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L’istiocitosi a cellule di Langerhans (LCH) comprende uno spettro di malattie basato su criteri istopatologici. È caratterizzata da un accumulo e proliferazione di cellule con fenotipo di cellule di Langerhans e può colpire uno o più organi. Fino al 50% dei casi, i pazienti affetti da LCH, a livello di un solo organo o di più organi, presentano inizialmente manifestazioni cutanee di malattia. La presentazione clinica varia da una forma unifocale, che colpisce un solo organo (sia esso il tessuto osseo o la cute), fino alla forma disseminata. La diagnosi è confermata dall’esame istologico e dall’immunoistochimica. Riportiamo un caso di LCH in un bambino di 6 anni, diagnosticato grazie alla dermatoscopia ed all’esame istologico. La dermatoscopia può rappresentare uno strumento utile per migliorare il riconoscimento della LCH ed anche nel suo follow-up, particolarmente in età pediatrica.

Erythema nodosum is an acute inflammatory dermatosis characterized by painful nodules which are generally symmetrical and non ulcerative and are mainly located to the extensor surface of the lower legs. The nodules, due to septal panniculitis, are often accompanied by fever and resolve without permanent sequelae. Arthralgia occurs in more than 50% of patients and begins during the eruptive phase or precedes the eruption by 2-4 weeks. Erythema nodosum is presumed to be a hypersensitivity reaction and may occur in association with several systemic diseases or drug therapies, or it may be idiopathic. The most common cause of erythema nodosum is streptococcal infection in children and streptococcal infection and sarcoidosis in adults. Peak incidence occurs at age 18-34 years. Age and sex distributions vary according to etiology and race; women are affected more often than men. It is possible to distinguish between an acute and a chronic form of erythema nodosum; in the acute form, an early stage and a late stage can be detected, both clinically and histologically. Laboratory and instrumental examinations to be performed in case of erythema nodosum are varied and are intended to identify any underlying trigger disease. Erythema nodosum is a self-limited disease, so the therapy is often only symptomatic. Even if the erythema nodosum quickly responds to systemic steroids, in most cases their use is not recommended, nor necessary; is usually sufficient to use NSAIDs (eg, acetyl salicylic acid, ibuprofen, naproxen, indomethacin).

Terra firma forme dermatosis (TFFD), is a dermatosis first described in 1987 by Duncan. It is a benign lesion and looks like a cutaneous localized discoloration that can be removed only by rubbing it with isopropyl alcohol. Its origin is still unknown. Onset can be at any age, sex and region. The differential diagnosis includes many various diseases. This article presents the case of a 16 year-old female patient who had an asyptomatic hyperpigmented linear lesion in her right nipple and areola. The biopsy excluded the linear epidermal nevus. Authors suspected dermatosis neglecta, but they tried to wash the lesion with soap and water without any result. It was easily rubbed off with alcohol, which confirmed the diagnosis of TFFD. Only 17 cases have been published and the present one is the first in which the lesion is localized in the nipple in a linear pattern. As recently nine cases of cloracne, whose pathogenesis of is almost known, have been diagnosed and some histological similarities with TFFD have been noticed, the authors provide a possible pathogenesis of the latter as it is still remains unknown. Dermatologists should be aware of this dermatosis. Despite the fact that it has such a simple treatment, it is often under-diagnosed.

L’osservazione clinica di lesioni melanocitiche ha l’obiettivo principale di identificare i melanomi e di asportarli il più precocemente possibile, nelle fasi iniziali, con intento curativo. Poiché il tasso di mortalità correlata a melanoma è attualmente ancora molto elevato, numerose organizzazioni sanitarie pianificano e organizzano campagne di prevenzione per sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza dei controlli regolari periodici delle lesioni cutanee. Nonostante tutti i criteri codificati, la diagnosi differenziale di lesioni melanocitiche benigne e maligne è spesso difficile. I nevi in alcune localizzazioni particolari presentano atipie cliniche e istologiche che possono simulare il melanoma e condurre, pertanto, a diagnosi errate. Queste sedi sono le aree mammaria, genitale, acrale e quella periflessurale (ascelle, solchi sottomammari, inguine, pube, ombelico). L’obiettivo clinico di questo articolo è di comprendere come trattare questi nevi atipici; a questo scopo, abbiamo analizzato ed elencato le frequenze di distribuzione delle lesioni melanocitiche benigne e maligne in diversi distretti corporei, prendendo in considerazione l’insorgenza di melanomi in alcune sedi particolari. Per l’analisi statistica, abbiamo considerato 1 241 nevi riscontrati nell’anno 2008 e 490 melanomi diagnosticati in un periodo di tempo di undici anni compreso tra il 1998 e il 2008, in modo tale da confrontare un significativo numero di casi. I risultati dimostrano che, nelle sedi particolari analizzate, il rapporto tra le percentuali della frequenza di distribuzione di nevi e quelle dei melanomi è sempre superiore a uno (1,5), mentre, nelle altre sedi, essa è inferiore a uno (0,9). I risultati ottenuti, inoltre, dimostrano che, in questi distretti particolari, il melanoma è assai meno frequente a differenza dei nevi atipici che invece sono molto frequenti, e che le atipie non sembrerebbero correlare dal punto di vista statistico con queste lesioni.

Viene riportato il caso clinico di una bambina di 6 anni che presentava da alcuni mesi una placca infiltrata ed alopecica del sopracciglio sinistro. La clinica e l'istologia hanno consentito di porre una diagnosi di mucinosi follicolare e l'immunoistochimica e l'analisi molecolare hanno confermato la natura benigna della lesione. E' stata quindi effettuata una revisione della letteratura relativa alla mucinosi follicolare in età pedaitrica.

Donna di 64 anni, che presentava ampia placca rossoviolacea, a margini netti, estesa a gran parte dell’emivolto destro e al padiglione auricolare.Una seconda lesione ulcerata e parzialmente vegetante, era localizzata alla coscia sinistra. Comparse da 40 anni, si erano lentamente estese, deturpando il viso nonostante la donna cercasse di nascondere le lesioni sotto uno spesso strato di covermark. Interpretato inizialmente come angioma cavernoso, non era mai stato curato. La diascopia evidenziava noduli giallobrunastri, l’esame istologico dimostrava un processo flogistico granulomatoso gigantocellulare tubercolare, la colorazione Ziehl-Neelsen era negativa per bacilli acido-alcool resistenti, non evidenti neanche con l’esame colturale: è stata posta diagnosi di lupus vulgaris. Gli esami strumentali per identificare una localizzazione primitiva extracutanea risultavano negativi, mentre l’intradermoreazione di Mantoux dimostrava una intensa positività (>1,5 cm). La paziente ha iniziato quindi una polichemioterapia con Rifampicina (600 mg/die), Isoniazide (300 mg/die), Pirazinamide (25 mg/Kg/die), con notevole regressione delle lesioni cutanee dopo dieci mesi di terapia. Segnaliamo il caso per l’eccezionalità di riscontro in Italia di un processo tubercolare cutaneo autoctono così avanzato.

Gli autori riportano il caso di un uomo di 75 aa, giunto all'osservazione per edema persistente del volto, in particolare delle palpebre inferiori, presente da circa otto mesi. Il quadro clinico cutaneo suggestivo, gli esami di laboratorio e l'esame istologico hanno permesso di porre diagnosi di amiloidosi sistemica AL.

Le MICI o IBD (acronimo di malattie infiammatorie croniche intestinali -inflammatory bowel disease) comprendono la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn. Tra le manifestazioni extra-intestinali delle MICI non sono rare le manifestazioni cutanee, che possono essere distinte in: - manifestazioni cutanee specifiche; - manifestazioni cutanee aspecifiche; - manifestazioni cutanee causate dai farmaci per la terapia delle MICI. Le manifestazioni specifiche (fistole, ragadi e ulcere) sono dovute alla diffusione a livello cutaneo del processo flogistico intestinale. Le manifestazioni cutanee aspecifiche (aftosi buccale, eritema nodoso, pioderma gangrenoso, Sd di Sweet, vasculiti, malattie bollose) sono alterazioni riscontrabili con una frequenza relativamente alta nelle MICI, ma anche in soggetti apparentemente sani, potendo talora essere il primo segno rivelatore della patologia intestinale. Le manifestazioni cutanee da farmaci, d’aspetto clinico variabile, rappresentano la conseguenza delle terapie assunte. Nell’ambito di una collaborazione con il Centro per lo studio delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali del Policlinico universitario S. Orsola-Malpighi, iniziata nel 1999, sono giunti alla nostra osservazione 38 pazienti affetti da MICI, che presentavano manifestazioni di interesse dermatologico. Le manifestazioni cutanee associate alle MICI da noi osservate rispecchiano in generale quelle riportate dalla letteratura. La nostra attenzione si è concentrata soprattutto sulle manifestazioni cutanee aspecifiche e su quelle conseguenti alla terapia per il trattamento della malattia di base. In particolare, i pazienti che erano stati trattati con farmaci inibitori del TNF α, il cui impiego nella terapia delle MICI è approvato soltanto da una decina d’anni, hanno presentato dermatiti con aspetto clinico psoriasiforme. La diagnosi di psoriasi è stata successivamente confermata dall’esame istologico. Di questi pazienti solo due erano già portatori di lesioni psoriasiche minime, stabili, che sono andate diffondendosi dopo la somministrazione di anti-TNF α. Negli altri pazienti le manifestazioni psoriasiche sono insorte ex novo dopo la terapia con inibitori del TNF α. Negli ultimi anni gli anti-TNF α sono entrati prepotentemente in campo dermatologico per la cura della psoriasi e dell’artrite psoriasica, dopo che recenti studi ne hanno comprovato l’efficacia in pazienti con tali patologie. La contraddizione a questo punto è evidente, visto che farmaci potenzialmente utilizzabili per trattare una patologia cutanea, sono chiamati in causa nella genesi della patologia stessa.

La cloracne, dermatosi costituita da lesioni acneiformi più o meno diffuse, distribuite prevalentemente al volto e ad altre zone corporee non tipiche dell’acne, è provocata dall’esposizione cronica od acuta a composti alogenati aromatici. In passato la cloracne era dermatosi comune nei lavoratori esposti a naftaleni e bifenili clorinati. Dagli anni ’60, con la sostituzione di tali composti con resine sintetiche, l’incidenza è diminuita drasticamente ed è solo riportata per casistica accidentale, come nell’ esplosione dell’impianto ICMESA di Seveso nel 1976 (diossina). Riportiamo alcuni casi di pazienti affetti da cloracne esordita rapidamente durante l’estate scorsa. La diagnosi di cloracne effettuata in due pazienti, giunti alla nostra osservazione separatamente, ha permesso di risalire al coinvolgimento di altre sette persone residenti per le vacanze nello stesso stabile di un paese dell’appennino bolognese. Gli Autori riportano il quadro istologico peculiare differenziandolo da altre patologie del complesso pilosebaceo.

Lo scopo di questo lavoro è non solo quello di riportare casi senz'altro rari e quindi meritevoli di pubblicazione, ma anche quello di sottolineare la necessità di eseguire sempre un esame istologico in determinate lesioni dell'età pediatrica, senza sottovalutarle perchè clinicamente non sintomatiche o poco rilevanti.

Gli autori descrivono il caso di un bambino di 12 anni che presentava un nodulo eritematoso, duro alla palpazione, all' avambraccio sinistro. Il paziente era già portatore di tricoepiteliomi multipli del volto. L'esame istologico della lesione dell'avambraccio ha fatto porre diagnosi di pilomatrixoma.

Gli autori riportano un raro caso di un paziente con angiomi multipli del cavo orale. A seguito di accurata anamnesi e di altre visite polispecialistiche è stata evidenziata anche la presenza di un cavernoma cerebrale, a testimonianza di come la cute faccia da "spia" a patologie di organi interni.

Gli autori riportano un caso di pemfigo monolesionale in un paziente con neoplasia benigna della tiroide e discutono l'inquadramento nosologico del pemfigo paraneoplastico

Nonostante le lesioni vascolari siano di riscontro frequente nell’infanzia, la loro classificazione è ancora oggetto di confusione.I tumori vascolari mostrano iperplasia delle cellule endoteliali e possono regredire spontaneamente, le malformazioni mostrano cellule endoteliali piatte, con normale turnover e non regrediscono

Background Atypical lentiginous melanocytic nevi (ALMNs) are atypical pigmented lesions with histopathological features similar to those of dysplastic nevi, with a lentiginous pattern. Variable histopathological features of ALMNs were observed in our practice. Methods We described the histopathological features of ALMNs diagnosed in the period 2009-2015. Our cases were divided into 2 groups: Group 1: ALMNs showing the same histopathological features as previously described in the literature; Group 2: ALMNs with different features. Results Twenty-nine ALMNs were diagnosed; 2 groups of ALMNs were identified. Group 1 ALMNs showed a constant, mild epidermal acanthosis; frequently, an inflammatory infiltrate and dermal fibrosis, cytological atypia and mild architectural atypia. Group 2 ALMNs showed a constant psoriasis-like acanthosis with a hypercellularity of the rete ridges; cytological atypia was rare, whereas architectural atypia was constantly observed. Immunohistochemistry (MART-1 staining) revealed that the melanocytes were localized at the dermo-epidermal junction in both groups. ALMNs showed a broad spectrum of histopathological features. Conclusions Our main finding was a constant architectural atypia in all lesions of Group 2. The identification of a unique type of ALMN seems no longer possible. The correct recognition of such benign, though atypical, melanocytic lesions is important in order to avoid an overdiagnosis of cutaneous melanoma and to prevent their potential evolution to the latter.

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From January 2010 to December 2012, 296 skin biopsies were performed in pediatric patients using only local anesthesia (cream and infiltration). The biopsies were divided into three groups: biopsies of skin neoplasms, biopsies of skin rashes and biopsies of follicular-centered lesions. Our data demonstrate the possibility of using this procedure, with the dual advantage of eliminating hospitalization and cost savings.

Leishmaniasis is emerging as a common and serious opportunistic disease for patients with HIV infection. Almost all cases of HIV-Leishmania coinfection have been described in Mediterranean countries and they occur with various clinical presentations, ranging from typical visceral forms to asymptomatic or atypical cases, including cutaneous and mucocutaneous leishmaniasis. Pentavalent antimony compounds have been the mainstays of antileishmanial therapy for half a century and new lipid formulations of amphotericin B seem reliable, but the most effective treatment remains unknown. We describe a patient who was HIV infected and an intravenous drug user, with an unusual disseminated cutaneous leishmaniasis, after an initial visceral disease and after a 13-month maintenance treatment with liposomal amphotericin. The severe concurrent immunosuppression probably played an essential role in leading to this atypical cutaneous form, characterized by diffuse, nonulcerated, nonscabby maculopapular lesions.