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Attraverso queste pagine, ci immergeremo nell’atmosfera e nell’e- nergia di quei giorni, esplorando le considerazioni, le parole del papa e le riflessioni che hanno caratterizzato i diversi momenti. Dal fervore dell’attesa prima dell’evento, alla vivace interazione durante le cate- chesi e i momenti di forte spiritualità, quali la Veglia, la Santa Messa e la Via Crucis, fino alla persistente ispirazione che permea il ‘dopo’, scandito dal ritmo del ‘lascito’, verso il ritorno che ognuno di loro ha vissuto.

La partecipazione dei giovani alla Giornata mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona rappresenta un momento cruciale di incontro tra le generazioni, di riflessione sulla Chiesa e la propria fede. Durante questo evento mondiale, i giovani hanno l’opportunità di esplorare e condivi- dere le proprie esperienze spirituali, mettendo in discussione e riconsi- derando il ruolo della Chiesa nelle proprie vite. Come esprimere tutto questo in una metafora?

La Giornata mondiale della Gioventù (GMG) si configura come un incon- tro internazionale con il papa di giovani provenienti da ogni angolo del globo. Questo evento assume le sembianze di un pellegrinaggio, una celebrazione della giovinezza, un’espressione della Chiesa universale e un momento di intensa evangelizzazione rivolto al mondo giovanile. Con i giovani come protagonisti, la GMG mira anche a promuovere la pace, l’unità e la fraternità tra i popoli e le nazioni di tutto il mondo. Questo grazie ad una struttura e un programma che si è arricchito nel tempo, sino alla sua XXXVII edizione, svoltasi dal 31 luglio al 6 agosto 2023 a Lisbona.

Nel contesto contemporaneo la partecipazione ai grandi eventi mondiali non è solamente un’occasione per condividere esperienze, ma anche un’opportunità per esplorare le profondità dei motivi e dei sentimenti che guidano i giovani nel loro coinvolgimento attivo. La Giornata mon- diale della Gioventù (GMG) rappresenta uno di quei momenti unici in cui le voci dei giovani di tutto il mondo si fondono in un coro vibrante di aspirazioni, speranze e sfide.

Background: Shortages and unequal access to anticancer medicines for children and adolescents are a reality in Europe. The aim of the European Society for Paediatric Oncology (SIOPE) Essential Anticancer Medicines Project was to provide a list of anticancer medicines that are considered essential in the treatment of paediatric cancers to help ensure their continuous access to all children and adolescents with cancer across Europe. Methods: This pan-European project, done between Jan 20, 2020, and Feb 18, 2022, was designed to be a systematic collection and review of treatment protocols and strategies that are used to treat childhood cancer in Europe. We formed 16 working groups on the basis of paediatric cancer types, and which were based on the existing SIOPE Clinical Trial Groups. Workings groups consisted of representatives from the SIOPE Clinical Trial Groups, Young SIOPE members, and senior paediatric oncology experts. Each group collected existing treatment protocols that are used to treat the respective cancer types in Europe. Medicines from the standard group of each protocol were extracted. For medicines not on the WHO Essential Medicines List for children (EMLc) 2017, working groups did a literature search to determine whether the medicines should be defined as essential, promising, or neither essential nor promising. Each group provided an individual summary, and all medicines that were considered essential by at least one group were combined in a joint list. Findings: The working groups identified 73 treatment protocols used in Europe and defined 66 medicines as essential. For several newer medicines, such as kinase inhibitors or tisagenlecleucel, the supporting evidence was insufficient to consider them essential, so these medicines were defined as promising. 25 medicines were considered promising by at least one working group. 22 (33%) of the 66 essential and none of the promising medicines were included in the WHO EMLc 2017. The WHO EMLc 2021 included

L'articolo analizza nella prospettiva del Positive Youth Development la condizione degli alunni con cittadinanza non italiana all'indomani della Pandemia

Il contributi intende presentare una delle 7 esperienze di vita comune per i giovani della diocesi di Milano. Nel capitolo vengono illustrate le origini di Stoà, gli aspetti organizzativi e pratici della vita comune, le ricadute sulle biografie individuali dei partecipanti nonché il legame tra il Centro e il territorio.

The lockdown period imposed by Italian institutions to their citizens from March to May 2020 to contrast the Coronavirus diffusion had a very deep impact on people’s sociality and their daily practices. However, informal groups and associations tried to keep them alive with the help of digital communication technologies, used to enhance conviviality and to support and organize forms of mutual help. This article aims to analyse how Social Streets promoted sociality and mutual help among neighbours in time of lockdown, and how Streeters, here defined as people who are at least inscribed at the Facebook group of their Social Street, have profited from the possibility to have at their disposal an online social place where to interact and be informed about the possibility of giving and receiving help. This article draws from data gathered through two online surveys, administered, respectively, during lockdown phase in the second half of April (838 respondents) and in June 2020, after its end (371 respondents). Our results show that, after seven years since their foundation in 2013, Social Streets still play a pivotal role in the neighbourhood. During lockdown, they gave a contribution in keeping neighbours informed about what was going on in the neighbourhood, in sustaining and producing convivial ties, in organizing mutual help services. In the hard time of lockdown, when most of the usual habits and practices were forcefully suspended, Social Streets proved very important in setting a cognitive, emotional, and organizational framework inside which conviviality and collaboration among neighbours could find greater plausibility.

L’obiettivo del presente lavoro è quello di comprendere in quale misura l’emergenza covid-19 ha impattato sulla fiducia che i giovani italiani, francesi, spagnoli, tedeschi e britannici hanno nei confronti delle società in cui vivono e delle istituzioni che le costituiscono. Il percorso di analisi parte da una ricostruzione sommaria della fiducia dei giovani nei confronti delle istituzioni antecedente all’emergenza covid-19, con un focus sulla dinamica della fiducia dei giovani italiani. Successivamente vengono presentati i dati riguardanti l’autopercezione del cambiamento della fiducia nei confronti delle persone in generale e in termini di incremento, mantenimento e riduzione nei confronti di un set di istituzioni che afferiscono alla sfera sociale, culturale, economica e politica. Attraverso un indice sintetico del cambiamento della fiducia istituzionale vengono considerati gli effetti dovuti alle caratteristiche socio-democratiche dei giovani intervistati nei diversi paresi e i nessi tra tre diverse dimensione della fiducia: istituzionale, generalizzata e fiducia in sé stessi. Nelle conclusioni vengono ripresi e commentati i principali risultati delle analisi effettuate ponendo in rilievo i punti di forza e le criticità emerse.

Il saggio, inserito nel Rapporto Giovani 2020, presenta i risultati di un'indagine realizzata con metodo Cawi nel mese di novembre 2019 su un campione di 1999 giovani adulti di età compresa tra i 19 e i 34 anni. Il lavoro parte da una mappatura dei beni tecnologici e degli accessi ai diversi servizi e piattaforme gratuite e a pagamento, prosegue poi con una ricognizione delle diverse tipologie di consumi sotto il profilo del valore attribuito e della frequenza effettuale delle condotte di esperienze di consumo mediale e culturale. Vengono quindi considerate varie pratiche che permettono di cogliere anche il carattere pro-attivo e partecipativo dei giovani nella co-produzione e condivisione di valori, beni e servizi. Viene quindi presa in esame la visione complessiva che i giovani hanno del loro proprio tempo libero e l'influenza dei genitori. Infine è preso in esame il rapporto tra i percorsi di istruzione/formazione e la democratizzazione dell'accesso alle molteplici forme di cultura.

In occasione dell’evento sinodale voluto da Papa Francesco sul tema dei giovani, l’Istituto Toniolo ha svolto un’indagine proponendo via internet ai giovani di tutto il mondo un questionario ampiamente ispirato alla struttura tipica delle indagini del Rapporto Giovani. Il cammino di avvicinamento al Sinodo dei Vescovi, tenutosi a Roma nel mese di ottobre 2018, è stato così occasione per realizzare un’esperienza di ricerca mai condotta precedentemente, ma anche di ascolto, riflessione e stimolo per i delegati sinodali, ma anche per i giovani stessi. Rivolgendosi via internet direttamente a loro, è stato realizzato un questionario on line accessibile via web in sette diverse lingue, proposto dagli account ufficiali di Papa Francesco, della Santa Chiesa e del Vaticano, nell’estate e nell’autunno del 2017. Potenzialmente sono stati interpellati i giovani di tutto il mondo che hanno un accesso al web, con l’intenzione di raggiungere la più ampia numerosità possibile. Gli obiettivi dell’indagine sono stati diversi. Inizialmente dare la possibilità ai giovani di raccontarsi, esprimersi, fornire spunti e contributi per il lavoro sinodale, dando attivamente corpo, attraverso le loro risposte, al documento dell’Instrumentum Laboris. Successivamente il materiale raccolto ha costituito un patrimonio informativo senza precedenti, un ritratto dei giovani di tutto il mondo e a 360 gradi. La ricerca presenta molti punti di forza e di interesse, ma anche alcuni limiti: quello, in particolare, di non essere rigorosamente rap¬presentativa in senso statistico, dato che la partecipazione è stata esclusivamente volontaria e basata solo su criteri di auto-selezione del campione. Non si tratta pertanto di un campionamento né di tipo probabilistico né quasi-probabilistico. I risultati dell’indagine conoscitiva, seppur basati su una popolazione auto selezionata di intervistati (quelli che hanno scelto di partecipare all’indagine), rappresentano per l’elevata numerosità e per dettag

La ricerca sugli ‘educatori alla fede’ si è avvalsa di 165 interviste, condotte su tutto il territorio nazionale, con domande volte a indagare una molteplicità temi: come e dove si diventa oggi cristiani adulti? Quali sono gli obiettivi e lo stile degli educatori? Quali atteggiamenti hanno nei confronti del mutamento della Chiesa e del modo di intendere la fede? E ancora: che cos’è considerato successo o fallimento in questa azione educativa? Quali le reti e le relazioni all’interno della comunità cristiana? L’uso di tecniche di ricerca poco direttive ha consentito la raccolta di ricchissime testimonianze sui percorsi attraverso i quali gli educatori alla fede divengono tali, sulle fonti, i riferimenti, i motivi ispiratori che guidano la loro azione, sulle parole chiave e le sfide del mondo contemporaneo.

Nella prima parte del saggio si indagano, attraverso il framework del Positive Youth Development (PYD) , le disposizioni e acquisizioni che rendono i ragazzi più capaci di fronteggiare positivamente le sfide poste dai differenti contesti scolastici, al fine di individuare quei dispositivi formativi e di policy più adatti a promuoverle. Nella seconda parte l'analisi entra più direttamente nel vivo dell’esperienza scolastica mettendo a confronto due diverse dimensioni: da un lato quella individuale dell’impegno scolastico e del supporto ricevuto dagli insegnanti nel personale percorso di apprendimento; dall’altro la dimensione collettiva del clima di classe, della partecipazione ad attività di rappresentanza e del confronto tra compagni.

Nell'ambito della prima indagine svolta in Italia sulla Generazione Z, ovvero gli under 18, realizzata dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, il contributo approfondisce il tema della Rete e i suoi rischi. Nello specifico, questa generazione viene definita dagli Autori "I veri Nativi digitali" perchè sono nati e cresciuti con la Rete e i social network, che non sempre tuttavia utilizzano in maniera virtuosa, in quanto sono esposti a fenomeni quali le fake news, l'hate speech online e il sexiting.

Il contributo restituisce i principali risultati di un approfondimento internazionale, realizzato nel 2017 nell'ambito del Rapporto Giovani dell'Istituto Toniolo, su Millennials e violenza, con particolare riferimento all'Hate speech online. L'indagine prende il nome di "EU Young Online" in quanto riprende alcuni items dell'indagine "EU Kids Online".

In una indagine ad hoc sono state comparate le visioni che in cinque paesi - Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito – i giovani hanno della scuola, dei sui valori e delle sfide che deve affrontare. La maggioranza dei giovani europei intervistati si trova d’accordo nel domandare alla scuola una maggiore flessibilità curricolare, un innalzamento della valorizzazione delle nuove tecnologie, una maggiore apertura verso le realtà lavorative e sociali. Questa posizione è rimarcata con maggiore enfasi dai giovani di quei Paesi, come l’Italia e la Spagna, i cui processi di transizione alla vita adulta sono più difficoltosi mentre le richieste di cambiamento sono più contenute tra i giovani tedeschi e inglesi con sistemi economici più dinamici e politiche attive del lavoro più sviluppate. In questa chiave possono essere interpretati anche gli apprezzamenti e le critiche mossi al corpo insegnanti della secondaria superiore: la maggior parte dei giovani riconosce loro un’adeguata conoscenza dei contenuti e delle modalità didattiche con cui li trasmettono. Tuttavia gli intervistati non ritengono abbastanza diffuse competenze quali la versatilità, la capacità di adattamento ai cambiamenti, la capacità di gestione delle situazioni impreviste e decentrare il punto di vista, tutte doti indispensabili per accompagnare i processi di apprendimento in fasi di cambiamento che travalicano i confini delle discipline e delle aule scolastiche. Sono i giovani tedeschi e quelli francesi ad avere espresso la valutazione maggiormente positiva. I più severi nei confronti degli insegnanti sono proprio i giovani italiani, che attraverso le loro risposte ci restituiscono un giudizio tendenzialmente positivo, ma che impallidisce se messo a confronto con quanto espresso dai loro coetanei di altri Paesi. La questione dell’apertura, interazione, sinergia tra sistema formativo e mondo del lavoro ritorna anche nell’approfondimento svolto sull’orientamento. In Italia e Spagna, dove i

Il saggio prende in esame la mobilità dei Millennials italiani, indagata attraverso un approfondimento quantitativo internazionale realizzato nell'ambito del Rapporto Giovani dell'Istituto Toniolo, nel periodo post Brexit (giugno 2016). Nati con il paradigma dell'euro-mobilità, i Millennials italiani considerano positivamente la mobilità internazionale, la praticano in buona misura, e hanno le loro idee sul prost Brexit.

Il saggio fotografa la condizione dei giovani oggi, attraverso i dati delle indagini del Rapporto Giovani dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, con un approfondimento mirato sulla fede, vocazione e discernimento spirituale, parole chiave del Sinodo dei giovani (2018).

Nell’ambito del Rapporto Giovani, indagine scientifica nazionale sulla condizione dei Millennials in Italia, realizzata annualmente dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, nel 2016 si è deciso di realizzare un approfondimento riguardante l’uso e consumo dei social network, intervistando 2182 giovani, nati tra il 1982 e il 1997. Il presente contributo presenta i principali risultati emersi dalla ricerca: account attivi per social network, pratiche relative ai social network, il significato di stare sui social e le trappole della rete (trolling, bufale, hate speech). Quello dei social network resta per la maggioranza dei giovani un utilizzo prevalentemente ludico e di intrattenimento, quando la Rete, nelle sue potenzialità, contempla anche altre funzioni e obiettivi, come l’impegno socio-politico e la costruzione di network funzionali anche al lavoro. È evidente che i social network fanno parte a tutti gli effetti della vita dei Millennials, non resta che farne un uso quanto più possibile virtuoso, responsabile e completo.

Cosa significa oggi per una donna consacrarsi a Dio nella Chiesa? E come sono viste dalle giovani e dalle ragazze, ma anche dai preti e dai seminaristi, le suore e in generale le consacrate? Domande importanti che sono state oggetto di una indagine sociologica - realizzata mediante survey, commissionata dal Centro Diocesano Vocazioni all'Università Cattolica di Milano. Ne è scaturita una riflessione molto dettagliata e interessante che va a toccare gli aspetti più rilevanti del cambiamento epocale in atto circa il significato della "vocazione" e del "discernimento", che ben si inserisce nel cammino voluto da Papa Francesco con il Sinodo dei giovani (2018).

Nel saggio sono esposti i risultati di un approfondimento quantitativo realizzato nell'ambito del Rapporto Giovani 2016, curato dall'Istituto Giuseppe Toniolo, riguardante i consumi culturali - in particolare film e cinema - dei Millennials italiani. L'indagine è stata realizzata nel 2015 e ha riguardato un campione nazionale rappresentativo di 1.660 giovani nati tra il 1982 e il 1994. Sono stati indagati i consumi culturali dei giovani, con particolare riguardo alla fruizione di film e cinema. Il contributo restituisce una fotografia rigorosa e dettagliata dei consumi in atto tra i Millennials italiani, evidenziando le principali tendenze, specificità e cambiamenti culturali in atto.

Il capitolo restituisce i principali risultati dell'indagine "Vicini e connessi. Alla scoperta del vivere social", avviata nel 2014 da un gruppo di ricercatori dell'Università Cattolica di Milano, che ha portato alla nascita dell'Osservatorio sulle Social Street coordinato dalla sottoscritta. Il fenomeno delle social street, nato a Bologna nel 2013, si è diffuso in maniera molto significativa oltre che a Bologna in molte altre città italiane, in primis a Milano. Il cotributo restituisce una definizione, oltre a una mappatura dettagliata del fenomeno.

Il contributo restituisce una fotografia dettagliata della condizione dei giovani Millennials italiani, che molto spesso decidono di lasciare l'Italia per trovare lavoro o per motivi di studio, derivante da un approfondimento quantitativo realizzato nell'ambito del Rapporto Giovani a cura dell'Istituto Toniolo. Chi sono i giovani expat? perchè decidono di lasciare l'Italia? quali sono i Paesi verso i quali emigrano? L'Italia è un paese attrattivo? Queste sono alcune delle principali domande a cui il saggio prova a rispondere, riflettendo, da ultimo, sulla necessità di nuove politiche per l'inclusione sociale delle giovani generazioni.

Nell'ambito dell'indagine Rapporto Giovani il presente contributo si sofferma sull'esperienza scolastica dei giovani, sul benessere percepito e sui fattori rilevanti rispetto agli abbandoni, alla scelta della secondaria superiore e dell'università. I dati restituiscono una gamma di esperienze scolastiche nella quale prevalgono moderatamente i toni positivi, pur non mancando criticità, note problematiche e ancora troppi incidenti di percorso. In un sistema formativo come quello italiano scarsamente integrato con il mercato del lavoro, i giovani considerano la scuola soprattutto per il suo valore intrinseco. Nelle rappresentazioni sono posti in primo piano la motivazione personale, il rendimento e le relazioni all’interno del contesto scolastico come volàno fondamentale, in positivo e in negativo, della loro carriera formativa. Solo quando queste dimensioni sono vissute come problematiche, il fascino di un impiego scarsamente qualificato si fa sentire e l’abbandono anticipato degli studi diventa un’opzione percorribile, soprattutto nelle aree dove c’è più offerta e nelle famiglie con un ethos meno improntato ai valori dell’istruzione.