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La zona di confine tra il Regno di Sicilia e lo Stato della Chiesa era nel Medioevo una vera e propria ‘fabbrica dei santi’ dove operavano dei personaggi della levatura di san Benedetto, di san Tommaso d’Aquino o di san Bernardino da Siena, per non fare che pochi esempi. Escludendo i culti importati, possiamo enumerare una quarantina di beati, santi, o delle persone considerate come tali, che hanno vissuto e agito in queste terre. Questa proliferazione di culti e di tradizioni agiografiche scaturiva da tre circostanze. Per primo, le terre di confine, per una gran parte deserte e spopolate, attiravano un considerevole numero di eremiti e movimenti eremitici, ma interessa- vano anche le congregazioni monastiche, il che spiega la presenza di molti santi e beati eremiti e di santi fondatori di abbazie. Per secondo, vi fu un numero piuttosto consistente di centri abitati di piccole e medie dimensioni, alla ricerca di un’affermazione e di un santo patrono. Infine, per terzo, troviamo in questo territorio, che era anche una zona di passaggio dall’Italia centrale verso il Mezzogiorno, un certo numero di ‘santi viaggiatori’, tra cui un gruppo di pellegrini o crociati inglesi. Abbiamo a che fare, nel nostro caso, con un modello particolare di ‘santità di frontiera’ che si distingue da quello tradizionale proposto dagli specialisti della Reconquista iberica. Nel nostro caso, i santi avevano da svolgere il ruolo di costruttore e di pacificatore in una società violenta e conflittuale. Pertanto, il caso dei santi e beati e dei loro culti, diffusi in entrambi i lati della frontiera, è anche una prova della non impermeabilità del confine tra il Regno e lo Stato della Chiesa.

Organizzazione territoriale dell'Ordine Teutonico nell'Italia medievale

The contemporary research on Military Orders can be divided between two specific eras, with as turning point the 1980s revolution of the studies on this topics. Outside France, Great Britain, Ireland, Portugal and Spain, the research developed itself at first specially in Germany and then in Poland, while in the remaining countries in Europe and the rest of the world, the first important steps were made only after 1980, under the influence of the scientific progress, the activities of some major scientific institutions and the new political situation in the Eastern Europe. The Palmela Encounters offer us a rather realistic picture of the state of research on Military Orders, as its last edition gathered historians from ten different countries, including Germany and Italy, but also Czech Republic, Denmark, Estonia and Switzerland.

Storia della presenza degli ordini religioso-militari dei Templari, Giovanniti e Teutonici nell'Italia medievale

Considerazioni sulle vicende e suo ruolo dei castelli del Mezzogiorno dall'epoca prenormanna sino alla prima epoca angioina

Uno studio prosopografico di tutto il personale amministrativo angioino attivo al confine tra il Regno e lo Stato della Chiesa consente di identificare 150 casi di uomini che hanno svolto una vera e propria "carriera", arrivando talvolta al livello massimo consentito ad un ufficiale. Tra questi funzionari vi sono i "maestri dei passi", quindi responsabili del controllo militare e doganale del confine, i "capitani della Montagna" che sovrintendono alla zona intorno al Monte Terminillo, i capitani di città strategiche come L'Aquila, ma anche i più modesti castellani delle fortezze reali e persino alcuni semplici scudieri e soldati. Un altro percorso era quello dei giuristi, attivi come assessori dei giustizieri provinciali e dei capitani e come incaricati di inchieste della corte reale. Questi ufficiali rappresentano varie tipologie di carriera, ma tra di loro spicca un gruppo di uomini di provenienza provenzale e francese, talvolta di origini modeste. Lo studio deve affrontare una serie di problematiche, tra cui quella del rapporto tra il feudalesimo e l'amministrazione reale e quella dell'efficienza del governo angioino. La domanda di base è se il corpo degli ufficiali di frontiera, che rappresenta un formidabile esempio di mobilità sociale medievale, si sia finalmente consolidato per formare un ambiente stabile, un vero e proprio "corpo dello Stato".

Comunicazione tra i baliati dell'Ordine Teutonico in Italia e l'amministrazione centrale dell'ordine

Storia dell'Ordine Teutonico nell'Armenia Ciliciana, secoli XII-XIV

Storia della presenza degli originari del mondo germanico nel Mezzogiorno in epoca sveva (1194-1266)

This collective discussion forum, consisting of seven short essays, proposes some future scenarios for Estonian historical research in the next couple of decades. The Estonian historians participating in the forum represent different generations – from PhD students to emeritus professors, but they all have been or still are active in vari­ ous universities across the world, mostly in Europe and in the Northern America. This means that the forum aims also to offer an external regard to the future devel­ opment of historical studies in Estonia. Some of the main issues covered in the forum are the following: Estonian history needs a more comparative and trans­ national perspective; interdisciplinary cooperation is still not sufficiently integrated in the historical research; historiographical and theoretical self­reflection should deserve more attention; the new digital tools and digitized materials needs to be used more widely in historical studies. Topic wise, the main desiderata mentioned in the forum are the mapping of medieval sources, institutions and local populations in Livonia, the study of the 1905 revolution and its impact on Estonian indepen­ dence movement, the comparative study of Soviet Estonian history, the research into regaining of the independence and rebuilding of the Estonian state in late 1980s and 1990s.

The relations of the Military Orders with the bishops are a fundamental topic of their history. A lecture of the primary sources and of the existing secondary literature points out a very intricate system of relations between the orders and the diocesan powers. There are cases of a friendly alliance and of an enthusiastic support and collaboration, as well those of a pacific but “cold” coexistence, followed by a long series of conflicting relationships, issues and clashes, sometimes accompanied by physical violence, usurpations and sentences of excommunication. At the same time, the relations undergo an evolution and in every diocese the friendship could be transformed in conflict or vice versa. The paper intends to offer very short reflections on this topic, taking under observation some specific cases as those of the Kingdoms of Sicily and Portugal, but supported by examples coming from several eastern and western regions. The aim is to proceed with an attempt of classification of the relations between the orders and the clergy and to follow their general evolution, filling a gap in the general history of the Military Orders. The paper is articulated in three parts dedicated respectively to “friendly” relations with bishops, to conflicts and to mutual agreements.