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Il volume costituisce il catalogo del nuovo spazio espositivo aperto presso la basilica di San Martino a Treviglio nel 2024 per ospitare il polittico di Zenale e Butinone e altre opere, soprattutto di scultura, databili dal Trecento al Settecento.

Il saggio ricostruisce la storia dei principali edifici religiosi trevigliesi, ancora esistenti o distrutti, tra Gotico e Rinascimento. Nel contributo, la parte di Buganza è individuabile alle pp. 25-32 e 38-40.

Il contributo costituisce una scheda scientifica del polittico di Treviglio, studiato nei suoi aspetti tecnici e storici.

Nel contributo è sunteggiato un percorso per la scultura lignea a Treviglio tra Quattrocento e Cinquecento, fornendo un quadro di contesto attorno ai due massimi capolavori conservati nella cittadina della Gera d'Adda: il polittico di San Martino di Zenale e Butinone, con la cornice intagliata dai fratelli Giovanni Ambrogio e Giovanni Pietro de Donati, e l'Adorazione dei Pastori di Giovanni Angelo Del Maino. In aggiunta, a fronte della ricerca d'archivio e dell'esame autoptico di altre statue presenti nel borgo, nel testo sono presentati nuovi dati e fornite precisazioni in merito al panorama della scultura lignea rinascimentale trevigliese

Il contributo si concentra sulla lunga gestazione del polittico di Treviglio (1485-1490), mettendo a fuoco l'attività di Bernardino Butinone e Bernardo Zenale prima, durante e poco oltre questa importante impresa pittorica.

Modena’s Estense Gallery houses a series of frescoes by Lelio Orsi. During Dukes Francesco III and Francesco IV d’Este’s rule over Modena and Reggio, these would originally have been found in the Rocca di Novellara. Given their fragmentary state, it has been difficult to decipher the frescoes and impossible to identify with any certainty their original location or chronology. The paper places them in two distinct categories, classifying the monochrome friezes and the depiction of the Rape of Ganymede as part of a single cycle. This is thought to have been commissioned by Countess Costanza da Correggio and was probably dedicated to the constellation Aquarius. Fresh light is shed on the other frescoes, which portray narratives from the first book of Ovid’s Metamorphoses. These once formed a single piece, possibly from a "camerino" of Alfonso Gonzaga, Count of Novellara and Bagnolo, and the son of Countess Costanza.

Schede di dipinti di Andrea Celesti, Giambattista Tiepolo; Giambattista Pittoni; Marcantonio Franceschini e Pompeo Batoni

Il saggio ripercorre le vicende della ricostruzione della chiesa di Sant'Afra a Brescia a partire dal 1580 e la sua decorazione pittorica ad opera di Ascanio Martinengo da Barco

Il contributo ricostruisce le vicende della commissione delle due tele di Andrea Celesti per la Basilica di Verolanuova (Brescia), ultimo lavoro su tela compiuto dall'artista.

Il contributo si propone di introdurre alla conoscenza della monumentale chiesa di San Giuseppe a Brescia e alle sue opere d'arte

Sono schedate le opere d'arte presenti nella chiesa di Sant'Angela Maeici, già sant'Afra in Brescia

The essay investigates Renaissance wooden sculpture both in Valtellina and in Alto Lario, between about 1490 and 1505. Specifically, the text presents the first results of a work in progress about painted wooden statues, decorated with gilding, that combines new archival researches with a recognition in these territories. The treatment focuses on the works carved by Giacomo and Giovanni Angelo Del Maino in Grosotto, Bellano, Varenna, Sernio, Tirano and Ponte in Valtellina. At the same time are presented new attributions to these sculptors, especially to Giacomo. This is a usefull topic to deal with the study of painting in Valtellina and Alto Lario. The statues were decorated by trusted painters, that collaborated closely with the carvers, such as Felice Scotti or the so called Maestro bramantesco di Grosio, who we can now indentify with the Pavese painter Andrea Clerici

Attribution to Antonio Sacchiense, nephew of Giovanni Antonio Pordenone, of a 16th-century fresco in the church of San Vittore in Meda

Dedicato principalmente agli studenti internazionali, il volume propone un itinerario lungo le tappe più rappresentative della storia letteraria e artistica italiana dal Due al Cinquecento con l’intento di metterne a fuoco la specificità culturale e di riconoscerne le matrici dell’Italia di oggi. Prendendo le mosse dalla contemporaneità e privilegiando un punto di osservazione per lo più da oltre confine, la prima parte dell’opera getta uno sguardo su alcuni aspetti dell’Italia odierna le cui radici affondano nei secoli di una vicenda culturale che la seconda parte del volume si incarica di attraversare. La scelta di procedere lungo i due percorsi distinti, ma comunicanti, della letteratura e delle arti è in ragione, da un lato, della centralità di esse nella tradizione italiana, dall’altro della fiducia nel valore di una prospettiva interdisciplinare e comparativa., Dedicated mainly to international students, the volume offers an itinerary along the most representative stages of Italian literary and artistic history from the thirteenth to the sixteenth century with the aim of focusing on its cultural specificity and recognizing the origins of today's Italy. Starting from contemporaneity and favoring an observation point mostly from across the border, the first part of the work takes a look at some aspects of today's Italy whose roots lie in the centuries of a cultural event that the second part of the volume takes care of crossing. The choice to proceed along the two distinct but communicating paths of literature and the arts is due, on the one hand, to their centrality in the Italian tradition, and on the other to confidence in the value of an interdisciplinary and comparative perspective.

Il volume raccoglie gli interventi tenuti nel corso della Summer School 202 della Scuola di Dottorato in Studi Umanistici - Tradizione e contemporaneità.

A study of plague representations related to the specific case of the two Milanese epidemics of 1577-79 and 1630-31

Il saggio analizza la fortuna di Cesare Cesariano e del suo Vitruvio in ambito milanese tra Sette e Ottocento attraverso le testimonianze di Antonio Francesco Albuzzi, Venanzio De Pagave e Carlo Casati che vann

Il saggio documenta la disseminazione dell'iconografia mariana, spesso connessa ad apparizioni miracolose, e dei santi taumaturghi nel territorio della Valle Sabbia, in provincia di Brescia

This essay describes an Ambrosian antiphonary preserved in the Capitular Library of Milan Cathedral and attributes its illuminated decoration to Evangelista della Croce. It also proposes that Evangelista collaborated with the "Maestro dell'Antifonario DR1" in illuminating the graduals of the Certosa di Pavia.

A newly rediscovered Agony in the Garden by Giovanni Ambrogio Figino

L'articolo esamina un gruppo di codici conservati presso la Biblioteca Capitolare Metropolitana di Milano, commissionati tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento dal canonico Pietro Casola. Su queste pagine opera un'equipe legata alla bottega dei De Predis, in cui emergono artisti che saranno capofila della stagione cinquecentesca, come il monogrammista noto con il nome convenzionale di "Maestro BF".

lor

The essay investigates the role of notaries as patrons of art throughout some case studies. This topic has not been investigated so far, but it’s very usefull to understand the social rise of this category of professionals between the 15th and 16th centuries.

inglese

Il saggio propone una lettura iconografica degli affreschi della sagrestia dell'Inviolata a Riva di Trento

Il contributo ricostruisce il profilo e il catalogo di opere del maestro rinascimentale che ha affrescato la cappella della beata Vergine in San Maurizio a Ponte in Valtellina, riconosciuto nel pittore Felice Scotti, appartenente ad una importante famiglia di artisti lombardi attiva per generazioni e qui compiutamente ricostruita nella sua genealogia.

L'articolo è dedicato alla decorazione pittorica della cappella dei santi Vincenzo Ferreri e Vincenzo martire realizzata nella chiesa domenicana di Sant'Antonio di Morbegno alla fine del XV secolo. Lo studio affronta questioni iconografiche legate a san Vincenzo Ferreri e questioni stilistiche proponendo l'attribuzione a Bartolomeo De Benzi, aiutato da un collaboratore. Viene anche riesaminata la personalità ancora sfuggente di Giovan Pietro Malacrida.

Il contributo presenta alcune nuove opere, in parte inedite, in parte rimaste a lungo nascoste, del catalogo cinquecentesco di Bernardo Zenale e propone, sulla scorta di queste trouvailles, alcune riflessioni sulla fase tarda del pittore lombardo.