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Survey on the underrepresentation of women in Philosophy in the Italian Universities and Philosophical Societies.

This paper analyzes how social network users engaged in discussions under a public post contribute to knowledge dissemination through their verbal behavior in the light of an Austin-based speech-act theoretical framework. We first argue that such a framework can be applied not only to face-to-face interaction, but also to internet-mediated communication, since it identifies kinds of illocutionary acts on the basis of recognizable procedure patterns which can be made manifest through different communication channels. We then examine to what extent the performance of different kinds of illocutionary acts contributes to knowledge dissemination through the achievement of their characteristic effects or other aspects of their procedure patterns. For each of four main classes of illocutionary acts, we discuss examples from comments on Facebook posts concerning health- and politics-related issues.

In questo lavoro ci concentriamo sugli aspetti pragmatici dei testi online che contengono informazioni relative a tematiche medico-sanitarie. In particolare, vengono messi a fuoco gli elementi presenti nel testo che lo predispongono a funzionare in un determinato modo nelle dinamiche della sua recezione e utilizzo. A questo fine, sulla base di una raccolta di articoli di argomento medico disponibili sui siti di testate giornalistiche e riviste online o su siti dedicati alla promozione delle cosiddette medicine alternative e naturali, viene esaminato come questi testi cercano di mostrarsi attendibili, e quali loro caratteristiche possano essere considerate significative ai fini della loro fruibilità o non fruibilità da parte degli utenti. Concludiamo considerando quali effetti negativi possono essere creati negli utenti da alcuni difetti di questi tipi di testo.

The aim of this paper is to explore the status of argumentative discourse. We argue that argumentation can contribute to instances of different discourse genres, regardless of whether it is functional to their purposes. By analyzing examples from the daily press in the light of an approach to discourse analysis inspired by pragmatics, we show that also texts that are not expected to be argumentative have underlying argumentative structures and that a text’s being argumentative is a matter of degree: the understanding of underlying argumentative structures contributes to a varying extent to the understanding of what a text as a whole means and of its point in the speech situation. This role of argumentative structures in text understanding suggests considering argumentation as a cognitively-based dimension of discourse, connected to human rationality.

(VLID)4347136

È frequente oggi trovarsi in dubbio riguardo a vari usi linguistici che coinvolgono il genere. Questo contributo si pone di problema di come affrontare queste incertezze. Premesso che il cambiamento sociale è prioritario rispetto a quello linguistico ma che il cambiamento linguistico può consolidare nuove tendenze presenti nella società, si sottolinea che la maggiore innovazione per quanto riguarda il genere nel nostro parlare è che le donne riescano a prendere la parola con competenza pienamente riconosciuta su una vasta gamma di atti linguistici, e a farlo in quanto donne. A questo fine è indispensabile che al genere di chi parla venga data visibilità, senza però che questa visibilità si identifichi con l’acquiescenza a stereotipi. La ricerca di questo difficile equilibrio può avvalersi di un atteggiamento critico nei confronti della dimensione implicita della comunicazione linguistica, sia per quanto riguarda la difesa dagli stereotipi, sia per quanto riguarda le implicazioni che i vari modi di rendere visibile nel linguaggio il genere di una parlante possono avere. Si discute infine in questa prospettiva il caso della declinazione al femminile di nomi di cariche, professioni o funzioni, suggerendo, in particolare per le cariche, che la declinazione al femminile (a differenza della giustapposizione di un titolo maschile a un nome proprio femminile) sottolinea la dimensione della solidarietà con le altre donne anziché il successo individuale.