverso l’IZSM, nell’ambito del Del.G.R. n. 497/2013: Fondo per le Misure Anticicliche e la Salvaguardia dell’Occupazione – Azione B4 “Mappatura del Territorio” approvato con il Decreto Esecutivo DG “Sviluppo Economico” n. 585, 14/09/2015. Le mappe prodotte rivestono particolare importanza in quanto mostrano la distribuzione spaziale delle concentrazioni dei vari composti analizzati (IPA, PCB e OCP) e individuano le aree in cui la concentrazione di tali sostanze supera la soglia di riferimento imposta dal d.l. 152/2006 e dal d.m. 46/2019. Negli ultimi anni, la Campania è stata oggetto di attenzione mediatica per il presunto degrado dei territori agricoli di un’area tristemente nota come “Terra dei Fuochi”. La mancanza di una copertura di dati geochimici ad alta densità spaziale attestanti la presenza effettiva di contaminanti nelle diverse matrici ambientali dell’area ha favorito l’insorgere e la diffusione di allarmi relativi a emergenze ambientali non meglio definite in termini di estensione territoriale ed impatto sanitario. Le indagini effettuate sui suoli superficiali e profondi, con il Progetto Campania Trasparente, sono servite ad implementare la conoscenza geochimica esaustiva dell’intero territorio regionale, con una copertura di campioni ad alta densità, che rende la Campania la Regione meglio monitorata in Italia dal punto di vista ambientale. L’auspicio è che il monitoraggio (e la relativa cartografia) prodotto in Campania venga preso a modello dalle altre Regioni italiane, in modo da coprire l’intero territorio nazionale con una maglia di campioni di pari densità.

I napoletani odiano la pioggia ma amano non solo il sole che risplende in gran parte dell’anno ma anche la neve che qualche volta in inverno imbianca la città. I fiocchi di neve e gli alberi innevati hanno la sorprendente capacità di lasciare i napoletani a bocca aperta. Questo libro, per la prima volta, analizza le condizioni meteorologiche che hanno indotto le nevicate più importanti degli ultimi 130 anni e parla delle suggestioni e delle emozioni che esse hanno suscitato nei napoletani. La speranza è che le numerose foto e i vari racconti siano in grado di risvegliare i ricordi in coloro che ne hanno già vissuto l’esperienza spiegando anche il perché del fenomeno.

Il volume illustra, anche attraverso immagini, grafici e tabelle, i risultati del monitoraggio geochimico–ambientale finalizzato alla valutazione dell’inquinamento da elementi potenzialmente tossici dei suoli superficiali e profondi della Regione Campania nell’ambito del “Programma Campania Trasparente – Attività di Monitoraggio Integrato per la Regione Campania”. Progetto finanziato dalla Regione Campania, attraverso l’IZSM, nell’ambito del Del.G.R. n. 497/2013: Fondo per le Misure Anticicliche e la Salvaguardia dell’Occupazione – Azione B4 “Mappatura del Territorio” approvato con il Decreto Esecutivo DG “Sviluppo Economico” n. 585, 14/09/2015. Le mappe prodotte rivestono particolare importanza in quanto, oltre a mostrare la distribuzione spaziale delle concentrazioni dei vari elementi inorganici (metalli e metalloidi potenzialmente tossici – MPT), servono a definire la biodisponibilità dei MPT, e i valori background (tenori di fondo naturale) di riferimento in ottemperanza al d.l. 152/2006 e al d.m. 46/2019, laddove viene stabilito che i limiti di tolleranza possono essere elevati in funzione appunto delle concentrazioni naturali esistenti nei suoli. Negli ultimi anni, la Campania è stata oggetto di attenzione mediatica per il presunto degrado dei territori agricoli di un’area tristemente nota come “Terra dei Fuochi”. La mancanza di una copertura di dati geochimici ad alta densità spaziale attestanti la presenza effettiva di contaminanti nelle diverse matrici ambientali dell’area ha favorito l’insorgere e la diffusione di allarmi relativi a emergenze ambientali non meglio definite in termini di estensione territoriale ed impatto sanitario. Le indagini effettuate sui suoli superficiali e profondi, con il Progetto Campania Trasparente, sono servite ad implementare la conoscenza geochimica esaustiva dell’intero territorio regionale, con una copertura di campioni ad alta densità, che rende la Campania la Regione meglio monitorata in Italia dal punto di vista ambientale. L’auspicio è che il monitoraggio (e la relativa cartografia) prodotto in Campania venga preso a modello dalle altre Regioni italiane, in modo da coprire l’intero territorio nazionale con una maglia di campioni di pari.

Along the coastline of the Campi Flegrei volcanic district, near Naples (Italy), severe retreat processes affect a large part of the coastal cliffs, mainly made of fractured volcanic tuff and pyroclastic deposits. Progressive fracturing and deformation of rocks can lead to hazardous sudden slope failures on coastal cliffs. Among the triggering mechanisms, the most relevant are related to meteorological factors, such as precipitation, freezing conditions, and thermal expansion due to solar heating of rock surfaces. In this paper, we present a database of measurement time series taken over a period of ∼ 4 years (Dec 2014–Oct 2018), referred to the deformations of selected tuff blocks in the Coroglio coastal cliff. The monitoring system is implemented on five unstable tuff blocks and is formed by nine crackmeters and two tiltmeters equipped with internal thermometers. The system is coupled with a total weather station, measuring rain, temperature, wind and atmospheric pressure operating since January 2014 up to Dec 2018. A measurement frequency of 10 and 30 minutes has been respectively set for meteorological and deformation sensors. The aim of the measurements is to assess the magnitude and temporal pattern of rock block deformations (fracture opening and block movements) before block failure and their correlation with selected meteorological parameters. The results of a multivariate statistical analysis of the measured time series suggest a close correlation between temperature and deformation trends. The recognized cyclic, sinusoidal changes in the width (opening/closing) of fractures and tuff blocks rotations are ostensibly linked to multiscale (i.e. daily, seasonal and annual) temperature variations. Some trends of cumulative multi-temporal changes have been also recognized. The full databases are freely available online at https://doi.org/10.1594/PANGAEA.896000 (Matano et al., 2018) and https://doi.org/10.1594/PANGAEA.899562 (Fortelli et al., 2019).

Severe weather events cause considerable disruptions to social and economic activities. Thus, high-precision meteorological products and services should be provided in order to forecast high-impacting weather conditions a few hours in advance such as those causing flash-floods. Today, this goal is mainly fulfilled by nowcasting. However, to fully comprehend alluvial phenomena, it is necessary to analyze not only the ground hydrological aspects but also the atmospheric dynamics leading to heavy precipitating events whose territorial distribution is generally complex. Herein, we analyzed the evolution of two convective storms which occurred on September 7 and 11, 2017, in the Phlegraean area (close to Naples) and explain why the first one, but not the second one, led to a flash-flood in Bacoli and Pozzuoli. We found that the traditional forecasting techniques failed since the severity of the two storms, in particular that of the first one, was not correctly forecast by Limited Area Models (LAMs). Using rainfall data, we demonstrate that LAM failed because it did not take into account the meteorological phenomenon enhancement occurring in the Phlegraean area when storms come from south-west due to the presence of Mt. Epomeo (789 m) on the nearby island of Ischia. In fact, this mountain has a quasi-pyramidal shape and is located at just 15–20 km south-west of the Phlegraean area. Thus, short/very-short time forecasting and nowcasting methodologies are not fully satisfactory. On the contrary, real-time rain-gauge monitoring networks are necessary to achieve high-safety levels in areas subject to flash-flood hazards and to promptly alert the population.

Environmental quality is fundamental for the wellbeing of human life. Environmental risk assessment and analysis have a crucial role in the evaluation of human health risk, especially in intensive urbanized and industrialized areas, such as the Campania region (Italy). In Italy, after the Legislative Decree 152/2006, the environmental risk assessment has become mandatory for contaminated lands such as brownfield sites. For the purposes of the present study 3535 topsoil samples were collected across the whole regional territory. The concentrations of 53 elements have been determined by aqua regia extraction followed by a combination of ICP-MS and ICP-AES methods. A new approach to assess/rank environmental risk was applied by using geospatial analysis in a GIS platform to adapt a European-wide accepted methodology for the preliminary assessment of human health risks at single contaminated sites to a regional scale. The methodology chosen for the risk assessment procedures is the PRA.MS (Preliminary Risk Assessment Model for the identification and assessment of probelm areas for Soil contamination in Europe). Following the PRA.MS guidelines, a conceptual model for the human health risk assessment in the Campania region has been based on four different exposure routes: 1) dispersion of contaminants in groundwater, 2) dispersion in surface water, 3) dispersion in air, and 4) direct contact with the contaminated media (soil). The source, pathway and receptor for each exposure route are scored fusing a quantitative or qualitative analysis of some characteristic features (parameters). A total of 14 representative parameters were chosen, based on the available regional data for Campania. Starting from the values of these parameters, the information is aggregated to higher levels in several steps, adopting a mixed additive and multiplicative algorithm, up to the overall risk score. The final risk map is classified into four risk classes. This map is useful for identifying high risk areas, where monitoring and more detailed analysis has to be carried out.

We investigate the relationship between synoptic/local meteorological patterns and PM10 air pollution levels in the metropolitan area of Naples, Italy. We found that severe air pollution crises occurred when the 850 and 500 hpa geopotential heights and their relative temperatures present maximum values above the city. The most relevant synoptic parameter was the 850 hPa geopotential height, which is located about 1500 m of altitude. We compared local meteorological conditions (specifically wind stress, rain amount and thermal inversion) against the urban air pollution levels from 2009 to 2013. We found several empirical criteria for forecasting high daily PM10 air pollution levels in Naples. Pollution crises occurred when (a) the wind stress was between 1 and 2 m/s, (b) the thermal inversion between two strategic locations was at least 3{\deg}C/200m and (c) it did not significantly rain for at least 7 days. Beside these meteorological conditions, severe pollution crises occurred also during festivals when fireworks and bonfires are lighted, and during anomalous breeze conditions and severe fire accidents. Finally, we propose a basic model to predict PM10 concentration levels from local meteorological conditions that can be easily forecast a few days in advance. The synthetic PM10 record predicted by the model was found to correlate with the PM10 observations with a correlation coefficient close to 0.80 with a confidence greater than 99%. The proposed model is expected to provide reliable information to city officials to carry out practical strategies to mitigate air pollution effects. Although the proposed model equation is calibrated on the topographical and meteorological conditions of Naples, it should be easily adaptable to alternative locations., Comment: 24 pages, 6 figures, 1 tables