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Almost all empirical researches reveal that social capital is a factor which enhances public goods, but scholars are divided into two strands of thought. According to the first stream, the enhancement of public goods does not need any network of social relations, while according to the second stream enhancement depends on the existence and well functioning of relational networks, to the point that it consists in the creation of social networks. Which one is right? In order to clarify the issue, one should ask: can a social relation have any added social value? If positive, how can we conceive of the added social value of social relations and how can we measure it? The Author claims that the added social value of social relations can be observed in those processes through which social capital and public (relational) goods re/generate or elide each other. These processes can be analyzed as morphogenetic cycles which work in temporal sequences and are not circular or recursive. By adopting this perspective, one can see and measure the added social value of social relations in primary and secondary networks leading to the emergence of public goods. The relational approach can give many evidences as to how and why different public goods are produced and/or enhanced depending on the different added social value of the social relations that constitute them.

Negli ultimi anni i Paesi dell’Unione Europea hanno registrato nei mercati dei servizi educativi, sociali e sanitari l’esigenza di elaborare dei sistemi di valutazione della performance delle organizzazioni senza scopo di lucro, in particolare delle cosiddette imprese sociali, in ragione della crescita delle relazioni con le istituzioni pubbliche soprattutto a livello locale. L’adozione di politiche pubbliche che promuovono il finanziamento della domanda (vouchers, ecc.) e l’abbandono progressivo dei sistemi di finanziamento dell’offerta (gare di appalto) amplia il quadro dei soggetti che entrano nel mercato dei servizi alla persona e necessita nuovi strumenti per la selezione dei fornitori (sistemi di accreditamento). Si tratta di una sfida per le organizzazioni del terzo settore che chiama in causa la necessità di far emergere, valorizzare, la loro specificità. La nostra ipotesi è che le imprese sociali si definiscono per due caratteristiche: la capacità di produrre beni relazionali e la capacità di creare capitale sociale nella comunità locale in cui operano. Il valore aggiunto sociale (VAS) intende rilevare la misura in cui queste imprese sono in grado di perseguire i due obiettivi summenzionati. Nella prima parte del saggio viene analizzato lo statuto teorico del VAS e viene proposta una serie di indicatori operativi in grado di rilevare, “misurare”, i beni relazionali e il capitale sociale prodotti dalle OTS. Nella seconda parte vengono riportati alcuni risultati iniziali della indagine sperimentale svolta al fine di testare la validità e la pertinenza degli indicatori predisposti, che ha visto la realizzazione di dodici studi di caso, sei con cooperative sociali e sei con organizzazioni di volontariato. The change in the financing system, moving from a supply-side model to a demand-side one (vouchers), adopted by many public policies in the European Union countries, opens the markets of social, health and education services to new producers. This constitutes a challenge for non profit organizations (NPOs), facing the necessity to demonstrate their capacity to respond to the users/clients (stakeholders) needs and at the same time their aptitude to represent them. Our hypothesis is that NPOs are characterized by two main features: the capacity to produce relational goods and their ability in generating social capital in the community. The article of Bassi aims to elaborate and to test a measurement tool for non profit organizations called SAV (Social Added Value) evaluation system. The data refer to 12 case studies of NPOs (six organizations of volunteers and six social cooperatives) acting in the welfare area.

Vi è una certa insoddisfazione tra gli operatori del terzo settore, tra i finanziatori privati nonché tra i decisori pubblici, circa le modalità di valutazione dell’impatto sociale, derivante dall’operare di tale tipologia organizzativa, nella comunità territoriale di riferimento. I sistemi di misurazione della performance delle organizzazioni di terzo settore e delle imprese sociali (OTS/IS) variano grandemente nel tempo a seconda di una serie di variabili endogene ed esogene in relazione ai contesti (ambienti) economici, politici, sociali e culturali, in cui esse sono inserite (operano). Il presente articolo si propone di fornire al lettore italiano un quadro teorico concettuale innovativo a partire dal quale è possibile costruire una batteria di indicatori per la valutazione del valore aggiunto sociale prodotto dalle OTS/IS. L’ipotesi da cui si prende le mosse è che la specificità/distintività delle OTS/IS sia data dalla loro capacità di produrre beni relazionali e di generare capitale sociale. Partendo dalla esplicitazione di “che cosa” producano le OTS/IS, il testo illustra il modello della “catena di produzione del valore” applicato alle OTS/IS elaborato da un gruppo di studiosi della Harvard University, basato su cinque dimensioni/fasi: risorse-processi-prodotti-risultati-effetti. Il paragrafo successivo è dedicato alla presentazione delle diverse tipologie di valore aggiunto che un’organizzazione può produrre per la società. A seguire viene descritto in maniera dettagliata il modello di valutazione del “valore aggiunto sociale” (SAVE), applicato alle OTS/IS italiane. Infine, nelle conclusioni viene richiamato il percorso teorico illustrato nel corso dell’articolo e vengono avanzate alcune ipotesi per possibili progetti di ricerca futuri.

Capitolo introduttivo con le ipotesi e il disegno empirico della ricerca sul campo su un campione rappresentativo delle famiglie italiane (rilevazione 2011)

Ricerca di sfondo sulla letteratura internazionale a riguardo dei vantaggi comparativi che le diverse strutture familiari hanno in termini di benessere delle persone

L'Autore discute i risultati dell'indagine sul campo per enucleare una teoria più generale del valore aggiunto delle relazioni sociali nei processi educativi e della socializzazione scolastica.

Il saggio cerca di elaborare in modo originale il concetto di valore sociale aggiunto, attraverso l'edsame di tre studi di caso dai quali estrapola indicatori per operazionalizzare il concetto.

Viene avanzata una nuova semantica del riconoscimento, detta relazionale, quale completamento delle tre semantiche del riconoscimento come identificazione, validazione e riconoscenza, e ne viene valutato l'impatto in termini di evidenziazione del valore sociale aggiunto della famiglia