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In recent years, the Italian Academic sector has been characterized by a phase of strong changes that have had a material impact on how to work with all of the parties involved in the administration and management of universities. In particular, the analysis conducted on the Italian university system has raised many questions, so much so as to generate a series of corrective action merged into a larger project of reforming the University system. It has changed the way of "making university", The need has emerged to review certain aspects of this institution with the objective of improving the product, towards greater competition with foreign interlocutors, much more careful cultural heritage and innovation in the country. In this context, this work represents the main objective analysis of the changes that have affected the Italian university landscape, with special reference to the organizational impact related to the introduction of Accrual Accounting in these Institutions. In order to achieve this goal, we have followed a logical path aimed at highlighting the motivation behind such a move and, at the same time, highlighting the strengths and weaknesses of certain operational issues

Identifying a correct definition of business strategy is not an easy step. One of the most cited historical definitions is that of Ansoff on the basis of which strategic decisions are primarily connected to the external problems of the company (environment), rather than to internal ones and regard in parti-cular the choice of the range of goods that the firm will produce, and the markets where it will sell them. The rest of the chapter focuses on the following topics: Activities, resources, relationships– 1.3. Industry and market analysis – 1.4. Business stra-tegy and competitive performance. – 1.5. Business strategy and financial performance. – 1.6. Business strategy and sustainability performance. – 1.7. Competitive dynamics and strategic innovation.

La scelta di analizzare l’argomento oggetto della presente trattazione, pur deri-vando da un interesse di ricerca personale, sviluppato in particolare negli ultimi anni, presenta alcuni elementi di collegamento con i temi trattati dal Prof. Lucia-no Marchi nella suaLectio Magistralis che si è tenuta a ottobre 2019 presso l’Università di Pisa . L’informazione aziendale non può essere limitata alla di-mensione economico-finanziaria: tale esigenza ormai diventata un “imperativo categorico, è avvertita in misura crescente sia dal business che dalla finanza e ciò si riflette indubbiamente anche nell’ambito dei sistemi di controllo e di revisione. L’analisi, per quanto sommaria, della tematica dell’informativa non finanzia-ria e del controllo richiama inoltre la contrapposizione fra dimensione interna e esterna. Il Prof. Marchi era solito, nelle sue lezioni e spesso anche nei suoi di-scorsi introduttivi in sede di apertura di molti convegni, richiamare e spesso enfa-tizzare la contrapposizione fra controllo “interno” e controllo “esterno” e in gene-rale fra dimensione “interna” ed “esterna” in ambito aziendale. Devo ammettere che tale distinzione mi appariva un po' semplicistica: negli ultimi anni mi sono invece resa conto che stavo commettendo un grande errore non soltanto per l’effettiva rilevanza della distinzione ma anche perché, in riferimento all’informativa non finanziaria, tale contrapposizione assume una particolare ri-levanza tanto da stimolare molteplici ricerche, anche a livello internazionale. Si assiste infatti ad un costante richiamo negli studi, sia di reportistica che di con-trollo aziendale, alla contrapposizione fra dimensione “interna” ed “esterna”, do-ve indubbiamente la crescente importanza degli interessi degli stakeholder esterni ha svolto un ruolo determinante. Richiamando la sua Lectio Magistralis infatti il Prof. Marchi sottolinea quanto l’evoluzione del sistema di controllo interno “nella direzione del risk management, da un lato, e della responsabilità sociale, dall’altro, analogamente, può essere interpretata come la necessaria integrazione fra gli interessi interni e quelli esterni dei creditori, dei lavoratori e della comunità sociale.” Il Prof. Marchi afferma quindi la necessità di una sempre maggiore in-tegrazione della dimensione economica e sociale nei sistemi di controllo interno: tale considerazione, sicuramente condivisibile, nel presente capitolo verrà traslata nell’ambito delle informazioni non finanziarie (NFI) e del relativo controllo. Il presente capitolo è strutturato nel seguente modo: il paragrafo 1.2. descrive in estrema sintesi le caratteristiche delle NFI per poi passare ad approfondire al-cuni aspetti relativi al controllo interno ed esterno relativo al reporting non finanziario. Il paragrafo 1.3. offre una sintesi di alcuni studi internazionali sulla tematica della assurance delle NFI e infine il paragrafo 1.4 riporta alcune considera-zioni conclusive.

La valutazione economica del capitale relazionale e in particolare del portafoglio clienti ormai da alcuni decenni ha rappresentato una tematica di rilevante interesse sia per gli accademici che per i practitioners. Il valore del cliente dal punto di vista dell’azienda caratterizza infatti una molteplicità di studi che, in maniera trasversale, interessano differenti aree disciplinari quali l’Accounting e il Financial Reporting, la Business Valuation, il Marketing, dove as-sume una specifica connotazione la ben nota area del Customer Relationship Marketing (o Management) (CRM). La prospettiva prevalente in ambito economico aziendale attinge indubbiamente dal filone legato all’Accounting, all’applicazione dei principi contabili e delle teorie di valutazione al fine di offrire un’adeguata stima e rappresentazione del valore delle relazioni con la clientela, qualora ricorrano determinati presupposti. L’importanza del cliente, concepito spesso come primary asset, tuttavia ha reso necessario anche effettuare una breve ricognizione degli strumenti quantitativi offerti dal Marketing al fine di ampliare l’orizzonte del processo di generazione del valore attuale e potenziale apportato all’azienda dalla clientela. Sulla base di tali considerazioni, l’obiettivo specifico del capitolo è di: • fornire un inquadramento normativo, dottrinale e di prassi a carattere generale sulla tematica del portafoglio clienti nell’ambito della problema-tica definitoria e di identificazione degli intangible assets (normativa, dottrina e prassi internazionale sul tema dei customer-related assets); • proporre un inquadramento degli elementi da considerare e dei criteri da seguire nella fase della identificazione di tali attività intangibili (inqua-dramento dottrinale e di prassi professionale); • presentare un quadro sufficientemente strutturato sul processo che conduce alla scelta del metodo di valutazione (processo di misurazione del va-lore delle relazioni con i clienti); • analizzare i principali modelli, le caratteristiche, i limiti e le potenzialità (modelli di misurazione del valore delle relazioni con la clientela); • approfondire alcuni aspetti operativi nell’ambito dei metodi maggior-mente utilizzati (technicalities); • fornire una sintesi del capitolo (riepilogo).

This study aims to construct an original interval-based composite indicator of the gender diversity considering different assumptions on the development of the composite indicator. In this way the composite indicator built can be considered more robust than a classical version of the same indicator. Composite indicators are a very important tool to analyse and evaluate policies and sectors. The problem in using composite indicators is that the results which can be obtained can be dependent to the assumptions given on their construction. In this sense we have already considered an initial approach in the construction of composite indicator (Paoloni et al. (2016) Towards a new architecture of knowledge: Big data, culture and creativity. Proceedings, 15–17 June 2016 Dresden Germany (pp. 1944–1958)). We take into account different assumptions, and we are able to construct an interval-based composite indicator. In this way we can consider a value which is useful for the comparison (the chosen assumption), a centre of the composite indicator, and the range which is related to the variability due to the different assumptions. Our work contributes to the existing literature on composite indicators in gender studies. In particular our work is addressed on providing a composite indicator of gender diversity for the listed European companies. This study is useful to policy purposes because it helps the process of decision-making which can be based on the different rankings which are derived from the interval-based composite indicators.

La realizzazione di una rete distributiva efficiente, caratterizzata da un elevato livello qualitativo in grado di fidelizzare la clientela rappresenta un aspetto divenuto imprescindibile per le aziende ormai da alcuni decenni. La funzione della logistica ha infatti assunto un ruolo prioritario e centrale nel processo di ricerca di vantaggi competitivi sostenibili ed il legame con la strategia diventa sempre più rilevante in relazione al perseguimento degli obiettivi aziendali (Ottimo, Zanderighi, 1995). La rete di vendita è essenziale per il business e, se gestita in maniera oculata, può diventare un elemento indispensabile per aumentare volumi di vendita, margini e quota di mercato senza alcuna possibilità di essere sostituita dagli altri elementi del marketing mix (Hartley, 1981; Calvin, 2007). Da ciò consegue che una attenta attività di analisi, pianificazione e controllo delle vendite (Marino, 1981; Cugini, Wil-son, 2007; Fedel, Pedrazzini, 2008) non può prescindere da un’adeguata va-lutazione dei risultati di vendita e della performance dei venditori nonché della misurazione dell’efficacia ed efficienza dell’azione di vendita. La misurazione del valore del sistema di vendita, trascurando gli aspetti organizzativi relativi alla scelta dei canali di vendita e della copertura territoriale con l’individuazione delle aree e delle zone di vendita, avviene, sia in termini quantitativi che qualitativi, mediante l’utilizzo di strumenti e di tecniche che nel corso degli anni hanno subito un evidente miglioramento in conseguenza anche del processo di “servitizzazione” che ha interessato in particolare le aziende del settore manifatturiero a causa delle forti pres-sioni competitive e che ha reso possibile quindi l’evoluzione dell’offerta dal prodotto al prodotto-servizio (Alghisi, Saccani, 2012). Alla luce di queste considerazioni, l’obiettivo specifico del capitolo è di: • fornire un inquadramento teorico e di prassi a carattere generale sul te-ma della rete di vendita quale intangible legato al marketing (dottrina e prassi sul tema della rete di vendita); • presentare alcune proposte di metriche di misurazione della rete com-merciale e di elaborazione di report specifici (approfondimento di metriche e indicatori qualitativi e quantitativi); • illustrare alcuni schemi di valutazione dei venditori di base utili per mas-simizzare l’efficacia dell’area di vendita in una prospettiva customer-oriented (valutazione e comparazione dei venditori, indici valore, metodologie); • approfondire il tema degli strumenti per analizzare e controllare i risulta-ti della rete di vendita (valutazione dei venditori ai fini del controllo dell’attività di vendita); • fornire una sintesi del capitolo (riepilogo).

Purpose The purpose of this paper is to investigate the relationship between popularity in a social media network and a company’s revenue, expenditure and market value. Additionally, social media networks are analysed as tools for both voluntary and involuntary intellectual capital (IC) disclosure. Design/methodology/approach These aims are analysed in the context of the football industry. An empirical analysis evaluates the correlations between team and player social media metrics from Facebook, Twitter, Google Plus, Instagram and their football club’s market value, revenue and player transfer fees. Examples of timely IC disclosure are also reported. Findings The results indicate that popularity metrics in social media are determinants of the value of human and relational capital in professional football clubs. Popularity in social media positively correlates to market capitalisation, revenue and player transfer fees. Additionally, examples are provided to show how social media can be a tool for disclosing IC information in a relevant and timely manner. Practical implications From a strategic management perspective, the authors find that there are economic opportunities to be gained from managing social media platforms appropriately and that knowledge derived from social media needs to be used effectively by club managers, so that fans and followers can be transformed into consumers. One practical implication of this research is the need to hire social media experts that are able to develop, coordinate and manage digital communication strategies. Originality/value This paper presents an analysis of emerging changes in technology and communication platforms and different types of disclosure. It aims to demonstrate that the metrics derived from social media can be used as tool to disclose voluntary and involuntary information about IC – information that is particularly useful to investors because their shortage of tangible assets can make football clubs difficult to evaluate.

Il presente contributo si propone di esaminare la diversità di genere a livello di informativa societaria e di indagare il suo eventuale impatto sulla performance economico-finanziaria delle aziende. È indispensabile puntualizzare che tale tipologia di informativa può essere ricondotta alla disclosure sulle non financial information che, di recente, ha suscitato un crescente interesse da parte di regulators e operatori del mondo professionale (Gasperini, 2014a; Doni, 2014b). In particolare, se consideriamo il contesto europeo, appare opportuno segnalare le recenti modifiche normative originate dall’approvazione della Direttiva 2014/95/UE (22 Ottobre 2014) che modifica la precedente 2013/34/UE per quanto riguarda la divulgazione di informazioni a carattere non finanziario da parte di grandi imprese e gruppi societari. La nuova regolamentazione ha influenzato anche la questione della diversità di genere nella prospettiva di un arricchimento e di un conseguente miglioramento dell’informazione, con un focus sulla tematica della corporate governance nella prospettiva della creazione di valore.