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La revue Transalpina, depuis sa fondation dans le cadre de l’équipe de recherche caennaise Identités, Représentations, Échanges (France-Italie), s’est régulièrement intéressée à la problématique de la réception de la littérature italienne en France. Dans les numéros précédents, l’attention des chercheurs s’était portée sur la traduction et la vie des productions italiennes dans le contexte français, sur l’histoire de la circulation des t...

Le chœur de l’acte III de l’Aldelchi, qui commence par le célèbre vers « Des atriums moussus, des forums écroulés », fut écrit entre le 15 et le 19 janvier 1822. C’est la première version qui ensuite subira deux révisions avant la publication de l’œuvre, à l’automne de la même année. L’essentiel de la tragédie avait été composé précédemment, entre le 17 octobre 1820 et le 3 novembre 1821. La critique a fort justement attiré l’attention sur le fait que Manzoni, au cours de cette période, est t...

Comment l'Histoire s'écrit-elle derrière les rideaux de scène ? Quels processus créatifs les auteurs mettent-ils en œuvre pour lui donner voix et corps dans le présent singulier, réel et fictif à la fois, de la représentation théâtrale ? De tout temps, les « poètes » dramatiques ont cherché à problématiser l'histoire sur les scènes, mais rarement avec autant d'intensité qu'au XIXe siècle, alors que dans l'Europe entière se pose la question des nationalités. L'Italie en construction n'échappe pas à ce questionnement. Dès la fin du XVIIIe siècle, la scène théâtrale italienne devient le lieu privilégié où s'invente l'idée de la patrie unie, et où se fabrique une histoire du Risorgimento. S'y affirme d'abord la volonté de trouver dans les grands événements de l'histoire passée de la péninsule les fondements d'une idée commune de la « nation ». S'y construit également, au fil des luttes armées et des interventions politiques menant à l'unité, à travers l'émergence de formes spectaculaires non académiques et la mise en question des grands « mythes » risorgimentali, une historiographie particulière où se mêlent célébration, témoignage, mémoire et interprétation. La commémoration du bicentenaire de l'Unité en 2011 a été l'occasion de revenir sur ce pan méconnu de l'histoire du théâtre italien que certains appellent scena risorgimentale. À la lumière des débats historiographiques suscités par cette commémoration, les contributions réunies dans ce volume envisagent les diverses modalités d'écriture dramatique et scénique qui ont accompagné la formation de l'unité italienne tout au long des XIXe et XXe siècles, et celles qui, aujourd'hui encore, quand les identités nationales sont partout questionnées, continuent d'explorer la mémoire de l'un des moments les plus complexes de l'histoire de la péninsule.

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L’idée républicaine n’est pas neuve en Italie en 1848 : elle a derrière elle un passé d’élaboration tant au niveau théorique que pratique. Dans l’Italie de la Renaissance, et particulièrement chez Machiavel, le mot repubblica, appliqué à Florence, prend une acception spécifique : il indique une ville dotée de structures politiques collectives exprimant les désirs des différentes parties de la population, sans que l’une puisse dominer ni tyranniser les autres, garantissant donc la « liberté »....

International audience; This volume traces the construction between 1848 and 1948 of a republican political and literary language both local and national at the same time, the confrontation with foreign republican models and counter models; the Italian republican discourses under the monarchy and fascism.; Le volume retrace la construction entre 1848 et 1948 d’un langage politique et littéraire républicain local et au même temps national, la confrontation avec des modèles et contre-modèles étrangers ainsi que la spécificité des discours républicains italiens sous la monarchie et le fascisme.; Il volume ripercorre la costruzione tra il 1848 e il 1948 di un linguaggio politico e letterario repubblicano locale e nello stesso tempo nazionale, il confronto con modelli e contro-modelli stranieri e la specificità dei discorsi repubblicani italiani sotto la monarchia e durante il ventennio fascista.

Dans le livret Un re in ascolto, réadapté pour la création de l'opéra en 1984, la multiplicité des niveaux représentés rend plus complexe la dimension traditionnelle métathéâtrale. Ce que Calvino et Berio interrogent surtout, ce sont la nature des sons textuels et les potentialités de l'écoute. La question du rapport entre texte et musique éclaire d'une façon nouvelle les expériences précédentes, jusqu'à la réflexion de Métastase pour qui les mots contenaient déjà, en soi, le présage du son.

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Texte traduit par Sarah Di Bella.; International audience

English summary The article takes into consideration the editoral fortune of the letters sent by the Genoese brothers Giovanni and Agostino Ruffini from France and Switzerland in the years 1833-1836, and demonstrates how this correspondence features typical topics and writing modes of the exile letter. But also early changes of mind regarding the political experiences of Mazzini’s two young friends can be retrieved. The “reticent letter” is another kind of frequent epistolary writing of the Ruffinis. Finally, the article mentions the central role played by the mother: through the letters, she embodies, in a metaphorical way, the unreachable native country. Riassunto italiano L’articolo prende in esame le vicende editoriali delle lettere dalla Francia e dalla Svizzera dei fratelli genovesi Giovanni e Agostino Ruffini, negli anni 1833-1836, e dimostra come nell’epistolario si ritrovano i temi e le modalità tipiche della lettera dall’esilio, ma anche precoci ripensamenti dell’esperienza politica giovanile dei due amici di Mazzini. La “lettera reticente” è un’altra tipologia epistolare frequente nel caso dei Ruffini. Infine, si accenna alla centralità assoluta della figura materna nelle lettere: uno dei suoi ruoli principali era quello di incarnare in un modo metaforico la patria lontana.

La versione completa dei Promessi sposi rappresenta, secondo l’illustre italianista croato Mate Zorić, “uno di quei traguardi difficili e impegnativi che devono essere superati in ogni civiltà letteraria che abbia raggiunto il livello dei messaggi umani universali di un’epoca storica determinante, quale fu il romanticismo, e che si accinga a maturare e a far suoi i più alti valori poetici stranieri.” Infatti, occupandosi a più riprese della fortuna di Manzoni nei paesi dell’ex Iugoslavia e delle versioni ridotte e complete del secondo Ottocento e del primo Novecento, lo studioso scoprì un manoscritto anonimo presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Zagabria che oggi costituisce il primo tentativo di traduzione dei Promessi sposi in lingua croata. Si tratta del primo capitolo inviato dall’anonimo autore a Ljudevit Gaj, proprietario e redattore della rivista letteraria zagabrese Danica, che, invece di pubblicarlo, lo conservò tra le sue carte e lettere ancor oggi custodite presso la biblioteca zagabrese. Questo intervento, dunque, mira non solo a esporre in modo sintetico i risultati delle ricerche finora svolte, ma anche ad offrire un'analisi traduttologica del metatesto croato come verifica di alcune premesse significative riguardanti la fortuna di Manzoni tra i primi lettori croati: l'identificazione del prototesto con la ventisettana, la provenienza del traduttore da una zona littorea della Croazia per l'uso del linguaggio stocavo-icavo e dei calchi sintattici caratteristici dell'area nonché il discreto successo attribuitogli dallo studioso croato anche in relazione alle versioni successive.

ispartof: Rivoluzioni, Restaurazione, Risorgimento. Letteratura italiana, 1789-1870: Lettere, memorie e viaggi tra Italia ed Europa e Letteratura italiana e traduzioni [Viaggiatori. Circolazioni, scambi, esilio open-access online platform] pages:74-86 ispartof: pages:74-86 status: Published online

International audience; Che cos’è una biblioteca d’autore? A partire da quale momento si può parlare di una biblioteca d’autore? Sappiamo dagli studi di Michel Foucault, Pierre Bénichou, Alain Viala e, più recentemente, di Roger Chartier, quanto il concetto moderno di scrittore sia intimamente legato a quella di autore, due nozioni complesse, talvolta difficilmente delimitabili, soprattutto per il XVIII secolo, vero secolo cerniera, che conosce una serie di rivoluzioni nelle pratiche di lettura e nelle modalità con cui ci si accosta al libro e alle biblioteche. Tra i mutamenti più importanti che sembrano verificarsi proprio nel corso del Settecento c’è quello che investe la funzione autoriale. Gli scrittori cominciano a mettere a punto strategie nuove per testimoniare la loro attività autoriale. Tra queste ci sono la conservazione dei manoscritti autografi, con la costituzione di veri e propri archivi, e dei propri libri, raccolti in collezioni che tendono, nel corso del secolo, a distinguersi sempre più nettamente da semplici biblioteche private o di famiglia per diventare biblioteche d’autore.Da questo punto di vista il caso di Vittorio Alfieri è un caso significativo, almeno per l’area italiana. Per Alfieri, scrittore nella cui riflessione il problema della proprietà intellettuale e della libertà di scrittura svolgono un ruolo cruciale, la biblioteca e le letture che hanno alimentato il lavoro preliminare delle sue opere rientrano pienamente in questa strategia di costruzione dell’autore e acquisiscono un valore simbolico. La biblioteca, le letture e le pratiche di lettura materializzano il legame e l’iterazione tra l’atto individuale della creazione e lo spazio sociale in cui lo scrittore è immerso. La biblioteca di Alfieri contribuisce allora non meno dell’autobiografia a delimitare lo spazio letterario al cui interno lo scrittore agisce. Per la prima volta nella storia della letteratura italiana moderna, una biblioteca privata diventa una biblioteca d’autore.

English summary After the state of the art concerning scientific research on Michele Leoni and on the major Italian 19th century Shakspeare translations, the article tackles Leoni’s translation modes for classical works, for Ossian and for Shakespeare. The stylistic continuity between his translation of Shakespeare’s plays and the later Rusconi and Carcano translations is highlighted. Finally, the article suggests research tracks for Leoni’s many-sided own literary works, for his complex cultural activities and, generally spoken, for the 19th century translations, often linked through similar stylistic features and always involved with textual models which could stand as a literary model: hence, a major continuity between “literature in translation” and “original literature”. Riassunto italiano Dopo lo status quaestionis sugli studi relativi a Leoni e alle versioni shakespeariane maggiori, elaborate nell’Italia dell’Ottocento, l’articolo rende conto delle modalità di traduzione adottate da Leoni nei confronti degli scrittori classici, di Ossian e dello stesso Shakespeare. Si segnala la continuità stilistica fra le sue versioni shakespeariane e quelle, posteriori, di Rusconi e di Carcano. Infine si offrono prospettive di ricerca per l’opera multiforme di Leoni, per la sua figura culturale complessa e per lo studio delle traduzioni ottocentesche, spesso legate strettamente da scelte stilistiche affini e sempre il frutto di un confronto con modelli testuali ritenuti esemplari: ne risulta confortata la continuità fra ‘letteratura tradotta” e “letteratura in lingua”.