Search

Il partito degli intellettuali fiorentini negli anni precedenti allo scoppio della Grande Guerra nelle riflessioni di Prezzolini, Papini e Palazzeschi.

Introduzione agli aforismi di Leonardo.

Autori e modelli dello stile comico nel Novecento da Achille Campanile a Giuseppe Pontiggia.

Si tratta della prefazione al convegno La vertigine dell’archivio / Arte, Collezionismo, Poetiche promosso dal gruppo di ricerca “Spazi attori del collezionismo e della connoisseurship” ed al Dipartimento di filologia classica dell’università di Bologna in partenariati o con il consorzio internazionale Fonte Gaia. Il breve saggio costituisce una introduzione metodologica e storica ai motivi che hanno portato alla organizzazione di un convegno interdisciplinare che ha voluto collegare arte e storia e letteratura all’insegna di una dimensione antropologica della memoria e delle sue, non scontate, forme di conservazione e valorizzazione nella Storia e nel mondo contemporaneo.

Presentazione di artisti scrittori di aforismi, tra cui Ardengo Soffici, Mino Maccari, Leo Longanesi, Arturo Martini

Presentazione dei caratteri delle letteratura Bologna, da Dante a Carducci, Pascoli, Artusi e Giuseppe Raimondi

La figura e la presenza di Renato Serra nella Grande Guerra a confronto con Giuseppe Prezzolini, Giovanni Papini, Giosuè Borsi.

Studio delle relazioni letterarie tra Ennio Flaiano e Luigi Malerba.

Nel 1947 escono alcuni libri in cui uomini e animali vengono rappresentati in un rapporto di mimetica reciprocità. Analisi di testi di Ennio Flaiano, Primo Levi, Italo Calvino

Analisi della produzione aforistica di tre grandi poeti del Novecento

Presentazione della corrispondenza tra Luigi Malerba e Aldo Buzzi

Con Dante, Boiardo e Ariosto, Pascoli, Bacchelli e Bassani alla scoperta delle opere e dei luoghi più significativi della letteratura in Emilia-Romagna.

Rileggere la "Storia della letteratura italiana" di De Sanctis per ricavarne principi estetici e valori civili, in una prospettiva critica ed etica che apra la letteratura alla società.

Il saggio tratta il rapporto tra aforismi e alfabeti, relazione frequente, quasi naturale e implicita. Già il termine aforisma, con la collocazione al principio dell'alfabeto, apre alla prospettiva di una generale riscrittura del mondo. Sono stati molti gli scrittori italiani di aforismi appassionati di dizionari. Essi hanno usato questa modalità anche per le proprie raccolte di aforismi. In quest'ottica Ruozzi analizza alcune opere di aforismi di Niccolò Tommaseo, Giovanni Papini, Pitigrilli, Gesualdo Bufalino, Guido Ceronetti, Giuseppe Pontiggia.

Il saggio tratta dell'importanza del Diario notturno nella cultura italiana degli anni del boom economico e della Dolce Vita. Attraverso la rubrica giornalistica prima e il volume poi Flaiano traccia un ritratto eloquente della società italiana negli anni Cinquanta.

Attraverso le forme brevi alcuni grandi scrittori hanno commentato con penetrante lucidità il proprio tempo, come se esse fossero note in calce alla cronaca e alla storia. In questo saggio Ruozzi tratta in quest'ottica gli Adagia di Erasmo da Rotterdam, i Ricordi di Guicciardini, le Note azzurre di Carlo Dossi, le Scorciatoie di Umberto Saba.

Il saggio tratta del motivo della luce lunare nelle opere di Guido Ceronetti, a cominciare dal volume "Difesa della Luna e altri argomenti di miseria terrestre" (1971). Il libro documenta il carattere sulfureo e sarcastico di Ceronetti e la sua opposizione alle "magnifiche sorti e progressive" dell'umanità. L'opera, che segna anche l'inizio della scrittura aforistica di Ceronetti, avviò una significativa corrispondenza con Ennio Flaiano.

Il saggio tratta della produzione poetica e aforistica di Ferruccio Masini, germanista, studioso e traduttore di Nietzsche, saggista e narratore. Nell'aforisma come nella poesia Masini sceglie una voce personale e non collettiva, soggettiva e non universale, ironica e critica, innestandosi nella tradizione europea di Pascal e di Lichtenberg.

Il saggio tratta del tema del cibo nelle opere letterarie, dall'antichità (la Bibbia, i poemi omerici, gli scrittori latini) al Novecento (da Prezzolini a Calvino). Particolare attenzione è dedicata ai cibi nella letteratura per l'infanzia.

Intervista a Magrelli concernente il suo rapporto con la scrittura aforistica, Montaigne e la Lebensphilosophie del Settecento, Joubert, Lichtenberg.

Finalità del volume: combinare nuove indagini sull’aforisma con l’esplorazione di quella particolare forma aforistico-saggistica variamente chiamata «abbecedario», «dizionario», «alfabeto». Aforismi e alfabeti si incentra su autori europei ed extraeuropei in prevalenza del XX secolo. Il Settecento appare nella sua ineludibile funzione di laboratorio degli esiti novecenteschi della scrittura par pièces détachées.

Definizioni, esperienze e opere dei moralisti moderni italiani ed europei nella ricostruzione critica di Sergio Solmi, Giovanni Macchia e Amedeo Quondam.

Tipogie e temi delle forme brevi in Italia tra secondo Novecento e primo decennio del Duemila.

Presentazione e analisi dei passi aforistici ed epigrammatici all'interno delle opere di Piero Chiara.

Il tema del cibo nella letteratura italiana attraverso i secoli e le varie forme di invenzione.

Recensione al volume

Presentazione e analisi dell'opera aforistica del padre servita Giovanni Battista Benamati (1701)

Aforisma e memoria sono intimamente collegati. Gli aforismi sono memorie condensate offerte al lettore perché possa trarne giovamento. L'aforisma ha spesso valore universale e atemporale; esso è tuttavia anche il frutto di una determinata esperienza storica.

Analisi e presentazione dell'unico volume di aforismi di Arturo Graf, "Ecce Homo" (1908). L'opera si misura con il pensiero e le grandi opere aforistiche di Nietzsche e i cambiamenti che stanno avvenendo nel genere aforistico in Europa e in Italia.

Studio della brillante interpretazione di Piero Chiara dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni

Scelte filologiche e criteri editoriali per la pubblicazione di classici italiani nella Bur e nei Meridiani Mondadori.

Analisi dei testi letterari che trattano il rapporto tra donne e campagna in Emilia Romagna, da Pascoli a Bacchelli, da Guareschi a Silvio D'arzo.

Questo libro attraversa il Settecento in compagnia di alcune personalità letterarie di rilievo: Francesco Algarotti, Giacomo Casanova, Pietro e Alessandro Verri, Cesare Beccaria, Vittorio Alfieri, Saverio Bettinelli, Vincenzo Monti, letterati, viaggiatori, uomini di mondo e di spirito. Questi scrittori sono caratterizzati dall’apertura cosmopolita e dalla curiosità intraprendente con cui cercano di svecchiare la cultura italiana e di proiettarla nell’innovativa area dell’illuminismo continentale, da Londra a Parigi, da Berlino a Pietroburgo, in compagnia di intellettuali e principi europei: Newton, Voltaire, Federico il Grande. L’obiettivo comune è la conquista della felicità, pubblica e personale, in un inscindibile binomio di etica ed estetica che coinvolge scienza e politica, sentimenti e letteratura. Il Settecento è secolo di progressi compiuti senza enfasi, “quasi scherzando”.

Il libro propone un ritratto completo di Ennio Flaiano (1910-1972): narratore, poeta, giornalista, autore di cinema e di teatro, scrittore di fulminei e memorabili aforismi. Flaiano scrittore è presentato nella sua ricca e varia produzione letteraria, dal romanzo anticoloniale Tempo di uccidere (1947), vincitore del primo Premio Strega, agli ultimi e amari racconti delle Ombre bianche (1972).

La riflessione si concentra soprattutto sulla disfatta di Caporetto e sulla sua importanza nel determinare il riscatto dell’Italia nella Grande Guerra. La rotta di Caporetto, iniziata il 24 ottobre 1917 e proseguita fino ai primi dieci giorni di novembre, quando venne arrestata sulle rive del Piave, è stato un episodio centrale ed emblematico della storia del nostro paese, tanto che (come succede per i nomi propri che assumono un significato universale) oggi è diffusissimo l’uso del nome «caporetto» con l’iniziale minuscola quale sinonimo di cocente sconfitta. La memoria della sconfitta di Caporetto è analizzata attraverso pagine di GIuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici, Carlo Emilio Gadda, Giovanni Comisso, Curzio Malaparte.

Il «Caffè» è un capitolo fondamentale del Settecento italiano ed è l’esempio per eccellenza di rivista, da cui tutte le successive non possono prescindere. Il «Caffè» (1764-1766), fondato da Pietro Verri, si ispirò al modello della «buona compagnia» di ispirazione repubblicana e democratica, sull’esempio dell’antica repubblica di Roma. La rivista si strutturò come una piccola repubblica di intellettuali (un esempio concreto e virtuoso di «repubblica delle lettere») e dedicò al tema della repubblica e del buon governo numerosi saggi. Gli autori del «Caffè» furono testimoni partecipi del passaggio dall’Antico Regime alle rivoluzioni repubblicane della fine del ’700.

Recensione del volume "Opere scelte" di Ennio Flaiano a cura di Anna Longoni (Adelphi 2010).