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Voegelin’s effort to recover the reality of history overcoming modern aporias is deeply indebted to Augustine’s conception of historia sacra and to Plato’s ontology. The article shows this dependence focusing on Voegelin’s late essay What is History, where he analyses the practice of historiography. It is part of a monographic issue of the Hermenuetische Blätter dedicated to Geschichtsdeutung

"Plato and Aristotle", the third volume of "Order and History", continues the analysis of the Greek order of the soul and of the polis started in vol. II, "The World of the Polis" and offers a comprehensive analysis of Plato's main 'political' dialogues and of Aristotle's "Politics" as specific achievements in the universal history of order. Plato's political thought represents a synthesis of metaphysical, ethical and epistemological dimensions and a steadfast perspective to include his whole philosophy. Aristotle's political philosophy is considered both on its own and in its relation to Plato's. The analysis focuses also on the issues of sovereignty and law, that have been crucial in Voegelin's endeavours since the beginning of his scientific path. The present edition is enriched with a critical apparatus.

The essay focuses first on the place the volume takes in the comprehensive project of Eric Voegelin's "Order and History" and second on the 'Image of Plato and Aristotle' proposed by Voegelin, testing its reliability against some past interpreters of ancient philosophy and some main issues of the current Platonic research.

A survey of the Italian and foreign reception of Bignone's Epicurus book, focussing on its importance in the cultural history of the early 20th century

An introduction to the volume, focussing on the reason of Bignone's Epicurus translation importance

The book was designed to celebrate the 100th anniversary of Bignone's translation of Epicurus's texts. It offers a wide variety of investigations about Bignone's personality as a scholar, a writer, and a University professor.

Il lavoro analizza nel “Gorgia” il problema della sapienza, dell’iniziazione misterica e della retorica sulla base di alcuni giochi di parole. Da una parte viene presentato Socrate, iniziato ai piccoli e ai grandi Misteri, come il vero sapiente; dall’altra appare il non-iniziato, Callicle, caratterizzato da una conoscenza superficiale, utilizzata in modo decettivo. La trattazione del corpo porta a una ricca presentazione della struttura umana, aperta all’invisibile e alla prospettiva del segno. La dimensione persuasiva, in polemica con i Sofisti, viene focalizzata secondo il modello del vero retore di Platone, dotato della conoscenza delle Idee e dell’anima. La dimensione in cui devono essere inserite le problematiche relative al corpo, all’anima, alla persuasione e alla vita buona, è quella dell’invisibile, evidenziata dal gioco di parole Ade-invisibile. Chi non realizza l’itinerario dialettico dal sensibile all’intelligibile, ricercando virtù e sapienza, rimarrà, come il Sofista, irragionevole e non-iniziato.

Lo studio esamina il metodo su cui sono basate con grande coerenza le sezioni etimologiche del “Cratilo”, a partire dalla rivelativa etimologia di “mechane” (espediente, macchina teatrale), con un’analisi completa dell’uso di questa parola nei dialoghi platonici. In analogia con l’azione delle macchine teatrali, che fanno apparire sulla scena divinità che risolvono in modo rapido situazioni complesse, il gioco della “mechane” applicato ai nomi produce una moltiplicazione di parole, che conduce a termini ulteriori, che possono essere sinonimi, oppure omonimi, o antonimi, o simili dal punto di vista fonetico. Grazie a questi nomi vengono introdotte spiegazioni più articolate dei problemi, che vengono inserite nella prospettiva di una dialettica di “Kinesis” e “Stasis”, su cui si fonda la realtà, con una significativa corrispondenza fra la riduzione delle parole a lettere e la riduzione delle cose a elementi.

Il saggio analizza il tema della sapienza e del sapiente, a partire dall’affermazione ironica di Socrate in relazione a una “sapienza divina” cadutagli addosso, dovuta a Eutifrone di Prospalta. Dopo un paragrafo che esamina nel “Cratilo” le valenze del sapere demonico, collegato alle etimologie, focalizzando l’opposizione fra i Sofisti e Socrate (caratterizzato invece da un sapere speciale), il secondo paragrafo presenta la purificazione di quest’ultimo tipo di sapienza. La purificazione del sapere demonico-etimologico di Socrate richiede un superamento, che viene realizzato con il passaggio dal livello delle parole e delle etimologie al loro fondamento, grazie alla dialettica, che delinea la struttura del reale. In questo modo il presunto sapere dei Sofisti e dei poeti nel corso della discussione si rivela sempre più apparente e inadeguato, mentre all’opposto emerge la sapienza di Socrate, il quale realizza nello scritto la funzione del dialettico.

Il problema del vero e del falso sapiente, come pure quello del valore dei nomi e delle etimologie in riferimento alla filosofia, in polemica con il sapere sofistico e poetico, è al centro delle ricerche platoniche. In questa “Prefazione” vengono delineati, sulla base del "Cratilo", del "Gorgia" e della letteratura critica più significativa e recente, alcuni elementi di fondo del pensiero di Platone, come il vero e falso “sophos” (sapiente); la struttura del reale; il nesso fra “Kinesis” (Movimento) e “Stasis” (Quiete) in relazione all’Eraclitismo; la dialettica; il rapporto fra scrittura filosofica e oralità; nomi, etimologie e linguaggio. La discussione sulla correttezza delle parole nel “Cratilo” fa emergere che il linguaggio è, secondo diversi punti di vista, sia naturale, sia convenzionale. Da un lato il dire è naturale e universale, inserito in un ordine oggettivo, ma dall’altro il modo con cui si realizza dipende, per convenzione, dalle diverse comunità linguistiche.

In memory of the well known Platonist Maurizio Migliori (1943-2023), two strong points of his position inside the international Scholarship are briefly presented: 1. his "dialectical" attitude in the so called "Tuebingen-Milan" School as Plato's studies are concerned; 2. his "multifocal approach" (heart of the so called "Macerata School") in the general field of History of ancient Philosophy.

Il contributo ricostruisce la lettura spinoziana di Di Vona, mettendo in luce le relazioni con le dottrine ontologiche della seconda Scolastica.

Diversi ricercatori del Novecento, presentando la dottrina della contemplazione di Plotino, avevano già rilevato acutamente la possibilità di significative ricadute in ambito pratico di questa basilare concezione. Gli studi più recenti sulla filosofia dell’età imperiale e sul Neoplatonismo hanno sempre più evidenziato la centralità della prospettiva politica in questi secoli, secondo diverse correnti e varianti; tale prospettiva apre domande anche su Plotino, sulla scorta di attestazioni del suo biografo Porfirio. Questo volume, dopo una rilettura della dottrina della “theoria” plotiniana, in ambito cosmologico, processionistico, antropologico e ascetico-mistico, alla luce di interpretazioni critiche novecentesche e degli ultimi decenni, mette a fuoco il problema della politica in Plotino, a partire dai suoi stessi testi. Focalizzando l’attenzione su una costellazioni di termini legati a “basileus”, “polis” e “politikos”, viene evidenziato che la dottrina del sovrano concerne temi metafisici e mistici, non la condotta del “princeps”, mentre le metafore relative alla “polis” e alla politica sono per lo più riferite all’anima e all’ascesa del singolo all’assoluto. Il vero "ritorno" per Plotino è volgersi e unirsi al principio, non ridiscendere nella caverna.

The paper aims to honour the memory of two outstanding Italian Scholars, who devoted all their whole lives to studying Aristotle’s Metaphysics: Giovanni Reale († 2014) and Enrico Berti († 2022). Analysing some relevant passages in books Alpha and Lambda of the Metaphysics, the paper synoptically compares Reale’s and Berti’s translations, highlighting analogies and differences. The most relevant points of this comparison are two: 1) a critical consideration of the Platonic background and post-Platonic exegesis while reading Aristotle; 2) the theoretical value of metaphysics as an open discussion about the possibility for human rational thought to open itself to God as the supreme good and ultimate goal of the universe.

An updated profile of Aristotle's thought from the point of view of his conception of human beings and their praxis

An updated profile of Plato's thought from the point of view of his conception of human beings and their praxis

An updated profile of Sophists’ and Socrates’ thought from the point of view of the conception of human beings and their praxis

The Introduction presents five different contributions on the nature of "pathe" in Plato, Aristotle and Pythagoreanism, focussing on the problem of the cognitive nature of emotions and passions. The five contributions are related to former Italian studies and to the international debate on the same topic.

An updated profile of Presocratic philosophy from the point of view of the conception of human beings and their praxis

A definition of "moral exemplar" given by L. Zagzebski (2010) is compared with the most relevant passages of Aristotle's "Nichomachean Ethics", where the "wise human being/s" (phronimos/phronimoi) is/are concerned. The phronimos/phronimoi plays/play the role not of a simple moral exemplar, but of a complex one, through a series of polarities that she/they shows/show: singular/plural, phronimos-akrates (moral-immoral), rational-irrational. Aristotle suggests in a way that moral exemplarism requires a sort of "counter-exemplarism" to be defined and understood.

The papers collected in the volume were initially presented at the annual seminar of the Italian Society for History of ancient Philosophy (SISFA) in January 2021 and then revised by the authors for publication. The main question they raise is that of the cognitive nature of emotions, affections and passions. The question is discussed in connection with the philosophical role of "eros" (Cornelli) and the problem of public education (Gastaldi) in Plato; as Aristotle is concerned, Natali-Viano show the cognitive nature of passions in the "Rhetoric" and Mingucci studies the case of anger between human beings and animals; a final view is devoted to Aritotle's reception in the Pythagorean ethics by Arisotexenus (Ianne).

The present essay aims first at clarifying Werner Beierwaltes’ understanding of Neoplatonism at large as the accomplishment of Greek philosophy pursued by Plotinus and coherently developed by Proclus. It seeks secondly to locate Beierwaltes’ remarkable effort to trace the “Wirkungsgeschichte” of Neoplatonism. Focus has been placed, thirdly on his understanding of Dionysius Areopagita as the effective mediator of Neoplatonic issues in the Latin philosophical tradition long before the rediscovery of Proclus in the 13. century. Beierwaltes’ understanding of Dionysius’ “Christian Neoplatonism” as a lucky instance of “Hellenization of Christianity” is finally compared with different exegesis provided by Ivánka and Balthasar in the years immediately preceding Beierwaltes’ remarkable Proclus-monography of 1965.

L'articolo tratta della lettura che Sanseverino, neotomista napoletano, offre dell'opera di Spinoza e della sua ricezione, in relazione soprattutto alla sua lettura del Trattato-Teologico Politico.

In Resp. VII Plato submits to a radical reform the mathematical disciplines of the future quadrivium: the four “hard sciences” (arithmetic, geometry, astronomy, music) that together with the three “soft arts” of the trivium (grammar, rhetoric, dialectic) were to represent Western “liberal culture” – the basic culture of the free members of Western society from late antiquity onwards. Socrates and his fine respondent Glaucon insist on the fact that reformed mathematical disciplines must exercise a certain power over the human soul. This power is described in their dialogue through metaphors and similes, that suggest how arithmetic and logistiké (art of calculation), plane and solid geometry, can force the soul to approximate and balance the two opposite dimensions of sense and intelligence, sensible and intelligible world, becoming and being. In particular, the application of logistiké to incommensurable magnitudes provides a concrete exemplification of the apparently absurd “confusion of contraries” implied by mathematics, that has the power to “tow” the soul up to the “Good as such”. The result of the reform of mathematics achieved by Plato in Republic is no doubt the first version of the “mathematical Platonism” we will meet in the history of philosophy, but its meaning and aim relates to problematical and even ridiculous aspects of mathematical procedures, that alone have the power to awaken and “turn” our thought to the Good as absolute value.