56 results on '"Valentino Nizzo"'
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2. Comunicare il Museo Etrusco / Communicating the Etruscan Museum
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Valentino Nizzo
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Arts in general ,NX1-820 ,Auxiliary sciences of history - Abstract
La riorganizzazione del MiBAC negli ultimi quattro anni ha rivoluzionato completamente il sistema di gestione e comunicazione del patrimonio culturale nazionale. Tra gli aspetti più significativi di questa rivoluzione vi è, senza dubbio, l’introduzione di concetti come il “diletto” nel linguaggio ufficiale della missione museale. La sfida per una nuova generazione di musei, quindi, diventa quella di educare e allo stesso tempo divertire, trovando nuovi modi di comunicare, attraverso la narrazione e il coinvolgimento emozionale. Con questi obiettivi, la riforma ha incluso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia tra i primi trenta musei in Italia dotati di autonomia speciale, scientifica, gestionale e amministrativa. Una opportunità e al tempo stesso una sfida importante per l’unico museo con queste caratteristiche interamente dedicato agli Etruschi e alle altre culture dell’Italia centrale pre-romana. Il Museo è finora l’unico in Italia ad aver incluso nella sua missione i principi della Convenzione di Faro. A tali valori si sono ispirate molte delle iniziative sin qui promosse, destinate a incentivare la partecipazione attiva dei cittadini alla vita del Museo. Anche le attività di comunicazione si sono mosse nella medesima direzione, con risultati che hanno notevolmente incrementato la visibilità e la conoscenza del Museo e della civiltà etrusca. The reorganization of the Italian Cultural Heritage Ministry in the last four years has completely revolutionized the system of management and communication of national cultural heritage. Among the most significant aspects of this revolution, undoubtedly, is the introduction of concepts, such as enjoyment, into the official language of the museum’s mission. The challenge for a new generation of museums, therefore, becomes educating and, at the same time, amusing, finding new ways of communicating through storytelling and emotional engagement. With these aims, the reform has included the Villa Giulia Museum among the first thirty museums in Italy to have special, scientific, managerial and administrative autonomy, which represents an important opportunity and challenge for the only museum with these characteristics entirely dedicated to the Etruscans and the others cultures of pre-Roman Central Italy. The Villa Giulia Museum is so far the only museum in Italy to have included as part of its mission the principles of the Council of Europe Framework Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (Faro, 2005). Many of the initiatives promoted so far have been inspired by these values, aimed at encouraging the active participation of citizens in the life of the Museum. Communication activities also moved in the same direction, with results that greatly increased the visibility and knowledge of the Museum and of Etruscan civilization.
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- 2019
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3. Riflessioni sulla pratica del rituale incineratorio nel Lazio meridionale della III e IV fase
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Valentino Nizzo
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Ancient history ,D51-90 - Abstract
This article focuses on the cremation burial ritual in ancient Latium during the 3rd and 4th phase, dated from the end of the Iron Age to the beginning of the Orientalizing Period, coinciding with the merging of a stratified society. This ritual, already uncommon during the 2nd phase, becomes exceptional in the later phases. A detailed analysis of all cases in every single centre of Latium shows this particular feature of funerary practices to be seen as an evident consequence of direct contacts with the Greek world and not only with Etruria and the Fossakultur. In the present study its evaluation takes into account that such an innovation in ritual practices, received from abroad and filtered by local sensibility and tradition, is a sign of cultural enrichment and not of decadence.
- Published
- 2009
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4. Serenella De Natale: Pontecagnano II.7. La necropoli del Picentino. Tombe della Prima Età del Ferro dalla proprietà Colucci
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Valentino Nizzo
- Published
- 2023
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5. The dawn of the Potnia
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VALENTINO Nizzo
- Published
- 2022
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6. BIRTH. Archeologia dell’infanzia nell’Italia preromana
- Author
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VALENTINO Nizzo and Marco Arizza
- Abstract
L’archeologia dell’infanzia è un campo di ricerca molto attuale nel quadro internazionale degli studi dedicati all’antichità e negli anni più recenti ha visto una crescita considerevole anche grazie all’approccio interdisciplinare che arricchisce le indagini archeologiche di prospettive complementari, prime fra tutte quella dell’antropologia fisica e culturale. Il mondo infantile resta tuttavia molto difficile da analizzare per la scarsa visibilità che i bambini hanno in termini archeologici, a causa della fragilità dei resti ossei e della limitata evidenza sul piano sociale e culturale. Occorre allora adottare specifiche metodologie di indagine, capaci di fare emergere le tracce di una componente delle comunità antiche tanto significativa, quanto poco rappresentata a livello funerario. La attenta lettura contestuale dei dati riferibili ai bambini è il necessario presupposto per approdare a corrette ipotesi ricostruttive sulla percezione che ogni popolo aveva dell’infanzia. L’opera affronta il tema per la prima volta in modo sistematico e organico, mappando il fenomeno delle sepolture infantili nell’Italia del primo millennio a.C. Trenta saggi, scritti da circa sessanta studiosi, rendono questo volume la più aggiornata e completa raccolta di dati e di studi sull’archeologia dell’infanzia della penisola nell’età preromana. L’attenzione è rivolta non solo all’ambito sepolcrale, certamente il più ricco di informazioni, ma anche a quelli abitativo e santuariale molto meno noti, per ottenere un quadro conoscitivo il più possibile esteso e articolato. Dopo alcuni saggi che introducono alla riflessione teorica sviluppatasi attorno al tema, la prima parte dell’opera è dedicata ad un caso studio del mondo etrusco, oggetto di un recente progetto multidisciplinare; la seconda parte comprende numerosi contributi sull’Etruria, un territorio per il quale mancava finora una visione d’insieme su tutti i principali centri; la terza parte raccoglie saggi sulle popolazioni dell’Italia antica, offrendo uno straordinario sguardo sul mosaico di culture; infine un saggio finale, che delinea le coordinate culturali e antropologiche del fenomeno, valorizza la ricchezza e la complessità dell’opera. BIRTH costituisce il più completo strumento di conoscenza e di analisi del comportamento dei popoli dell’Italia antica nel trattamento funerario del bambino. Numerose appendici forniscono una dettagliata registrazione delle tombe infantili, base per ogni ricostruzione storica. L’opera è il primo passo di un percorso di studi destinato a proseguire, perché ancora molte sono le prospettive di indagine che l’archeologia dell’Italia preromana consente di sviluppare nell’ambito del più vivace dibattito scientifico internazionale sull’infanzia.
- Published
- 2022
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7. Il diritto alla sepoltura nel Mediterraneo antico
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Belcastro, Maria Giovanna, Bérard, Reine-Marie, Caldelli, Maria Letizia, Castex, Dominique, Catalano, Paola, Christof, Eva, Crispino, Anita, Cultraro, Massimo, Faraguna, Michele, Giannantonio, Stefania Di, Gruppioni, Giorgio, Labate, Donato, Laforest, Caroline, Lazzarini, Sergio, Malnati, Luigi, Mariotti, Valentina, Martín, José-Domingo Rodríguez, Milani, Vania, VALENTINO Nizzo, Pantano, Walter, Paturet, Arnaud, Ricci, Cecilia, Simonini, Camilla, Bérard, Reine-Marie, Centre Camille Jullian - Histoire et archéologie de la Méditerranée et de l'Afrique du Nord de la protohistoire à la fin de l'Antiquité (CCJ), and Aix Marseille Université (AMU)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS)
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010506 paleontology ,History ,060102 archaeology ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,[SHS.ANTHRO-BIO]Humanities and Social Sciences/Biological anthropology ,06 humanities and the arts ,[SHS.ART]Humanities and Social Sciences/Art and art history ,16. Peace & justice ,Antiquité ,01 natural sciences ,archéotanatologie ,PDG ,sépulture ,archéologie funéraire ,[SHS.DROIT]Humanities and Social Sciences/Law ,Archaeology ,SCI003000 ,sepoltura ,0601 history and archaeology ,aarcheotanatologia ,ComputingMilieux_MISCELLANEOUS ,0105 earth and related environmental sciences - Abstract
Il profondo rinnovamento dell’archeologia funeraria, a seguito dello sviluppo dell’archeotanatologia nel corso degli ultimi trenta anni, ci spinge, oggi, a riconsiderare la nozione di “sepoltura” con particolare riguardo alle pratiche funerarie ma anche a quelle giuridiche e rituali relative alla cura dei morti nel Mediterraneo antico. Quali erano i defunti che avevano diritto alla sepoltura, ossia coloro che godevano di un luogo a loro dedicato, nel corso di una cerimonia più o meno sviluppata? Secondo quali criteri (età, sesso, statussociale, stato di salute…) erano selezionati, raggruppati, onorati? Quali autorità si prendevano carico della gestione delle salme e degli spazi funerari? Quali leggi regolavano la protezione delle sepolture e, al tempo stesso, condannavano la loro violazione? Infine, cosa avveniva del corpo di coloro che si vedevano rifiutare l’accesso allo spazio funerario? Questo volume collettivo, basato sulle testimonianze della storia, della storia del diritto, dell’archeologia, dell’antropologia biologica e dell’epigrafia, cerca di dare delle risposte a queste domande attraverso una serie di studiprincipalmente incentrati sul mondo greco-romano dal primo millennio a.C. fino alla fine dell’Antichità. Frutto delle tre giornate di studio internazionali tenutesi a Roma tra il 2015 e il 2017, il volume presenta un approccio pluridisciplinare a questi temi, un bilancio delle recenti acquisizioni e una messa in prospettiva di queste tematiche, problematiche e metodologiche, per la riflessione sull’archeologia funeraria del Mediteerraneo antico.
- Published
- 2021
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8. La ‘costruzione’ del paesaggio funerario : dinamiche di integrazione e filtri funerari nella necropoli di Pithekoussai
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Valentino Nizzo
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- 2021
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9. Understanding and Accessibility of Pre-and Proto-Historical Research Issues: Sites, Museums and Communication Strategies : Proceedings of the XVIII UISPP World Congress (4-9 June 2018, Paris, France) Volume 17, Session XXXV-1
- Author
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Davide Delfino, Valentino Nizzo, Davide Delfino, and Valentino Nizzo
- Subjects
- Museums--Educational aspects--Congresses, Museums--Congresses, Museums--Public relations--Congresses
- Abstract
Understanding and Accessibility of Pre-and Protohistorical Research Issues: Sites, Museums and Communication Strategies presents the papers from Session XXXV-1 of the 18th UISPP World Congress (Paris, June 2018). Museums are increasingly seen as the place where scientific research and heritage education meet, rather than being simply a location for exhibitions. The eight contributions from Italy, the United Kingdom, Senegal, Spain and the Netherlands address the following related issues: the mediation of language from research usage to public usage, making the museum visit an educational experience, universal accessibility, involvement of the local community in the management of the sites and museums, use of media and new technology to bring scientific content to the public.
- Published
- 2021
10. Web Strategy in Museums: An Italian Survey Stimulates New Visions
- Author
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Valentino Nizzo, Anna Maria Marras, Vincenza Ferrara, Sara Radice, Tiziana Maffei, Gianfranco Calandra, Enrico Bertacchini, and Sarah Dominique Orlandi
- Subjects
Vision ,business.industry ,05 social sciences ,Museology ,Media studies ,050301 education ,Web Strategy ,Conservation ,Museum ,Digital content ,Political science ,0502 economics and business ,The Internet ,business ,0503 education ,050212 sport, leisure & tourism - Abstract
Museums must adapt to the increasingly massive use of the Internet, and use it to reach new audiences and find new ways of enhancing culture, or consolidate the relationship with their existing pub...
- Published
- 2018
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11. The Passive Seismic Technique ‘HVSR’ as a Reconnaissance Tool for Mapping Paleo-soils: The Case of thePilastriArchaeological Site, Northern Italy
- Author
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Erica Corradini, Giovanni Santarato, Samuel Bignardi, Valentino Nizzo, and Nasser Abu Zeid
- Subjects
Horizon (geology) ,Archeology ,History ,Shear waves ,Seismic microzonation ,010504 meteorology & atmospheric sciences ,Ambient noise level ,Excavation ,010502 geochemistry & geophysics ,01 natural sciences ,Archaeology ,Passive seismic ,Ground-penetrating radar ,Electrical resistivity tomography ,Geology ,0105 earth and related environmental sciences - Abstract
Horizontal-to-vertical spectral ratio (HVSR) is a widely used geophysical technique in seismic microzonation studies. It is based on a specific analysis of seismic ambient noise. The method allows to obtain the frequency and amplitude of the resonance peaks of a layered earth with increasing acoustic impedance contrasts. The peaks can be interpreted to obtain an estimation of depth(s) of the impedance contrast horizon(s). Based on the assumption that long-term human trampling results in sediment's stiffening, which increased both density and velocity of seismic shear waves, the HVSR method was applied to investigate the shallow subsurface of an important, Middle Bronze Age, archaeological site called ‘Pilastri Terramara’ discovered at the end of the last century. Following recent excavations, archaeologists supposed that the settlement could extend outside the initially hypothesized borders, and decided to involve geophysicists to verify the truthiness of this new hypothesis and consequently to map the possible spatial extent of the paleo-surfaces frequented by ancient occupants. The purpose of the geophysical investigation was then to detect and possibly to map one or more anthropogenic paleo-surfaces over a relatively large area (about 12000 m2). Unfortunately, direct evidences showed that the paleo-surfaces were embedded in clayey sediments and laying at depths ranging between 50 and 170 cm below ground level. Furthermore, the area to be investigated is occupied by a farm with glasshouses and other buildings. These obstacles constituted a real challenge that hindered the utilization of the most commonly used geophysical methods in archaeology, i.e. ground penetration radar (GPR), magnetometry and electrical resistivity tomography. For these reasons, we decided to use the HVSR method as a reconnaissance exploration tool, to confirm or rule out the presence of such paleo-surfaces. Spectral peaks related to acoustic horizons provided evidences about their presence and allowed to estimate their depths as was later confirmed by a new excavation. Copyright © 2017 John Wiley & Sons, Ltd.
- Published
- 2017
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12. Constructing deathscapes between Pithekoussai and Cumae
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2018
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13. Poliomyelitis in ancient Greece (5th century BC)?
- Author
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Francesco M Galassi, Valentino Nizzo, and Elena Varotto
- Subjects
History ,Pulmonary emphysema ,Paralytic poliomyelitis ,Medicine in the Arts ,History of medicine ,Ancient history ,medicine.disease ,Poliomyelitis ,Ancient Greece ,03 medical and health sciences ,0302 clinical medicine ,Greece, Ancient ,medicine ,Spinal deformity ,Humans ,Depiction ,030212 general & internal medicine ,Neurology (clinical) ,medicine.symptom ,Emaciation ,History, Ancient ,030217 neurology & neurosurgery - Abstract
The antiquity of poliomyelitis is disputed, since only inconclusive evidence has been adduced for the Ancient World so far.1 A ca 480 bc Attic pelike vase imported into Etruria (ancient Central Italy) depicting the mythical rendezvous between Heracles and Geras (figure, A) shows the latter (figure, B), the personification of Old Age, helping himself with a stick. The high degree of realism of this artwork, emerging in this historical period, allows one to identify extensive lower limb muscular atrophy and an unnatural eye-catching kyphoscoliotic spinal deformity. While previously considered—prudently yet perhaps too hurriedly—but a depiction of senile emaciation and pulmonary emphysema,2 the characteristically vivid clinical association leads us to hypothesize that Geras' anatomical features are compatible with those of a polio survivor exhibiting the incapacitating and long-term outcomes of the spinal form of paralytic poliomyelitis.
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- 2019
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14. Géants et gigantomachies entre Orient et Occident : actes du colloque, Naples, 14-15 novembre 2013 / organisé par le Centre Jean Bérard (CNRS-EFR), AOROC, ArScAn... [et al.] ; sous la direction de Françoise-Hélène Massa-Pairault et Claude Pouzadoux. - Naples : Publications du Centre Jean Bérard, 2020 (version électronique)
- Author
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Massa-Pairault, Françoise-Hélène, Pouzadoux, Claude, Luca, Cerchiai, Pierre, Chuvin, Filippo, Coarelli, Claude, Frontisi, Federica, Giacobello, Luca, Giuliani, Frank, Hildebrandt, Pierre, Leriche, Pascale Linant de, Bellefonds, Françoise-Hélène, Massa-Pairault, Mauro, Menichetti, Eliana, Mugione, Valentino, Nizzo, Prioux, Évelyne, François, Queyrel, Agnès, Rouveret, Mario, Torelli, Archéologies d'Orient et d'Occident et Sciences des textes (AOROC), École normale supérieure - Paris (ENS-PSL), Université Paris sciences et lettres (PSL)-Université Paris sciences et lettres (PSL)-École pratique des hautes études (EPHE), Université Paris sciences et lettres (PSL)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Centre Jean Berard (CJB), Ecole française de Rome (EFR)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Archéologies et Sciences de l'Antiquité (ArScAn), Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (UP1)-Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis (UP8)-Université Paris Nanterre (UPN)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Institut national de recherches archéologiques préventives (Inrap)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae (LIMC), Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (UP1)-Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis (UP8)-Université Paris Nanterre (UPN)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Institut national de recherches archéologiques préventives (Inrap)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS)-Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (UP1)-Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis (UP8)-Université Paris Nanterre (UPN)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Institut national de recherches archéologiques préventives (Inrap)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Françoise-Hélène Massa Pairault, Claude Pouzadoux, and École normale supérieure - Paris (ENS Paris)
- Subjects
art étrusque ,poésie hellénistique ,art hellénistique ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,Géants ,gigantomachies ,[SHS.ART]Humanities and Social Sciences/Art and art history ,[SHS.CLASS]Humanities and Social Sciences/Classical studies - Abstract
International audience; La Gigantomachie est le mythe dont l’horizon est la constitution de l’ordre actuel du monde : ordre physique et matériel des éléments ; ordre politique des dieux et des humains. À la lumière de nouveaux documents et de monuments issus de récentes fouilles archéologiques ou d’oeuvres majeures conservées dans les collections des musées, ce mythe et ceux qui lui sont associés ont fait ici l’objet d’un nouvel examen. Tous les aspects littéraires, artistiques et historiques sont abordés afin de mieux saisir l’importance de la Gigantomachie dans l’Italie antique (Cumes, Satricum, Étrurie, Spina, Grande Grèce et Sicile) et ses développements en Orient (dans la Pergame hellénistique ou sur les sites d’Asie mineure à l’époque impériale romaine, notamment avec les théâtres), sans négliger les métamorphoses du mythe dans les paysages et l’art contemporain.
- Published
- 2017
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15. Le gigantomachie da Spina
- Author
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Valentino Nizzo
- Published
- 2017
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16. Vaso a fiasco con iscrizione graffita
- Author
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AMPOLO, CARMINE, Valentino NIZZO, AA.VV., S. Settis, M. C. Parra, Ampolo, Carmine, and Valentino, Nizzo
- Published
- 2005
17. Recherches archéologiques à Laos-Marcellina (Calabre, CS)
- Author
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Gregorio Aversa, Valentino Nizzo, Alessia Zambon, Alain Duplouy, Trajectoires - UMR 8215, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (UP1)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), and Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (UP1)
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Archeology ,History ,060103 classics ,060102 archaeology ,Visual Arts and Performing Arts ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,0601 history and archaeology ,06 humanities and the arts ,Classics ,[SHS.HIST]Humanities and Social Sciences/History ,[SHS.CLASS]Humanities and Social Sciences/Classical studies ,ComputingMilieux_MISCELLANEOUS - Abstract
La reprise des recherches archeologiques sur la colonie grecque de Laos et la mise en valeur du site archeologique de Marcellina (fraction de Santa Maria del Cedro, province de Cosenza) ont pour ambition de poursuivre et de developper la collaboration fructueuse entre institutions francaises et italiennes qui avait permis entre 1973 et 1994 la fouille de l’etablissement lucanien de Laos-Marcellina (fig. 108). Les nouvelles fouilles entreprises par la Surintendance de la Calabre et l’explorati...
- Published
- 2010
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18. Capitolo IV. Dalla cronologia relativa alla cronologia assoluta
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Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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19. Ritorno ad Ischia
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-
VALENTINO Nizzo
- Subjects
Ischia Pithekoussai Necropoli Colonizzazione Greca Archeologia ,media_common.quotation_subject ,Art ,media_common - Published
- 2007
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20. Appendice I. Catalogo complessivo dei contesti e delle relazioni stratigrafiche
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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21. Capitolo III. Analisi della sequenza
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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22. Figure nel testo (1-39)
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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23. Capitolo II. Metodologia della classificazione tipologica
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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24. Tavole fuori testo
- Author
-
VALENTINO Nizzo
- Published
- 2007
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25. Introduzione
- Author
-
VALENTINO Nizzo
- Published
- 2007
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26. Capitolo I. La stratigrafia della necropoli
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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27. Indice delle illustrazioni
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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28. Bibliografia
- Author
-
VALENTINO Nizzo
- Published
- 2007
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29. Appendice II. Distribuzione dei tipi principali per sesso e classi d’età
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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30. Nuove acquisizioni sulla fase preellenica di Cuma e sugli scavi di E. Osta
- Author
-
VALENTINO Nizzo
- Subjects
Archeology ,History ,Visual Arts and Performing Arts ,Classics - Abstract
Il ritrovamento di una serie di documenti d’archivio inediti ha permesso all’Autore di ricostruire le vicende che portarono alla scoperta nel 1904, da parte dell’Avv. Ernesto Osta, di un gruppo di 36 inumazioni facenti parte del sepolcreto preellenico di Cuma. Grazie ad un elenco redatto il 20 marzo del 1904 a cura dei funzionari del Museo Archeologico nazionale di Napoli che presiedevano a quelle ricerche (I. Dall’Osso e S. Di Blasi) è stato possibile verificare come le associazioni di corredo divulgate da E. Gabrici nella sua monografia su Cuma del 1913 e considerate ancora oggi valide, si rivelino in realtà fallaci sotto molti aspetti. Ciò ha conseguenze piuttosto rilevanti sull’interpretazione e l’inquadramento cronologico delle tombe Osta, dato anche il fatto che esse rappresentarono uno dei perni principali sui quali H. Müller Karpe nel 1959 fondò una parte significativa della sua ricostruzione della sequenza cronologica della prima età del Ferro dell’Italia peninsulare. In questa sede è stata presentata una ricomposizione preliminare dei corredi che risultano maggiormente alterati, rinviando ad un lavoro di più ampio respiro per la discussione di tutti gli aspetti derivanti dalla rilettura di questo complesso funerario., Nizzo Valentino. Nuove acquisizioni sulla fase preellenica di Cuma e sugli scavi di E. Osta. In: Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, tome 119, n°2. 2007. Antiquité. pp. 483-502.
- Published
- 2007
31. Capitolo V. La classificazione tipologica
- Author
-
Valentino Nizzo
- Published
- 2007
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32. Archeologia e antropologia della morte
- Author
-
VALENTINO Nizzo
33. Nuove acquisizioni sulla fase preellenica di Cuma e sugli scavi di E. Osta
- Author
-
VALENTINO Nizzo
34. Conceptualising early colonisation
- Author
-
Donnellan, Lieve, VALENTINO Nizzo, Burgers, Gert-Jan, and Ridgway, David W.
35. Tempus fugit. Datare e interpretare la 'prima colonizzazione': una riflessione 'retrospettiva' e 'prospettiva' su cronologie, culture e contesti
- Author
-
VALENTINO Nizzo
36. Dall'esibizione al rigore: analisi dei sepolcreti laziali tra VII e VI sec. a. C
- Author
-
Bartoloni, Gilda, VALENTINO Nizzo, and Taloni, Maria
37. Conceptualising early Greek colonisation. Introduction to the volume
- Author
-
Donnellan, Lieve and VALENTINO Nizzo
38. Unusual geophysical techniques in archaeology - HVSR and induced polarization, A case history
- Author
-
Erica Corradini, Samuel Bignardi, Valentino Nizzo, N. Morandi, N. Abu Zeid, and Giovanni Santarato
- Subjects
Regional geology ,Induced Polarisation ,Bronze Age ,Engineering geology ,Mineralogy ,Socio-culturale ,Geophysics ,Induced polarization ,Archaeology ,Horizontal-to-Vertical Spectral Ratio, acoustic impedance, Induced Polarisation, "Terramara di Pilastri", Bronze Age ,Horizontal-to-Vertical Spectral Ratio ,acoustic impedance ,"Terramara di Pilastri" ,Ground-penetrating radar ,Electrical resistivity tomography ,Economic geology ,Penetration depth ,Igneous petrology ,Geology - Abstract
Conventionally employed geophysical methods in archaeological investigations , i.e. ground penetrating radar(GPR), magnetometry, geoelectric (electrical resistivity tomography: ERT) and geo-electromagnetic (FDEM) techniques, can be hampered by specific site conditions. In the case history here presented, i) magnetometry was ruled out due to the presence of iron structures used to support nearby fences and greenhouses partially covering part of the site; ii) GPR employment was tested but not employed due to low penetration depth (i.e. presence of superficial clay sediments) which was much less than the depth of the target, iii) ERT, unfortunately, could not detect the paleo-surface(s) layer(s) as their thickness is below the resolving power of the method. For these reasons and keeping in mind that the paleo-surfaces could have been stiffened due to trampling of human activity over the centuries along which the settlement existed, we employed the Horizontal-to-Vertical Spectral Ratio method (HVSR) which is sensitive to the presence of appreciable contrasts of acoustic impedance of such paleo-surfaces. The obtained results have been proved by direct excavations. Likewise, the Induced Polarization tomography (IPT) which was acquired during the ERT survey, shed light on the presence of increased and well-organized chargeability values that inferred the presence of a paleo-riverbed.
39. Raccontare una strada: paesaggi e personaggi del primo miglio della via Appia a Roma tra esperienza sul campo e racconto social
- Author
-
Valeria Di Cola, Valeria Di Cola, Elisabetta Cori, Fabrizio Sommaini, Marta Greco, Adelina Ramundo, Giulia Mazza, Franco Cambi, Davide Mastroianni, Valentino Nizzo, Francesco Pignataro, Simona Sanchirico, and DI COLA, Valeria
- Subjects
archeologia pubblica, archeologia urbana, Roma, Metodologia della ricerca archeologica, via Appia - Abstract
Lo scopo di questo breve intervento è quello di contribuire al dibattito sulla comunicazione culturale e in particolare su come contenuti di alto profilo scientifico prodotti in sede universitaria siano trasferibili al grande pubblico, tenendo ferma una serie di irrinunciabili scelte metodologiche emerse ormai da anni nella riflessione sul tema: comunicare la globalità e la complessità, utilizzare in modo appropriato le tecnologie, saper proporre un racconto e stimolare la partecipazione attiva. Un cantiere per sperimentare queste pratiche è stato il progetto “Appia Primo Miglio” dell’Università Roma Tre che, per le peculiarità che illustreremo, rappresenta un caso particolare nella comunicazione culturale che abbraccia, fra le altre cose, la possibilità di creare un racconto social di un paesaggio urbano pluristratificato.
- Published
- 2021
40. I santuari campani prima di Roma: luoghi fisici, spazi rituali, divinità
- Author
-
Carlo Rescigno, V. Nizzo, Valentino Nizzo, and Rescigno, Carlo
- Published
- 2020
41. WEB STRATEGY MUSEALE
- Author
-
Orlandi, Sarah Dominique, Calandra, Gianfranco, Ferrara, Vincenza, Marras, Anna Maria, Radice, Sara, Tiziana Maffei, Daniele Jalla, Valentino Nizzo, and Enrico Bertacchini
- Subjects
web strategy ,museale ,museum ,ICOM ,museo ,WEB - Abstract
Monitorare e progettare la comunicazione culturale nel web. Prima parte: Alcuni temi introduttivi. Seconda Parte: LO SCHEMA DELLA WEB STRATEGY - WSS 2019. Approfondimenti sui 17 parametri. L’obiettivo di questo volume e del progetto di ricerca che lo ha generato è quello di offrire uno schema per il monitoraggio della web strategy museale (WSS - Web Strategy Schema), per l’analisi dell’orientamento strategico dei luoghi della cultura in ambiente digitale – con particolare attenzione per i musei, i poli museali, i complessi monumentali, le aree e i parchi archeologici, che aiuti a rispondere in particolare alle domande: Quali sono le scelte e le priorità di un museo rispetto al web? Qual è la sua strategia web e che caratteristiche ha? In che contesto e con quali strumenti si trova ad operare nel web?, Edizione ICOM Italia, Milano 2019
- Published
- 2019
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42. Outbreak of Cholera of the XIXth century: a potential cemetery discovered in Martigues (France)
- Author
-
Granier, Gaëlle, Marino, Hélène, Anthropologie bio-culturelle, Droit, Ethique et Santé (ADES), Aix Marseille Université (AMU)-EFS ALPES MEDITERRANEE-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Service Archéologique Municipal Martigues, Martigues, Valentino Nizzo, and Granier, Gaëlle
- Subjects
[SHS.ARCHEO] Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,[SHS.ANTHRO-BIO]Humanities and Social Sciences/Biological anthropology ,cholera ,Epidemic ,collective grave ,mass disaster grave ,choléra ,[SHS.ANTHRO-BIO] Humanities and Social Sciences/Biological anthropology ,[SHS]Humanities and Social Sciences ,[SHS.HIST] Humanities and Social Sciences/History ,Sépulture collective ,[SHS] Humanities and Social Sciences ,Southern france ,Sépulture de catastrophe ,sépulture de masse ,[SHS.HIST]Humanities and Social Sciences/History ,épidémie - Abstract
The archaeological site located at Kennedy Avenue (Martigues, France) has been the subject of a preventive excavation from May to July 2013. Sixty-four funerary structures (primary burials and bones in secondary position) were found during this field operation. Typology of graves and burial modes reveal some specific features. Individuals found in primary position are buried in standardized nailed wood coffins, and these coffins are placed in narrow parallel common trenches, in which they are superimposed on several levels. The burial in collective structures (i.e. trenches) of a large number of individuals - with regard to the population of Martigues in the XIXth century and its usual mortality rate – leads us to think about a disaster graveyard, which existence was con-firmed by our researches in the city archives. This plot, used between 1840 and 1854, corresponds to an extension of the existing churchyard, which started as soon as the first cholera epidemics reached the city of Martigues. The year 1854 is also marked by one of the most deadly cholera episodes for this city.If burials in collective trenches translate a usually high mortality rate, maintaining individual-ized burials in coffins shows that this mortality crisis was correctly brought under control. The study of this exceptional archaeological site and its related historical data should respond to certain issues: first, the presence of bones in secondary position and without any preserved anatomical connections seems to confirm a more extensive use of the cemetery than during the year 1854 alone. Secondly, the estimation of the maximal geographic extension of this cemetery, together with historical data, will assess the severity of the epidemic crisis. Finally, Biomolecular analyses aim to highlight the involvement of the cholera bacillus from a biological point of view., Le site du 10 avenue Kennedy (Martigues, Bouches-du-Rhône) a fait l’objet d’une fouille préventive de mai à juillet 2013, suite à une opération diagnostique en 2012. Un usage funéraire des parcelles était supposé grâce aux archives de la ville ; la fouille a confirmé ce type d’occupation avec la mise au jour de 64 structures funéraires (sépultures primaires et ossements en position secondaire). Le type de tombe et le mode d’inhumation livrent des particularités. Les sujets en place sont inhumés dans des cercueils de bois cloués standardisés, puis ces cercueils sont déposés dans des tranchées communes étroites et parallèles, dans lesquelles ils sont superposés sur plusieurs niveaux. L’inhumation d’un nombre important de sujets – au regard de la population de Martigues au XIXe siècle et de son taux de mortalité habituel – dans des structures collectives en tranchées rapproche bien ce site d’un cimetière de catastrophe. L’été 1854 est marqué par un épisode de choléra à Martigues, dont les archives font état (délibération du conseil de la ville, courriers divers, séries de statistiques, etc…). Ces archives situent également à l’emplacement de notre site une extension du cimetière paroissial, créée en 1854 afin d’inhumer les victimes de l’épidémie de choléra. Les registres recensant la population font par ailleurs état d’un nombre anormalement élevé de décès durant cette période. L’année 1854 est historiquement référencée pour l’importance de l’épidémie de choléra à l’échelle générale du sud de la France.Les résultats de l’étude du site semblent donc confirmer l’existence d’un cimetière dévolu à l’inhumation des victimes de l’épidémie de choléra. Si l’inhumation en tranchées collectives traduit une surmortalité anormale, le maintien des inhumations individualisées en cercueils montre une gestion relativement maîtrisée de la crise de mortalité. L’étude de ce site exceptionnel et des données historiques doit permettre de répondre à certaines problématiques : en premier lieu, la présence d’ossements en position secondaire et sans connexions anatomiques préservées semble indiquer une utilisation plus étendue que durant la seule année 1854. En second lieu, l’estimation de l’extension maximale de ce cimetière permettra d’évaluer la gravité de la crise épidémique, en relation avec les données historiques. Enfin, des analyses biomoléculaires visent à mettre en évidence d’un point de vue biologique l’implication du bacille du choléra.
- Published
- 2018
43. The role of a funerary space in the construction of a ritual landscape : the domainal necropolis of Richeaume XIII, near Aquae Sextiae (France)
- Author
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Granier, Gaëlle, Lattard, Alexia, Mocci, Florence, Bartette, Titien, Cenzon-Salvayre, Carine, Huguet, Céline, Granier, Gaëlle, Valentino Nizzo, Anthropologie bio-culturelle, Droit, Ethique et Santé (ADES), Aix Marseille Université (AMU)-EFS ALPES MEDITERRANEE-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Centre Camille Jullian - Histoire et archéologie de la Méditerranée et de l'Afrique du Nord de la protohistoire à la fin de l'Antiquité (CCJ), Aix Marseille Université (AMU)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Institut de recherche sur l'architecture antique (IRAA), Université Lumière - Lyon 2 (UL2)-Aix Marseille Université (AMU)-Université de Pau et des Pays de l'Adour (UPPA)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Direction Archéologie et Muséum de la ville d'Aix-en-Provence, Centre Technique Municipal RTE des Milles Aix-en-Provence, Fondazione Dia'Cultura, Rome et ses Renaissances : Art, archéologie, littérature, philosophie, and Sorbonne Université (SU)
- Subjects
[SHS.ARCHEO] Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,funerary monument ,[SHS.ANTHRO-BIO]Humanities and Social Sciences/Biological anthropology ,anthracology ,southern France ,Archéo-anthropologie funéraire ,[SHS]Humanities and Social Sciences ,anthracologie ,[SHS.ANTHRO-BIO] Humanities and Social Sciences/Biological anthropology ,Cremation ,crémation ,monument funéraire ,[SHS.HIST] Humanities and Social Sciences/History ,roman funerary practices ,[SHS] Humanities and Social Sciences ,[SHS.HIST]Humanities and Social Sciences/History ,pratiques funéraires romaines - Abstract
At the eastern end of the Aix-en-Provence territory (antique Sextiae Aquae), on the southern foothills of Mount Sainte-Victoire, the ancient Domaine Richeaume includes the remains of a vast Roman agricultural domaine ; the villa (Richeaume I) and its burial space (Richeaume XIII) have been the object of extensive fieldwork. The creation of the different zones (production, residential housing, burial space) across this domaine reflects the structure and the organization of this landscape.The burial space at Richeaume XIII comprises 43 funerary structures, broadly grouped into two chronological phases: the first to the middle of the third centuries AD, and the second half of the third to the seventh century AD. The first phase of occupation is characterized by the exclusive use of cremation, except for the very young infants. The key element on the site is a large monument, around and within which the Early Imperial funerary elements were situated.During Late Antiquity and Early Middle Age, the southern part of the necropolis was still used. The monument retains an important role in the landscape despite the abandonment of his funeral service.Research at the site was situated within a framework assessing ritual and gesture and is therefore interdisciplinary in nature: common protocols across physical anthropology, archaeo-anthracology and archaeo-thanatology, along with other specialisms (archeology, ceramology, paleobotany, architecture, geomorphology, etc...), with a view to identifying common human gestures. The recognition of the function and nature of the archaeological structures allowed us to define the ritual landscape and suggests variability and complexity in practices across this burial space. This collaboration contributes to the reconstruction of the funerary landscape. The visual prominence of the monument, along with the funerary terrace, are dominant elements in the ritual landscape. Moreover, the various stages in the funeral rites on this site have been identified and allow us to infer the visual, audible and olfactory experiences associated with cremation. All of these elements reflect very specific choices regarding location of the site and the burials. Our study reflects the proliferation of memorial sites and places, as well as the ritual importance of the monument, designed as a funerary garden whose operation is similar to that of a mausoleum. It allows to determine the parameters leading to its inclusion in the domanial landscape.The multiplicity of funeral rites in the Roman world is thus revealed by this interdisciplinary strategy. This approach also implies extreme complexity in Roman ritual landscapes. We also contrast our evidence with evidence provided by written sources., Situé à l’extrémité orientale du Pays d’Aix-en-Provence (antique Aquae Sextiae), sur le piémont méridional de la montagne Sainte-Victoire, le domaine antique de Richeaume présente les vestiges d’un vaste domaine agricole, dont la villa (Richeaume I) et son espace funéraire (Richeaume XIII) ont été explorés. L’implantation des différents espaces constitutifs de l’espace domanial (activités de production, habitat résidentiel, espace funéraire) répond à une organisation structurée et structurante du paysage.L’espace funéraire de Richeaume XIII a fait l’objet d’une opération programmée (2007-2012). Elle a révélé 43 structures à vocation funéraire, réparties dans deux phases d’occupation majeures : du Ier au milieu du IIIe siècle puis de la seconde moitié du IIIe au IXe s. de n.è. La première phase d’occupation est marquée par l’usage unique de la crémation (19 structures), excepté pour les Très Jeunes Immatures. L’élément fondateur de cette occupation funéraire est l’édification d’un vaste monument funéraire, autour et à l’intérieur duquel s’installent des structures de crémation durant le Haut-Empire. A la fin de l’Antiquité et au Haut Moyen-âge, l’implantation funéraire perdure mais se déplace au sud du monument funéraire, qui conserve un rôle de marqueur dans le paysage malgré l’abandon de sa fonction funéraire.L’étude du site, tant sur le terrain que lors de la phase de recherche, s’est inscrite dans une archéologie du rituel et du geste et s’est donc basée sur une approche interdisciplinaire : un protocole commun entre anthropologie, archéo-anthracologie, et archéo-thanatologie, mis en œuvre conjointement à d’autres spécialités (archéologie, céramologie, paléobotanique, architecture, géomorphologie, etc…), afin d’aborder au mieux gestes adoptés. La reconnaissance de la fonction et la nature des structures nous a permis de définir le paysage rituel, qui montre la variabilité des pratiques et leur complexité au sein d’un même ensemble. Cette collaboration a également permis de reconstituer le paysage général de l’espace funéraire. L’aspect visuel marquant de la construction même de la terrasse funéraire et sa position dominante participent de la constitution du paysage rituel, au même titre que les gestes et éléments adoptés dans les bûchers et les tombes mêmes. En effet, les différentes étapes des rites liés aux funérailles sur ce site ont fait l’objet de choix raisonnés, ayant pour but d’allier les aspects visuel, sonore et olfactif lors de la crémation. Cette volonté a un écho dans la dimension plus étendue de la nécropole : ces aspects font également l’objet de gestes réfléchis, dans le choix de la terrasse comme monument, dans le choix de son emplacement, dans l’implantation de marqueurs, dans l’aménagement d’un jardin, … Notre étude traduit la multiplication des lieux de mémoire et des lieux intégrant le rituel et souligne l’importance du monument en terrasse, dont le fonctionnement s’apparente à celui d’un mausolée. Elle permet de cerner les paramètres ayant présidé à son inscription dans le paysage domanial. La multiplicité du rite funéraire en contexte romain est ainsi révélée par ce type d’approche interdisciplinaire. Cette approche laisse aussi entrevoir l’extrême complexité du paysage rituel romain, dans ses multiples phases et dans la variabilité qu’il connait. Nous nous interrogeons notamment sur la notion de sépulture ou de lieu de mémoire que peuvent revêtir les structures liées à la crémation, dans leur définition archéologique au regard de celle suggérée par les textes antiques.
- Published
- 2018
44. In Italia seicento e quaranta, in Almagna duecento e trentuna …
- Author
-
Gabucci, Ada, Laboratoire d'Archéologie Médiévale et Moderne en Méditerranée (LA3M), Aix Marseille Université (AMU)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Valentino Nizzo, Antonio Pizzo, and Musacchia, Sandrine
- Subjects
[SHS.ARCHEO] Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,[SHS.ART] Humanities and Social Sciences/Art and art history ,[SHS.ART]Humanities and Social Sciences/Art and art history ,ComputingMilieux_MISCELLANEOUS - Abstract
International audience
- Published
- 2018
45. Società ed ideologia funeraria ad Arpi nel IV secolo a.C. : il sistema di interazioni tra uomini e prodotti culturali nelle necropoli dell’ONC 28 e 35
- Author
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Luca Basile, Claude Pouzadoux, Centre Jean Berard (CJB), Ecole française de Rome (EFR)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Valentino Nizzo, and Pouzadoux, Claude
- Subjects
Arpi ,necropoli ,Daunia ,[SHS] Humanities and Social Sciences ,ComputingMilieux_MISCELLANEOUS ,[SHS]Humanities and Social Sciences - Abstract
International audience
- Published
- 2018
46. 'All'ombra de' cipressi e dentro le urne...'. La latinizzazione della necropoli cumana
- Author
-
Priscilla Munzi, Jean-Pierre Brun, Henri Duday, Giuseppe Camodeca, Marcella Leone, Centre Jean Berard (CJB), Ecole française de Rome (EFR)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), Chaire Techniques et économies de la Méditerranée antique, Collège de France (CdF (institution)), De la Préhistoire à l'Actuel : Culture, Environnement et Anthropologie (PACEA), Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS)-Université de Bordeaux (UB), Universita degli Studi di Napoli L'Orientale (UNIOR), Valentino Nizzo, and Université de Bordeaux (UB)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS)
- Subjects
Necropoli ,Campi Flegrei ,Cuma ,[SHS]Humanities and Social Sciences - Abstract
International audience; Durante gli anni di ricerca sulle necropoli settentrionali di Cuma, il Centre Jean Bérard, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Napoli, ha portato alla luce una serie di sepolture di II-I sec. a.C. Lo studio congiunto del palinsesto stratigrafico, dei corredi, del repertorio epigrafico e dei dati antropologici ha permesso di apportare nuove informazioni sulla società cumana e soprattutto aggiungere ulteriori dati sull’autorappresentazione funeraria dei diversi gruppi etnici all’interno della città.Cuma nel 334 a.C. ottiene la civitas sine suffragio e nel 318 a.C. è sottoposta alla giurisdizione della Praefectura Capuam Cumas. I risultati delle ricerche degli ultimi anni hanno ampliato notevolmente il quadro delle conoscenze sul periodo osco a Cuma e, più in generale, sulla fase tra la metà del II e i primi decenni del I sec. a.C. quando si registrano significativi interventi architettonico-edilizi in diversi punti della città (foro, fortificazioni, acropoli, etc.). Tutte le città dei Campi Flegrei conoscono in questa fase un periodo di grande vivacità economica durante il quale la regione riveste un ruolo di primo piano nei contatti e negli scambi nel bacino del Mediterraneo. La fine delle guerre puniche e la fondazione della colonia romana marittima di Puteoli nel 194 a.C. ne accelerano notevolmente lo sviluppo economico. L’acquisizione nel 180 a.C. del diritto di usare il latino negli atti pubblici e nel commercio (Liv. 40.43.1) lascia presupporre che a Cuma si sia realizzato il processo di “romanizzazione”.La zona presa in esame in questo contributo si estende fuori dalle mura settentrionali, lungo gli assi stradali che uscendo dalle porte principali della città si dirigevano verso nord. In questa area, tra la seconda metà del II e la metà del I sec. a.C. il paesaggio inizia ad animarsi della presenza di sontuose tombe a camera semi ipogeica e di un cospicuo numero di tombe individuali a cremazione.L’analisi dei dati sembra indicare che nella seconda metà del II sec. a.C. il gruppo umano in esame non prediliga un rituale in particolare: cremazione e inumazione sono attestate in maniera univoca. Quello che però sembra mutare completamente è la tipologia architettonica, in apparenza legata alla pratica funeraria adottata: a pochi metri di distanza tra loro insistono tombe a camera per inumazioni plurime e tombe a “parallelepipedi con stele” o a fossa con cippo predisposte per accogliere i resti cremati di un solo individuo. Nel caso delle prime, si tratta soprattutto di tombe a camera semi ipogeica con volte a botte, sormontate da semata. Queste ultime, messe in opera con grandi blocchi in tufo giallo flegreo, ospitano al loro interno due o tre letti o cassoni funerari. Il rito adottato, come già detto, è l’inumazione. Il defunto è posto su un leggero strato di sabbia accanto al quale è deposto il corredo funerario che appare fortemente standardizzato ma di qualità non trascurabile. Si tratta nel caso d’inumazioni femminili di oggetti che alludono a due sfere del mundus muliebris : da una parte, attraverso la deposizione di manufatti legati al mondo della cosmesi e della cura personale è rappresentata la potenzialità seduttiva della donna mentre, dall’altra, fusi e conocchie ne delineano il ruolo di mulier lanifica, ovvero di donna che ha realizzato il matrimonio. Il ruolo sociale dell’uomo invece non è enfatizzato attraverso il corredo funerario; questo, quando presente, si limita al solo strigile che potrebbe alludere all’educazione (atletica) del defunto. La mancata connotazione, come nelle fasi precedenti, dell’uomo come guerriero potrebbe far ipotizzare un ruolo differente all’interno della società: egli è ora un cittadino non solo osco ma anche romano e non ha bisogno di armi o altri oggetti per connotarsi come tale. Pertanto, la tomba all’interno della necropoli potrebbe costituirne il riflesso del ruolo occupato all’interno della società. Non vanno dimenticati, infine, gli stili che, solitamente accompagnati da un calamaio, connotano il defunto come soggetto alfabetizzato e colto. Contemporanee a queste sepolture sono le tombe a “parallelepipedi con stele superiore”. Tale tipologia tombale prevede un ricettacolo in tufo, composto da due grandi blocchi scavati all’interno per dar alloggio al cinerario sempre in ceramica. All’interno dell’urna, oltre alle ossa combuste, si ritrovano alcuni resti del corredo funerario cremato insieme al defunto; oggetti che non si discostano molto dal repertorio tipico delle tombe a camera. In alcuni casi, al momento della cremazione il corpo doveva essere posto su un letto come testimoniano i frammenti combusti in osso finemente lavorato all’interno dei cinerari.Alcune sepolture conservano sulla parte sommitale dei cippi o delle stele iscrizioni in osco o in latino che connotano gli individui come di origine osca. I nomi incisi nel tufo, in molti casi, sono collegabili a famiglie già attestate a Cuma e nel territorio.Con il sopraggiungere del I sec. a.C. a queste tombe si affianca una cospicua quantità di tombe individuali, probabilmente pertinenti ai ceti inferiori della popolazione. Si tratta di sepolture secondarie a cremazione segnalate da cippi in tufo simili a quelli attestati nella fase precedente. Le ossa combuste sono deposte all’interno di urne cinerarie, recipienti d’uso quotidiano generalmente adibiti alla cottura dei cibi. Quasi del tutto assenti sono gli oggetti di corredo; alcuni balsamari in ceramica documentano l’esistenza di rituali funerari in relazione con le tombe. In questa fase, la parte sommitale dei cippi e delle stele è caratterizzata da un’iscrizione unicamente in latino che documenta la presenza di individui di cittadinanza romana, alcuni dei quali di origine osca. Lo scavo degli ossuari e l’analisi antropologica dei contesti tombali hanno permesso di evidenziare non solo i dati biologici delle persone deposte ma hanno fornito anche utili informazioni riguardo le pratiche post-crematorie e su alcuni gesti inerenti la conduzione di una cremazione, la raccolta dei resti ossei (l’ossilegium) e la loro deposizione in tomba. Le sepolture qui presentate mostrano bene la vivacità culturale della città flegrea: una città che, nonostante continui a conservare un substrato culturale greco (Strab. 5.4.4.) e nonostante si sia affacciata al mondo romano in maniera preponderante, continua ad essere influenzata da una forte componente osca (Vell. 1.4.2). In questa società, che potremmo definire multietnica, le famiglie osche o di origine osca oltre a mantenere la loro integrità culturale sembrano detenere anche il potere politico ed economico della città. Questo dato non si evince solo dalle pratiche funerarie ma è ben documentato anche da alcune epigrafi presenti nei settori pubblici della città, dove l’utilizzo dell’osco nelle iscrizioni dedicatorie è un ulteriore forte segnale del potere della compagine italica.Quello che emerge è la presenza di una comunità di individui legati da una medesima origine che, sia nel privato, quindi nella pratica funeraria, sia nel pubblico, afferma e sottolinea la sua appartenenza ad un gruppo etnico. Heii, Modii, Auxii, Antii, Staii pur essendosi avvicinati alla civiltà romana, che sempre di più fa sentire il suo peso in Campania, nel rituale funerario si “latinizzano” pur continuando ad autorappresentarsi fino agli inizi del I secolo alla “maniera osca”.
- Published
- 2018
47. Un contexte funéraire atypique de la fin du XIIIe s. dans le complexe artisanal romain de Loron (Croatie): trésor monétaire et étude archéo-anthropologique
- Author
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De Larminat, Solenn, ROUSSE, Corinne, Terrizzi, Fabrizio Alessandro, Centre Camille Jullian - Histoire et archéologie de la Méditerranée et de l'Afrique du Nord de la protohistoire à la fin de l'Antiquité (CCJ), Aix Marseille Université (AMU)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), and Valentino Nizzo
- Subjects
Croatie ,[SHS.ARCHI]Humanities and Social Sciences/Architecture, space management ,Moyen Age ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,North Adriatic ,Croatia ,Adriatique ,burial ,[SHS.ANTHRO-BIO]Humanities and Social Sciences/Biological anthropology ,Sépulture isolée ,treasury ,[SHS.ART]Humanities and Social Sciences/Art and art history ,Middle Age ,Dépôt monétaire ,[SHS.ENVIR]Humanities and Social Sciences/Environmental studies ,Istrie ,coin ,Istria ,[SHS.CLASS]Humanities and Social Sciences/Classical studies - Abstract
International audience; Loron (Tar-Vabriga, Croatia) is a large Roman estate implanted near the sea in the early frst century AD on the territory of the colony of Parentium (Poreč). It’s currently the subject of a French-Croatian international program involving the territorial museum of Poreč (Zavičajni Poreštine muzej), the French School of Rome and the research center C. Jullian (Aix-Marseille University - CNRS) with the support of the Ministry of Culture of the Republic of Croatia and the French Foreign Ministry. Since 1994, the excavations led by an international team have unearthed a large workshop complex mainly dedicated to the production of oil amphoras Dressel 6B for export. This workshop was the property of senators and emperors. It was continuously occupied from the frst century AD to the fourth century AD, before being gradually dismantled, and then completely abandoned in the late ffth century AD. New research conducted on the Loron promontory corresponding to imperial property, have located another Roman residential area - probably the aristocratic villa- without revealing signifcant evidences about the post-antique occupancy of this area. This is why the discovery in 2012 of a male individual burial associated with a small monetary treasure of the late thirteenth century is an atypical funerary context. The tomb itself, a no deep simple grave, was specifcally installed at the corner of a building associated with the amphora workshop. Itconstitutes an isolated context to link with sporadic visits to the coast. Yet the value of currencies associated with deceased contrast to the simplicity of the burial: these are 9 silver coins issued by the Aquileia and Trieste money workshops between 1234-1254 and 1260-1282. These coins were probably gathered in a purse discovered near the basin. The poster presents all burial components (location, architecture, skeleton, material) in relation to the known data on the late Middle Ages Poreč territory occupation and the funerary practice, compared to others similar contexts of isolated medieval burials with coins in Italy.
- Published
- 2018
48. Un esperimento di archeologia pubblica: il giro delle Mura Aureliane in taxi
- Author
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Maura Medri, Valentino Nizzo, Antonio Pizzo, Elena Chirico, and Medri, Maura
- Subjects
Roma, Mura Aureliane, archeologia pubblica, valorizzazione, divulgazione archeologica - Published
- 2018
49. À propos d’un cas de procubitus du VIIe s. av. n. è. dans la nécropole phénicienne d’Utique
- Author
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Jonghe, Marie De, de Larminat, Solenn, Ecole des hautes études hispaniques, Casa de Velázquez, Ecole des hautes études hispaniques, Centre Camille Jullian - Histoire et archéologie de la Méditerranée et de l'Afrique du Nord de la protohistoire à la fin de l'Antiquité (CCJ), Aix Marseille Université (AMU)-Ministère de la Culture et de la Communication (MCC)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), and Valentino Nizzo
- Subjects
sépulture individuelle ,[SHS.ARCHEO]Humanities and Social Sciences/Archaeology and Prehistory ,position du cadavre ,époque phénicienne ,Utique ,nécropole ,Rite funéraire - Abstract
International audience; In 1949, P. Cintas excavated in the necropolis “of the bank” in Utica the grave of an individual in prone position (grave XXIII). This grave is a pit with raw brick walls, as all the other graves of this site for this period,and whose ceramic material is representative of the material found in the VIIthcentury BC Phoenician graves. In the meantime, the position of the deceased,in procubitus with the elbows tied up in the back, denotes in a context of decubitus positions. Through an actualization of the data of this grave XXIII, we will think about the place of those deceased in prone position within the Phoenician funerary practices. Aside from a different treatment of the body, can other elements, such as architecture or material in the grave, induce a distinction of the deceased? How would the grave XXIII be regarded compared to the collective standard seen in Utica?
- Published
- 2018
50. ‘Sistemi’ coloniali e definizioni identitarie: le ‘colonie sorelle’ della Sicilia orientale e della Calabria meridionale
- Author
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FRISONE, Flavia, Gert-Jan Burgers, Lieve Donnelan, Valentino Nizzo (eds), and Frisone, Flavia
- Subjects
Ancient Greek History, Greek Colonization, Colonizzazione greca, colonie calcidesi, modelli coloniali, secondary colonization - Abstract
The paper deals with a case-study drawn from the framework of researches on Greek “secondary colonisation”. It falls within the earlier horizons of Greek colonisation and concerns the settlements proomoted by Chalcidians from Euboea and from Chalcidian Cumae in Campania in Sicily and in Southern Italy immediately across the Straits of Messina. Focusing on such an early and strongly intertwined set of foundations can yield a more nuanced reading of the forms and ways of the Greek colonial experience in terms of the relations of colonial settlements, of the processes of territorial organization of sites and of the shaping of their identity.
- Published
- 2016
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