BIANCHINI, AUGUSTO, PACINI, VERONICA, PELLEGRINI, MARCO, SACCANI, CESARE, A. Bianchini, V. Pacini, M. Pellegrini, and C. Saccani
L’approvazione e la progressiva entrata in vigore del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81 del 9 Aprile 2008) ha promosso, in Italia, un ampio dibattito. Il Testo Unico è principalmente caratterizzato da un approccio di tipo sistemico alla gestione delle problematiche legate alla sicurezza sul lavoro. Un importante elemento che comprova la visione sistemica del Testo Unico sta proprio nell’attribuzione di efficacia esimente di responsabilità al sistema di gestione adottato ed efficacemente attuato (Art. 30 TU). A tale sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) si richiede la capacità di definire quali percorsi non siano compresi nel sistema in quanto imprevedibili. Il sistema deve costruire delle barriere in grado di limitare i comportamenti potenzialmente pericolosi, siano essi generati da incuria o da comportamenti esorbitanti. Data la notevole eterogeneità delle aziende in termini di dimensioni (numero di dipendenti e di tipologie produttive), codice ATECO (ATtività ECOnomica) e complessità dei cicli di lavorazione, non è sostenibile la soluzione di un unico SGSL uguale per tutte le aziende, ma tale sistema deve essere “tagliato su misura”, quantomeno per tipologie aziendali. In questo articolo si analizza la situazione attuale delle aziende nel panorama nazionale, con l’obiettivo di individuare, attraverso un’analisi dell’impatto tecnico-economico della sicurezza nei sistemi produttivi, gli elementi di intervento necessari alla realizzazione di definizione di SGSL “taylor made”.