National audience; Con l’instaurazione del Protettorato Marrakech perse il suo ruolo di capitale del Regno, di crocevia commerciale, sostituita dalle città della costa atlantica. Il primo Residente Generale alla guida del Protettorato, il Generale Hubert Lyautey, mise in atto tutta una serie di strategie per la valorizzazione di quelle che lui credeva fossero le sue potenzialità, al fine di rivitalizzarla attraverso la promozione di un nuovo settore, quello del turismo. Durante tutto il suo mandato egli investì molto in questo senso e compì numerosi sforzi per mettere in valore e promuovere il suo capitale culturale, rappresentato dai monumenti, dal paesaggio, dallo stile di vita, o come viene chiamato ancora oggi, ‘l’art de vivre’. Il paesaggio urbano subì quindi delle modifiche rilevanti e fu costruito e modellato secondo la logica turistica. Marrakech divenne così una città-spettacolo che, attraverso tutta una serie di strategie urbane, venne ‘messa in scena’ per diventare la vetrina dell’‘Oriente’, la meta privilegiata degli Europei in cerca di esotismo. Questo processo avviato all’inizio del secolo fu talmente forte ed ebbe un tale successo che il nuovo ruolo, questa nuova funzione della città venne naturalizzata. Da quel momento in poi nessuno avrebbe più dubitato della ‘vocazione turistica’ di Marrakech, che venne data per scontata al punto che il governo marocchino, dopo l’indipendenza, continuò il lavoro francese nel promuovere lo sviluppo del settore del turismo. Oggi tutto questo è dato per scontato e in pochi si fermano a riflettere sulla possibilità che Marrakech abbia altri tipi di potenzialità, che possa sviluppare altri settori, che la sua attitudine per il turismo non sia una ‘vocazione’ ma piuttosto una ‘costruzione’.La ‘costruzione’ del mito di Marrakech quale capitale del turismo e del loisir è stata supportata, come si vedrà nelle pagine seguenti, dalla narrativa, dalle opere letterarie che descrivevano con toni spesso romanzati la città. Questa genere di narrativa, in collaborazione con la pittura orientalista, ha prodotto una serie di immagini, una serie di ‘prospettive’ ideali per guardare la città e il suo paesaggio ‘esotico’ che hanno giocato un ruolo importante nella pianificazione urbana. Le descrizioni, infatti, non rappresentano solo un’interpretazione valida del rapporto soggettivo di un individuo con lo spazio ma contribuiscono a formare la percezione collettiva.