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Che c’entro io con la mafia? “La risposta non è semplice, né univoca”1 scrive Renate Siebert. Noi invece siamo state doppiamente temerarie, forse anche supponenti: uno, volgendo la domanda in affermazione “Sì, c’entriamo”; due, chiedendo alle partecipanti coinvolte nel progetto se anche loro ritenevano di entrarci. Ma non è bastato e abbiamo aggiunto: “Non vogliamo concetti o recensioni di saggi; né teorie, se non come risultato del partire da sé. Vogliamo luoghi, date, storie, pensieri incarnati”. “bell non vuole idee, teorie, opinioni, bensì fatti, nomi, storie di vita”2, scrive Maria Nadotti nella lunga intervista a bell hooks, letta e riletta durante la stesura di questa nostra conversazione. “Vogliamo storie ‘illuminate’ da chi le ha vissute, o anche solo immaginate”, abbiamo specificato. “Non pretendiamo una conoscenza esperta delle mafie, ma condividere la voglia e il rischio di mettersi in gioco.”

In this study we evaluated a zinc copper-citric acid biocomplex (Dentamet®) for the effect on citrus mal secco disease caused by Plenodomus tracheiphilus. In vitro tests highlighted an inhibitory activity of the compound on mycelial growth and phialoconidia germination. Independent in vivo trials were performed in a growth chamber inoculating a virulent fungal isolate on sour orange seedlings and young plants of two lines of Femminello lemon, namely ‘Zagara bianca’ and ‘2Kr’, grafted on sour orange and grown in pots. The compound was leaf sprayed three days before the inoculation by wounds with phialoconidia. Overall, disease index and disease progress curve in plants inoculated with P. tracheiphilus were reduced to a different extent by single leaf treatment. Additional post-inoculation treatments did not significantly affect the results. Quantification of DNA of P. tracheiphilus in leaf disks at the inoculation sites leads to conclude that the lessening of disease symptoms is not strictly related to a direct effect of the compound on the pathogen, and a host defence stimulation maybe involved.

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BACKGROUND: Stump appendicitis is a rare delayed complication post-appendectomy and it represents a diagnostic problem as clinicians are often not very familiar with this pathology. MATERIALS AND METHODS: One case of stump appendicitis has been reported in a 54 year old woman, whose acute phase was conservatively treated in our Department. A review of Medline literature was also carried out, from 1945 to 2015, showing 111 cases of stump appendicitis. RESULTS: Stump appendicitis has been reported after either open or laparoscopic appendectomy, in a range between days to several years from the first procedure. Nowadays, it is not considered yet as a possible differential diagnosis in patients with pain in the right iliac fossa previously undergone appendectomy. For this reason, the diagnosis can be delayed and complications such as acute abdomen, perforation, sepsis can occur. Completion appendectomy is the treatment of choice for stump appendicitis. CONCLUSIONS: The aim of this article is to underline the importance of stump appendicitis. Clinicians should be aware of the possibility of SA and they should confirm any clinical suspicion throughout radiologic images, in order to promptly recognize this entity and to avoid the related complications.

Patients with thoracic trauma constitute one third of all the trauma cases, in west Sicily were recorded 941 thoracic trauma during the period between 2006 and 2009. Sicily is one of the Italian regions with the highest rate of obesity: some studies have demonstrated that obesity is an independent risk factor for mortality in high energy blunt traumas.This study was conducted with trauma patients older than 20 years old who presented to our Department during the last five years. We only included thoracic injuries and politrauma with a thoracic involvement and a BMI25. Patients were divided into two groups: HET and LET patients.Thoracic trauma was more common in patients with a BMI25 than in normo-weight and clinic admission rate, length of hospital stay and ISS score increased in proportion with the increase of BMI. Both HET (high energy trauma) and LET (low energy trauma) revealed that overweight, obese and morbidly obese patients had greater admissions and length of hospital stay.The overweight and obese population has increased substantially over the last two decades and 61,5% of the Sicilian population is above normal weight. A large body mass with excess adiposity may contribute to HET injuries in several ways. Obesity has a number of comorbidities that reduce chances of recovery in overweight and obese patients experienced thoracic trauma both HET and LET.Obesity increases morbidity independently of injury severity in thoracic trauma patients. As BMI increased, length of hospital stay increased and prognosis deteriorates.BMI, Obesity, Thoracic trauma.Circa un terzo di tutti I casi di trauma è rappresentato da trauma del torace. Nella Sicilia occidentale, tra il 2006 e il 2009, sono stati riportati 941 casi di trauma del torace. La Sicilia è una delle regioni italiane con il tasso di obesità maggiore: alcuni studi hanno dimostrato come l’obesità rappresenti un fattore di rischio per mortalità nei traumi contusivi ad alta energia.Questo studio è stato condotto su pazienti traumatizzati, di età superiore a 20 anni, afferiti al nostro Dipartimento negli ultimi cinque anni. Nel campione abbiamo selezionato solo I trauma del torace e I politraumi con interessamento toracico e pazienti con BMI25. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: HET e LET.I trauma del torace sono più comuni in pazienti con BMI25 che nei normo-peso. Tasso di ammissione ospedaliera, durata della degenza e indice ISS aumentano all’aumentare del BMI sia negli HET che nei LET.La popolazione sovrappeso e obesa è aumentata nelle ultime due decadi; il 61,5% dei siciliani sono sovrappeso. Una massa corporea con eccesso di adipe sembra contribuire alla morbilità nei traumi ad alta energia. L’obesità si accompagna a comorbidità che riducono le possibilità di recupero nei pazienti sovrappeso e obesi con un trauma toracico ad alta e a bassa energia.L’obesità aumenta la morbilità indipendentemente dalla gravità delle lesioni nei pazienti con trauma toracico. All’aumentare del BMI, si allunga la durata della degenza ospedaliera e la prognosi peggiora.

Il concetto di tranquillità è associato spesso ad uno "stato della mente", a qualcosa che non è misurabile. Tuttavia, la "Mappatura delle Aree Tranquille" ("Tranquillity Areas Mapping") riguarda la definizione di una metodologia per misurare una specifica qualità ambientale collegata alla salute, al benessere e alla qualità della vita che può essere valutata facendo riferimento a una serie di indicatori, qualitativi e quantitativi, definiti e appropriati. Il lavoro presenta una iniziativa progettuale in corso di realizzazione tra il Parco Nazionale della Sila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAFOM) e il Dipartimento di Agraria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, avente come obiettivo l'identificazione e la mappatura delle "aree tranquille" nel Parco Nazionale della Sila/Area MAB UNESCO (Calabria, Italia), caratterizzato da una forte e primaria presenza di foreste di diversa tipologia e struttura. La metodologia implementata fa riferimento all'esperienza condotta nel 2012 dal Dipartimento di Agraria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria nel Parco Naturale Regionale delle Serre (VV) (Modica et al. 2013), sulla base delle esperienze precedentemente condotte in Europa, specialmente nel Regno Unito (Countryside Agency 2005; Jackson et al. 2008). L'intero Progetto si articola in diverse fasi che prevedono azioni volte all'individuazione e sensibilizzazione dei potenziali stakeholder; realizzazione e somministrazione del questionario/intervista; raccolta, omogeneizzazione e analisi statistica dei dati; realizzazione dell'infrastruttura e della banca dati geospaziale; analisi e spazializzazione dei parametri e degli indicatori che definiscono il carattere di "tranquillità"; mappatura e pubblicazione delle mappe delle aree tranquille nel territorio del Parco Nazionale della Sila e dell'Area MAB UNESCO su piattaforma WebGIS implementata con software geografico libero FOSS4G. In questo lavoro verranno illustrate le prime fasi del progetto volte alla a) individuazione delle categorie dei potenziali stakeholder; b) Ideazione, progettazione e diffusione di materiale divulgativo e sensibilizzazione degli stakeholder anche attraverso la somministrazione ed il test di un questionario-intervista sulla rilevanza del "Tranquillity Areas Mapping" per lo sviluppo e la fruizione dei servizi ecosistemi in aree protette caratterizzate dalla presenza predominante di foreste.

Objectives. Laparoscopic cholecystectomy (LC) is today the "gold standard" treatment of gallbladder stones. Role of LC is still debated in the presence of abdominal scars due to the frequent post-operative adhesions which make access to the peritoneal cavity difficult. This study aim to assess role and outcomes of LC on a previous abdominal surgery on the scarred abdomen. Materials and Methods. we have carried out a retrospective study on 499 consecutive patients who had undergone LC from 2009 to 2015; 21 of these (4.2%) undergone previous abdominal surgery. In all 21 cases the pneumoperitoneum was established with Veress needle at the Palmer's point and the procedure was carried out after adhesiolysis in 62% of cases. Results. the mean operative time was 79±12 minutes; none of the patients with previous abdominal surgery required conversion to open cholecystectomy and there were no postoperative complications related to Veress introduction or to the adhesiolysis. The difficult dissection and adhesiolysis were more frequent in the patients with upper abdomen scar (62%) respect to lower abdomen scar (38%). Conclusion. patients with scarred abdomen for previous abdominal surgery had obviously more adhesions in the abdomen than patients without preceding surgery, but today previous abdominal surgery should not constitutes absolute contraindications to LC. Moreover, patients with previous lower abdominal incisions had fewer adhesions in the upper abdomen than did patients with upper incision and, probably, in these cases adhesiolysis is unnecessary, if the surgical field is well exposed whereas adhesiolysis is mandatory when the adhesions are thick and widespread, to the anterior and posterior abdominal wall.

Bone metastasis is a frequent and early complication of breast cancer. This case report describes a technique for a partial exeresis of the sternum and the reconstruction of the pleura with autologous dermis from the lower abdomen and the loss of substance with a myocutaneous flap.We describe the case of a 50-year old woman with a sternal excavated lesion with pathologic fracture due to an invasive adenocarcinoma, treated with a partial exeresis of the sternum and the reconstruction with a myocutaneous flap.The patient doesn't show evidence of recurrent disease and the stability of her chest well preserved.Metastatic breast cancer to the sternum, if detected early and treated aggressively, holds the possibility of such a cure.Breast cancer, Sternal metastasis, Sternectomy.Le metastasi ossee sono sono una complicanza frequente e precoce del carcinoma della mammella. Questo caso clinic descrive una tecnica per una sternectomia parziale e ricostruzione della pleura con derma autologo dai quadrati inferiori dell’addome e della perdita di sostanza con un lembo mio cutaneo.Riportiamo il caso di una donna di 50 anni con una lesione escavata dello sterno e consensuale frattura patologica da adenocarcinoma invasivo, trattato con exeresi parziale dello sterno e ricostruzione con un lembo mio cutaneo.La paziente non ha mostrato evidenza di recidiva di malattia e la stabilità della parte toracica era preservata.Le metastasi sternali da carcinoma della mammella, se diagnosticati precocemente e trattati in maniera aggressiva con intento radicale, offrono una possibilità di guarigione.

The use in continuum mechanics of weak diffeomorphisms, Cartesian currents and curvature k-varifolds with boundary is discussed. The attention is focused on the analysis of the existence of minimizers for the energies of elastic complex bodies and bodies admitting cracks. The interplay between the analytical features and the physical needs is stressed.

Retropharyngeal abscesses (RPA) are rare in adults. We report a case of a healthy adult with RPA presenting with clinical symptoms of acute thyroiditis. A 37-yr-old female presented with a painful mass in the anterior region of the neck, sore throat, mild fever and dysphagy for liquids and solids. Neck emergency US dis-closed normal thyroid ventrally displaced by a huge retropharyngeal hypoechoic mass. Direct laryngoscopy revealed erythema of the posterior pharyngeal wall with bulges (8 cm) preventing the correct visualization of the glottic plane. CT confirmed the pres-ence of retropharyngeal abscess and laryngoscopic drainage was performed. The pa-tient was discharged on 11th post-operative day, in good condition. The high mortality rate of retropharyngeal abscess is related to its association with invasion of contiguous structures and mediastinum: once mediastinitis occurs, mortality reaches 50%, even with antibiotic therapy. CT is fundamental for the diagnosis, but in many cases, as our, ultrasonography of the neck may play a pivotal role as quickly as possible. Surgi-cal treatment (intraoral incision and drainage) is the better definitive and resolutive treatment. The clinical diagnosis of retropharyngeal abscess in adult can be difficult because of the lacking and non specificity of clinical presentation. It is recommended to collect accurate clinical history, careful examination of the head and neck and use of early ultrasound examination of the neck, which in real time can give precise indications to guide the diagnosis and therapy. The management of a retropharyngeal abscess depends on the patient’s clinical condi-tion, moving from conservative treatment with steroids and antibiotics to reanimation and aggressive surgical drainage.

La modellizzazione spaziale di processi complessi, come quelli idrologici, è di assoluto rilievo in molte scienze ambientali e sta assumendo particolare importanza negli ultimi decenni anche alla luce di quei cambiamenti climatici che diversi studi e rapporti di organismi internazionali stanno mettendo sempre più in evidenza (IPCC, 2013). Di particolare rilievo è lo studio della variabilità delle precipitazioni che può fornire utili valutazioni relativamente all'impatto sulla disponibilità e gestione delle risorse idriche, sull'uso del suolo, sulle attività economiche e sulla società. La distribuzione spaziale delle piogge è condizionata da numerosi fattori ed è quindi necessario condurre uno studio dettagliato per migliorare l'accuratezza delle analisi (Chen et al., 2017). Negli ultimi anni sono stati proposti diversi metodi per l'interpolazione dei dati pluviometrici, e molti lavori sono stati dedicati al confronto tra i diversi modelli proposti. Infatti, l'applicazione del metodo di interpolazione appropriato può variare da regione a regione (Buttafuoco et al., 2016). Un approccio comunemente eseguito è il confronto tra tecniche deterministiche e geostatistiche. Dai risultati di questi confronti, molti autori hanno evidenziato come le tecniche geostatistiche forniscano una migliore stima delle precipitazioni rispetto alle tecniche deterministiche (ad esempio, Goovaerts, 2000). Tuttavia, altri autori hanno concluso che i risultati dipendono dalla densità di campionamento (ad esempio, Dirks et al., 1998). Di conseguenza, nella letteratura non esiste consenso unanime su quale sia il metodo migliore per interpolare le precipitazioni mensili. Per quanto riguarda la Regione Calabria, negli ultimi anni sono stati condotti diversi studi sull'interpolazione spaziale delle precipitazioni mensili (Caloiero et al., 2015) e annuali (Longobardi et al., 2016), ma senza effettuare un confronto tra le diverse metodologie. Inoltre, studi pregressi hanno rilevato una certa dipendenza della pioggia dalla distanza dal mare (Buttafuoco et al., 2011; Caloiero et al., 2015), che può essere considerata in queste analisi. In questo studio, al fine di determinare il miglior metodo per l'interpolazione delle precipitazioni mensili in Calabria, una regione che per orografia e posizione geografica presenta una marcata variabilità spaziale delle piogge, sono stati confrontati i risultati derivanti dall'applicazione di approcci geostatistici e deterministici.

BACKGROUND: Heat shock protein 60 (Hsp60) is a chaperonin involved in tumorigenesis, but its participation in tumor development and progression is not well understood and its value as a tumor biomarker has not been fully elucidated. In the current study, the authors presented evidence supporting the theory that Hsp60 has potential as a biomarker as well as a therapeutic target in patients with large bowel cancer. METHODS: The authors studied a population of 97 subjects, including patients and controls. Immunomorphology, Western blot analysis, and quantitative real-time polymerase chain reaction were performed on tissue specimens. Exosomes were isolated from blood and characterized by electron microscopy, biochemical tests, and Western blot analysis. RESULTS: Hsp60 was found to be increased in cancerous tissue, in which it was localized in the tumor cell plasma membrane, and in the interstitium associated with cells of the immune system, in which it was associated with exosomes liberated by tumor cells and, as such, circulated in the blood. An interesting finding was that these parameters returned to normal shortly after tumor removal. CONCLUSIONS: The data from the current study suggested that Hsp60 is a good candidate for theranostics applied to patients with large bowel carcinoma and encourage similar research among patients with other tumors in which Hsp60 has been implicated.

OBJECTIVE: This study aimed to evaluate the surgical treatment of acute pancreatitis in Italy and to assess compliance with international guidelines. METHODS: A series of 1173 patients in 56 hospitals were prospectively enrolled and their data analysed. RESULTS: Twenty-nine patients with severe pancreatitis underwent surgical intervention. Necrosectomy was performed in 26 patients, associated with postoperative lavage in 70% of cases. A feeding jejunostomy was added in 37% of cases. Mortality was 21%. Of the patients with mild pancreatitis, 714 patients with a biliary aetiology were evaluated. Prophylactic treatment of relapses was carried out in 212 patients (36%) by cholecystectomy and in 161 using a laparoscopic approach. Preoperative endoscopic retrograde cholangiopancreatography was associated with cholecystectomy in 83 patients (39%). Forty-seven patients (22%) were treated at a second admission, with a median delay of 31 days from the onset of pancreatitis. Eighteen patients with severe pancreatitis underwent cholecystectomy 37.9 days after the first admission. There were no deaths. DISCUSSION: The results indicate poor compliance with published guidelines. In severe pancreatitis, early surgical intervention is frequently performed and enteral feeding is seldom used. Only a small number of patients with mild biliary pancreatitis undergo definitive treatment (i.e. cholecystectomy) within 4 weeks of the onset of pancreatitis.

Il contributo descrive la situazione del contesto territoriale italiano a partire dai risultati del progetto ESPON SIESTA in riferimento agli indicatori spaziali per la strategia Europe 2020.